HOME, Torna alla pagina Indice
Citta' di Cosenza , Torna alla pagina Indice
Dir.resp. Pippo Gatto
Home . Cronaca . Università . Sport . Politica . Link . Cultura . Spettacoli . Calcio . Forum . Meteo .
Hinterland
 Rende
 Castrolibero
 Castiglione
 Servizi on Line
 Segnala i problemi 
 Famacie di Turno 
 Gare e Appalti 
 Bandi e Concorsi 
 Cinema 
 Scrivi alla Redazione 


 
 Turismo
 I Monumenti
 Mappa dell'Hinterland
 Centro Storico
 Notizie per i visitatori
 Rubriche
 Alimentazione
 Ambiente
 Attualità/Cronaca
 Consumatori
 Cronaca Rosa e Gossip
 Cultura
 Diritti del Cittadino
 Economia e Finanza
 Innovazione e Tecnologia
 Politica e Sociale
 Servizi Speciali e Dossier
 Sindacati
 Spettacoli
 Sport
 Partecipativi
 Chat
 Forum
 Scienza
 Informatica
 Innovazione
 Scienza
 Associazioni
 Salute
 Prevenzione
 Sanità e Salute
 Scuola e Giovani
 Scuola
 Musica
 Università




Previsioni: Epson Meteo


Cronaca
L'aviaria arrivata in Italia

 

Storace in giro nelle regioni dove sono stati trovati i volatili morti: “Bisogna stare tranquilli e non creare psicosi, non ci sono rischi per l’uomo”. Un airone trovato morto vicino Castrovillari e un altro cigno nel reggino. Galline e piccioni morti nel catanzarese. Volatili morti vicino Castiglione.

13/01 Nessuna psicosi e rischi per l'uomo praticamente inesistenti. E' questo il messaggio lanciato oggi dal ministro della Salute, Francesco Storace, che ha cercato di tranquillizzare gli italiani rispetto agli effetti dell'emergenza causata dall'influenza aviaria. Storace ha compiuto oggi un viaggio nelle tre regioni in cui sono stati trovati volatili morti, colpiti dal virus H5N1: Puglia, Calabria e Sicilia. Intanto si è appreso che il numero dei cigni morti per l'aviaria è salito a sei. Per dimostrare che non ci sono pericoli particolari per gli uomini, Storace arrivando questa mattina a Giarre (Catania) ha stretto la mano allo scopritore del primo cigno infetto, il signor Catino Alfio La Rosa. Il ministro ha inoltre ribadito come non esiste nessun pericolo per gli uccelli che vivono in città, non essendo questi portatori della malattia. "Quindi - ha spiegato Storace - non c'è bisogno di fare allarmismi o di lasciarsi prendere da psicosi. Questo tour nelle tre regioni - ha aggiunto - vuole anche essere testimonianza verso i cittadini che lo Stato c'è e sta lavorando in perfetta sintonia con le istituzioni locali". Un atteggiamento che è piaciuto al premier, Silvio Berlusconi, che ha fatto i complimenti a Storace "per la gestione dell'emergenza aviaria e per il messaggio positivo che sta arrivando ai cittadini". Unica preoccupazione emersa in tutte e tre le regioni colpite dall'aviaria è quella di tutelare gli allevamenti domestici, anche perché sono l'unica fonte di possibile contagio per l'uomo. Controlli, dunque, a tappeto e monitoraggi costanti di tutte le zone. Domani mattina il ministro avrà un incontro con le associazioni venatorie e faunistiche per stabilire una strategia comune da seguire. Nel pomeriggio andrà a riferire prima alla commissione Affari sociali della Camera poi a quella di Igiene e sanità del Senato. ''C'e' una differenza tra preoccupazione e pericolo e preoccupazione e allarme''ha poi dichiarato il Ministro Storace. ''La preoccupazione esiste -ha aggiunto- non solo in Puglia e in Italia ma in Europa e nel mondo. Parliamo di un rischio di fenomeno pandemico che dobbiamo tentare di controllare''. Il ministro ha ammesso che ''in alcuni casi'' e' passato troppo tempo tra la scoperta delle carcasse e l'accertamento delle infezioni. ''Sarebbe ingeneroso dire alle persone che nel territorio hanno trovato le carcasse -ha continuato- che hanno avvisato troppo tardi. E' una congiuntura che e' arrivata. Per fortuna il lavoro dei mesi scorsi ci consente di rispondere. Abbiamo concordato le procedure che consentono a tutti di essere avvisati nello stesso momento. Se volete -ha sottolineato- anche questa e' un'operazione di trasparenza e cioe' quella di dire ai cittadini la verita' sempre. Mai come in questo momento -ha proseguito- si conferma che dal territorio vengono risposte fortissime''. Ha annunciato infine Storace. ''Dall'Arcicaccia - ha detto Storace - e' gia' venuta la proposta di impiego delle guardie venatorie a scopo di controllo. Valuteremo domani insieme - ha concluso il ministro - le varie ipotesi''.


Un airone trovato morto vicino Castrovillari e un cigno nel reggino. Galline, piccioni, una gazza e un falco morti nel catanzarese. Un altro cigno nel messinese. Volatili morti vicino Castiglione.

