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    Giro di intestazioni fittizie di beni, 12 arresti a Lamezia

     

     

    Giro di intestazioni fittizie di beni, 12 arresti a Lamezia. tra loro ex consigliere comunale

    15 dic 10 La Polizia di Stato ha eseguito 12 provvedimenti cautelari emessi dalla magistratura di Lamezia Terme nei confronti di altrettante persone dedite, in concorso tra loro, a reati di intestazioni fittizie di quote, beni ed utili societari diretti a consentire l’arricchimento occulto di uno dei correi e sottrarre il proprio patrimonio a provvedimenti di prevenzione patrimoniale. L’operazione, coordinata dal Procuratore della Repubblica di Lamezia Terme, Salvatore Vitello e dal sostituto procuratore Domenico Galletta, è stata eseguita da un centinaio di agenti del Commissariato della città della piana con la collaborazione della Squadra Mobile e di altri Uffici della Questura di Catanzaro, nonché del Reparto Prevenzione Crimine “Calabria”.

    Dieci degli arrestati sono stati posti agli arresti domiciliari, mentre due, Pietro Iannazzo, 34 anni e Pierpaolo Muraca, 24 anni, sono finiti in carcere.L’accusa per loro sarebbe di intestazione fittizia di quote, beni ed utili societari che, secondo gli inquirenti, sarebbero serviti all’arricchimento del Iannazzo. La polizia di Lamezia, nel corso della stessa operazione, ha anche sequestrato tre società: la Emmedue srl, la Deltavi costruzioni e la Coeme srl le quali avrebbero partecipato alla realizzazione di opere pubbliche. Tra le persone ai domiciliari un ex consigliere comunale di Forza Italia, Raffaele Misuraca di 56 anni, e la figlia Caterina. Inoltre sempre secondo quanto si è appreso, l’uomo avrebbe ricoperto per un certo periodo di tempo anche il ruolo di coordinatore provinciale di Forza Italia. Nell’operazione sarebbero indagati anche due funzionari di banca, presso le cui filiali le società avevano aperto dei conti.

    I particolari dell’operazione sono stati illustrati nel corso di una conferenza stampa dal procuratore della Repubblica, Salvatore Vitello, che insieme al sostituto Domenico Galletta, ha coordinato le indagini svolte dal Commissariato di pubblica sicurezza della città della piana con la collaborazione della Squadra Mobile e di altri Uffici della Questura di Catanzaro, nonché del Reparto Prevenzione Crimine “Calabria”. Alla conferenza stampa era inoltre presente il questore della Provincia di Catanzaro, Vincenzo Roca, il dirigente del commissariato, Pasquale Barreca e il suo vice Saverio Mercurio. I provvedimenti emessi dal giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Lamezia Terme, Carlo Fontanazza, su richiesta della locale Procura della Repubblica riguardano persone dedite, in concorso tra loro, hanno spiegato gli inquirenti, “alla perpetrazione di reati di intestazioni fittizie di quote, beni ed utili societari diretti a consentire l’arricchimento occulto di uno degli indagati, cioè Pietro Iannazzo, e sottrarre il proprio patrimonio a provvedimenti di prevenzione patrimoniale”.

    Nel corso dell’operazione di polizia è stato inoltre eseguito il sequestro preventivo delle quote di tre società, (la “Deltavi Costruzioni Srl” la “Co.E.Ivm. s.r.l.” e la “Emmedue s.r.l.) impegnate anche in lavori di opere pubbliche. Nel corso delle indagini, che sono durate un anno, ha detto il procuratore, “è emersa l’esistenza di condotte di intestazione fittizia di beni riguardante Pietro Iannazzo, quale effettivo titolare delle quote sociali, e degli altri indagati con riguardo all’intestazione fittizia delle quote delle citate società”. Elementi che sono stati acquisti, ha spiegato il procuratore, “grazie all’intercettazione di conversazioni, comparate con riscontri documentali”. L’indagine ha consentito “di accertare - ha aggiunto Vitello - la sistematica e programmatica commissione di reati di intestazione fittizia di quote, beni ed utili societari, dirette a consentire l’arricchimento occulto di Pietro Iannazzo, per evitare il sequestro e la confisca in dipendenza di probabili misure di prevenzione patrimoniali”. L’elemento principale dell’impresa criminosa era Iannazzo, che si serviva come suo alter ego di Pierpaolo Muraca. Gli strumenti del livello occulto di Iannazzo erano le società Deltavi Costruzioni srl, Emmedue srl e Coeme srl, società con assunzione di importanti lavori pubblici su Lamezia e nei comuni dell’hinterland.

    Il vero dominus, ha spiegato il procuratore Vitello, “di queste società era Iannazzo. Come in tutti i casi di prestanome - ha aggiunto - vi era un livello palese di natura formale ed uno occulto di natura sostanziale, quello occulto, che imponeva la sua volontà su quello formale, era diretta in modo esclusivo e padronale da Iannazzo. L’unico reale collaboratore era Muraca, che affiancava Iannazzo ponendosi sullo stesso piano di quest’ultimo”. Mentre “l’amministratore formale, il direttore tecnico, i vari soci agivano - ha aggiunto Vitello - esclusivamente alle dipendenze di Iannazzo, come consapevoli comprimari. Un ruolo ben preciso rivestivano in tutta questa vicenda anche i vari funzionari di banca presso cui le società intrattenevano i conti, perchè costoro accettavano e regolavano ogni cosa con Iannazzo, benché questi non avesse alcun ruolo formale, a dispetto del dovere istituzionale di segnalare operazioni sospette”. Per gli inquirenti “l’intestazione fittizia era diretta a consentire a Iannazzo a conservare la ricchezza prodotta dalle suddette società ad onta ed in elusione di possibili misure di prevenzione patrimoniale”. Nel corso della conferenza stampa da parte degli investigatori Iannazzo è stato definito “un soggetto potenzialmente attenzionato da misure di prevenzione, come testimoniano la sua sottoposizione ad avviso orale nell’anno 2002, l’essere stato indagato nel 2002 per associazione a delinquere di stampo mafioso e l’aver mantenuto rapporti con soggetto indiziato ed appartenere ad associazione a delinquere di stampo mafioso, destinatario di misura di prevenzione. Per gli inquirenti, inoltre, Iananzo, “mostra avere redditi non proporzionati al complessivo investimento di capitale dell’attività di impresa di cui, invece, appare essere proprietario effettivo”.

    Una delle aziende poste sotto sequestro

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