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    Operazione Reale, intercettazioni "Vediamo se possiamo un trovare accordo"

     

     

    Operazione Reale, intercettazioni "Vediamo se possiamo un trovare accordo"

    21 dic 10 "Vediamo se possiamo trovare un accordo, se ci sono le condizioni .. io faccio una .. una straordinaria, come si dice.. affermazione elettorale, no? Per arrivare sicuramente nei primi tre, e non dico questo .. però". A parlare in questi termini è Santi Zappalà, rivolgendosi a Giuseppe Pelle, boss dell'omonima cosca, al quale, secondo l'accusa, chiede sostegno in vista delle elezioni regionali del marzo 2010 al termine delle quali sarà eletto. Il dialogo avviene a casa di Pelle il 27 febbraio 2010, un mese prima delle regionali, alla presenza di un "mediatore", Giuseppe Mesiani Mezzacuva, ritenuto un uomo di fiducia di Pelle, e viene intercettato dai carabinieri. Alla domanda di Zappalà, Pelle assicura il suo appoggio: "Ma da parte nostra, dottore, ci sarà il massimo impegno". Al che l'esponente politico risponde "Lo so, lo so". Un sostegno, secondo l'accusa, confermato anche da Mesiani Mazzacuva che interviene per dire: "Ma noi qua, quello che dobbiamo fare, lo facciamo". "Quando sposo una causa", prosegue Mesiani Mazzacuva, "e, quindi io e gli amici miei, diamo il massimo, nello stesso tempo poi, non dico che pretendiamo perché non è nella mia natura e di chi mi rappresenta, più grande o chi mi ha preceduto, per dire. Però desidereremmo proprio avere quell'attenzione, per come poi ce la accattiviamo, per simpatia ma per amicizia prima di tutto". Un'affermazione alla quale Zappalà risponde "Almeno una porta aperta, l'abbiamo". "Quindi - prosegue Mesiani Mazzacuva - quando abbracciamo una causa, credetemi, non è solo per dire che va a caccia per interesse, no assolutamente. Pretenderemmo si, quella serenità che in un modo o nell'altro, penso, che meritiamo tutti". Lo stesso Mesiani Mazzacuva, evidenziando le potenzialità elettorali di Zappalà, dice al boss "A Reggio si sono già chiusi belli accordi. Ed entrare, come si è entrati a Reggio in questo contesto che credetemi .. in tutti i settori .. sentire il nome che cammina molto forte è perché i suoi referenti, politicamente parlando, stanno dando il massimo. Quindi l'altro paese parte molto forte, da tutto il circondario ..". 'Ndrangheta: Zappalà e le sue amicizie con boss in carcere: "Vedete un attimo, se c'é qualche amico. A Vibo e compagnia bella, la parliamo, perché con il bene che abbiamo fatto .. Questo è assodato, ve lo posso garantire .. Carcere .. Glielo possiamo garantire, va bene? Perché ho avuto una persona mia! Ma mia, mia, mia, voglio dire. In questo possiamo fare qualcosa. Abbiamo un paio di amici, là dentro". Santi Zappalà, all'epoca sindaco di Bagnara e candidato alle elezioni regionali con il Pdl, parla così al boss della cosca Pelle, Giuseppe, vantando, secondo l'accusa, delle conoscenze nel carcere di Vibo Valentia. Il colloquio è quello del 27 febbraio 2010 e viene intercettato dai carabinieri nell'abitazione di Pelle. Zappalà aggiunge di avere incontrato delle difficoltà nel tentativo di fare ottenere qualche beneficio ad un detenuto a Modena: "vi stavo dicendo, che questo di Modena era carcerato, tramite diverse cose, stavamo cercando di fargli avere, qualche beneficio là dentro. Comunque se c'é qualcuno che ... Per un'informativa, qualche cosa". Pelle chiede quindi a Zappalà se è possibile far trasferire il fratello Salvatore Pelle, allora detenuto nel carcere romano di Rebibbia, in un altro istituto più vicino. "Scusate - dice Pelle - se mi permetto. Io ve l'ho detto, siamo una famiglia e di quello che posso. Ma .. praticamente, questa persona, è una persona che conta là dentro? Può chiamare un detenuto per farlo venire .. o ..". E per essere esplicito Pelle cita l'esempio del padre Antonio, il quale, quando era detenuto a Noto (Siracusa), tramite un maresciallo di sua conoscenza, aveva ottenuto il trasferimento di un altro detenuto. Alla domanda del boss, però, Zappalà risponde che i tempi erano cambiati, confortato dal Giuseppe Mesiani Mazzacuva, presente all'incontro e ritenuto uomo di fiducia di Pelle, che aggiunge che a partire dal 1992 era diventato problematico fare trasferire un detenuto da un carcere all'altro: "Altri tempi. Altri meccanismi. Fino al '91, entravano pranzi interi, dentro le carceri. Dal '92 in poi...". A chiusura del discorso Zappalà confermava la propria disponibilità: "Ma quello che dite voi, posso chiedere una conferma, all'interno gli concedono ..". L'incontro si concludeva, secondo l'accusa, "con un'ulteriore conferma avanzata da Santi Zappalà dell'appoggio elettorale che gli era stato promesso". "E se voi riterrete opportuno aiutarci. - dice Zappalà - D'accordo?". Ricevendo dal boss la risposta: "Si parla di amici". E accompagnandolo alla porta aggiunge Pelle "Ora vediamo in quale maniera vi possiamo aiutare".

     

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