Un cigno reale- il terzo in Calabria- è stato trovato morto davanti alla foce del fiume Petrace, in provincia di Reggio Calabria. Per la prima volta, invece, è stata trovata la carcassa di un airone (altra specie di anatra) sulla strada statale 534 per Castrovillari. Sui due animali sarà presto fatto un prelievo mediante tampone alla faringe per scoprire se avevano l'influenza aviaria. A Guardavalle e ad Isca sullo Jonio, nel catanzarese, in un pollaio nei pressi di un'abitazione rurale, i militari delle locali stazioni, su indicazione di alcuni abitanti del luogo, hanno rinvenuto le carcasse, rispettivamente, di un piccione e di una gallina. Il personale veterinario dell'Asl ha prelevato i volatili e li ha trasportati all'istituto zooprofilattico di Catanzaro Lido per gli accertamenti necessari a stabilire le cause del decesso. Un cigno morto e' stato trovato stamani alla foce del fiume Petrace, a Gioia Tauro. Alcuni passanti hanno notato la carcassa dell' animale ed hanno avvertito la polizia che ha girato la segnalazione al servizio veterinario dell' As 10 di Palmi. I tecnici dell' Azienda, dotati di particolari attrezzature, hanno rimosso la carcassa per inviarla nei laboratori specializzati per le analisi del caso. I veterinari dell' Asl stanno anche monitorando otto cigni arrivati nei giorni scorsi dai Paesi dell' Est europeo che si trovano in un laghetto in localita' Ponte Vecchio, a Seminara, situato sul fiume Petrace. Gli esperti non escludono che l' animale morto potesse fare parte dello stesso gruppo e che la carcassa sia stata trascinata dalla corrente sino alla foce del fiume. Gli esperti dell' Asl stanno anche cercando di verificare le voci sulla presenza di gabbiani morti nella zona ed hanno avviato ricerche nella zona. Oltre al cigno nel reggino, i veterinari della As di Palmi hanno trovato anche un gabbiano morto alla foce del fiume Petrace, a Gioia Tauro. Anche in questo caso, la carcassa e' stata recuperata ed inviata all' istituto di zooprofilassi di Reggio Calabria per le analisi. Anche in Basilicata, due cigni morti sono stati rinvenuti nelle ultime ore vicino la diga di Montecotugno, in provincia di Potenza e ora si attendono i risultati degli esami dell'unita' di crisi che la Regione Basilicata. Il Servizio Veterinario dell'Asl, riferisce una nota della regione, ha già provveduto a prelevare i due animali e ad inviarli all'Istituto zooprofilattico sperimentale di Potenza per stabilire le cause dei decessi. A giudizio dei tecnici dell'Unita' di crisi, però, appare finora infondata qualsiasi attribuzione all'aviaria. L'assessore regionale alla Salute della Basilicata, Rocco Colangelo, ha dichiarato che "la situazione complessiva è da considerare assolutamente sotto controllo'', garantendo all'opinione pubblica regionale ''la massima puntualita' e completezza di informazione sugli ulteriori sviluppi delle azioni di vigilanza". Continuano le morti di cigni in provincia di Messina. Dopo quello trovato morto ieri nei laghetti di Marinello ad Oliveri, un altro e' stato trovato senza vita stamani a Nizza di Sicilia. Bisognera' comunque aspettare l'esito degli esami per sapere se i volatili hanno contratto il virus dell'aviaria. L' ha reso noto l'Asl 5 di Messina. Da stamattina e' in atto un vertice per l'emergenza aviaria con i responsabili dell'istituto zoo profilattico di Barcellona Pozzo di Gotto e alcuni rappresentanti della provincia di Messina. Gaetano Sirna direttore sanitario dell'Asl 5 ha annunciato che ''sono in atto delle iniziative importanti per contrastare l'emergenza. Tra queste l'istituzione di un numero telefonico (0903653660) al quale potranno chiamare i cittadini che pensano di avere degli animali malati e dove rispondera' un veterinario che si rechera' sul posto per accertarsi delle delle condizioni degli animali. Se pero' quest'ultimi dovessero risultare morti per cause diverse dall'aviaria ci pensera' il servizio di Messina ambiente a smaltire le carcasse''. Infine nelal zona dell'inceneritore vicino castiglione sono state trovate alcune carcasse (una decina) di galline morte. Le stesse, sembra, siano state portate li da qualche allevatore. Le carcasse sono state impacchetatte dai carabinieri e mandate all'ASL per le analisi. In serata le carcasse di una gazza e di un falco sono state recuperate dai carabinieri nelle campagne di Sellia Marina. Il personale della sezione veterinaria della Asl 7 di Catanzaro, allertato dai carabinieri, ha prelevato le carcasse dei due volatili inviandole presso l'istituto zoo-profilattico di Catanzaro Lido (CZ) per gli accertamenti atti a stabilire la causa del decesso.

