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Cronaca
L'aviaria arrivata in Italia

 

Aviaria: Un altro cigno trovato a Locri e tre in Sicilia. Cala il consumo dei polli solo in Italia dove c’è una vera e propria psicosi. In Europa, dove sta arrivando l’influenza aviaria, consumi quasi normali. La Federcaccia Calabria attiva la vigilanza venatoria. Due cigni con H5N1 in Germania. Lunedì riunione alla UE. Le nazioni europee impongono la chiusura degli allevamenti in zone coperte.

15/02 Un cigno cinerino moribondo e' stato trovato stamane da alcuni pescatori in una spiaggia alla periferia sud di Locri. L' animale e' stato notato sulla battigia per le vistose proporzioni e per le sue evidenti precarie condizioni di salute. Sul luogo del ritrovamento sono giunti i carabinieri, la polizia e i sanitari del servizio veterinario dell' Azienda sanitaria che hanno provveduto a transennare la zona del ritrovamento. Quello di oggi e' il settimo ritrovamento di volatili morti o in fin di vita nella zona della Locride. In Sicilia altri due casi sospetti di H5N1, secondo gli accertamenti effettuati presso l' Istituti Zooprofilattici di Catania. Su altri 18 casi di volatili selvatici morti, tra cui due aironi ed una poiana, sono in corso le analisi per verificare la presenza del virus. Lo precisa una nota dell' Asl 3 di Catania, che sta eseguendo costanti controlli anche con un elicottero messo a disposizione dalla Protezione Civile. Nel catanese gli esemplari di cigni reali vivi sotto osservazione sono oltre 40, la maggior parte dei quali nella diga Pietrarossa di Mineo. Sono state monitorate anche le zone umide delle province di Catania, Messina e Siracusa. Gli esperti dall' Asl 3 sottolineano che, ''considerato lo stato sanitario dell' avifauna selvatica oggi monitorato ed il numero esiguo dei cigni migratori presenti, e' possibile ipotizzare con prudente ottimismo una fase contenuta del fenomeno''. ''La situazione e' sotto controllo - afferma il direttore generale dell' Asl 3, Antonio Scavone - e non vi e' alcun rischio per l' uomo perche' non si e' mai verificato un contagio da animale selvatico a uomo. I casi di contagio ad oggi accertati nel mondo hanno riguardato persone che vivevano a strettissimo e prolungato contatto con animali infetti, cosa che da noi non avviene. Anche per la sicurezza ed il conseguente consumo delle carni avicole e delle uova non c' e' da preoccuparsi. Le aziende avicole sono sotto controllo''. Dall' inizio dell' anno ad oggi gli allevamenti rurali avicoli per autoconsumo controllati dai veterinari della Asl sul territorio provinciale sono stati 2.189. Quasi il 100% in piu' rispetto ai 1.262 allevamenti controllati lo scorso anno.

Il calo dei consumi di pollo una psicosi solo italiana. Normale in Francia, Germania e Spagna

15/02 E una psicosi tutta italiana quella relativa al calo dei consumi di carne avicola che e' arrivata, solo negli ultimi due giorni, ad un picco di -70%. Sebbene sia stata riscontrata la presenza del virus H5n1 per alcuni volatili selvatici in Romania, Austria, Germania e Ungheria meridionale, i consumi e i prezzi di carne avicola, in questi Paesi, sembrano mantenere un sostanziale equilibrio. Da uno studio dell' Istituto Piepoli, infatti, emerge che i prezzi della carne avicola negli ultimi mesi hanno oscillato in Germania tra 1,6 e 1,8 euro al chilogrammo. In Spagna si e' registrato un calo dei prezzi da 1,5 a 1,3 euro al chilogrammo e anche per la Francia si e' registrata una situazione di equilibrio, seppur segnata da un calo del prezzo, passato da 1,8 a 1,4 euro al chilo. Dall' indagine, dunque, emerge che soltanto nel caso dell' Italia il prezzo e' drasticamente calato da 1,5 a 0,90 euro al chilogrammo.
Invece sono calate mediamente del 50% le vendite al dettaglio di pollame in Calabria. Il dato, rilevato dalla Confcommercio, e' relativo ai primi giorni della settimana, dopo la notizia del ritrovamento di un cigno morto affetto dal virus dell' aviaria sul lago dell' Angitola, nel vibonese. La flessione delle vendite, ha rilevato il direttore regionale della Confcommercio, Attilio Funaro, va ad aggravare la crisi del settore gia' in atto che ha visto una flessione del 30-40% dei consumi nella prima fase dell' aviaria, quando il virus non era ancora arrivato in Italia. ''Il settore - ha sostenuto Funaro - non si era ancora risollevato dai problemi causati dalla mucca pazza e adesso c' e' quest' altro fenomeno. Sembra veramente una persecuzione continua''. Lunedi' prossimo, con ogni probabilita', la Confcommercio riunira' il direttivo delle Federcarni per poi chiedere alla Regione interventi a sostegno del settore. Agli assessorati competenti erano gia' state chieste misure a sostegno dell' attivita' gia' nella prima fase. ''Adesso - ha aggiunto Funaro - vediamo quali impegni riusciremo ad ottenere per risollevare il settore da questa crisi''. ''Dalla 'lingua blu' in poi - ha aggiunto Funaro - siamo in costante stato di emergenza sanitaria veterinaria e cio' influisce anche sui costi delle carni. Qualche discrasia si registra poi nell' ambito della macellazione che registra anche il problema di quella clandestina''.

