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    La burocrazia brucia 16 mld alle PMI, province calabresi soffrono di più

     

     

    La burocrazia brucia 16 mld alle PMI, in province calabresi Pa impedisce impresa

    19 ago 10 La burocrazia fa 'bruciare' alle imprese 16,6 miliardi di euro ogni anno. E il suo peso spacca l'Italia a metà, con le provincie del Nord caratterizzate da una pubblica amministrazione 'amica' e quelle del Centro-Sud costrette a combattere con un ambiente più difficile per metter su un'azienda. E' la fotografia scattata dall'Ufficio studi di Confartigianato, che ha stilato una classifica su tempi e costi per fare impresa, assegnando il podio a Ravenna, Reggio Emilia e Prato, mentre Catanzaro, Roma e Cosenza finiscono agli ultimi posti. Per ciascun territorio provinciale, Confartigianato ha misurato la qualità di alcuni servizi pubblici (dalla possibilità di effettuare pagamenti online ai tempi di pagamento della P.A. verso le aziende private) necessari per avviare e gestire un'attività imprenditoriale. Il risultato è che le aree con il contesto più adatto alle attività produttive risultano tutte al Nord, mentre le provincie con il maggior peso di burocrazia a carico delle aziende sono invece al Centro-Sud. Nonostante gli esempi virtuosi, Confartigianato conferma le proprie "preoccupazioni per il costo complessivo della burocrazia a carico delle imprese": secondo l'ufficio studi le aziende dei settori manifatturiero, costruzioni e servizi 'bruciano' 16,629 miliardi di euro l'anno, pari a circa un punto di Pil, equivalente ad un costo medio per azienda di 12.334 euro. E la quota maggiore di questi oneri, pari al 76,3%, è a carico delle microimprese con meno di dieci dipendenti. Tutto ciò condanna l'Italia al penultimo posto tra le 30 economie avanzate per la facilità di fare impresa, davanti solo alla Grecia, e al 78/mo posto nella classifica mondiale. "E' impensabile che un'impresa è favorita se si trova in provincia di Ravenna e sfavorita se è in provincia di Catanzaro, la concorrenza non è leale perché non dipende dalle capacità ma dalla sorte", sottolinea il presidente di Confartigianato Giorgio Guerrini che, per equiparare le situazioni, chiede al governo di "dare attuazione concreta al provvedimento contenuto in Finanziaria sulla 'Segnalazione certificata di inizio di attivita'' (Scia), per cui un imprenditore apre un'impresa e poi vengono vengono fatti i controlli". A livello mondiale le peggiori performance dell'Italia vanno dalla soluzione giudiziale delle controversie commerciali (156/mo posto) ai tempi di pagamento di imposte e contributi (136/mo), dall'assunzione personale (99/mo) al trasferimento di una proprietà immobiliare (98/mo), all'accesso al credito (87/mo) e alla concessione di licenze edilizie (85/mo). Per i tempi di avvio di una nuova impresa si colloca al 75/mo posto, ma nell'ambito delle economie avanzate è appena 21/ma tra le 27 economie Ocse. Proprio a proposito dei tempi d'avvio d'impresa, Confartigianato ripone speranze nella Segnalazione certificata di inizio attività, che dovrebbe migliorare i risultati ottenuti dalla Comunicazione Unica (dal primo aprile sostituisce le precedenti quattro procedure), ma fa notare che, secondo una propria analisi, resta "ancora elevato" il numero di pratiche da gestire in fase di avvio e "ancora insufficiente" l'utilizzo da parte della P.A. delle tecnologie online. Nei settori della gelateria artigianale, dell'acconciatura e dell'edilizia, ad esempio, rimangono fuori dall'ambito di ComUnica 14 delle 16 procedure necessarie per avviare l'impresa.

    Ecco di seguito la classifica provinciale (prime 10 e ultime 10) stilata dall'Ufficio studi di Confartigianato sul peso della burocrazia sulle imprese:

     1                        Ravenna
     2                        Reggio Emilia
     3                        Prato
     4                        Rimini
     5                        Forlì-Cesena
     6                        Pistoia
     7                        Modena
     8                        Lucca
     9                        Arezzo
     10                       Piacenza

     ...

     94                       Bari
     95                       Crotone
     96                       Taranto
     97                       Cosenza
     98                       Vibo Valentia
     99                       Isernia
     100                      Reggio Calabria
     101                      Campobasso
     102                      Roma
     103                      Catanzaro

    Guerrini "Concorrenza non leale"- "E' impensabile che un'impresa è favorita se si trova in provincia di Ravenna e sfavorita se è in provincia di Catanzaro, la concorrenza non è leale perché non dipende dalle capacità ma dalla sorte". Così il presidente di Confartigianato, Giorgio Guerrini, commenta i dati dell'Ufficio studi dell'organizzazione su tempi e costi per fare impresa, facendo notare che "non siamo un Paese a taglia unica perché ci sono moltissime differenze nell'adozione di provvedimenti non solo fra regioni ma anche fra province all'interno della stessa regione". Per equiparare le situazioni, Guerrini chiede al governo di "dare attuazione concreta al provvedimento contenuto in Finanziaria sulla 'Segnalazione certificata di inizio di attivita'' (Scia), per cui un imprenditore apre un'impresa e poi vengono vengono fatti i controlli". "Tutti i Comuni devono recepire questa norma ma questo Paese è strano - aggiunge Guerrini - le cose decise hanno tempi biblici di attuazione. Il governo, invece, deve dare massima priorità anche perché serve ad aiutare i giovani e ad agganciare la ripresa".

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