HOME, Torna alla pagina Indice
Citta' di Cosenza , Torna alla pagina Indice
Dir.resp. Pippo Gatto
Home . Cronaca . Università . Sport . Politica . Link . Cultura . Spettacoli . Calcio . Forum . Meteo .
Hinterland
 Rende
 Castrolibero
 Castiglione
 Servizi on Line
 Segnala i problemi 
 Famacie di Turno 
 Gare e Appalti 
 Bandi e Concorsi 
 Cinema 
 Scrivi alla Redazione 


 
 Turismo
 I Monumenti
 Mappa dell'Hinterland
 Centro Storico
 Notizie per i visitatori
 Rubriche
 Alimentazione
 Ambiente
 Attualità/Cronaca
 Consumatori
 Cronaca Rosa e Gossip
 Cultura
 Diritti del Cittadino
 Economia e Finanza
 Innovazione e Tecnologia
 Politica e Sociale
 Servizi Speciali e Dossier
 Sindacati
 Spettacoli
 Sport
 Partecipativi
 Chat
 Forum
 Scienza
 Informatica
 Innovazione
 Scienza
 Associazioni
 Salute
 Prevenzione
 Sanità e Salute
 Scuola e Giovani
 Scuola
 Musica
 Università




Previsioni: Epson Meteo


Cronaca
Truffa alla UE: in manette il capogruppo dei DS

La Finanza sequestra gli stabilimenti della Sensitec e della Printec

E’ polemica tra i parlamentari e il Ministro Di Pietro “Gravissime le dichiarazioni del ministro”

18/08 "La dichiarazione dell'on. Di Pietro in merito alla nostra visita odierna al carcere di Cosenza sconcerta e risulta gravissima. Non sappiamo in quale veste Di Pietro parli. Se da parlamentare o da presidente nazionale dell'Italia Dei Valori, partito che ha candidato nelle recenti elezioni al comune di Cosenza, risultando primo dei non eletti, il fratello del Gip 'facente funzione' che ha autorizzato l'arresto di Pacenza. E ci fermiamo qui". E' questa la replica dei parlamentari dell' Unione che hanno incontrato Franco Pacenza nel carcere di Cosenza alle critiche loro rivolte dal ministro Antonio Di Pietro. "E' certo strano - hanno aggiunto i senatori Franco Bruno, Pietro Fuda, Nuccio Iovene e i deputati Franco Amendola, Marilina Intrieri, Maria Grazia Laganà Fortugno, Franco Laratta, Ennio Morrone, Nicodemo Oliverio - che un ministro della Repubblica che disconosce fortemente il merito e le procedure che caratterizzano questa vicenda si prenda il lusso di criticare il libero comportamento, garantito dalla Costituzione, di parlamentari della Repubblica Italiana. Per molto meno altri Ministri si sarebbero dignitosamente dimessi". "Sicuramente - hanno sostenuto i parlamentari dell'Unione in una nota congiunta - parla come uno che ignora molto. Ignora la differenza tra le accuse mosse allora a Natali e quelle mosse oggi a Pacenza". "Ignora - hanno proseguito senatori e deputati del centrosinistra - che non abbiamo tenuto alcun colloquio personale con l'on. Pacenza. Ignora che nessuno di noi ha attaccato la magistratura, ma che dalle risultanze degli atti prodotti, che il ministro farebbe bene a leggere prima di parlare, la misura cautelare adottata appare un esagerato accanimento giudiziario. Ignora che le firme del capo dell' ufficio di Procura e del capo ufficio Gip non appaiono sugli atti, adottati ed eseguiti a cavallo di Ferragosto, e sembrerebbe che quest'ultimi non siano stati neanche informati di quanto stesse per accadere. E non serve a niente richiamare l'indulto, se non a continuare ad agitare in maniera opportunistica e scorretta motivi di propaganda politica"

Craxi: “Di Pietro colto dallo spirito di Savonarola”

18/08 ''Quando e' a corto di argomenti e viene colto dallo 'spirito di Savonarola', Antonio Di Pietro deve sempre 'tirare in ballo' Bettino Craxi, sovente a sproposito''. A sostenerlo e' stato il segretario de ''I Socialisti'', Vittorio Craxi, in merito alle dichiarazioni del ministro Antonio Di Pietro sulla vicenda dell'arresto del capogruppo dei Ds al Consiglio regionale della Calabria, Franco Pacenza. ''Di 'bastian contrari' - ha aggiunto Craxi - e di avversari, interni ed esterni, questo governo gia' ne ha fin troppi. E Di Pietro si iscrive di diritto tra questi ultimi''.