Lunedì si riunisce la Commissione Europea

15/02 La Commissione europea si riunira' lunedi' prossimo per fare il punto sull'influenza aviaria e l'Italia andra' ''a testa alta e con le carte in regola''. Lo ha detto il sottosegretario alla Salute, Cesare Cursi, che ha aggiunto: ''Oggi abbiamo ricevuto il plauso dell'Unione Europea per aver lavorato in maniera seria, non da adesso ma da agosto''. Cursi ha ricordato il provvedimento approvato oggi al Senato che istituisce il Dipartimento per la veterinaria, e ha sottolineato le misure messe in campo dal ministero per fronteggiare l'influenza aviaria: ''Rafforzamento dei veterinari, vertici con gli assessori competenti di Sicilia, Calabria e Puglia, i controlli. Il sistema veterinario privato e pubblico funziona alla grande: abbiamo oltre 5000 veterinari e siamo i primi a livello di sicurezza alimentare''. Un merito speciale, poi, ai veterinari campani dell'Istituto Zooprofilattico di Portici ''che hanno lavorato - ha aggiunto Cursi - in modo serio. Storace ne ha riferito oggi al Senato. Dimostrazione, questa, che quando lavoriamo insieme conseguiamo risultati che ci vengono riconosciuti''. Cursi ha poi ribadito ancora una volta che l'influenza aviaria riguarda ''solo animali selvatici, non c'e' stato nessun trasferimento ad altri animali. Gli allevamenti non sono coinvolti, quindi si possono mangiare polli e uova''. Per quanto attiene agli allevamenti rurali, Cursi ha invitato i sindaci a denunciarli cosi' da poter effettuare le vaccinazioni.

Federcaccia Calabria attiva la vigilanza venatoria

Federcaccia Calabria ha allertato la propria organizzazione di vigilanza venatoria con specifico riferimento ai casi di infezione da virus ''H5N1'' accertati su esemplari di cigni reali nella regione e nelle vicine Sicilia e Puglia. A renderlo noto e' la stessa associazione che precisa di seguire, attraverso gli esperti delle settoriali Associazione cacciatori migratoristi acquatici (Acma)e Unione cacciatori migratoristi(Ucim), le residue zone umide presenti nel nostro territorio affinche' svolgendo un' opera di presidio per la segnalazione di eventuali casi alle autorita'. ''Gia' dallo scorso due febbraio - e' detto nel comunicato - i ricercatori dell' Acma, nell'ambito dei censimenti mensili, hanno individuato e stanno monitorando al pantano di Saline Joniche in provincia di Reggio, due cigni reali. I due esemplari sembrano in ottime condizioni di salute e, al momento, non e' stata riscontrata nessuna anomalia nelle altre specie di acquatici presenti. Anche in altri luoghi interessati ai flussi migratori, comprese zone umide e laghi presenti in Calabria, gli esperti della Federazione sono in continua allerta per l' eventuale segnalazione di acquatici che si trovano in difficolta'. La Federcaccia, con senso di responsabilita' rivolge inoltre, per la specifica conoscenza degli ambienti umidi, l' invito a tutti i cacciatori affinche', nello stretto rispetto delle norme sanitarie, si attivino esclusivamente nella immediata comunicazione di anomale situazioni riscontrate su esemplari di fauna selvatica''