La Giunta regionale fa propria l’ordinanza ministeriale sul virus dell’aviaria

La Giunta regionale, riunitasi oggi sotto la presidenza di Agazio Loiero, ha deliberato una serie di provvedimenti di particolare rilevanza. Su proposta dello stesso presidente, sono state assunte ulteriori determinazioni in riferimento al conferimento delle funzioni alle Province, così come previsto dalla legge 34/2002. Su proposta dell’assessore alla Sanità, Doris Lo Moro, l’Esecutivo ha preso atto dell’ordinanza del ministero della Salute nonché delle misure di prevenzione e protezione elaborate dal ministero-Unità di crisi centrale rispetto al problema del virus dell’aviaria. Su proposta dell’assessore all’Ambiente, Diego Tommasi, è stato affidato all’Associazione Legambiente onlus l’osservatorio sulle illegalità nell’ambiente marino e costiero al fine di monitorarne la tutela e la salvaguardia.

Storace: “In Grecia il rischio contagio non è ancora stato superato”

''I primi esami eseguiti sulle due persone sospettate di aver contratto il virus dell' influenza aviaria in Grecia sono negativi, ma il pericolo di contagio non si puo' ancora dire escluso o superato''. Cosi' il ministro Storace, appena giunto sul lago di Angitola dove e' stato rilevato un caso di influenza aviaria tra cigni morti, commenta l' allarme giunto dalla Grecia su un possibile contagio umano da virus aviario. ''Si tratta - ha detto il ministro - di due cacciatori, uno dei quali e' molto giovane avendo solo 15 anni. I primi esami relativi alla presenza del virus H5 - ha proseguito il ministro - sono risultati negativi, ma questo non vuol dire che sia totalmente esclusa la possibilita' di un contagio da H5N1. In serata si sapra' qualcosa di piu' certo''. L' eventuale contagio umano, ha comunque precisato Storace, sarebbe in questo caso sempre legato ad un contatto diretto tra questi soggetti e animali infetti: ''al momento - ha ribadito il ministro - non possiamo comunque dire che l' emergenza in Grecia sia superata ed il nostro ministero e' in stretto contatto con le autorita' greche''. Nella zona del Lago di Angitola, Storace e' stato accolto dal presidente della Regione Calabria, Agazio Loiero, ed ha incontrato i custodi che per primi hanno recuperato il cigno malato, poi risultato positivo al virus H5N1. Le autorita' calabresi hanno sottolineato che la zona del lago e' stata controllata per reperire eventuali altri animali malati ed i controlli sono stati anche allargati alle fattorie limitrofe e alle numerose piccole aziende in questa area. Si sta lavorando anche ad una campagna di comunicazione e informazione rivolta ai cittadini, con manifesti che chiariscano le misure da adottare partendo da quella di evitare i contatto diretto con animali morti. Storace infine ha sottolineato come si sia avviato un sistema di 'allerta contemporaneo': in presenza di casi di animali sospetti di esseri stati contagiati dal virus, le Asl avvertiranno immediatamente il Ministero, prima ancora di avviare i primi esami in loco. Questo permettera' di far scattare immediatamente le misure di prevenzione e controllo sul territorio.

Bertolaso: “Inutile psicosi”

"Credo che sulla vicenda aviaria i mezzi di informazione stiano esagerando. Diffondere questa psicosi in Italia è estremamente grave". Questo quanto affermato dal capo del dipartimento della Protezione civile, Guido Bertolaso, oggi a Napoli. Bertolaso ha sostenuto che "l'influenza aviaria è una patologia degli uccelli che esiste da sempre e che ha colpito alcuni territori soprattutto dell'Asia dove ha fatto anche delle vittime". Il capo della Protezione civile ha infatti spiegato che sono le condizioni di promiscuità a generare il contagio fra persone e polli. Situazioni che l'Italia non vive dal momento che il nostro "è un Paese moderno, organizzato che sa fare i controlli e adottare tutte le misure che servono". Bertolaso ha ricordato che un bambino su cinque, in Africa, muore a causa del morbillo e che "vi sono più morti di meningite che di influenza aviaria. Bisogna fare attenzione perché si sta esagerando". Infine, il capo del dipartimento della Protezione civile ha rassicurato tutti affermando: "Fino a quando non ci sarà la mutazione del virus, e secondo me siamo ancora ben lontani, quello dell'aviaria è un non problema".

I volatili di città non sono a rischio

Nessun pericolo di contagio o trasmissione del virus dell' influenza aviaria deriverebbe, al momento, dalle popolazioni di uccelli che vivono abitualmente nelle citta' come storni, e gabbiani. La rassicurazione arriva dal ministro della Salute Francesco Storace, appena giunto a Giarre per un sopralluogo nelle aree dove sono stati rilevati i primi casi di virus H5N1. Il ministro ha quindi spiegato che gli uccelli appartenenti alle specie che di solito stanziano in numerosi esemplari nell' ambiente urbano non rappresentano un veicolo di trasmissione, mentre le specie sotto osservazione sono in numero limitato. Le specie sotto osservazione, ha detto Storace, ''sono anatre, oche, cigni e trampolini. Sono questi - ha detto il ministro - gli animali a rischio''. Naturalmente, ha pero' precisato Storace, ''se si dovessero trovare morti anche dei gabbiani nelle citta', e' opportuno comunque avvertire subito le Asl e non toccare gli animali morti''. ''I piccoli uccelli e quelli che stanziano in ambiente urbano - ha concluso Storace - non rappresenterebbero comunque un rischio e non sono portatori della malattia''. Il ministro ha infine ricordato che e' opportuno evitare che cani e gatti possano entrare in contatto con gli animali nelle aree dove e' stata rilevata la presenza del virus.