Il racconto della moglie di Pacenza “Mio figlio pensava ad un rapimento”

18/08 Il figlio di Franco Pacenza, ha temuto che si trattasse di un sequestro di persona quando i finanzieri due giorni fa si sono presentati nel villaggio di vacanze in Sardegna per arrestare il padre, capogruppo Ds nel consiglio regionale della Calabria, finito in manette con l'accusa di concussione. A rivelarlo è la moglie, Raffaella D'Alba, che in una conversazione con le agenzie ricorda quanto è accaduto due giorni fa nel villaggio dove i coniugi Pacenza e il figlio stavano trascorrendo la loro vacanza. "Vogliono rapire papà, ha detto mio figlio quando ha visto i finanzieri - racconta la signora -. Erano in borghese e avevano facce sconosciute. Li ha scambiati per sequestratori. Ha avuto molta paura. Per fortuna, la prima preoccupazione di mio marito, seppure confuso, è stata proprio per nostro figlio. E' riuscito a tranquillizzarlo, invitandolo ad aspettarlo in camera. Anche in quel momento è riuscito ad essere un padre presente". La signora Pacenza spiega di non riuscire a ricordare cosa ha pensato al momento dell'arresto: "Ricordo soltanto l'espressione di mio marito, credo che non riuscirò mai a dimenticarla. Un'espressione di meraviglia, incredulità, di uno che sta pensando 'non è possibile...'". "Eravamo in Sardegna - racconta ancora la signora Pacenza - in un villaggio a pensione completa. Ma non eravamo in piscina come hanno titolato tutti i giornali. Comunque, è lo stesso". Si trattava della "prima vacanza reale, lontano dalla Calabria, dopo diversi anni", spiega ancora la moglie dell'esponente Ds. "In genere, d'estate, mio marito regola le ferie in base agli appuntamenti istituzionali e al calendario delle feste dell'Unità - dice ancora Raffaella D'Alba -. Questa era stata la prima volta che ero riuscita ad organizzare una vacanza più lunga per la famiglia". Sentore di quanto stava per accadere? "Se avessimo avuto la minima idea di ciò che stava per accadere - risponde la moglie di Pacenza - non saremmo certo partiti, tanto meno con nostro figlio". La famiglia del capogruppo Ds, al momento dell'arresto, era al terzo giorno di vacanza in Sardegna: "Mai avremmo immaginato questa interruzione - racconta ancora la moglie - drammatica e farsesca, come se mio marito fosse un boss latitante". I finanzieri che si sono presentati per arrestarlo, spiega ancora, "non sono stati scortesi, ma non mi hanno fatto capire nulla": "Cercavano di appartarsi per tenermi lontana e, nello stesso tempo, di tranquillizzarmi dicendo che si trattava di una semplice chiacchierata, ma mi hanno anche detto che Franco li aveva invitati a parlare liberamente anche in mia presenza, non avendo alcun segreto da nascondere". "E' una vicenda contorta - si sfoga la moglie dell'esponente politico calabrese - sicuramente poco chiara, per certi versi la definirei indecente. Mi viene da pensare: ma perché è in galera? Perché arrestarlo in quel modo? Non me lo chiariscono nemmeno le carte che ho avuto modo di visionare. Sto aspettando di capire". La signora Pacenza confida di essere "arrabbiata", ma di avere "anche la serenità dei giusti": "Sono certa che Franco riuscirà a dimostrare la sua totale innocenza". In ogni caso, non è possibile quanto è accaduto, protesta ancora: "Senza reato non si va in galera, lo sanno anche i magistrati". Qualche timore per l'attività politica del marito la signora Pacenza confessa di averlo nutrito: "Ho temuto, ma sicuramente per altro e non per vicende del genere che mai mi sarei aspettata. Mio marito ha sempre fatto politica con le scarpe e non sulle poltrone - rivendica Raffaella D'Alba - è sempre stato nei fatti e tra la gente, esponendosi in prima persona". Prima dell'interrogatorio, fissato per domani mattina alle 11, la signora Pacenza non potrà incontrare suo marito. Ma un messaggio le è stato consegnato dal senatore della Margherita Franco Bruno, che assieme ad una delegazione di parlamentari di centrosinistra oggi ha fatto visita in carcere all'esponente politico calabrese. "Fuori dal cancello del carcere - riferisce Raffaella D'Alba - il senatore Bruno mi ha riferito che Franco ha chiesto della sua famiglia, raccomandando serenità e tranquillità. Un messaggio per me e per i suoi figli da estendere a tutti coloro che gli sono stati vicino in questo particolare e difficile momento".

