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      Raganello, vivi 3 giovani. Procura apre incheista. Comitato sicurezza con ministro

       

       

      Raganello, vivi 3 giovani. Procura apre incheista. Comitato sicurezza con ministro

      21 ago 18 Sono stati rintracciati, e sono in buone condizioni, tre giovani pugliesi di 21, 22 e 23 anni, che erano stati inseriti nella lista delle persone disperse dopo la piena del torrente Raganello. I tre si erano accampati in località Valle d'Impisa, una località a monte della zona del disastro e dove i cellulari non hanno campo. A dare notizia del loro ritrovamento è stata un'amica che attraverso un twitter ha informato le forze dell'ordine dicendo "sono vivi". La Prefettura di Cosenza ha riferito che non é ancora possibile, in mancanza di ufficialità, rendere noti i nomi delle dieci vittime della tragedia del Raganello, né la loro provenienza. La loro diffusione, ha aggiunto la Prefettura, sarà possibile soltanto quando la loro identità sarà ufficiale e saranno avvertiti i parenti.

      Guida tra le vittime: andò a Rigopiano

      Tra le vittime della tragedia del Raganello c'è una delle guide che accompagnavano gli escursionisti tra le gole della zona. Antonio De Rasis, 32 anni, volontario di protezione civile, non sposato, era stato tra i soccorritori intervenuti dopo la valanga che distrusse un albergo a Rigopiano. "Sicuramente - ha detto il sindaco di Cerchiara Antonio Carlomagno - con la sua alta esperienza, nel contesto di questo dramma improvviso, avrà prestato e tentato di dare il massimo soccorso ai componenti del gruppo". "Cerchiara - ha aggiunto il sindaco - è attonita come tutto il territorio dell'Alto Ionio cosentino di fronte a questa immane tragedia. Purtroppo ci troviamo di fronte a situazioni imponderabili in cui le forze della natura sono travolgenti". "Ricordiamo Antonio - ha detto - un ragazzo di 32 anni che prestava con abnegazione e con grande spirito di sacrificio la propria attività nel settore dell'escursionismo ma anche del volontariato e della protezione civile. Un ragazzo solare, propositivo, pieno di vita. Certamente siamo attoniti di fronte a questa tragedia che ci colpisce sia come istituzione ma soprattutto come comunità".

      Tra vittime anche mamma campana dispersa

      E' stata ritrovata senza vita la mamma di Torre del Greco (Napoli) che è rimasta coinvolta con la sua famiglia nella tragedia del Raganello, in Calabria. Lo ha reso noto il sindaco di Torre del Greco, Giovanni Palomba che ha avuto volta avuto conferma dal fratello della vittima. Il marito della vittima e i suoi due figli sono riusciti a salvarsi e sono ricoverati in ospedale.

      Su soccorsi ferite importanti

      "Con la mia squadra, vicino la foce del Raganello, abbiamo recuperato 4 cadaveri. Lì abbiamo capito l'imponenza e la potenza della piena perché i corpi erano veramente segnati in maniera importante". A raccontarlo è Giacomo Zanfei, vicepresidente del Soccorso alpino Calabria. "Appena ricevuto l'allarme - dice - ci siamo attivati. Erano circa le 15. Appena arrivati nelle Gole del Raganello abbiamo capito la gravità della tragedia. Ci siamo attivati per mettere in atto tutte le azioni necessarie per poter recuperare e salvare le persone in difficoltà. Le operazioni non si sono mai fermate, abbiamo lavorato anche questa notte".

      Procura apre inchiesta per omicidio colposo

      La Procura della Repubblica di Castrovillari per la tragedia del Raganello ha aperto un fascicolo contro ignoti ipotizzando i reati di omicidio colposo, lesioni colpose, inondazione e omissione d'atti d'ufficio. Lo ha riferito il procuratore Eugenio Facciolla. Al momento non è stata disposta l'autopsia sui corpi delle vittime. "Il primo pensiero - ha detto Facciolla - è salvare più gente possibile e poi identificare le vittime. Nel pomeriggio valuteremo". I corpi, comunque, presentano i traumi tipici del trascinamento in acqua.