Molto basso il rischio per l’uomo, ma si lavora sul vaccino

Il virus dell'influenza aviaria H5N1 non e' ancora diventato un pericolo per l'uomo, ma la corsa al vaccino prosegue senza sosta e l'Italia e', con gli Stati Uniti, il Paese nel quale la sperimentazione del vaccino anti-H5N1 e' piu' avanzata ed ha raggiunto la fase 2 dei test sull'uomo. Sebbene non sia ancora in grado di trasmettersi da uomo a uomo, il virus H5N1 continua a fare passi in avanti. Ad esempio e' diventato ormai endemico tra i volatili in Estremo Oriente, fra i quali ha ormai trovato ''un serbatoio di partenza dal quale prende il via uno stillicidio di focolai portati dagli uccelli migratori'', ha detto il coordinatore del comitato scientifico della task force sull'influenza del Centro per il controllo per le malattie del ministero della Salute. La priorita', adesso, e' evitare che il virus portato in Italia dagli uccelli migratori possa contaminare gli allevamenti e nello stesso tempo prosegue la ricerca sul vaccino per essere pronti ad affrontare un'eventuale pandemia.
BASSISSIMO RISCHIO PER UOMO:
al momento il virus H5N1 puo' trasmettersi soltanto dagli animali all'uomo e in Italia le occasioni che l'uomo vanga a contatto diretto con animali malati sono molto rare. Le uniche persone a rischio, ha detto Crovari, sono coloro che toccano i volatili selvatici morti per l'H5N1 senza utilizzare misure di protezione, come guanti e mascherina.
PROTEGGERE GLI ALLEVAMENTI:
e' la priorita' indicata da Crovari. ''Gli uccelli migratori percorrono le loro rotte e sostano in localita' note, tuttavia e' possibile che volatili malati riescano a penetrare in allevamenti. Sappiamo - ha osservato - che questo potrebbe succedere in qualsiasi momento''.
VIRUS H5N1 OBIETTIVO PER VACCINO:
sono una decina le sperimentazioni avviate in tutto il mondo contro diversi ceppi del virus dell'influenza aviaria. Non c'e' dubbio che l'H5N1 sia uno dei quattro virus sui quali la ricerca e' considerata ad alta priorita', insieme ai ceppi H6, H7 e H9. Tutti, infatti, hanno provocato finora infezioni da animali a uomo, ma nessuno da uomo a uomo.
DUE VACCINI GIUNTI AI TEST SU UOMO:
sono diretti entrambi contro il virus H5N1 i due vaccini che sono nella fase piu' avanzata dei test sull'uomo. Il primo, messo a punto dalla Chiron, ha completato con risultati positivi la prima fase della sperimentazione, su 75 persone. ''Abbiamo avuto risultati buoni - ha detto Crovari - e abbiamo messo a confronto varie tipologie di formulazione al fine di individuare quella piu' adatta''. Adesso tutto e' pronto per passare alla seconda fase, che coinvolgera' 550 persone a Genova, Siena e Chieti. Tante le richieste di arruolamento, molte delle quali vengono da volontari che hanno superato i 60 anni. L?arruolamento dei volontari per la fase 2 dei test e' in corso anche negli Stati Uniti, dove si sta sperimentando un altro vaccino anti-H5N1 sviluppato grazie a un contratto fra l'azienda Sanofi-Pasteur e i National Institutes of Health.