Sabato mattina Pacenza interrogato dal GIP

18/08 Un uomo ''distrutto'' che attende di poter fornire la sua versione dei fatti per scagionarsi da un'accusa grave come quella che gli viene mossa dai magistrati della Procura di Cosenza: e' questo, oggi, Franco Pacenza, il capogruppo dei Ds al Consiglio regionale della Calabria, arrestato mercoledi' scorso per concussione, perche' avrebbe favorito alcune assunzioni, nell'ambito di un'inchiesta nata per accertare l'utilizzo di fondi comunitari per avviare due aziende mai entrate in attivita'. Un arresto che, intanto, e' diventato terreno di scontro politico tra alcuni parlamentari calabresi dell' Unione ed il ministro alle Infrastrutture e leader di Idv, Antonio Di Pietro. Domattina Pacenza, insieme ai suoi legali, che vedra' per la prima volta a causa del divieto imposto dai giudici di avere contatti con i difensori, sara' accompagnato in Tribunale per rispondere alle domande del Gip che ha firmato l'ordinanza, Giuseppe Greco. Ed e' qui, presumibilmente, che l'esponente dei Ds comincera' a spiegare le sue ragioni per respingere le accuse. Stamani, intanto, ha ricevuto la visita di una delegazione di parlamentari dell'Unione. I senatori Franco Bruno, Pietro Fuda, Nuccio Iovene e i deputati Franco Amendola, Marilina Intrieri, Maria Grazia Lagana' Fortugno, Franco Laratta, Ennio Morrone, Nicodemo Oliverio, si sono recati nel carcere di Cosenza per fargli sentire la loro solidarieta' dopo un arresto scaturito da un provvedimento, hanno detto, che ''appare, allo stato delle conoscenze, abnorme e sproporzionato''. Nessun colloquio sui fatti oggetto di indagine, ma uno scambio di battute sullo stato di salute. Poche parole che sono bastate ai parlamentari per definire Pacenza ''un uomo molto provato psicologicamente''. Una sensazione che ha trovato la conferma nelle parole dello stesso Pacenza: ''mi sento un uomo distrutto''. Al termine dell'incontro i parlamentari dell'Unione, d'intesa con i partiti, hanno annunciato un ''sit-in simbolico permanente davanti al cancello delle carceri di Cosenza in attesa della scarcerazione di Pacenza''. La solidarieta' non e' pero' piaciuta al ministro e leader di Idv, Di Pietro, secondo il quale ''stupisce la solidarieta' che diversi parlamentari sono andati a portare in carcere a Pacenza'' e ''stupisce soprattutto che lo facciano nonostante il divieto di colloqui imposto dal magistrato inquirente. Lo stesso comportamento di sfida e contrapposizione alla giustizia ebbe a suo tempo, nel 1985, l'on. Bettino Craxi quando i magistrati milanesi arrestarono il primo politico di Tangentopoli, Antonio Natali. Cio' che sconcerta - ha aggiunto - e' il 'messaggio politico' che la visita comporta. E' un messaggio che equivale a dire 'stiamo dalla tua parte', stiamo dalla parte cioe' non della giustizia che ricerca la verita' ma dalla parte di 'uno di noi' che viene difeso dagli altri del 'gruppo'. E' con questa logica - ha concluso Di Pietro - che e' stato possibile arrivare in maniera 'indolore' al recente indulto allargato a tutti i fatti di corruzione''. Una presa di posizione che ha destato prima stupore tra i parlamentari calabresi dell'Unione e poi la loro reazione. Durissima: ''La dichiarazione di Di Pietro sconcerta e risulta gravissima. Non sappiamo - hanno aggiunto - in quale veste Di Pietro parli. Se da parlamentare o da presidente di Idv, partito che ha candidato nelle recenti elezioni al comune di Cosenza, risultando primo dei non eletti, il fratello del Gip 'facente funzione' che ha autorizzato l'arresto di Pacenza''. Ma i parlamentari sono anche andati oltre: ''E' strano che un ministro, che disconosce fortemente il merito e le procedure che caratterizzano questa vicenda, si prenda il lusso di criticare il libero comportamento, garantito dalla Costituzione, di parlamentari della Repubblica Italiana. Per molto meno altri Ministri si sarebbero dignitosamente dimessi''. Non meno duri i toni usati da uno dei legali di Pacenza, l'avv. Franco Sammarco, rispetto all'ordinanza, definita un ''provvedimento abnorme'', dal quale ''non e' possibile neanche evincere l'astratta configurabilita' del reato. Anche l'avere inibito ai difensori di incontrare l'imputato fa parte dell'abnormita' dell'atto. E' una situazione della quale si dovra' occupare il Ministero ed il Consiglio superiore della magistratura''. Sammarco ha anche definito ''incredibile'' che per ''la prima volta, i capi dell'ufficio di Procura e dell'ufficio del Gip non compaiono ne' sulla richiesta ne' sull'ordinanza di custodia cautelare''. Da qui la richiesta che ''presenzino all'interrogatorio perche' e' la prima volta che non sono stati informati di quanto accadeva''.

