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Cronaca
Truffa alla UE: in manette il capogruppo dei DS

I parlamentari in visita al carcere di Cosenza

Truffa UE/Arresto Pacenza: "Mi sento un uomo distrutto". Sit in dei parlamentari calabresi in visita al carcere "Non ce ne andiamo finchè non viene scarcerato". Sabato l'iinterrogatorio.

18/08 "Mi sento un uomo distrutto". Queste le semplici ma dure parole del capogruppo dei Ds alla Regione Calabria, Franco Pacenza, arrestato mercoledì scorso per concussione, riferite ad una delegazione di parlamentari dell'Ulivo che questa mattina è andata a trovarlo nel carcere di Cosenza dove è attualmente detenuto. Secondo l'accusa il capogruppo dei Ds avrebbe fatto assumere giovani in due aziende, la Sensitec e la Printec, realizzate da un gruppo di imprenditori tedeschi e turchi nell'area industriale di Corigliano Calabro. Gli stessi avevano ottenuto finanziamenti comunitari per sei milioni e mezzo di euro senza però mai avviare la produzione. Pacenza, durante la visita, è apparso ai parlamentari "molto provato psicologicamente". "Mi auguro, così come sono stato convinto dal primo momento - ha detto il sen. Nuccio Iovene all'uscita dal carcere - che possa uscire da questa situazione a testa alta e immediatamente. Da quello che risulta a noi dalle carte che abbiamo avuto modo di vedere il provvedimento è abnorme, sia per i tempi che per le modalità". "E' molto giù - ha aggiunto Franco Bruno - e abbattuto. Ci abbiamo parlato, ma, ovviamente, non dell'inchiesta". Dopo le dichiarazioni i parlamentari hanno deciso di tenere un sit-in simbolico e permanente che sarà effettuato davanti al carcere di Cosenza in attesa della scarcerazione di Franco Pacenza. "La delegazione parlamentare dell'Ulivo, d'intesa con i partiti - hanno sostenuto all'uscita dal carcere - ha deciso di tenere un sit-in simbolico permanente davanti al cancello delle carceri di Cosenza in attesa della scarcerazione di Franco Pacenza. Il provvedimento adottato appare, allo stato delle conoscenze, abnorme e sproporzionato. La Calabria ed i calabresi sono vittime di chi approfitta delle risorse destinate allo sviluppo per fini prova. Solo notizie certe sulla data dell' interrogatorio di Pacenza potrebbero indurci a rimuovere il sit-in". Della delegazione hanno fatto parte i parlamentari Marilina Intrieri, Franco Amendola, Franco Laratta, Nuccio Iovene, Franco Bruno, Pietro Fuda ed Ennio Morrone.
"Aspettiamo - ha detto Franco Amendola - di conoscere i motivi che hanno spinto i magistrati ad applicare una misura cautelare estrema come gli arresti in carcere". "Pacenza - ha proseguito - è molto provato, ma saldo nelle sue convinzioni: è convinto di non aver fatto nulla per meritare un provvedimento di tale portata. Siamo venuti qui in carcere per testimoniare la nostra vicinanza a Franco Pacenza. Abbiamo fiducia nella magistratura speriamo che questa vicenda possa essere chiarita al più presto". "La nostra visita al carcere di Cosenza - ha sostenuto Marilina Intrieri - vuole testimoniare l' interesse e l'attenzione del Parlamento e dei partiti del centrosinistra verso le condizioni di vita dei detenuti italiani. Abbiamo fatto visita al capogruppo dei ds Franco Pacenza per portare a lui la solidarietà e la vicinanza delle forze politiche e la nostra personale. L'inchiesta della magistratura deve fare piena luce su questa inquietante vicenda per stabilire quale sia la realtà dei fatti e individuare i veri responsabili della truffa organizzata ai danni dell'Unione Europea. Franco Pacenza è un politico serio e corretto. Siamo certi che saprà difendersi dalle accuse che gli sono state mosse e che saprà dare testimonianza, come sempre ha fatto, di onestà e correttezza". "Ancora - ha affermato Franco Laratta - mi sono oscure le ragioni per le quali il consigliere regionale Franco Pacenza ha dovuto subire un provvedimento così duro. I magistrati devono portare prove concrete a sostegno del loro impianto accusatorio. Mi pare che fino ad oggi non ve ne siano. Da quanto ho potuto leggere circa le accuse mosse al capogruppo della Quercia a Palazzo Campanella, davvero non ci sono i motivi per arrestare e costringere al carcere Franco Pacenza. Sono molto indignato. La nostra presenza qui e la nostra decisione di avviare un sit-in fino alla liberazione del capogruppo Ds in Consiglio regionale é la testimonianza di un impegno forte affinché su questa inchiesta si faccia piena luce. Ci aspettiamo - ha concluso Laratta - che la magistratura sia celere nelle sue determinazioni, perché la Calabria e i calabresi hanno il diritto di conoscere la verità. Hanno diritto di sapere su quali basi Pacenza è stato strappato alla sua famiglia in vacanza e portato in carcere".