Intanto il virus si diffonde in Grecia e nei Balcani

Il virus H5N1, il piu' letale tra gli agenti patogeni dell'influenza aviaria, continua a diffondersi nei Balcani. Cresce, soprattutto, la preoccupazione in Grecia in seguito al ricovero di due giovani a Salonicco. Questa la situazione nella regione:
GRECIA. Un adolescente di 15 anni e un cacciatore di 29 sono stati ricoverati in due diversi ospedali di Salonicco (nord), la zona dove sono stati trovati i cigni morti a causa del virus dell'aviaria. In entrambi i casi i test iniziali sono stati negativi, ma si resta in attesa dei risultati di altre analisi, previsti entro uno o due giorni. Le autorita' sanitarie greche hanno scoperto oggi un nuovo focolaio nell'isola di Skyros, nel Mare Egeo, dove un'oca selvatica migratrice e' stata trovata morta. In seguito, un portavoce del Ministero dell'Agricoltura ha rivelato che l' animale era affetto da una forma del virus altamente patogena che di solito colpisce i cigni. Nell'isola, che conta circa 3 mila abitanti, sono gia' state adottate tutte le misure di prevenzione previste dall' Unione europea. Le autorita' sanitarie hanno inoltre proibito la caccia nel nord del Paese e Panagiotis Efstathiu, responsabile dell' unita' di crisi del ministero della Sanita', ha lanciato un appello alla popolazione nel quale vieta a tutti di prendere in mano uccelli morti. E' stato anche proibita la vendita di uova e carne bianca prodotta da allevamenti che si trovano nell'arco di 3 chilometri dal focolaio. Intanto, secondo dei dati ufficiali, il consumo di pollame e' crollato, calando del 95%, da quando, sabato, e' stato confermato che la morte di un cigno era dovuta al virus dell' aviaria. Ad Atene molti hanno chiesto alle autorita' sanitarie consigli preventivi e diverse ambasciate hanno predisposto misure di sicurezza in caso di crisi. Il ministero dell'Economia ha sbloccato un finanziamento straordinario di un milione di euro in favore del ministero della Sanita' per coprire le spese necessarie all'acquisto di maschere e di indumenti protettivi. Anche il ministero dell' Istruzione ha avviato una campagna d'informazione e ha fatto distribuire opuscoli in tutte le scuole.
RUSSIA. L'influenza aviaria ha colpito la regione di Krasnodar e il Daghestan e minaccia di investire tutto il Caucaso russo, dove il servizio veterinario del ministero dell'agricoltura ha deciso di intensificare il monitoraggio per impedire una diffusione dell'epidemia a macchia d'olio.
BULGARIA. Il virus H5 dell'influenza aviaria, che non e' sempre necessariamente patogeno, e' stato identificato ieri per la quarta volta in Bulgaria su un cigno morto. Campioni del volatile verranno ora sottoposti ad ulteriori esami per accertare l'eventuale presenza dell'H5N1.
ROMANIA. La polizia di Craiova (sud) sta cercando, per vaccinarli contro l'influenza umana, una decina di Rom che avrebbero comprato e mangiato polli contagiati dal virus H5N1. In Romania sono stati registrati 29 focolai di influenza aviaria, una ventina dei quali sono gia' stati dichiarati sotto controllo.
BOSNIA. Un'equipe di esperti sta analizzando campioni prelevati da tre cigni trovati nei pressi di Jaice (centro) e Tuzla (nord) per stabilire se la loro morte sia stata causata dall'aviaria. Secondo le prime analisi, due dei tre cigni sono risultati negativi, Il governo bosniaco si appresta a vietare l'importazione di volatili o di prodotti derivati da Slovenia, Italia, Bulgaria e Grecia.
CROAZIA. Il governo ha deciso di vietare le importazioni di volatili dalla Slovenia e ha precisato che presto saranno aggiunte alla lista Italia, Bulgaria e Grecia.
SLOVENIA. La Commissione europea a Bruxelles ha annunciato che e' scattata nel pomeriggio la procedura scritta che conferma per la Slovenia le misure comunitarie applicate di fronte alla presenza di influenza aviaria da virus H5N1.

Due bambini ricoverati in Romania

Due bambini del villaggio romeno di Topraisar, dove di recente e' stato identificato il virus dell'influenza aviaria in volatili domestici, sono stati ricoverati in ospedale ieri con sintomi di influenza. Secondo quanto hanno annunciato le autorita' locali, si tratta di due fratelli di quattro e sette anni che erano in vacanza alla fattoria dei nonni a Topraisar, dove negli ultimi giorni 30 volatili sono stati trovati morti. Sui bambini sono stati riscontrati finora soltanto sintomi di influenza umana, ma essi resteranno ancora sotto osservazione nell'ospedale di Costanza, sul Mar Nero. ''I laboratori di Bucarest hanno accertato la presenza del virus aviario nei volatili della fattoria di Constantin Iftime (il nonno dei due bambini ricoverati), tutti i 30 volatili della fattoria sono morti in soli tre giorni lo scorso fine settimana'', ha detto Grigore Mertoiu, capo della direzione veterinaria della regione. ''Abbiamo raccolto campioni anche da altri volatili del villaggio di Topraisar e aspettiamo adesso i risultati dai laboratori di Bucarest'', ha precisato. Topraisar e' il 29/o focolaio di influenza aviaria scoperto in Romania da quando la presenza del virus e' stata accertata per la prima volta nel Delta del Danubio l'ottobre scorso. Finora comunque non sono stati registrati casi di contagio umano.