La CGIL chiede controlli sulla spesa pubblica

18/08 ''La Cgil Calabria ribadisce quanto denunciato negli ultimi anni a proposito di vicende come quelle delle aziende Printec e Sensitec ubicate nell'area industriale di Corigliano che rappresentano, probabilmente, la punta estrema di un sistema di gestione della spesa pubblica e della relativa assenza di controlli da parte delle istituzioni e degli enti preposti''. E' quanto affermano in una nota congiunta Vera La Monica, segretario generale regionale della Cgil Calabria, e Antonio Granata, segretario generale comprensoriale della Cgil Pollino-Sibari - Tirreno. ''La questione - hanno aggiunto - emersa dal recente intervento della magistratura, ripropone almeno due grandi questioni che non possono piu' essere eluse. La prima riguarda la scarsa propensione politica e culturale di dotare la Calabria di una politica industriale che definisca settori e priorita' che debbono essere improntate all'innovazione ed alla ricerca, superando la vetusta funzione delle Asi per intraprendere la politica dei distretti per filiera; per farlo occorre rivedere il ruolo di soggetti, come quelli di Sviluppo Italia che, per altro, e nonostante il cambiamento del quadro politico regionale e nazionale sopravvive nella logica della piu' assoluta continuita' gestionale e manageriale. La seconda questione e' relativa alla gestione del mercato del lavoro in Calabria, e quindi alla scarsa trasparenza nel reclutamento della manodopera e delle agenzie formative, come quella coinvolta nella vicenda in questione, che lungi dall'assolvere un ruolo di promozione e concertazione di qualita' formative, si ergono come intermediarie di gestione di pezzi importanti della spesa pubblica regionale e comunitaria''. ''La Cgil - hanno proseguito La Monica e Granata - chiede al governo Regionale di affrontare con determinazione questi nodi e in generale della trasparenza della spesa e della sua efficacia, sia in termini di programmazione, di gestione e di controllo. Sulla vicenda che riguarda Franco Pacenza, la Cgil auspica che la magistratura faccia con la massima celerita' tutta la chiarezza del caso sino in fondo, e nel contempo chiede alla Giunta regionale di verificare, senza nulla tralasciare, tutte le partite riferite a progetti industriali derivanti da fondi europei o da accordi di programma ereditati dalla vecchia giunta Regionale a partire, ad esempio, dall'accordo di programma Procal sul quale la Cgil, da tempo ha chiesto la massima vigilanza e trasparenza''. ''La Cgil - hanno concluso - augura al compagno Franco Pacenza, che e' stato suo dirigente fino al 1994, di poter dimostrare in tutte le sedi la sua estraneita' ai fatti che gli sono stati contestati. La Cgil Calabria continuera' nella sua azione di denuncia e di proposta perche', nella assoluta autonomia, ha sempre difeso e continuera' a difendere le ragioni del lavoro, della sua dignita', della sua trasparenza, della sua sicurezza e dei diritti universali dei lavoratori e delle lavoratrici''.

I legali del commercialista “non ha violato la legge”

18/08 "Il ruolo del commercialista nella predisposizione di una pratica di finanziamento è quello di elaborare un piano industriale, da sottoporre al vaglio dei competenti organismi per l'approvazione, e di seguire il successivo iter della pratica nei suoi aspetti amministrativi e finanziari. E' naturale, pertanto, che il professionista utilizzi la sua rete di conoscenze e di rapporti professionali per far sì che la pratica possa andare a buon fine. Certamente il professionista non è il garante della corretta realizzazione di un investimento, né possono essergli attribuiti compiti di controllo sull'attività posta in essere dall'imprenditore". A sostenerlo sono stati gli avvocati Marcello Manna e Vincenzo Adamo, difensori del commercialista M.A., arrestato per truffa aggravata ai danni dello Stato e dell'Unione europea nell'ambito della stessa inchiesta in cui è coinvolto il capogruppo dei Ds nel Consiglio regionale della Calabria, Franco Pacenza. "Soltanto una parte della documentazione inerente la realizzazione di un progetto di investimento, ossia quella comprovante gli investimenti effettuati e gli apporti di capitale - hanno aggiunto i due avvocati - viene visionata dal commercialista il quale non è certamente tenuto ad esperire indagini per verificare la attendibilità di quanto fornitogli dal proprio cliente. Non è compito del commercialista, ad esempio, verificare se un macchinario è effettivamente nuovo come risulta dalla fattura d'acquisto o se una attestazione di versamento prodotta dall'imprenditore è veritiera. Nel caso di specie è opportuno sottolineare come i soggetti che dovevano realizzare gli investimenti erano degli imprenditori tedeschi che già esercitavano le stesse attività in Germania e che presentavano, pertanto, tutti i requisiti di affidabilità e serietà per potere portare avanti con successo le iniziative. A dimostrazione di ciò è l'entusiasmo registrato da parte di tutte le Istituzioni all'atto della presentazione del progetto imprenditoriale, in cui veniva intravista una seria possibilità per rilanciare lo sviluppo in una zona depressa". "Dimostreremo nelle sedi competenti - hanno concluso gli avvocati Manna e Adamo - che M.A. ha adempiuto al proprio mandato professionale senza mai oltrepassare i limiti imposti dalla legge"

Leoluca Orlando (Idv) “Discutibile l’atto dei parlamentari”

