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    Tangenti su appalti A3, 10 arresti della Mobile di Reggio

     

     

    Tangenti su appalti A3, 10 arresti della Mobile di Reggio

    22 dic 10 Un'operazione della polizia è stata portata a termine dalle prime luci dell'alba per l'esecuzione di 10 ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di presunti affiliati alla cosca della 'ndrangheta dei Bruzzise che opera nella zona di Palmi, nel reggino. Gli arrestati sono accusati di associazione mafiosa ed estorsione. L'operazione, coordinata dalla Dda di Reggio Calabria, costituisce la prosecuzione di quella denominata "Cosa mia" che nel giugno scorso portò all'arresto di una cinquantina di persone, ritenute affiliate sia ai Bruzzise che all'altra cosca operante sul territorio, quella dei Gallico, che erano riuscite ad imporre pesanti tangenti alle imprese che lavoravano nei cantieri per l'ammodernamento dell'autostrada Salerno-Reggio Calabria. Le famiglie Gallico e Bruzzise sono state contrapposte in una sanguinosa faida tra gli anni '80 e '90 e anche più recentemente.

    Queste le dieci persone arrestate dalla polizia nell'ambito dell'operazione della polizia contro la cosca Bruzzise per le tangenti sugli appalti per i lavori di ammodernamento dell'A3. Gli arrestati sono Fortunata Bruzzise, di 22 anni; Carmela Carbone (49); Francesco Cutrì (53); Vincenza Surace (44); Rocco Salvatore Gaglioti (59); Carmine Gaglioti (43); Vincenzo Gioffré (28). Le persone già detenute alle quali sono state notificate le ordinanze di custodia cautelare sono Carmelo Bruzzise (52), Vincenzo Bruzzise (49) ed Antonio Bruzzise (43).

    "La faida di Barritteri che insanguinò il territorio di Palmi tra il gennaio 2004 ed il febbraio 2008, con 6 omicidi e due tentati omicidi, scaturì dalla legittimazione data da Umberto Bellocco, boss rosarnese della 'ndrangheta, ai Bruzzise famiglia mafiosa della frazione Barritteri di Palmi, alla esezione di una maxitangente inerente i lavori del V macrolotto di ammodernamento dell'autostrada Salerno-Reggio Calabria". Lo rivelato nel corso di una conferenza stampa, in Questura a Reggio, il procuratore aggiunto della Dda reggina, Michele Prestipino, illustrando i risultati dell'Operazione "Cosa mia III", che ha portato all'arresto, all'alba di oggi, di 10 persone. "Oggi appare chiarissimo il movente di quella faida - ha spiegato Prestipino - La decisione di Bellocco provocò la feroce reazione della cosca Morgante-Siglitano - appoggiata dalla 'famiglia' dei Gallico di Palmi.Si tratta di somme che corrispondevano al 3% per ogni capitolato di appalto - ha aggiunto Prestipino - rivelando che attraverso intercettazioni ambientali ed in carcere si è riusciti a ad individuare il percorso e la spartizione della parte di tangente incassata dai Bruzzise. Manca il particolare di chi materialmente a versato questa maxitangente - ha aggiunto Prestipino - Resta un particolare, abbiamo ricostruito questo accorto tra le grandi cosche. Abbiamo capito e ricostruito che vi era una gestione unitaria di tutta la tangente pagata per i lavori. Abbiamo ricostruito quali, tra le organizzazioni mafiose hanno partecipato a questo grande accordo, il percorso che ha seguito il denaro, il modo con cui lo hanno spartito localmente, in particolare a Palmi e Barritteri, ma rimane la domanda finale: dalle intercettazioni dei mafiosi non riusciamo ad individuare chi, materialmente, ha versato questa maxitangente di cui pure c'é prova che sia stata versata. Cercheremo di scoprirlo con le indagini - ha concluso Prestipino - ma ci aspettiamo che, nel frattempo, qualcuno bussi alla nostra porta, o a quella della Polizia di Stato, per darci la collaborazione che è necessaria per fronteggiare un fenomeno così complesso e radicato come quello del racket delle estorsioni in Calabria". L'indagine ha, ancora una volta, provato il ruolo importante svolto dalle donne. Bruzzise Fortunata, Carbone Carmela e Surace Vincenza sono infatti ritenute responsabili del reato di associazione mafiosa. Hanno un ruolo ben definito, in pratica - ha spiegato il Dirigente del Commissariato di Palmi, Silipo - erano le ambasciatrici della cosca tra i mafiosi detenuti e gli altri affiliati. Il Procuratore Capo della Dda di Reggio Calabria, Giuseppe Pignatone, nell'affidare al vice Prestipino il compito di illustrare i particolari dell'operazione, ha inteso ringraziare il Questore Carmelo Casabona, il Capo della Squadra Mobile Renato Cortese e tutta la Polizia di Stato della provincia di Reggio Calabria, "per lo sforzo continuo, quotidiano, che tutto quest'anno, come anche nei precedenti, da quando io sono a Reggio, è stato profuso nel contrasto ad ogni forma di criminalità ed alla 'ndrangheta in particolare. Credo, e non serve ricordare qui operazioni o singoli risultati, che ci sia stato un sforzo veramente continuo e perdurante, protratto, che continuera' naturalmente, per quanto dipende da noi, nel nuovo anno, e anche su questo problema dell'autostrada io credo che, nell'attesa che qualcuno delle vittime si decida a presentare denunce o a riconoscere o a indicare le richieste estorsive subite, c'é una seria attività di contrasto e di repressione che è quella del tipo descritta oggi. Cioé - ha spiegato il Procuratore Pignatone - al di là dell'individuazione dei responsabili del singolo incendio, del piccolo danneggiamento o del singolo furto, che peraltro molto spesso possono avere causali diverse da quelle dell'estorsione, la vera opera di contrasto e di repressione è quella riguardante l'attività delle cosche mafiose in generale".

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