Le rotte migratorie non solo verso sud

13/02 Ipotesi e soltanto ipotesi: nell emergenza scatenata dagli uccelli contagiati dal virus H5N1 non ci sono certezze sulla provenienza dei bellissimi cigni reali. Difficile sapere infatti da dove sono partiti quelli ritrovati morti o gia agonizzanti in questi giorni nel Meridione, un informazione importante per prevedere eventuali nuovi arrivi. Certo e che gli animali vanno dove trovano condizioni climatiche meno rigide e hanno disponibilita di cibo. Inutile fare strada in piu se non e necessaria, significa faticare di piu per tornare a casa. Tutta l Italia, in fondo, puo essere considerata una rotta di migrazione, ha spiegato Fernando Spina, biologo dell Istituto nazionale per la fauna selvatica (Infs) - ma e verosimile pensare che si tratti di uccelli infettati non molto tempo fa, spinti da latitudini piu settentrionali fino a quelle italiane a causa del freddo inusuale che ha investito l Europa centrale . Solo una piccola deviazione insomma, rispetto alla solita strada. Non esclude invece che possano arrivare dal Nord della Tunisia l esperto di Legambiente, Antonino Morabito, visto che al Sud uccelli acquatici ce ne sono sempre stati e la Sicilia e un luogo di sosta comune, a distanza di poche ore di volo dall Africa . Prevedere questi arrivi forse sarebbe stato possibile se il piano nazionale di monitoraggio sui migratori non si fosse fermato il 31 gennaio e non avesse interessato solo poche aree del Paese, a causa di mancanza di fondi: questa l accusa di Legambiente al governo. Fermo restando che e vero che il governo non abbia risorse per il monitoraggio e che i nostri rilevatori lavorano su base volontaria (cioe gratis) commenta Fernando Spina dell Infs - bisogna dire che in tutta Europa i censimenti di uccelli acquatici si fanno nelle ultime tre settimane di gennaio, e cosi e stato fatto anche da noi in Italia. Certo ha aggiunto il biologo - ci dovrebbe essere un maggiore sforzo in un periodo di maggiore vigilanza come questo . Non ci sono motivi di panico comunque. La grande migrazione c e gia stata ad ottobre/novembre spiega Danilo Selvaggi della Lipu e gli animali presto torneranno nel Nord Europa. I 15/20 casi nella Ue sono assolutamente irrilevanti rispetto ai milioni di uccelli migratori. Non dimentichiamoci che l emergenza e quella del contagio attraverso gli allevamenti tenuti in condizioni pessime ricorda l esperto della Lipu Non c e nessun rischio diretto dal contatto con un uccello selvatico, basta guardare ai casi rilevati fino ad ora. Senza sottovalutare la questione, il problema degli uccelli migratori forse non e quello principale . L appuntamento fissato per fare piu luce sulla situazione e per domani, in una riunione al Ministero della Salute, alla quale partecipano sia associazioni ambientaliste sia esperti dell Istituto nazionale di fauna selvatica.

Calabresi divisi nei consumi, ma molti non rinunciano al pollo

C' e' chi il pollo e le uova sulla propria tavola non li mette da mesi e addirittura ha smesso di andare a caccia per il timore del contatto con i volatili, ma c' e' anche chi da' fiducia agli allevatori italiani ed al sistema dei controlli predisposti dal Ministero della Salute per fronteggiare l' influenza aviaria e continua a fare uso delle carni bianche. E' variegato il quadro delle reazioni dei consumatori calabresi alla luce della notizia del ritrovamento, proprio in Calabria, di un cigno morto affetto dal virus dell' aviaria. Il lunedi', in Calabria, e' un giorno particolare per quanto riguarda l' alimentare. Infatti e' il giorno in cui minore e' l' afflusso negli esercizi del settore. Tuttavia, per le strade di Catanzaro, qualcuno che si aggira per fare la spesa si trova. E le risposte sono tra le piu' disparate. Raffaele, impiegato alla Regione, si preoccupa soprattutto delle uova e del loro utilizzo per la realizzazione di dolciumi. La stessa preoccupazione che ha Carla, bancaria. ''Per quanto mi riguarda - spiega - il problema principale e' costituito dalle norme igieniche che vengono seguite nei laboratori. Ci dovrebbe essere la certezza di come le uova vengano trattate prima della lavorazione. E poi, per certi dolci, vengono utilizzate uova crude. E' da mesi che non mangio cose del genere. Cosa utilizzo al posto del pollo? Pesce e carni rosse''. Anche Francesco rientra nella categoria di coloro che la carne di pollo non la mangia da un pezzo. Non solo, da quando il virus dell' aviaria e' giunto in Europa, ha anche smesso di andare a caccia nel timore del contatto con i volatili. ''Non mi fido - afferma - quando la situazione si sara' normalizzata vedremo''. Ma non tutti rinunciano al gusto del pollo. Michele, muratore, lo mangia, anche se stamani non ha intenzione di comprarne. ''Non lo faccio per via delle notizie sul virus - spiega - ma solo perche' l' ho mangiato ieri, arrosto. Ed era ottimo. A casa mia, comunque, ne facciamo un uso regolare''. Dello stesso avviso e' Simona, impiegata, ''Anche dopo la notizia del ritrovamento del cigno morto - afferma - in casa mia il pollo lo si continua a mangiare normalmente. Certo, visto il periodo, mi rivolgo soprattutto a prodotti allevati in maniera tale da garantire una certa sicurezza sui controlli e sulla qualita'. Ma non mi faccio grandi problemi. E' un tipo di carne che piace a tutta la mia famiglia e per adesso non intendo rinunciarvi''

La Coldiretti convoca la consulta zootecnica regionale

La Coldiretti della Calabria ha convocato per domani la consulta zootecnica regionale per discutere della vicenda relativa all'influenza aviaria. La riunione si terra' alle ore 10,00 nell'Hotel Lamezia.