18/08 "La scelta di alcuni esponenti dell'Unione di esprimere, in modo pubblico e plateale, la propria solidarietà al Capogruppo regionale Ds calabrese Franco Pacenza, arrestato l'altro ieri per concussione, è un atto discutibile sul piano politico e sul piano formale". Lo afferma Leoluca Orlando, portavoce nazionale di Italia dei Valori, commentando la visita ricevuta oggi in carcere dall'esponente diessino da parte di alcuni politici dell'Unione. Per Orlando "già l'applicazione dello scellerato indulto voluto da parte dell'Unione e della Casa delle Libertà sta minando la fiducia di migliaia di cittadini nella giustizia e nella capacità dello Stato di prevenire il crimine; oggi simili atteggiamenti, che per di più appaiono come delle gravi anche se indirette pressioni sul corretto e sereno svolgimento delle indagini giudiziarie, rischiano di ancor di più minare la fiducia nello Stato, nelle Istituzioni e nei loro rappresentanti". "Ferma restando la presunzione di innocenza prevista dal nostro ordinamento - conclude l'esponente di Idv - non possiamo accettare che simili comportamenti, che tanto abbiamo criticano nei confronti del centrodestra, vengano riproposti da parte di esponenti della coalizione di centrosinistra".

Crinò (I Socialisti) “Un atto di coraggio la visita dei parlamentari”

18/08 ''Esprimiamo solidarieta' e attesa affinche' Franco Pacenza dimostri la sua estraneita' ai fatti contestati. Fiducia, quindi, nell'operato della magistratura. La visita della deputazione calabrese del centrosinistra che oggi si e' recata in carcere dal capogruppo dei Ds rappresenta un atto di coraggio della politica''. A sostenerlo e' stato il segretario regionale de I Socialisti, Franco Crino'. ''In altri anni - ha aggiunto - Vito Gamberale veniva arrestato per tre assunzioni segnalate in Telecom. Rimaniamo piuttosto colpiti da quest'altro fatto miserevole che ha portato a scoprire l'ennesimo cattivo utilizzo di fondi comunitari, ma d'altro canto ci sentiamo obbligati a volere che il loro percorso sia in funzione della produttivita' e dello sviluppo''.

Mario Tassone (Udc) “Perplesso sul comportamento di Di Pietro”

18/08 "Rispettare la dignità umana e personale di Franco Pacenza". E' l'invito rivolto in una nota dal vice segretario vicario dell'Udc, Mario Tassone. "Un invito - ha aggiunto - che rivolgo a tutti coloro i quali stanno in questo momento prendendo posizione sulla vicenda che vede coinvolto il capogruppo dei Ds in seno al consiglio regionale della Calabria". Tassone pur non entrando nel merito degli aspetti giudiziari ha sottolineato che "in questa fase non sono necessari i giudizi morali e politici, come il ministro Di Pietro si è affrettato a sottolineare criticando quanti in questo momento cercano di difendere l'operato politico di Pacenza". "Non sono d'accordo - ha concluso Tassone - con il ministro Di Pietro che ha colto questa occasione per attaccare sul piano morale e politico la maggioranza di cui fa parte senza trarne le opportune conclusioni. Sono comunque perplesso del suo comportamento".

Valentino (AN) “Porre il problema della questione morale”

18/08 "La mia cultura garantista mi impone massima cautela sull' arresto del capogruppo Ds alla Regione Calabria. Ma francamente non si può non cogliere una sconcertante incapacità nei rapporti tra Pacenza ed un'accolita di faccendieri, che, stando alle accuse, avrebbero ottenuto congrui finanziamenti comunitari". E' quanto afferma Giuseppe Valentino, senatore di An e già sottosegretario di Stato alla Giustizia. "Credo sia proprio questo - aggiunge Valentino - il profilo che va oltre l' eventuale responsabilità penale e pone clamorosamente il problema della questione morale: pur di ottenere qualche vantaggio in termini politici con assoluta superficialità e incapacità di verifiche, vengono avviate relazioni con truffatori che, al di là che si sia vittime o complici, evidenziano inadeguatezza al ruolo politico istituzionale che si ricopre". Per Valentino "se questi sono i protagonisti del governo calabrese non bisogna meravigliarsi della paralisi politico-amministrativa che la nostra terra sta soffrendo con tutte le conseguenze che l'opinione pubblica, ormai esasperata, da tempo rileva. Confido in una celere conclusione delle indagini - conclude il parlamentare di An - per poter conoscere quale sia il contesto umano, culturale e morale nel quale operano da protagonisti personaggi di primo piano della sinistra della nostra regione"

Papasso (SDI) “La magistratura vada avanti senza fare sconti a nessuno ma faccia presto”