Allarme aviaria in Germania. Trovati tre cigni morti con il virus H5N1

L'allarme aviaria e' scattato anche in Germania dove sono tre finora i casi accertati di infezione dal virus H5N1, tutti sull'isola baltica di Ruegen, una delle mete preferite dei vacanzieri tedeschi nell'estremo nordest del paese. Dopo i due cigni trovati positivi ieri sera, oggi e' stata la volta di un astore rinvenuto anch'esso morto sull'isola, a pochi chilometri dal luogo del ritrovamento dei cigni. Mentre gli esperti ritengono che si tratti solo della punta di un iceberg e che altri casi emergeranno presto, le autorita' sono intervenute con tempestivita' e fermezza imponendo misure severe di controllo e prevenzione. In primo luogo e' stato imposto l'isolamento totale in luoghi chiusi di uccelli e volatili d'ogni tipo sin da oggi nel Meclemburgo, il Land nordorientale di cui fa parte l'isola di Ruegen, mentre la stessa misura restrittiva scattera' da venerdi nel resto della Germania. Il confinamento dei volatili in stie e pollai doveva partire dal primo marzo, ma il precipitare della situazione ha costretto in poche ore le autorita' ad anticipare il provvedimento. Parlando in serata a Berlino al termine di una riunione della cellula di crisi incaricata di monitorare gli sviluppi della vicenda, il ministro dell'agricoltura e per la tutela dei consumatori Horst Seehofer (Csu) ha definito la situazione in Germania ''molto seria''. Egli ha tuttavia invitato la popolazione a non cedere al panico, sottolineando che non vi sono pericoli reali per la popolazione. I casi di infezione hanno riguardato infatti finora solo uccelli selvatici. ''Non vi sono rischi per le persone, e chi non tocca animali infetti non corre alcun pericolo di contagio'', ha affermato da parte sua il ministro della sanita' Ulla Schmidt (Spd), che ha aggiunto: ''Se cucinata, la carne di pollo e di altri volatili si puo' mangiare tranquillamente''. Nella lotta contro l'influenza aviaria - ha sottolineato il ministro Seehofer - e' stato fatto finora ''tutto quello che era ed e' umanamente possibile''. Oltre all'isolamento in luoghi chiusi degli animali, Seehofer ha lanciato un pressante invito a evitare l'organizzazione di mercati e mostre di volatili. Controlli rafforzati sono stati disposti alle frontiere, in particolare di quelle con paesi gia' colpiti o maggiormente a rischio. Come gia' avvenuto in Italia e altri paesi colpiti dal virus H5N1, anche in Germania si teme ora un contraccolpo sui consumi di pollame. Per questo oggi i produttori e i commercianti del settore hanno lanciato un appello ai consumatori, assicurando che non esiste alcun pericolo per la carne di pollo, tacchino e altri volatili.