Un esercito di veterinari in azione. Altri da assumere per rafforzare i turni

L'esercito di veterinari sulle cui spalle pesa l'intero sistema dei controlli contro l'aviaria, lavora a pieno regine, con turni rafforzati e la reperibilita' per tutti nelle zone colpire. Sono in tutto 7.400 veterinari, di cui un terzo circa donne, quelli del servizio sanitario pubblico: 5900 di ruolo ai quali si aggiungono 1200 convenzionati. A questi se ne dovevano sommare, cosi' come previsto dalla legge finanziaria, altri 300: assunzioni a tempo determinato ad hoc per l'emergenza aviaria. Il piano per la distribuzione di queste assunzioni e' stato gia' fatto ma ancora non e' stato possibile chiamare in servizio i nuovi professionisti. E' questo il quadro della situazione riferito dal segretario nazionale del sindacato dei veterinari pubblici, Aldo Grasselli, che comunque tiene a sottolineare un aspetto positivo: ''il sistema dei controlli ha funzionato''. ATTENZIONE H24. In una situazione di normalita' in ogni asl c'e' un veterinario che durante la notte deve essere reperibile per gli interventi di urgenza. ''In una situazione come questa, nelle zone colpite, la reperibilita' riguarda tutto il personale veterinario'' ha aggiunto Grasselli. E lo sforzo nei controlli sull'aviaria rischia di compromettere le normali attivita' di controllo. L'ATTREZZATURA. Quanto necessario e' arrivato in tempo, assicura Grasselli. Il materia di protezione per rendere sicuro il lavoro dei veterinari consiste nei guanti, le tute di protezione, mascherine. Il minimo indispensabile per evitare il contagio al momento del controllo negli allevamenti e soprattutto se si tratta di andare a recuperare un animale.

Storace: Da stamane 3000 chiamate al numero verde

''Da questa mattina al numero verde istituito al ministero della Salute per l'emergenza aviaria e rivolto ai cittadini sono giunte oltre 3000 telefonate''. Lo ha reso noto il ministro della Salute Francesco Storace, annunciando che per la grande richiesta di informazione da parte della popolazione l'orario del servizio sara' allungato fino alle 20, anziche' fino alle 17 come previsto precedentemente. Il servizio del numero verde sara' rafforzato, ha inoltre annunciato Storace: ''Le tante chiamante che stanno arrivando rappresentano un segnale di fiducia da parte dei cittadini nelle istituzioni e rispetto alle informazioni che il ministero - ha concluso Storace - sta dando per contenere l'emergenza''. Un ingorgo di chiamate, poi risolto, si era verificato questa mattina subito dopo l'apertura del servizio di informazione attraverso il numero verde del Ministero della Salute 1500. L'annuncio di ieri del ministro della Salute Francesco Storace del via al servizio ha spinto centinaia di persone a tentare di avere risposte ma alcuni problemi tecnici hanno creato difficolta' che si sono risolte nel corso della mattinata. Gli esperti che rispondono sono in tutto 14, fra medici e veterinari, ma non si esclude un rafforzamento del servizio vista l'altissima richiesta. Il tempo medio di riposta, ha spiegato Pietro Noe', veterinario che da questa mattina e' impegnato nella Sala Urbani del ministero (nata dopo la Sars e battezzata proprio con il nome del medico italiano morto in Vietnam dopo avere isolato il virus) e' dai 3 ai 5 minuti e si stima che l'intera sala non possa rispondere a piu' di 1000 chiamate l'ora. Il numero risulta cosi' occupato e servono diversi tentativi per riuscire a prendere la linea. Tante e spesso curiose le richieste giunte agli operatori. C'e' chi ha paura anche che il gatto o il cane di casa porti la malattia dentro le mura domestiche. Preoccupazione ovviamente smentita dagli esperti. C'e' chi teme i pericoli che potrebbero arrivare dal proprio pollaio o da quello dei vicini. Un uomo ha chiesto se faceva bene ad uccidere tutte le galline per congelarle.

Il Lipu consiglia di evitare la psicosi e l’uccisione sommaria degli uccelli

La Lega Italiana Protezione Uccelli (Lipu) invita a evitare ogni forma di ''psicosi e affrontare la complessita' del problema ed a fermare le uccisioni sommarie di uccelli selvatici: un metodo cruento e riprovevole, nonche' assolutamente inutile se non addirittura controproducente ai fini della lotta all'influenza aviaria''. ''Abbiamo appreso dalla stampa - sostiene il direttore generale della Lipu, Elena D'Adrea - di animali uccisi solo perche' sospettati di essere portatori del virus. Sono azioni errate e inaccettabili, sia da un punto di vista etico che da quello scientifico. Come ripetiamo da tempo, abbattere gli animali non fa che disperdere sul territorio eventuali individui malati e inoltre non aiuta a risolvere il problema piu' importante, che e' quello di effettuare i controlli per accertare l' eventuale presenza del virus e capire come limitarne la diffusione. Purtroppo pero' i casi riscontrati in Italia stanno generando una vera e propria psicosi che al momento e' del tutto ingiustificata e rischia di aggravare anziche' contenere il problema''. La Lipu ricorda inoltre che ''in nessun caso al mondo si e' verificato un passaggio del virus H5n1 da animali selvatici all'uomo; va inoltre ricordato che quello dell' influenza aviaria e' al momento un problema soprattutto di carattere veterinario, che va affrontato mettendo in sicurezza gli allevamenti e facendo in modo che questi rispettino tutte le norme di biosicurezza; e va ancora ricordato che puntare l'attenzione tutta sugli uccelli migratori, peraltro vittime a loro volta del problema, significa perdere di vista la grande complessita' della questione e quindi la possibilita' di trovare ad essa una soluzione adeguata''. ''Dunque nessun panico - ha concluso D'Andrea - ma la giusta preoccupazione che deve condurci alle scelte piu' oculate, per le quali la Lipu e tutta BirdLife International faranno la propria parte. E soprattutto nessuna azione sommaria contro gli uccelli migratori, cosa che non tarderemo a denunciare alla magistratura''