18/08 ''Di fronte a una inchiesta di cosi' vasta portata che, soprattutto, scova falsi imprenditori che utilizzano fondi pubblici per ingrossare le proprie tasche, non si puo' non invitare la magistratura ad andare avanti in maniera seria, serena, obiettiva e senza fare sconti a nessuno''. E' quanto afferma in una nota il segretario provinciale dello Sdi di Cosenza, Gianni Papasso. ''Ci permettiamo di rivolgere - ha aggiunto - il solo invito a fare presto: per dare certezza all'opinione pubblica e, soprattutto, per un rapido chiarimento delle responsabilita'. Chi ha sbagliato e ha abusato delle leggi deve pagare. Gli innocenti hanno il diritto di riavere la dignita' e la liberta' messa in discussione. I socialisti, senza mettere mai in discussione ruoli, competenze e funzioni della magistratura, si sono sempre qualificati come forza di garanzia dei diritti dei cittadini, ribadendo sempre il concetto della presunzione di innocenza fino al terzo grado di giudizio''. ''Sono certo - ha concluso Papasso - che il compagno Franco Pacenza, il cui arresto ha destato sorpresa, stupore e sconcerto, sara' in grado di fornire agli inquirenti i necessari chiarimenti. Sul piano umano, a lui e alla sua famiglia, esprimo solidarieta' e vicinanza''

Commodari (Prc) “Alla magistratura chiediamo di fare presto”

18/08 "In merito all'arresto dell'on. Pacenza, manteniamo ben fermo il nostro garantismo fino al terzo grado di giudizio. Tutto il nostro rispetto e la nostra considerazione per la vicenda umana che in queste ore assume i caratteri della drammaticità personale e collettiva. Anche in questa occasione riteniamo che vada salvaguardata l'autonomia e l'azione della magistratura, alla quale chiediamo di fare presto al fine di accertare immediatamente e fino in fondo la verità". A sostenerlo è stato il consigliere di Rifondazione comunista alla Provincia di Catanzaro, Pino Commodari. "Si ripropone, al di la delle singole vicende - ha aggiunto - la 'questione morale', che attiene alla crisi dei partiti, della politica e alla tenuta dell'intero sistema democratico calabrese. E' una questione che non può più essere rinviata. Con l'occasione chiediamo di intensificare i controlli su tutti i finanziamenti pubblici concessi alle imprese, che oramai sistematicamente si dimostrano predoni del mezzogiorno e della Calabria".

Guagliardi (Prc) “A Franco dico arrivederci in Consiglio”

18/08 ''Conosco Franco Pacenza dagli anni ottanta per essere stati insieme nelle lotte per il lavoro e la democrazia della Sibaritide, sia quando era un giovane compagno sindacalista sia quando era consigliere regionale. Lo conosco come uomo coraggioso e fortemente convinto che le ragioni della politica prevalgono sempre sugli intrighi e sulle scorciatoie, per cui non ho difficolta' ad ammettere che il suo arresto, e le modalita' di esso, mi abbiano profondamente turbato''. A sostenerlo e' stato il presidente del gruppo del Prc alla regione, Damiano Guagliardi. ''E' possibile - ha aggiunto - che in una giornata ferragostana la storia politica e personale di un uomo debbano essere oscurate da un provvedimento giudiziario nel quale si scrive che egli e' accusato di 'concussione per adozione' e non per aver percepite danaro dai prenditori del ProCal? Sono sicuro che Franco sapra' chiarire la sua posizione e uscire da queste gravi accuse che pur, escludendo la frode economica, sono ancor piu' pericolose perche' entrano in un terreno difficile e pantanoso in cui tutto puo' essere il contrario di tutto. Sulla stampa si legge che Rizzo e' il suo maggiore accusatore. Mi chiedo quale credibilita' possono avere le dichiarazioni di un uomo che ricevendo danaro pubblico per creare lavoro e sviluppo, ha invece costruito vuoti capannoni ingannando i disoccupati coriglianesi e truffando le istituzioni? Puo' essere credibile l'accusa di un truffatore che scarica su altri le proprie responsabilita' comprovate? Purtroppo, temo che la vicenda di Franco Pacenza sia solo l'inizio di una nuova fase della crisi della politica, dentro la quale e' piu' che mai difficile capire i limiti e le conseguenze: una operazione di rottura definitiva tra la societa' e il governo delle istituzioni; una crisi che tenta di rappresentare i partiti e le istituzioni regionali di questa Calabria molto simili a quei nuovi stati balcanici dove il governo e' al servizio della corruzione, della a-legalita' e dell'uso personale delle istituzioni democratiche''. ''A Franco - ha concluso Guagliardi - rivolgo l'augurio sincero di dimostrare la sua estraneita' rispetto ad una accusa infamante, piu' moralmente che materialmente, ma soprattutto gli invio un messaggio di resistenza contro chi lo vuole eliminare dallo scenario politico calabrese, insieme ad un presto arrivederci in Consiglio regionale per continuare nel suo impegno a favore di questa Calabria''.