Aumenta la paura di pandemia

L'aviaria dilaga in Europa e cresce in tutto il mondo la paura del contagio. Finora solo le Americhe e l'Oceania sono rimasti immuni dal virus H5N1. Questa la situazione di oggi:
GERMANIA: Le autorita' sanitarie hanno accertato un terzo caso di influenza aviaria su un astore (un uccello rapace) trovato morto sull'isola baltica di Ruegen, la stessa dei due cigni risultati positivi allo stesso virus di aviaria. Da venerdi' prossimo entrera' in vigore l'obbligo di tenere isolati nei pollai i volatili su tutto il territorio.
FRANCIA: Di fronte al rischio dell'influenza aviaria, il governo francese ha deciso di estendere l'allevamento al chiuso dei volatili in tutto il paese. Finora la misura era in vigore in 58 dei 96 dipartimenti che compongono il Paese.
OLANDA: Dal 20 febbraio anche l'Olanda isolera' il pollame al chiuso negli allevamenti per prevenire la diffusione dell'aviaria.
AUSTRIA: Dalla mezzanotte di oggi, nelle zone dichiarate di protezione lungo il Danubio, vige l'obbligo di tenere al chiuso i volatili e presto la misura verra' estesa a tutto il Paese. Ieri era giunta la conferma che due cigni selvatici trovati morti vicino a Graz, in Stiria, erano stati contagiati dall'H5N1.
SVIZZERA: A partire da lunedi' prossimo tutti i volatili presenti sul territorio elvetico verranno confinati al coperto.
UNGHERIA: Le autorita' ungheresi hanno confermato la presenza del virus dell'influenza aviaria in tre cigni selvatici trovati morti nella regione di Bacs-Kiskun (sud). GRECIA: Una donna di 78 anni e un contadino di 65 anni sono stati ricoverati oggi dopo aver toccato dei polli morti. I due si trovano in buone condizioni di salute ma i risultati delle analisi mediche si sapranno tra alcuni giorni.
ROMANIA: Le autorita' veterinarie rumene hanno confermato che il virus dell'influenza aviaria che ha ucciso decine di volatili a Topraisar, Aliman e Ostrov (sud) e' altamente patogeno. Tutti i circa 40.000 volatili che vivono nella zona saranno eliminati.
DANIMARCA: Le autorita' veterinarie danesi hanno ordinato di confinare al coperto tutti i volatili allevati in batteria in seguito al ritrovamento di alcuni casi sospetti nel Paese. Tra ieri e oggi, due cigni e altri tipi di uccelli sono stati trovati morti sulle isole danesi di Lolland, Falster e Sealand.
SVEZIA: Le autorita' sanitarie svedesi hanno deciso ieri sera l'annullamento di tutte le fiere aviarie e che tutti i volatili domestici dovranno essere confinati al coperto per evitare che il virus H5N1 attecchisca nel Paese.
NORVEGIA: Le autorita' veterinarie norvegesi hanno ordinato a tutti gli allevatori di confinare in locali chiusi i volatili presenti nelle regioni del Paese piu' vicine al Mar Baltico.
RUSSIA: In Daghestan, nel Caucaso russo, un allevamento nel villaggio di Shamkhal, e' stato infettato dal virus H5N1. Due giorni fa, dopo il ritrovamento di altri casi sospetti in Daghestan e nella regione di Krasnodar, il ministero dell'Agricoltura ha intensificato i controlli nell'area per impedire che il contagio si estenda. Anche in Cecenia e' stata segnalata una moria sospetta di cigni e anatre selvatiche.
INDONESIA: Un ragazzo di 15 anni e un uomo di 27 sono stati ricoverati a Giakarta dopo aver avvertito dei sintomi simili a quelli dell'aviaria. Intanto il virus continua a fare strage di volatili e si e' propagato nella maggior parte del Paese.