Caustico il Ministro DI Pietro: “Stupisce la solidarietà dei parlamentari”

18/08 "Stupisce la solidarietà che diversi parlamentari calabresi dell'Unione sono oggi andati a portare in carcere al Capogruppo regionale Ds calabrese Franco Pacenza, arrestato l'altro ieri per concussione". E' quanto afferma in una nota il Ministro delle Infrastrutture e Presidente nazionale dell'Italia dei Valori, Antonio di Pietro. "Stupisce - ha aggiunto - soprattutto per il fatto che lo facciano nonostante il divieto di colloqui imposto dal magistrato inquirente e nonostante l'assenza di qualsiasi specifica autorizzazione al riguardo, posto che anche i parlamentari, senza autorizzazione, non possono effettuare colloqui personali in carcere. Lo stesso comportamento di sfida e contrapposizione alla giustizia ebbe a suo tempo, nel lontano 1985, l'onorevole Bettino Craxi quando i magistrati milanesi arrestarono il primo politico di Tangentopoli, quel tale Antonio Natali collettore di tangenti per conto di partiti e politici milanesi dell'epoca. Il risultato allora fu che l'inchiesta venne fortemente contrastata e si fermò perché nel frattempo Antonio Natali venne candidato e fatto eleggere in Parlamento, acquistando così l'immunità parlamentare". "Sappiamo bene - ha proseguito Di Pietro - che la colpevolezza del consigliere regionale Ds Pacenza deve ancora essere provata e che egli deve considerarsi innocente fino ad eventuale sentenza definitiva di condanna. Ma questa è la sua vicenda personale che, nel rispetto dell'individuo, seguirà il corso della giustizia. Ciò che sconcerta è il 'messaggio politico' che la 'visita corale' dei politici al detenuto comporta. E' un messaggio che va oltre la solidarietà personale e che equivale a dire 'stiamo dalla tua parte', stiamo dalla parte cioé non della giustizia che ricerca la verità ma dalla parte di 'uno di noi' che viene difeso dagli altri del 'gruppo', a prescindere dalla conoscenza specifica degli atti d'accusa. Le conseguenze di questi 'attacchi politici' alla magistratura sono già sotto gli occhi di tutti: il male per il nostro Paese finiscono per diventare i giudici e chi vuole far rispettare la legge e non chi commette i reati. Da qui il 'passaggio logico' successivo: la legittimazione dal fatidico 'colpo di spugna'". "E' con questa logica - ha concluso Di Pietro - che è stato possibile arrivare in maniera 'indolore' al recente indulto allargato a tutti i fatti di corruzione e a tutti i reati dei furbetti del quartierino. Così sarà, e noi glielo auguriamo umanamente, anche per l'indagato Franco Pacenza il quale - se pure non dovesse risultare innocente - ha già comunque in tasca un bonus di tre anni di carcerazione da evitare, giacché l'indulto concesso il mese scorso è valido anche per i reati che vengono accertati successivamente purché commessi entro maggio 2006. Insomma un 'indulto a futura memoria'. Sono passati venti anni da quel fatidico 1985 in cui Craxi delegittimò i magistrati andando a solidarizzare con il detenuto Natali ma le cose non sono cambiate affatto. Sono cambiati solo i soggetti politici ma la sostanza è la stessa".