Borrello (Udeur) “Con Pacenza battaglie di legalità”

18/08 "Non crederò mai che Franco Pacenza sia il Jekyll-Hyde della politica calabrese, come taluni cercano di dipingerlo; da un lato un politico eccellente, attestato senza se e senza ma in difesa degli interessi dei più deboli in una società in cui spesso prepotenti e speculatori controllano ogni metro quadro del potere e delle risorse finanziarie e dall'altro l'uomo nero, il calcolatore spietato che strumentalizza ogni cosa per fini personali". E' quanto afferma in una nota il consigliere regionale dell'Udeur, Antonio Borrello. "Se fosse così davvero - ha aggiunto - la mia personale esperienza, fatta ormai di anni ed anni di militanza, non mi avrebbe fatto comprendere un bel nulla degli uomini e della vita. Per dieci lunghi anni, nelle scorse legislature, io e Franco Pacenza, spesso senza moltissimi alleati al fianco, abbiamo condotto feroci battaglie in favore della legalità e della trasparenza, mentre la Giunta di centrodestra provocava disastri e scialacquava risorse, e l'unica voce che si alzava, nel tentativo di arginarne gli effetti, era la nostra voce e prima ancora della mia quella di Franco, il quale ha continuato a non assolvere ruoli di governo nell'attuale legislatura che vede il centrosinistra maggioranza grazie anche alle sue battaglie. Io, pur rischiando che mi si rimproveri, e forse a ragione, di difesa d' ufficio, una cosa però la devo assolutamente dire, costi quel che costi: un uomo come io l'ho conosciuto, un politico come Pacenza, che ha agito sempre alla luce del sole ed in una realtà debole e sfortunata come quella calabrese, non meritava certo l' arresto sulle spiagge della Sardegna come un qualsiasi delinquente incallito. Fortuna che sul posto non si sia trovato 'per caso' nessun videoamatore per un film in diretta". "Questa pagina, mi sia consentito dirlo - ha concluso Borrello - è una pagina buia per chi non riesce o addirittura non vuole, compresa la politica s'intende, praticare soluzioni che danno l'impressione di inseguire effetti spettacolari al posto di altre molto più civili, anche nei casi in cui c'é necessità di affermare la più che legittima ricerca della verità".

Rocco Tassone (Prc) “Si faccia sempre chiarezza”

18/08 "La notizia dell'arresto del compagno Franco Pacenza ci lascia attoniti ed increduli. Siamo rispettosi degli organi dello stato ed in primis della magistratura, ma la stima politica e l'amicizia personale verso Franco Pacenza ci spinge a dire che si faccia presto a chiarire la situazione con l'auspicio che da questa vicenda egli possa venirne fuori a testa alta". A sostenerlo è stato il segretario regionale del Prc calabrese, Rocco Tassone. "In questi anni - ha aggiunto - Rifondazione comunista è stata in prima linea nella battaglia politica contro le malversazioni dei 'prenditori d'assaltò. Insieme ai lavoratori ed al sindacato siamo stati protagonisti delle lotte in tutte le fabbriche in cui i padroni, legalmente o illegalmente, dopo aver usufruito di ingenti aiuti pubblici si sono beffati dello stato gettando sul lastrico gli operai e facendo svanire le prospettive occupazionali di interi territori. E' stato così a Crotone, a Reggio Calabria, a Vibo Valentia, alla Polti di Piano Lago, alla Foderato di Belvedere. Della vicenda Printec/Sensitec ne abbiamo fatto un 'caso simbolo'. Siamo stati ripetutamente in queste fabbriche a fare assemblee con i lavoratori. Davanti ai cancelli di queste fabbriche il 25 di marzo del 2006 abbiamo fatto una manifestazione col compagno Fausto Bertinotti. Tutto questo per confermare l'impegno di Rifondazione per ripristinare le condizioni di uno sviluppo vero e non fittizio; la magistratura deve andare fino in fondo nella lotta alla malversazione che sta fagocitando le risorse che per lo sviluppo dovrebbero servire". "Tuttavia - ha concluso Tassone - siamo preoccupati: c'é il rischio concreto che facendo di tutte le erbe un fascio, indiscriminatamente, possa venire indebolita proprio l'azione contro i veri malfattori. Se ciò dovesse avvenire questa regione non avrebbe più alcuna speranza di rinascita e di riscatto. Tutti i cittadini, i lavoratori, i corpi dello stato democratico, devono fare la propria parte per scongiurare questo rischio".

Guerriero “Per Pacenza eccessiva solerzia”

18/08 "Ho atteso un poco prima di esprimere la mia solidarietà al collega Franco Pacenza che ora è piena dopo le iniziali informazioni sul caso. Non perché avessi dubbi sulla persona, ma per meglio capire le dinamiche di un brutto avvenimento". E' quanto afferma in una nota il consigliere regionale Pino Guerriero. "Naturalmente - ha aggiunto - anche io sono rispettoso del lavoro dei magistrati che mi auguro possa svolgersi in piena serenità e con la celerità dovuta perché queste sono vicende che bisogna chiarire al più presto per non lasciare una scia permanente di dubbi che non aiutano i cittadini a capire. Sembra un paradosso esprimere, contemporaneamente, fiducia all'accusatore e all'accusato. Il magistrato fa il suo dovere, ma deve essere consentito, anche a noi consiglieri regionali, porgere vicinanza a un collega che conosciamo corretto politicamente e nei rapporti interni ed esterni alle istituzioni. La vicenda appare intricata per la presenza di soggetti con pochi scrupoli, pronti ad avventarsi sulle risorse pubbliche attraverso millantati impegni. Non sbaglia Nicola Adamo quando adombra una sorta di beffa a danno di colui che si é impegnato nella sua vita a condurre determinate battaglie di legalità nei confronti dei lavoratori". "La stessa mobilitazione della deputazione dell'Unione che ha realizzato una specie di presidio davanti il carcere di Cosenza - ha concluso Guerriero - non è un segno d'arroganza della politica, ma appare un contributo di solidarietà verso chi, in attesa di essere giudicato nelle fasi preliminari, sembrerebbe colpito da un'eccessiva e sproporzionata solerzia".

