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    Mons. Morosini a Natale "Chi e' causa di mali si converta"

     

     

    Mons. Morosini a Natale "Chi e' causa di mali si converta"

    26 dic 10 ''Ho pregato soprattutto perche' il Signore ci liberi dai mali di sempre della nostra terra: ho offerto al Signore le sofferenze di chi questi mali li deve subire in tutte le loro manifestazioni, ma anche la speranza di vedere convertiti quanti sono la causa di tali mali''. A sostenerlo e' il vescovo di Locri-Gerace, mons. Giuseppe Fiorini Morosini, in un messaggio ai fedeli successivo al Natale. ''Vi assicuro - aggiunge - di aver pregato per tutti voi, per tutta la Diocesi, per tutta la Locride, affinche' possiamo camminare, singolarmente e comunitariamente, verso giorni migliori, segnati dalla serenita', dalla pace, dallo sviluppo sociale, culturale ed economico. Ho ricordato tutti: chi e' nella gioia e chi e' nella sofferenza, chi gode di un posto di lavoro e chi ne e' senza, chi puo' godere la serenita' della famiglia e chi e' costretto a stare lontano da essa. Ho pregato per gli ammalati e gli anziani, per i piccoli, i giovani, le famiglie. Ho pregato per i carcerati: ho scritto a tutti coloro dei quali ho potuto avere l'indirizzo, ho visitato e mi sono intrattenuto con quanti sono detenuti nel carcere di Locri''. ''Per celebrare autenticamente il Natale - afferma mons. Fiorini Morosini - dobbiamo andare alle radici del nostro atto di fede e interrogarci se questa nascita e' significativa per noi; se il messaggio di vita che ci ha portato Gesu' ha ancora un valore per noi. Anche sul nostro territorio della Locride accadra' la stessa cosa: una testimonianza viva e coerente del Vangelo sconfiggera' i nostri mali. I cristiani cambieranno la Locride, sconfiggendo i suoi mali, se, formati alla scuola di Gesu', sapranno tradurre nella vita i grandi valori che Gesu' ci ha trasmessi''.

    Il testo integrale del messaggio

    Al tramonto di questa giornata nella quale abbiamo celebrato il Natale del Signore, raccolgo le mie riflessioni, manifestate in diverse occasioni in questi giorni, per offrirvele come pensiero augurale.
    Anzitutto vi assicuro di aver pregato per tutti voi, per tutta la Diocesi, per tutta la Locride, affinché possiamo camminare, singolarmente e comunitariamente, verso giorni migliori, segnati dalla serenità, dalla pace, dallo sviluppo sociale, culturale ed economico. La S. Messa della Notte Santa l’ho offerta al Signore per tutte queste intenzioni. Ho ricordato tutti: chi è nella gioia e chi è nella sofferenza, chi gode di un posto di lavoro e chi ne è senza, chi può godere la serenità della famiglia e chi è costretto a stare lontano da essa. Ho pregato soprattutto perché il Signore ci liberi dai mali di sempre della nostra terra: ho offerto al Signore le sofferenze di chi questi mali li deve subire in tutte le loro manifestazioni, ma anche la speranza di vedere convertiti quanti sono la causa di tali mali. Ho pregato per gli ammalati e gli anziani, per i piccoli, i giovani, le famiglie. Ho pregato per i carcerati: ho scritto a tutti coloro dei quali ho potuto avere l’indirizzo, ho visitato e mi sono intrattenuto con quanti sono detenuti nel carcere di Locri.
    Per celebrare autenticamente il Natale dobbiamo andare alle radici del nostro atto di fede e interrogarci se questa nascita è significativa per noi; se il messaggio di vita che ci ha portato Gesù ha ancora un valore per noi. Ogni anno il Natale è sempre nuovo e reale, se noi rinnoviamo queste domande a noi stessi.
    L’aver dato risposte a tali domande da parte dei nostri fratelli di fede lungo i duemila e più anni che ci separano da Gesù, ha permesso loro di dare un volto nuovo alla storia e di dare un senso alla propria vita. In ogni tempo e momento della bimillenaria storia della Chiesa l’evangelizzazione ha camminato assieme alla promozione umana.
    Sarà anche per noi la stessa cosa; anche sul nostro territorio della Locride accadrà la stessa cosa: una testimonianza viva e coerente del Vangelo sconfiggerà i nostri mali. Ecco perché è importante che in questo Natale ci poniamo la domanda di come ci rapportiamo a Gesù e al suo Vangelo. Ciò renderà vera e significativa questa festa, al di là di ogni fattore culturale, storico ed emotivo.
    Le riflessioni or ora scritte, le voglio collegare a due scritti recenti: il documento dei Vescovi italiani, Educare alla vita buona del Vangelo, e la mia lettera pastorale, Riprendete coraggio o voi tutti che sperate nel Signore. Con il primo si apre in tutte le Diocesi e parrocchie d’Italia il decennio di attività pastorale sull’educazione. E’ chiaro allora che celebrare il Natale ponendosi le domande sopra indicate, significa mettersi nell’ottica di una educazione impostata sui grandi valori cristiani, che affido soprattutto alle famiglie (solo in questo senso, come riscoperta dell’impegno di educare alla vita buona del Vangelo, il Natale è festa della famiglia). La mia lettera pastorale, il cui testo lo invierò al più presto anche via e-mail, vuole spiegare i contenuti della speranza cristiana per il cambiamento della Locride. Essi ruotano tutti attorno alla formazione delle coscienze, secondo i valori che scaturiscono dal Vangelo di Gesù. I cristiani cambieranno la Locride, sconfiggendo i suoi mali, se, formati alla scuola di Gesù, sapranno tradurre nella vita i grandi valori che Gesù ci ha trasmessi.
    Sono queste le riflessioni che ho voluto trasmettervi a conclusione di questa santa giornata. Con esse vi rinnovo gli auguri più belli.
    Dio vi benedica.

     

     

     

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Mons. Giuseppe Fiorini Morosini

 


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