Federcopesca e Cisl "Servono misure strutturali per la pesca"

10 ago 10 Conferenza stampa congiunta di Federcoopesca e Cisl per rendere noti i risultati delle varie azioni intraprese a partire dal settembre scorso, da quando si scoprì la cosiddetta, e poi risultata falsa, “nave dei veleni”, che danneggiò il commercio ittico sul tirreno cosentino. La conferenza stampa, presenti molti pescatori, si è tenuta sul lungomare di Fuscaldo. Katia Stancato, per la Federcopesca, e Gerardo Calabria, della Cisl di Cosenza, hanno ribadito la necessità di operazioni strutturali che aiutino finalmente il decollo del comparto. Si parla di approdi sicuri ma anche di nuovi mercati ittici. Plauso per quanto fatto per 150 pescatori, che hanno avuto una Una Tantum di 3000 euro ciascuno per superare l’empasse creato dalla crisi. Adesso, è stato annunciato, la Cassa Integrazione sarà estesa a tutti i pescatori calabresi e fino alla fine del 2010. “Ma servono tavoli di concertazione tra istituzioni e pescatori”, si è ribadito da più parti. Nel corso della conferenza stampa è emerso che sono stati impegnati 600 mila euro, mentre sono stati già liquidati dalla sede Inps competente sino ad oggi 327 mila euro ad oltre 150 pescatori del Tirreno Cosentino. Sono i numeri della Cassa integrazione in deroga attivata nell’ottobre 2009 dall’allora assessore regionale Mario Maiolo in seguito alla crisi che il settore subì per il mancato reddito causato dalla vicenda della nave dei veleni che, per la prima volta in Calabria, è erogata a beneficio dei pescatori. “Considerata la delicata fase che ancora oggi vive il settore lo consideriamo un intervento quanto mai opportuno, ma non può essere lo strumento di risoluzione della crisi strutturale che interessa la pesca calabrese e quella del Tirreno cosentino in particolare - hanno Katia Stancato, presidente regionale di Confcooperative, e Gerardo Calabria, segretario aggiunto della Cisl - stretti, ormai da mesi, da un’intesa interassociativa per l’assistenza agli operatori del mare. “L’accordo siglato tra la Regione Calabria, i sindacati e le Centrali Cooperative, recentemente rinnovato per l’anno 2010, teso ad attivare gli ammortizzatori sociali anche per i lavoratori della pesca - hanno continuato i rappresentanti sindacali - riguarda, naturalmente, le posizioni contrattualizzate, che coinvolgono poco più del 50% degli addetti. La crisi, infatti, ha rivelato una forte destrutturazione del settore della pesca con una diffusa presenza di lavoratori irregolari che, se opportunamente sostenuti anche dalla previsione di un sistema di tutoraggio, potrebbero essere accompagnati verso un percorso di autorganizzazione del proprio lavoro in cooperative di servizi”. Su questa esigenza, e sulla necessità di valorizzare le produzioni ittiche per incrementarne il valore aggiunto anche attraverso l’emersione di posizioni non osservate, spesso gestite dalle donne dei pescatori, Stancato e Calabria hanno sollecitato l’intervento della commissione regionale del Lavoro irregolare su iniziative pilota da attuare tanto sulla costa tirrenica che su quella ionica. I rappresentanti di Federcoopesca di Confcooperative e di Cisl hanno poi rivolto un appello all’Assessorato regionale alla Pesca “affinché con tempestività promuova la costituzione di un “luogo” di condivisione, preferibilmente che abbia la dignità del cosiddetto “tavolo azzurro” operativo a livello nazionale ed in quasi tutte le regioni italiane in cui alla filiera ittica è riservata una programmazione pluriennale di azioni strutturali ed in cui anche gli Amministratori dei territori costieri possano concertare con le rappresentanza dei lavoratori del mare le iniziative e le infrastrutture funzionali allo sviluppo della pesca”.