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      Un bel Cosenza rosica per una sconfiita da polli

       

       

      Un bel Cosenza rosica per una sconfiita da polli

      30 lug 17 Il Cosenza ci aveva creduto, i tifosi pure. Alla fine, però, rimane il rosico di una vittoria sfuggita di mano in maniera incredibile. Quasi da polli. Fontana ci teneva tanto e i suoi giocatori iure. Lo confessa Manuel Pascalia fine gara che “volevamo andare a Salerno ma ci siamo fatti tre gol da soli”. E si! Purtroppo tre errori marchiani impediscono al Cosenza di passare il turno di questa benedetta TIM Cup, giocata da quattro stagioni e non ancora superata nella prima fase. Eppure, dopo appena 20 giorni, il tecnico rossoblu sul campo è riuscito a mettere un Cosenza davvero piacevole a vedersi. Incompleto ancora nei reparti: manca soprattutto un regista di ruolo, e tanti infortuni, la squadra è piaciuta tantissimo per il suo gioco di prima, sempre palla a terra e corta peggio di una minigonna.

      Difesa altissima. La linea di difesa sul cerchio di centrocampo, il portiere che gioca da libero, i Lupi mostrano il loro nuovo volto targato Fontana. Ma dopo soli venti giorni di stare assieme non si poteva chiedere di più. DI fonte una signa squadra. L’Alessandria che nella scorsa stagione ha dominato il suo campionato arrivando in finale playoff. Stessa squadra e stessa qualità. Con qualche defezione importante in avanti (Bocalon che sta cambiando casacca) i grigi si presentano al Marulla con le polveri bagnate. Quattro occasioni nitide davanti a Perina e il numero uno del Cosenza che prima si esalta e poi combina una frittata. Ma non gli si può dir niente. Il nuovo modulo che lo costringe a stare fuori dall’area, addirittura, va assimilato per bene e quando ti fa trovare in difficoltà, probabilmente, il pallone è meglio spedirlo fuori che in avanti a cercare compagni. E’ capitato che sul 2 a 1 la respinta di Perina con i piedi, in difficoltà perché lontano dai pali, innescasse il gol del pari dell’Alessandria. Per carità, nessuna colpa è da ascrivere al fortissimo portiere rossoblu. C’è soltanto da “erudirlo” al meglio per situazioni come quelle che si sono presentate oggi. Un assetto tattico spregiudicato, a nostro avviso, che da i suoi frutti.

      Gioco di prima e palla a terra. Dopo dieci minuti di pressing a tutto campo degli ospiti il Cosenza ha tenuto botta ed è andato anche in gol. Un gol bello davvero, del giovane Tutino, bloccato da un fuorigioco inesistente. Fase d’attacco dell’Alessandria, Mungo ruba palla e la lancia a Mendicino, quest’ultimo vede ben piazzato Tutino che scatta sulla sinistra. si beve con una finta, ed una freddezza da ‘grande’, il portierev e la mette dentro. Niente da fare. Questa mossa, però, gela i “grigi” che diventano più guardinghi. Così il Cosenza mena le danze anche se tutto grava sulle fasce. Mendicino controllato bene non trova spazi e così Caccavallo e Tutino tengono in apprensione la quadrata difesa grigia. Ma l’Alessandria è squadra tosta e con Marconi due volte e Gonzalez si presentano davanti a Perina mancando il bersaglio grosso di una soffio. Perina in una occasione, però, ci mette la sua con una uscita kamikaze sui piedi sventando in angolo.

      Applausi a fine gara. La curiosità di vedere come gioca il Cosenza, targato Fontana, è appagata e, nonostante la sconfitta, sottolineata da applausi a fine partita. Ma un vero giudizio non lo si può dare viste le assenze importanti. Bruccini su tutti. Poi Baclet e un Loviso a mezzo servizio che mostra limiti di condizione evidenti. Tanta classe ed esperienza ma non basta. I giovani, però, si mettono in mostra. Palmiero su tutti fa vedere di saper gestire le chiavi di centrocampo anche se il tecnico, a turno, le chiavi le fa girare a Calamai e Mungo. Un escamotage per ovviare alla mancanza di un regista di ruolo. Il costruttore del gioco cambia. E’ vero che non da riferimenti ma è anche vero che quando c’è bisogno di ragionare quando vai in affanno per mancanza di “ossigeno”, dopo l’ora di gioco, quanto di buono fatto se ne va a farsi benedire. E’ la prima gara vera del Cosenza e c’è tutto il tempo per correggere e rimediare. Non solo a centrocampo ma anche in difesa dove ancora i meccanismi non sono oleati alla perfezione. Prendere due gol su calcio d’angolo, bhè, non è proprio il massimo. Dallo stesso corner poi.

      Bicchiere mezzo pieno. Intanto c’è da guardare il bicchiere mezzo pieno fatto di un capolavoro di Pascali che sfodera una rovesciata in area bagnata dal gol. “Ho detto che quest’anno voglio stupire anche me stesso, e lo farò” dice il milanese a fine gara in sala stampa. “Mi manca ora solo il gol da metà campo", sottolinea sorridendo. Hai capito! Fontana ha chiesto aggressività ai suoi che, nonostante i carichi della preparazione, mostrano una tenuta in campo davvero buona. Una partita con i supplementari non è roba da poco. Mezz’ora in più di gioco. Mezz’ora che costa la qualificazione nonostante l’uomo in più. Gonzalez buttato fuori per aver sputato in faccia un avversario. Non sfruttato a dovere. Così nei supplementari il tasso tecnico dell’avversario prevale e porta via la qualificazione. Il Lupi ci avevano creduto. A quattro dalla fine il tiro di Caccavallo deviato in rete da Fissore aveva illuso tutti. Poi nel primo minuto di recupero capitan Cazzola ha fatto fessa tutta la difesa sugli sviluppi di un corner. Il resto lo abbiamo già raccontato, L’autorete di Pascali, involontaria, a soli 2 minuti dal termine chiude la partita. Ma apre un capitolo nuovo che sta per essere scritto. Fontana dimostra di avere gli attributi. Ora tocca a Guarascio accontentarlo con quel pizzico che manca per trasformare questa valida compagine in una “macchina da guerra”.

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