Avv. Sammarco “Strano che i capi PM e GIP non siano informati e non presenzino agli interrogatori. Un provvedimento abnorme”

18/08 "E' incredibile perché è la prima volta che si verifica che i capi dell'ufficio di Procura e dell'ufficio del Gip non compaiono sugli atti, né sulla richiesta né sull'ordinanza di custodia cautelare". A sostenerlo è stato l'avv. Franco Sammarco, uno dei difensori del capogruppo dei Ds al Consiglio regionale, Franco Pacenza, arrestato per concussione dalla guardia di finanza. "Chiediamo - ha aggiunto il legale - che i capi dei due uffici presenzino all'interrogatorio perché è la prima volta, in fatti di questo genere soprattutto, che i due capi non sono stati informati di quanto accadeva. La richiesta del provvedimento è del 10 di agosto, è stata evasa dal Gip il 14 ed eseguita il 16. Anche questo, in 30 anni di professione, non l'ho mai visto. E' stata emessa in tempi rapidissimi e sospetti, e senza che ne venissero informati i capi degli uffici che non hanno controfirmato né la richiesta né l'ordinanza. La richiesta è stata firmata da un facente funzioni. Ufficialmente chiediamo che i capi degli uffici si assumano loro responsabilità e presenzino entrambi all'interrogatorio".
Il provvedimento restrittivo emesso dal Gip di Cosenza su richiesta della Procura della Repubblica nei confronti del capogruppo dei Ds al Consiglio regionale della Calabria "é assolutamente abnorme". A dirlo é stato uno dei difensori dell'esponente politico, l'avv. Franco Sammarco, che ancora non ha potuto incontrare il suo assistito per il divieto espresso contenuto nell'ordinanza di custodia cautelare. "Credo - ha sostenuto Sammarco - che questa volta si sia veramente raschiato il fondo perché dal provvedimento non è possibile neanche evincere l'astratta configurabilità del reato, non la concreta, l'astratta configurabilità del reato. Per altro, anche la circostanza di avere inibito ai difensori di incontrare l'imputato fa parte dell'abnormità dell'atto perché viene paventata esclusivamente la possibilità di reiterazione delle condotte che non ha nulla a che fare, ovviamente, con la capacità di difesa dell'imputato. Questa è una situazione della quale si dovrà occupare il Ministero ed il Consiglio superiore della magistratura". "La circostanza - ha proseguito il legale - è di una gravità eccezionale perché il rimedio del blocco dei colloqui é eccezionale, ma si lega necessariamente alla possibilità di inquinamento della prova, non alla possibilità di reiterazione delle condotte. E' una cosa che non sta in piedi sul piano logico prima che su quello giuridico perché le condotte si reiterano con l'imputato libero, eventualmente". Tornando alle contestazioni mosse a Pacenza, Sammarco ha evidenziato che "dal provvedimento non si riesce ad ipotizzare l'astratta configurabilità del reato contestato che non ha niente a che vedere con le erogazioni dei contributi e con la frode, ma che attiene ad altre circostanze per le quali non è neanche descritta la condotta. Sull'atto non c'é scritto attraverso quali strumenti e quali atti Pacenza avrebbe abusato del suo ruolo. Fatti risalirebbero al periodo compreso dal 2003 al 2005, quanto Pacenza era all'opposizione. Si tratta, secondo l'accusa, di avere inciso per non fare licenziare alcuni operai ovvero per farne assumere altri. Mi pare una boutade dal punto di vista giuridico. Non è per faziosità defensionale, ma è veramente una cosa indicibile. Ma cosa deve fare un politico se non interessarsi anche dei livelli occupazionali". "Tutti i 'fatti' che si addebitano a Pacenza - ha proseguito Sammarco - sono fatti successivi all'erogazione in termini definitivi dei contributi questione per la quale ovviamente Pacenza non c'entra. Non c'é nessuna contestazione sul punto per Pacenza, neanche per avere agevolato il finanziamento. Le 'condotte' che gli sono attribuite sono successive alla definizione delle erogazioni, tant'é che le imputazioni di frode e altro sono a carico degli altri indagati. L'intervento avviene, se avviene, nel momento in cui i rapporti istituzionali sono terminati. Nella fattispecie, tra l'altro, Pacenza era consigliere regionale di opposizione non di maggioranza".
Infine è stato comunicato che l'interrogatorio di Franco Pacenza, è stato fissato per sabato mattina alle 11. Lo ha riferito lo stesso avvocato Franco Sammarco. Secondo l'accusa, Pacenza avrebbe fatto assumere giovani in due aziende, la Sensitec e la Printec, realizzate da un gruppo di imprenditori tedeschi e turchi nell'area industriale di Corigliano Calabro. Aziende che avevano ottenuto finanziamenti comunitari per sei milioni e mezzo di euro, ma che non hanno mai avviato la produzione.