Ds di Cassano “Una vicenda che provoca sconcerto”

18/06 "Proviamo vivo sconcerto per l' incredibile vicenda in cui viene coinvolto il compagno Franco Pacenza. Siamo sbigottiti di fronte alle motivazioni poste a base dell' ordinanza cautelare nella quale si tratteggia, sostanzialmente, la figura di un criminale incallito". Lo afferma Armando Bloise, coordinatore dell' unità di base dei Ds di Cassano allo Ionio. "L' intera storia di Franco Pacenza, - sostiene Bloise - prima sindacale e poi politica, fatta di rigore morale e di rettitudine nei comportamenti, parla da sola. Siamo attoniti di fronte alle modalità dell' arresto e siamo, tuttavia, fiduciosi sull' azione della magistratura. Ora bisogna agire con vigore e celerità, Franco Pacenza ha il diritto di essere restituito, presto e bene, alla sua immagine pubblica cristallina e senza macchia". "A lui - conclude Bloise - tutti i compagni dell' unità di base di Cassano, rinnovano stima politica, vicinanza e affetto personale. Questa incredibile vicenda riafferma il suo legame con Cassano e con l' intero territorio della Sibaritide".

I DS della Provincia di Cosenza “Noto lo spessore di Pacenza”

18/08 "Aspettiamo il ritorno in libertà di Franco Pacenza". E' quanto auspica il gruppo dei Democratici di sinistra al Consiglio provinciale di Cosenza. "E' a tutti ben noto e non solo a noi - è scritto in una nota a firma di Ernesto Magorno, Arturo Riccetti, Michele Ambroggio, Giovan Battista Genova e Pietro Lecce - lo spessore politico di Franco Pacenza, un uomo che si è sempre distinto per le sue coraggiose battaglie a difesa della legalità, della trasparenza, ma soprattutto del lavoro in questa terra martoriata dalla incertezza e dall'assenza delle occasioni per uomini e donne che continuano ad avere il quotidiano problema della precarietà. Abbiamo ben conosciuto ed avuto modo di apprezzare questa tensione sociale, civile e politica e, pertanto, aspettiamo che la magistratura conduca la propria azione in direzione di una verità che non tarderà ad arrivare e che paleserà la totale estraneità di Franco Pacenza ai fatti che oggi gli vengono contestati. Confidando nel contempo in indagini rapide che consentano di evitare sofferenze e dolore ad un uomo troppo duramente colpito da una vicenda che aspetta di essere chiarita nel più breve tempo possibile".

 

Precedenti (link)

18/08 Truffa UE/Arresto Pacenza: "Mi sento un uomo distrutto". Sit in dei parlamentari calabresi in visita al carcere "Non ce ne andiamo finchè non viene scarcerato". Sabato l'interrogatorio. Caustico il Ministro di Pietro "Stupisce la solidarietà dei parlamentari"

17/08 Truffa UE/Arresto Pacenza: Sviluppi nelle indagini, coinvolti SVI Calabria e la Regione. Nessun altro consigliere nelle indagini. Finti colloqui selettivi nella sede dei DS. Reazioni e commenti dal mondo politico.

17/08 Truffa alla UE Sensitec/Printec: Loiero “Indagini senza sconti ma in fretta”. Per Pacenza l’accusa è di concussione, assunzioni in cambio di voti, per il commercialista truffa aggravata. Avviata la procedura internazionale per arrestare i quattro tedeschi e i due turchi coinvolti.

16/08 Arresti eccellenti della Finanza per la truffa Sensitec/Printec. In manette il capogruppo dei DS della Calabria, Franco Pacenza, e un noto commercialista cosentino

27/06 Gli arresti del 27 giugno e l'inizio dell'indagine

 

 

Home . Cronaca . Università . Sport . Politica . Link . Cultura . Spettacoli . Calcio . Forum . Meteo .

Copyright © dal 2004 Nuova Cosenza. Quotidiano di informazione. Reg. Trib. CS n.713 del 28/01/2004
Tutti i dati e le immagini presenti sul sito sono tutelati dalla legge sul copyright
Il loro uso e' consentito soltanto previa autorizzazione scritta dell'editore

Per una migliore visualizzazione del portale si consiglia uan risoluzione di 800x600 punti