Le nazioni europee impongono la copertura e la protezione degli allevamenti

SVIZZERA: a lunedi' 20 di febbraio, e per un periodo indeterminato, il pollame dovra' essere nuovamente rinchiuso affinche' non giunga in contatto con uccelli selvatici, potenzialmente portatori del virus dell'influenza aviaria. Con questo provvedimento, adottato oggi dal Consiglio federale svizzero, il governo reagisce all'avvicinarsi del temibile virus H5N1 alle frontiere elvetiche - casi di contagio sono stati trovati in Italia, Germania e Austria - e all'imminente ritorno degli uccelli migratori dall'Africa. Da meta' marzo, l'esecutivo ha deciso che alle bolle di Magadino verranno compiuti prelievi su uccelli canori e acquatici. Il provvedimento che vieta di tenere all'aperto gli animali da cortile, ha spiegato oggi a Berna il responsabile dell'Ufficio federale di veterinaria (UFV) Hans Wyss, durera' almeno per il tutto il periodo della migrazione, che dovrebbe terminare entro fine maggio. “In questo momento - ha aggiunto - sono gli animali selvatici il vero pericolo per il patrimonio avicolo elvetico, come dimostra la scoperta di carcasse di cigni selvatici trovate in Italia e Germania». La scoperta di uccelli infettati in Africa ha portato il governo a prolungare il provvedimento per tutto il periodo delle migrazioni. Gli uccelli che svernano in questo continente incominciano a migrare verso nord, quindi anche in Svizzera, da meta' marzo. Tale fenomeno dura fino a fine maggio-inizio giugno, ha precisato Wyss, sottolineando che il divieto di mantenere animali all'aperto non dovrebbe durare piu' del necessario. Una data per l'abolizione del divieto non e' pero' stata menzionata. Il governo ha inoltre deciso di avviare una campagna di sorveglianza degli uccelli migratori che incomincera' a meta' marzo. Il primo luogo scelto per il monitoraggio sono le Bolle di Magadino. “Qui - ha spiegato Wyss - si potra' incominciare rapidamente con i rilevamenti”. L'obiettivo di tali misure e' evitare che la malattia si propaghi agli animali da cortile. Se cio' dovesse avvenire, ha detto il capo dell'UFV, “tutte le bestie verrebbero abbattute, comprese quelle non infette”. Poiche' il virus dell'aviaria potra' rappresentare ancora per anni una minaccia, ha affermato Wyss, vi e' la necessita' di applicare misure a lungo termine. L'UFV sta per questo mettendo a punto un sistema d'allarme permanente per gli uccelli selvatici. Thomas Zeltner, responsabile dell'Ufficio federale della sanita' pubblica (UFSP), ha detto che nonostante l'avvicinarsi del virus, non vi sono pericoli per la popolazione. Al momento, non sono segnalati casi di trasmissione della malattia all'uomo da un un uccello selvatico. Tutti i casi di infezione registrati riguardano persone che vivevano a contatto con pollame domestico. Zeltner ha inoltre precisato che il virus non e' mutato: non sono infatti noti casi di trasmissione da uomo a uomo. Tale scenario, quello piu' temuto, potrebbe causare una pandemia. Zeltner ha pero' invitato la popolazione a manipolare con prudenza uccelli morti e a non toccarli a mani nude. In caso contrario, e' importante lavarsi. Qualora si scoprissero piu' di cinque volatili selvatici morti va avvertito il veterinario cantonale», ha affermato Zeltner, il quale ha poi ricordato che permane il divieto di importare volatili vivi e prodotti a base di pollame provenienti dai paesi asiatici, africani e da tutti quelli colpiti dalla patologia. Zeltner ha mostrato anche un volantino che sara' affisso in tutti gli aeroporti nel quale si danno consigli ai viaggiatori che si recano in paesi toccati dalla peste aviaria. Oltre a sconsigliare qualsiasi contatto con uccelli acquatici e pollame, s'invitano le persone a lavarsi le mani, a mangiare alimenti ben cotti, e a non recarsi in allevamenti di pollame nei quindici giorni che seguono il rientro a casa. Una persona infetta puo' facilmente trasmettere il virus dell'aviaria agli animali, ha dichiarato. I volatili sono molto sensibili all'agente patogeno H5N1. L'idea di reintrodurre l'obbligo di tenere gli animali da cortile al chiuso e' stata consigliata dall'Ufficio federale di veterinaria (UFV) dopo che casi di influenza aviaria sono stati registrati in Italia, in Germania e in Austria, nonche' nell'Europa sudorientale. Ieri il governo tedesco ha deciso di anticipare l'obbligo di rinchiudere i volatili, previsto per inizio marzo, al 20 febbraio dopo che sull'isola tedesca di Ruegen, nel Mar Baltico, sono stati trovati due cigni morti di peste aviaria. Una misura analoga a quella odierna era stata adottata dal Consiglio federale dal 25 ottobre 2005 al 15 dicembre. Contadini e allevatori di pollame hanno approvato le misure decise dal governo nella riedizione dell'obbligo di rinchiudere gli animali da cortile. Visto il precedente dello scorso autunno, per le categorie interessate il provvedimento sara' facilmente attuabile, senza costi diretti supplementari. C'e' comunque chi chiede una strategia sostenibile a lungo termine. Aviforum, centro di competenze dell'avicoltura elvetica, condivide pienamente l'opinione del governo, ha detto all'agenzia di stampa elvetica Ats Ruedi Zweifel, direttore dell'organizzazione. I detentori professionisti di pollame rappresentati da Aviforum, che comprendono anche i produttori di uova, hanno attivamente sostenuto l'obbligo di rinchiudere gli animali a tempo indeterminato vista la moltiplicazione dei focolai d'infezione registrata in Europa negli ultimi giorni, ha aggiunto Zweifel. Sin da quest'autunno gli allevatori hanno adattato le loro istallazioni per evitare contatti con uccelli migratori. Secondo Zweifel, non ci dovrebbero dunque essere spese e il ‘confino’ potra' entrare in vigore senza problemi da lunedi'. Se vi saranno costi supplementari, saranno indiretti, in funzione della reazione dei consumatori. Per ora, grazie alle misure di prevenzione e alla trasparenza praticata dall'Ufficio federale di veterinaria (UFV), i produttori non hanno pero' risentito effetti negativi. Albert Brand, presidente dell'associazione degli avicoltori e produttori romandi, e Sandra Helfenstein, portavoce dell'Unione svizzera dei contadini (USC), fanno esattamente le stesse riflessioni. L'organizzazione svizzera di protezione degli animali da reddito 'Kagfreiland' ha una valutazione un po' piu' critica. L'associazione accetta la decisione del Consiglio federale anche se a malincuore: per 'Kagfreiland' vi saranno costi supplementari e un impatto negativo sulla qualita' di vita dei volatili. L'associazione invita poi il governo a studiare strategie a lungo termine: rinchiudere gli animali da cortile per vari mesi e a piu' riprese non puo' essere considerato un modo d'agire sostenibile, indica un comunicato odierno dell'associazione.
FRANCIA E SCANDINAVIA: Divieto di allevare pollame all'aperto in Francia, Norvegia, Danimarca, Svezia e Svizzera. L'influenza aviaria, che ha colpito nove Paesi europei, tra cui l'Italia, ha messo in allarme i governi del Vecchio continente che hanno disposto misure straordinarie per scongiurare il rischio che il virus H5N1 passi dagli uccelli selvatici a quelli da allevamento e da questi all'uomo. L'esecutivo francese ha approvato un decreto che introduce il divieto di tenere o allevare qualsiasi tipo di uccello all'aperto. Tutte le anatre e le oche allevate lungo la costa atlantica, inoltre, saranno vaccinate contro il virus H5N1 nei prossimi tre giorni. Vietata, infine, la vendita di uccelli in mercati e fiere. Misure simili sono state adottate in larga parte del territorio scandinavo. Le autorita' veterinarie danesi hanno ordinato di confinare al coperto tutti i volatili allevati, in seguito al ritrovamento di alcuni casi sospetti sulle isole di Lolland, Falster e Sealand. La direzione nazionale dell'Agricoltura svedese aveva dato gia' da lunedi' sera parere favorevole al divieto, cosi' come le autorita' norvegesi che hanno ordinato agli allevatori di confinare al coperto i volatili delle regioni piu' vicine al Mar Baltico. In seguito alla scoperta dei casi di H5N1 in Italia e Slovenia, anche il governo svizzero ha deciso di confinare tutti gli uccelli al chiuso a partire da lunedi' prossimo (il divieto di allevamento all'aperto e' gia' in vigore dal 25 ottobre scorso). Misure restrittive anche in Germania, dopo la conferma che sono positivi al virus i cigni morti sull'isola di Ruegen. Il governo del Land di Meclemburgo, dove e' situata l'isola, ha disposto l'obbligo di tenere i volatili al chiuso. E l'Ungheria ha confermato la presenza del virus H5 in tre cigni morti ritrovati nella contea di Bacs-Kiskun. Campioni degli uccelli morti sono stati inviati al laboratorio di Weybridge per ulteriori esami che determineranno se si tratta veramente del virus letale H5N1. L'influenza aviaria ha colpito finora nove Paesi europei (Italia, Austria, Bulgaria, Croazia, Germania, Grecia, Romania, Slovenia, Ucraina), provocando la morte di uccelli, per lo piu' selvatici. Diversamente dall'Asia dove il virus ha ucciso quasi 90 persone dall'inizio del 2003, in Europa non si e' ancora verificato alcun caso di contagio umano.