Greco (Sdi) “Non bisogna difendere il sistema clienterale”

18/08 "Richiamiamo innanzitutto il principio della presunzione d'innocenza e ci auguriamo che la magistratura giunga presto alla conclusione del giudizio. Ci rifiutiamo però di tacere di fronte all'indegno tentativo di utilizzare questa vicenda per legittimare il malcostume clientelare che sembra ormai essersi diffuso in larghissimi settori del ceto politico locale". E' quanto afferma in una nota il presidente del gruppo della Grande Alleanza con la Rosa nel Pugno nel consiglio comunale di Cosenza, Saverio Greco. "Chi difende Pacenza - ha aggiunto - per legittimare il clientelismo mostra d'avere poca fiducia nell'innocenza dello stimato capogruppo diessino, cui deve andare la nostra personale umana solidarietà in questo difficile momento. La Calabria ha bisogno di una netta inversione di tendenza, ma purtroppo i fatti degli ultimi mesi e soprattutto i commenti delle ultime ore ci dicono che è ancora lungo il cammino per la riconversione dell'etica pubblica regionale".

Cherubino “Certo dell’integrità morale di Pacenza”

18/08 "Ho appreso solo dalla stampa delle modalità con cui sono state condotte le indagini che hanno portato all'arresto del collega Franco Pacenza. Rimango sconcertato per la tempistica, le modalità ed il luogo scelto per eseguire l'ordinanza di custodia cautelare, ma ancora di più nell'apprendere le motivazioni sottese al castello accusatorio". E' quanto afferma in una nota il presidente del gruppo dello Sdi-Rnp in consiglio regionale, Cosimo Cherubino. "Conosco personalmente Franco Pacenza - ha aggiunto - e sono certo della sua integrità morale. La fiducia che ripongo da sempre nella magistratura mi induce a ritenere che nel prosieguo dell'inchiesta Franco riuscirà a fornire i chiarimenti necessari per dipanare ogni dubbio sulla sua eventuale responsabilità. Mi induce, inoltre, a riflettere il fatto che all'epoca della commissione presunta del reato Franco non rivestisse alcun incarico o ruolo di spicco nella maggioranza, anzi era consigliere di opposizione. Sono certo che la magistratura chiarirà anche questi aspetti". "A Franco - ha concluso - ed ai suoi familiari va il mio sostegno pieno ed incondizionato"

Ass. M. Tripodi (Pdci) “Stupore e incredulità”