      Comitato sicurezza con Ministro.

      Il ministro dell'Ambiente, Sergio Costa, sta partecipando alla riunione in corso del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica convocato dal prefetto di Cosenza, Paola Galeone. Il Comitato sta facendo il punto su quanto é avvenuto e sulle ricerche dei dispersi, il cui numero continua ad essere incerto.
      "Noi dobbiamo evitare di sentirci poco tranquilli. Basta piangere morti e feriti". Lo ha detto il ministro Costa parlando con i giornalisti a Civita. "Se quanto accaduto è figlio di negligenza, sciatteria e inconsapevolezza del rischio - ha aggiunto Costa - siamo dinanzi a un fatto grave che da parte nostra necessita di essere chiarito fino in fondo. Sono venuto qui apposta per assicurare il massimo di trasparenza nell'azione di governo e per stare vicino ai familiari delle vittime".
      "D'intesa con il premier Giuseppe Conte abbiamo già chiesto ufficialmente alla Prefettura di Cosenza una relazione amministrativa sull'accaduto e l'attendiamo nel giro di un paio di giorni". Lo ha detto il ministro Sergio Costa a Civita. "É nostra intenzione - ha aggiunto Costa - capire, attraverso il fascicolo amministrativo, chi doveva fare cosa. C'è l'aspetto penale che va salvaguardato dal segreto investigativo, ma c'è anche l'aspetto amministrativo che va inquadrato anche per un dovere di trasparenza"
      "Il Paese Italia si è stancato di piangere i morti. Io sono venuto qui proprio per capire chi doveva fare cosa e magari non lo ha fatto". Lo ha detto il ministro dell'Ambiente Sergio Costa giunto a Civita per portare la testimonianza del Governo dopo la tragedia delle gole del Raganello. "E' necessario capire - ha aggiunto Costa - se chi doveva fare qualcosa l'ha fatto. Tutto questo anche tenendo conto di determinate situazioni dove c'è un afflusso turistico che porta anche un valore aggiunto economico rispetto al quale è chiaro che debbono esserci norme puntuali e anche il consenso delle persone". Il ministro, prima di giungere a Civita, ha fatto visita ad alcune delle vittime ricoverate nell'ospedale di Castrovillari.

      Effettuate verifiche fino a mare.

      E' stato ispezionato, ma senza esito, dal Ponte del diavolo fino al mare il torrente Raganello. Squadre del Soccorso alpino sono state in azione tutta la notte, fino a stamani, per controllare il torrente palmo a palmo, dal luogo della tragedia sino al mare, nell'ipotesi che alcuni corpi potessero essere stati trascinati a chilometri di distanza. A riferirlo è il responsabile del Soccorso alpino calabrese Luca Franzese. "Adesso - ha spiegato Franzese - le ricerche si stanno concentrando nel tratto a monte del Ponte del Diavolo, il più difficile con una gola larga 4-5 metri e pareti rocciose di 4-500 metri. Le squadre procedono a piedi in acqua, superando cascate e rocce".

      Quattro bimbi in ospedale.

      Nel reparto di pediatria dell'ospedale di Castrovillari sono ricoverati quattro bambini rimasti feriti ieri pomeriggio nella tragedia del torrente Raganello, due maschi e due femmine. Sono in buone condizioni, anche se la paura é stata tanta. Al loro fianco ci sono i familiari, ma nessuno ha voglia di parlare. Una dottoressa del reparto ha confermato che le condizioni dei feriti non destano preoccupazioni.

      La piena come uno tsunami

      "La piena di ieri nelle gole del Raganello è stata un vero e proprio tsunami". Lo dice Giacomo Zanfei, vicepresidente del Soccorso alpino Calabria. "Fare attività di soccorso nel Raganello - spiega Zanfei - è molto difficile. È un'attività complessa. Le guide del Raganello sono persone bravissime, specializzate, di alto livello, non sono improvvisate, pertanto nessuno va criminalizzato. Sono eventi che capitano una volta nella vita. Le operazioni continueranno per la bonifica. Fino a quando non avremo la certezza che nelle gole non ci sarà più nessuno, continueremo a cercare".

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