 

 

Video: Dal TG di Ten

I servizi del TG TEN di martedì sera sull'aviaria

Precedenti

14-02 Aviaria: Sono 8 i casi certi. Oggi trovate altre otto carcasse di cigni nel reggino, una carcassa di un cormorano ai Laghi di Sibari, carcasse di polli trovate nella zona del Tirreno. Chiuso un allevamento da 60.000 galline a Crotone. Sequestrati 80.000 polli. Coldiretti: “Evitare inutili allarmismi”. Bertolaso pronto a gestire l’eventuale emergenza. Attivata l'unità di crisi della Regione Calabria. Il Sindaco di Diamente "nessuna psicosi".

13.02 Storace in giro nelle regioni dove sono stati trovati i volatili morti: “Bisogna stare tranquilli e non creare psicosi, non ci sono rischi per l’uomo”. La Giunta regionale fa propria l’ordinanza ministeriale sul virus dell’aviaria. Un airone trovato morto vicino Castrovillari e un altro cigno nel reggino. Galline piccioni, una gazza e un falco morti nel catanzarese. Volatili morti vicino Castiglione. (video Tg Ten)

12-02 Controlli a tappeto per l’aviaria. Fobie tra la gente. Trovato un altro cigno morto nel reggino. Non bisogna toccare gli animali morti. Vertici sanitari in riunione. Timori per gli allevatori calabresi per i consumi.
Lo Moro: "Un problema gli allevamenti domestici". Lle regioni colpite volgiono assumere più veterinari.

11-02 Il virus dell’aviaria in Italia. 21 cigni colpiti, 5 morti. Uno in Calabria. Preso a Vibo e morto a Cosenza in un centro recupero animali.

 

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