18/08 "E' sempre assai difficile esprimere valutazioni e giudizi su un'inchiesta giudiziaria in pieno svolgimento senza aver la piena e totale conoscenza degli atti. Credo però che in questa particolare circostanza riguardante l'inchiesta che ha portato all'arresto di Franco Pacenza, capogruppo dei Ds al Consiglio Regionale, si possa, con serenità di coscienza, dichiarare stupore e incredulità". E' quanto afferma l'assessore regionale all'urbanistica e segretario regionale del Pdci, Michelangelo Tripodi. "Se quanto è emerso dalle notizie di stampa - ha aggiunto - fosse confermato sono convinto che Franco Pacenza dimostrerà presto la sua completa estraneità, confermando così che il suo impegno politico e istituzionale è sempre stato condotto all'insegna dell'onestà, della trasparenza e degli interessi generali della Calabria. Questa brutta e scandalosa vicenda dei cosiddetti 'prenditori' tedeschi coadiuvati da faccendieri locali che hanno truffato lo Stato e l'Unione Europea per una somma di oltre otto milioni e duecentomila euro che è stata scoperchiata grazie all'impegno del sindacato e della Cgil, non si può concludere addossando le responsabilità dell'operazione a Franco Pacenza, sol perché era attivamente impegnato nelle battaglie per il lavoro e per la crescita industriale della sibaritide". "Per questo - ha proseguito Tripodi - pur mantenendo profonde riserve sulla dinamica e sulle modalità dell'operazione condotta in Sardegna, intendo confermare la mia fiducia nell'operato della magistratura e degli altri organi inquirenti che sicuramente giungeranno a chiarire tutti gli aspetti di una vicenda così inquietante. E' fondamentale, a questo punto, che si vada ad un rigoroso accertamento dei fatti per fare piena luce sulla vicenda e per stabilire prima possibile verità e giustizia, colpendo i responsabili di questa truffa che rappresenta una pagina vergognosa nella storia di una regione che purtroppo ha subito troppi scippi e troppi sperperi di denaro pubblico". "Infatti, si deve amaramente constatare - ha concluso Tripodi - che la vicenda delle aziende Printec e Sensitec rappresenta una delle tante rapine che sono state perpetrate ai danni del territorio e dei lavoratori di tutta la regione dalla Sibaritide alla Piana di Gioia Tauro, laddove le aree industriali sono occupate da una selva di capannoni vuoti di aziende che hanno ricevuto contributi per migliaia di miliardi delle vecchie lire senza creare né occupazione e né sviluppo".

Frasca (DS) “Le denunce di Pacenza sono note a tutti”

18/08 "Siamo sconcertati ed addolorati per la vicenda che ha sconvolto la vita della famiglia di una persona onesta come Franco Pacenza, da sempre impegnato a tutela degli interessi del proprio territorio e dei diritti dei lavoratori". E' quanto afferma, in una nota, Liliana Frascà, consigliere regionale dei Ds. "Le denunce di Franco sulla gravità dei comportamenti tenuti dalle aziende 'Sensitec' e 'Printec' - prosegue Frascà - sono state per anni sotto gli occhi di tutti. Il capogruppo dei Democratici di sinistra alla Regione si è sempre battuto contro ingiusti licenziamenti e per assunzioni non discriminatorie nelle due aziende oggi messe sotto inchiesta. Lo ha fatto dall' opposizione e con i metodi della democrazia e della legalità, che contraddistinguono la sua cristallina storia personale, politica e sindacale. E' una vicenda le cui contraddizioni vengono spiegate se si considera chi è l' accusatore di Pacenza". Per il consigliere regionale dei Ds "a fare il suo nome è stato un imprenditore che, come tante e troppe volte è accaduto in Calabria, ha preso i soldi ed è scappato: ottenendo i finanziamenti della Comunità europea, all' epoca non gestiti certo da Pacenza e dai Ds e lasciando ai giovani di Corigliano Calabro solo l' illusione di un lavoro sicuro ed onesto. Proprio quei giovani a difesa dei quali il compagno ed amico Franco ha rivolto il suo impegno di dirigente della Cgil prima e di consigliere regionale poi. Questa storia fa emergere in tutta la sua gravità la questione dei controlli sull' utilizzo dei fondi strutturali europei. Occorre promuovere verifiche preventive e in corso d' opera sul modo in cui i soldi vengono spesi. E' l' unico strumento per evitare che altre truffe siano perpetrate ai danni dell' Unione europea e dei calabresi". "In questa battaglia - sostiene ancora Frascà - noi, assieme allo stesso Pacenza, siamo impegnati da sempre: ecco perché la vicenda suona ancor più come una beffa. Riponiamo la massima fiducia nella magistratura, alla quale chiediamo di accertare in tempi brevissimi, anzi, nel minor tempo possibile, la verità. Dalla quale certamente emergeranno la completa estraneità ai fatti di Pacenza e l' inconsistenza delle accuse che gli vengono mosse da un imprenditore che, forse, ha voluto così vendicarsi delle lotte quotidiane a difesa dei lavoratori e dei livelli occupazionali. In questo difficilissimo momento, a Franco Pacenza, a sua moglie, ai suoi figli e a tutta la sua famiglia va il nostro pensiero di affetto e solidarietà, assieme alla convinzione che la giustizia farà il suo corso, chiarendo definitivamente la posizione del nostro capogruppo"