Psicosi in Calabria, molte telefonate alle forze dell’ordine

C'e' chi denuncia di aver visto per strada un uccello morto, che vuole disfarsi delle galline che ha nel proprio giardino. E' scattata la psicosi da virus aviaria in Calabria, con numerose telefonate che i cittadini, da questa mattina, stanno affettuando al 112 ed al 113, mentre sono ancora in pochissimi quelli che sanno dell'attivazione del numero verde 1500 del ministero della Salute, al quale rispondono medici specializzati. Gia' dopo la notizia del ritrovamento di un cigno morto nella zona del lago dell'Angitola, nel Vibonese, i calabresi avevano manifestato preoccupazione con telefonate ai centralini delle forze dell'ordine, per avere maggiori notizie sul fatto e per segnalare anche situazioni sospette. Dalla forze dell'ordine, che comunque stanno girando le segnalazioni alle Aziende sanitarie competenti, arriva l'invito a tutti i cittadini a rivolgersi al numero verede del ministero.

Cia: Allevamenti avicoli al tracollo, oltre un miliardo di euro il danno subito

Siamo di nuovo alla ''psicosi da pollo''. In poco meno di due giorni i consumi di polli hanno subito un pesante ridimensionamento. Per gli allevamenti avicoli e' rischio tracollo. Da ottobre a dicembre scorsi il settore ha subito un danno da 500 milioni di euro che ora, dopo il moltiplicarsi di notizie che hanno generato ingiustificati allarmismi, puo' superare abbondantemente il miliardo di euro. A denunciarlo e' la Cia-Confederazione italiana agricoltori secondo la quale la scoperta dei cigni infetti da virus H5N1 sta avendo riflessi fortemente negativi non solo per la filiera del pollame, ma anche per le uova. Nel momento in cui l'influenza aviaria bussa alle porte del nostro Paese a causa delle migrazioni degli uccelli, la sicurezza per i consumatori, secondo la Cia, passa dalla difesa del patrimonio produttivo degli allevamenti avicoli italiani. Infatti, i nostri allevamenti possono garantire la totale copertura dei nostri consumi interni. Ed in piu' sono soggetti a costanti, rigorosi e giornalieri controlli che riguardano oltre alla sanita' ambientale, i mangimi ed il benessere degli animali. Tuttavia, la Cia esprime una forte preoccupazione per la recrudescenza della ''psicosi aviaria'' che induce i consumatori ad allontanarsi dalle carni avicole, distruggendo di conseguenza un settore della nostra zootecnia di grande importanza. Un settore che da' occupazione a 80.000 persone e ha un fatturato di 4 miliardi di euro (3 per le carni e 1 per le uova). La Cia ribadisce che i polli italiani sono sicuri. La stessa etichetta obbligatoria sulle carni avicole rappresenta un elemento importante, permettendo ai consumatori di verificare in modo chiaro la provenienza del prodotto e, quindi, di acquistare produzioni nostrane sulle quali si sono espresse in maniera positiva sia la Fao che l'Organizzazione mondiale della Sanita'. Per la Cia, dunque, in Italia non ci sono pericoli da aviaria. Il problema resta quello dei controlli alle frontiere che vanno necessariamente intensificati per evitare importazioni illecite, specialmente da paesi del Sud-Est asiatico dove focolai di aviaria sono tutt'altro che spenti. Contemporaneamente, la Cia sollecita l' immediato rafforzamento delle campagne di comunicazione al fine di mettere in risalto al consumatore la salubrita' delle carni italiane, che continuano a mantenere l'etichetta di identificazione e che garantiscono la loro qualita'. La Cia chiede con urgenza un intervento dei ministeri competenti (Salute e Politiche Agricole) per la difesa delle produzioni nazionali ed il conseguente reddito degli allevatori.

Video: Dal TG di Ten

I servizi del TG TEN di lunedì sera sull'aviariacon le interviste al Minsitro Storace e l'ass. Lo Moro

 

 

Home . Cronaca . Università . Sport . Politica . Link . Cultura . Spettacoli . Calcio . Forum . Meteo .

Copyright © dal 2004 Nuova Cosenza. Quotidiano di informazione. Reg. Trib. CS n.713 del 28/01/2004
Tutti i dati e le immagini presenti sul sito sono tutelati dalla legge sul copyright
Il loro uso e' consentito soltanto previa autorizzazione scritta dell'editore

Per una migliore visualizzazione del portale si consiglia uan risoluzione di 800x600 punti