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      Il Cosenza batte per la 5a volta il Trapani e accede ai quarti. Il sogno continua

       

      Tutino mette a segno la seocnda rete

       

      Il Cosenza batte per la 5a volta il Trapani e accede ai quarti. Il sogno continua

      23 mag 18 E sono cinque. Manco se fosse stato il più acerrimo nemico. Il Cosenza butta fuori anche dai play off il Trapani. Dopo averlo estromesso dalla Coppa Italia ed in un certo senso anche dal campionato, il team del Presidente Guarascio vince per la seconda volta a domicilio espugnando il “Provinciale” con un secco due a zero. Una gara fatta di una mostruosa intelligenza ed altrettanta tattica. Senza sprecare più di tante energie il Cosenza lascia giocare i padroni di casa che si schiantano contro una difesa granitica comandata da Dermaku. Cinica quanto basta, fredda e concentrats alla bisogna. La squadra di Braglia comincia a mostrare una personalità che adesso fa paura a tutti gli avversari. Oggi come oggi nessuno vuole incontrare questo Cosenza. Ancora una volta i due attaccanti Okereke e Tutino vanno a segno. Guariti dall’anemia dei gol? Può darsi. Intanto nelle quattro gare dei play off (però sono 5 le partite giocate in 12 giorni, inclusa l’ultima col Trapani) i Lupi hanno messo a segno 7 reti, tutte realizzate da attaccanti. Baclet, Tutino(3) e Okereke (3). E nonostante le 5 gare in meno di due settimane continuano a correre. Si, è ufficiale, si stanno divertendo. Ma quel che più lascia sbalorditi è la maturità raggiunta dai giovanotti a cui nessuno, fino ad oggi, dava credito. Se la ride Trinchera, oggetto di tante critiche. Lo avevamo detto a fine girone d’andata. Artefice di quanto sta facendo il Cosenza è anche lui. Non solo il genio Braglia. I giovani crescono e Okereke e Tutino, su tutti, stanno dimostrando che a furia di “cazziatoni” del tecnico e tirate d’orecchie del DS hanno imparato la lezione. Ancora non è stato fatto niente. E’ vero. Si è arrivati ai quarti di finale come l’anno scorso con Roselli. Allora ci fu lo “scandalo” dell’arbitro che assegnò un gol incredibilmente non valido e lasciò a terra Baclet senza sensi per un colossale rigore. Il Pontedera ringraziò e passò il turno. Intanto domani si saprà contro chi si giocheranno i quarti di finale. Una tra Siena, Catania, SudTirole e la Samb di Pietro Perina. Il Cosenza c’è, C'è cn con corpo e anima. Lasciatemi aggiungere un complimento, serio, allo staff medico ed al preparatore atletico. Arrivare a giocare queste partite in una forma paurosa è davvero incredibile. Vincere mette le ali. Sarà pure vero che il Trapani è arrivato col fiato lungo ai play off. Ma il Cosenza non è stato da meno. La rincorsa per uscire dal penultimo posto. La crisi di gennaio. Poi di nuovo la forma di questo finale mostrano che, evidentemente, la squadra sta crescendo anche nella gestione delle forze. Oggi l’esempio più plastico. Nessuno spreco di energie. Tale da far arrabbiare anche il tecnico che nel primo tempo chiedeva di chiudere la partita. Ma i giocatori sembravano giocare come come col gatto col topo. la zampetta che sfiora più volte la vittima e poi: zaff! Le due zampate letali che stendono l’avversario, inesorabilmente. Vero che Calori ci mette del suo. Vista l’anemia il tecnico avversario schiera cinque punte contro i Lupi. Una sorta di suicidio. Un invito al contropiede che puntualmente è arrivato. Prima la zampata di Okereke che ruba un pallone innocente e se ne va da solo al tiro co la sua rasoiata micidiale. E’ la seconda volta che ce la fa vedere. Ma quant’è bella. Poi Corsi che fa lo stesso. Cattura un pallone a centrocampo e serve un assit al bacio per la testa di Tutino. Della serie: basta spingere. Gennaro è incredulo e dopo il gol ringrazia il cielo e in ginocchio ringrazia il Santo che lo protegge. “Voglio andare in B col Cosenza”. Dirà a fine gara. Intanto Braglia gongola e vede crescere tutta la squadra sottolineando come i giovanotti ’96. ’97 e ’98, e tanti 94, stiano facendo grandi cose. Un’esperienza del genere chiunque avrebbe voluto farla. Figuriamoci i giovani che vengono forgiati nel crogiulo di prestazioni sopra la media. Braglia ne ha anche per Mungo: Se corre così al servizio della squadra io mi arrendo, dice sorridendo. Oltre l’autostima. Questa squadra sta imparando a gestire al meglio le gare. Ma ancora, e lo ripetiamo, non è stato fatto niente. Ora viene il bello. Sotto a chi tocca. Il sogno continua.

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