Il Sindaco Perugini: “Pacenza dimostrerà la sua estraneità”

18/08 "Così come ho piena fiducia nell'operato della magistratura e nelle attività giurisdizionali che seguiranno al grave provvedimento restrittivo della libertà, esprimo, con consapevolezza, uguale fiducia nel fatto che Franco Pacenza riuscirà a dimostrare la sua totale estraneità rispetto all'ipotesi delittuosa che gli é stata contestata". A sostenerlo è stato il sindaco di Cosenza, Salvatore Perugini. "Conosco da troppi anni Franco Pacenza - ha aggiunto - e da sempre ne apprezzo il rigore morale, l'onestà personale, intellettuale e politica. A Franco Pacenza va la mia solidarietà".

DG di AS Rossano “Una vicenda che stupisce e avvilisce”

18/08 "La vicenda che vede vittima Franco Pacenza stupisce per le accuse che gli vengono mosse ed avvilisce per le modalità con cui gli sono state mosse. Se le accuse, per fatti che peraltro risalgono ad alcuni anni fa, sono quelle di creare occasioni di lavoro allora è bene ricordare che Franco Pacenza della questione del lavoro, e del lavoro in questa terra, ha fatto la sua ragione di vita e sono certo che continuerà certamente a farlo". E' quanto afferma, in una nota, Giuseppe Carbone, direttore generale dell' Azienda sanitaria di Rossano. "Franco Pacenza - prosegue Carbone - è un uomo generoso e onesto ed io posso testimoniare la sua costante preoccupazione e cura al rispetto della legalità. Se altri che hanno approfittato di finanziamenti comunitari, si fanno scudo della sua generosità, spetta a chi ha il compito di fare osservare le leggi di scoprirlo, distinguendo bene fra chi ha rubato e chi ha esercitato la sua funzione sociale, politica e sindacale". "Da sempre - conclude il dg dell' As di Rossano - ho rispetto e fiducia nella magistratura perciò chiedo di fare giustizia presto e di fare giustizia vera".

Sindaco di Cassano “Sicuri della sua estraneità”

18/08 "Conosciamo molto bene Franco Pacenza, la sua rettitudine morale e, soprattutto, la sua passione per l'impegno politico". A sostenerlo è stato il sindaco di Cassano, Gianluca Gallo, dell'Udc, a nome di tutta l'amministrazione comunale. "Siamo fiduciosi nella giustizia - ha aggiunto - ma siamo altresì sicuri che la vicenda giudiziaria che lo vede coinvolto si concluderà con l'accertamento dell'assoluta estraneità ai fatti a lui contestatì'".

