Il Cosenza straccia pure il Lecce a domicilio e vola in semifinale

14 feb 18 Prima il Catania, poi il Trapani e il Lecce, il Cosenza di Braglia continua a stupire e menare le danze. Battendo per due a zero i salentini in casa loro i Lupi della Sila accedono alle semifinali della Coppa Italia di serie C. Giocheranno la gara di andata fuori contro la Viterbese mercoledì prossimo, data che, però, potrebbe subire una variazione visto che il lunedì precedente il Cosenza gioca in posticipo televisivo il derby contro la Reggina. “Non dovete fare i complimenti a me” dice il coach rossoblu a fine gara “ma ai ragazzi che si stanno divertendo”. Di poche parole, carattere un po burbero, all’apparenza, ma sempre signore nei comportamenti e nell’animo, Piero Braglia fa dell’umiltà la sua arma migliore. L’arma dei grandi. Poche parole e tanti fatti. Tredici risultati utili consecutivi: 10 in campionato e 3 in Coppa Italia. Scala la statistica dei migliori allenatori del Cosenza. La vittoria di oggi, non ci sono dubbi, è tutto merito suo. Suo e di un gruppo che ha radicalmente trasformato. Ha preso il Cosenza alla quinta giornata di campionato quando, letteralmente allo sbando, aveva collezionato soltanto due punti e viaggiava negli ultimi due posti della classifica. Oggi il Cosenza è al quinto posto in campionato e si è qualificato alle semifinali di Coppa Italia. Ha battuto le prime tre in classifica, Lecce, Catania e Trapani a domicilio sfiorando anche la vittoria in campionato a Catania domenica scorsa. Bastava arrivasse un mese prima. Purtroppo le parole rimangono tali. I fatti danno ragione a lui e al gruppo che ha in mano. Vedere giocare oggi il Cosenza è davvero un piacere. Con le seconde linee in campo mai una piega o un affanno. Ma, come dice Braglia, non ci sono seconde linee. Chi entra, vedi Boniotti, fa la sua grossa figura. Pronto, anzi prontissimo e da tenere presente. Una gara davvero esaltante. O la sorpresa Zommers, piacevole sorpresa, con quel pizzico di follia che molti dei migliori portieri passati dal San Vito Marulla hanno dimostrato essere la marcia in più. Contagiati dal gruppo. I nuovi arrivati hanno preso la stessa malattia dei loro compagni. Un’influenza scoppiata dopo la gara persa col Catanzaro. Al centro sempre il tecnico che è riuscito a suonare le corde dell’orgoglio di tutti i calciatori. Così oggi in campo l’allenatore toscano raccoglie i frutti di un lavoro certosino. Il Cosenza che da un po di tempo a questa parte stiamo “ammirando” sui campi dove gioca. Palle di prima, sponde, raddoppi, tre tocchi e palla in porta, una squadra che non ha mai sofferto gli avversari. Anzi, già dal primo minuto si mangia una occasione colossale con Trovato che da buonissima posizione manda di poco fuori un pallone destinato nella rete. A soffrire in campo, però, sono gli avversari. Non reggono il rimo dei Lupi e sono costretti al tiro da fuori o al lancio lungo a spiovere in area. Demaku ci va a nozze. Di fianco a lui non sfigurano Pasqualoni e Camigliano. E tanto per gradire tra i tre esce, senza farsi alcun problema, Zommers che, spesso e volentieri, legge tutti i palloni in arrivo e anticipa tutti. Un giovanotto classe 97, appena 21 anni. Hai capito. Si butta anche sui palloni che probabilmente sono destinati fuori. Le cose che piacciono a Braglia. Insomma il Lecce prova a fare la partita ma sono Loviso e compagni che annullano ogni giocata. Si va avanti così per tutto il primo tempo. Poi il mago tira fuori il coniglio dal cappello. Braglia legge un Ciancio che avanza troppo e addosso gli mette Okereke. La mossa più azzeccata della partita. Appena entra i salentini perdono spinta e subiscono le sue progressioni. Il tecnico mette la sua squadra a specchio e porta Ramos nel suo ruolo naturale. Parte dal fondo e spesso lo si trova anche in mezzo all’area a concludere. Appunti per il futuro. Il vantaggio arriva , più o meno, inaspettato all’ora di gioco. Combinazione veloce e palla che arriva nei piedi di Perez in penetrazione in area. L’attaccante, che è di categoria superiore, vede la testolina di Okereke spuntare libera sull’altro palo. E’ un attimo. Invece del tiro in porta, chiuso da due avversari più il portiere, porta la palla, e gli avversari, sul fondo per il cross. Okerke prende l’ascensore. Di fronte ha “piccolo” Arrigoni che salta come può. Ma la testa di Okereke è più lesta, e molto più alta. Gonfia la rete con un cioccolatino in cambio per Perez. Poco dopo il raddoppio di Ramos è sfiorato per un pelo. Ma neanche sei minuti e il Lecce non trova di meglio che falciare dal limite Trovato, è proprio l’Arrigoni mascherato a scalciarlo, per una punizione al bacio. Qui sale in cattedra il direttore d’orchestra, il Conte Max Loviso che si piazza la sfera. Confabula con Ramos e Bruccini e poi concede il bis, dopo i rigori le punizioni perfette. Bingol!. Direttamente in rete. Due a zero e tutti a casa. Liverani raccoglie le baghettelle e prova l’ultima mossa che gli rimane, dopo Mancosu cala anche il jolly. In campo pure Pacilli. Ma il Cosenza è già in assetto porta a casa. Corsi per Mungo garantisce altra copertura e blinda il risultato e la semifinale. A Caturano non riesce neanche il gol della bandiera. Lo segna in fuorigioco. Triplice fischio e stadio di via del mare violato. Non perdevamo da tredici partite, suppergiù. Il Cosenza si è divertito e torna a casa a preparare il derby con la Reggina lunedì prossimo. la Viterbese può aspettare. Ce n’è anche per lei. Chiusura con dedica all'innamorata, il Cosenza, dei tifosi rossoblu sugli spalti: Auguri amore mio, buon San Valentino.