Sculco (DL) “Pacenza torni presto in Consiglio”

18/08 "Sui banchi del Consiglio regionale della Calabria, la Margherita attende che il capogruppo dei Ds, Franco Pacenza, torni a far sentire, come ha fatto nel corso di tanti anni, la sua voce forte e chiara contro le ingiustizie politiche ed amministrative, cosi come documentano centinaia di note stampa e di interventi pubblici, ed a favore dello sviluppo calabrese". E' l'auspicio del capogruppo della Margherita in Consiglio regionale Vicenzo Sculco. "La speranza, pertanto - ha aggiunto Sculco - è che questo bruttissimo episodio si chiuda al più presto e che la magistratura, in fretta, definisca ogni contorno di una vicenda sulla quale, inoltre, per le implicazioni economiche che la gestione dei fondi comunitari suscita, è necessario che la politica calabrese faccia al più presto il punto. Piena solidarietà e vicinanza, infine, da parte dell'intero Gruppo consiliare della Margherita alla famiglia dell'amico Pacenza che, suo malgrado, ha subito un trauma che soltanto il tempo potrà attutire".

Sulla (DS) “I magistrati accelerino il loro lavoro”

18/08 "Chiedo ai Magistrati interessati uno sforzo straordinario per una accelerazione del loro lavoro in modo da poter chiarire rapidamente la reale posizione del compagno Franco Pacenza". E' quanto afferma in una nota il presidente della quarta commissione del consiglio regionale, Francesco Sulla. "C'é prima di tutto - ha aggiunto - una famiglia e poi anche la massima Istituzione calabrese ed un partito che hanno la necessità di riavere subito Franco nelle condizioni di piena operatività. Chi ha avuto modo di conosce Franco non ha potuto nutrire mai alcun dubbio sulla sua onestà e sul suo costante impegno a favore di quel mondo del lavoro che, secondo l'ipotesi accusatoria, lo avrebbe addirittura visto tramare ed operare contro. La speranza di chi come me, oltre ad una forte e meritata stima, nutre per lui anche un sincero affetto, è che non solo egli torni prestissimo nella sua famiglia ed al suo prezioso lavoro a favore delle Istituzioni e della gente di Calabria, ma che torni con la stessa serenità che lo ha contraddistinto fino a quel brutto e traumatizzante momento vissuto in quella che doveva essere una normale giornata di meritata vacanza, è necessario perciò che lui sappia che per noi nulla è assolutamente cambiato". "Rilevo - ha concluso Sulla - come un merito del mondo politico, sociale ed economico calabrese, senza distinzioni di schieramento, la reazione quasi unanime di stima nei confronti di Franco Pacenza e contemporaneamente di piena fiducia nella capacità degli organi inquirenti di individuare e perseguire i reali responsabili di reati ai danni di una regione e di un popolo che meritano ben altro".

Chiarella “Pacenza politico di valore”

18/08 "Franco Pacenza è conosciuto in Calabria come un politico di valore, che si è sempre contraddistinto per le sue battaglie a favore dei lavoratori". E' quanto afferma in una nota il consigliere regionale Egidio Chiarella del Movimento Repubblicani Europei circa l'inchiesta che ha portato all'arresto di Franco Pacenza. "Confido - ha concluso - nel serio lavoro della magistratura cosentina e mi auguro che Pacenza torni presto al suo lavoro".

Precedenti (link)

17/08 Truffa UE/Arresto Pacenza: Sviluppi nelle indagini, coinvolti SVI Calabria e la Regione. Nessun altro consigliere nelle indagini. Finti colloqui selettivi nella sede dei DS. Reazioni e commenti dal mondo politico.

17/08 Truffa alla UE Sensitec/Printec: Loiero “Indagini senza sconti ma in fretta”. Per Pacenza l’accusa è di concussione, assunzioni in cambio di voti, per il commercialista truffa aggravata. Avviata la procedura internazionale per arrestare i quattro tedeschi e i due turchi coinvolti.

16/08 Arresti eccellenti della Finanza per la truffa Sensitec/Printec. In manette il capogruppo dei DS della Calabria, Franco Pacenza, e un noto commercialista cosentino

27/06 Gli arresti del 27 giugno e l'inizio dell'indagine

 

 

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