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    Il Cosenza fa harakiri ad Andria e dice addio ai playoff, anche se la matematica ...

    Criaco, Arrigoni, Statella, Caccetta, La Mantia, Perina, Blondett, Arrighini, Di Nunzio, Tedeschi, Corsi

     

    Il Cosenza fa harakiri ad Andria e dice addio ai playoff, anche se la matematica ...

    30 apr 16 Si chiude così, per il Cosenza, con un pareggio beffa, una stagione da incorniciare come quella del vorrei ma non posso. Una stagione partita con tanti interrogativi e terminata con sentenze inappellabili. Eppure il campionato, dipinto come una B2 tutta difficoltà, era alla portata di questa squadra. Giovani e meno giovani, tutti validissimi, che sul campo hanno sempre dato l’anima. Un gruppo solido che, nonostante tutto, ha retto fino alla fine. Nonostante le incomprensioni e le “vedute” decisamente troppo rigide su alcuni giocatori. Il pari con l’Andria arriva praticamente a stagione quasi finita con la matematica che dà una flebile speranza. Alla Casertana basta un solo punto, così come alla Paganese, che punta alla Coppa Tim, sua prossima avversaria. I giochi sono fatti ed il Benevento è matematicamente in serie B. Quasi tutto fatto per i play off con Foggia quasi certo e Lecce e Casertana dentro anche se l’Alessandria, quarta a 57 punti nel girone A, vince. Basta un solo punto per le due del girone C. E il Cosenza? Si lecca le ferite. Dicevamo del vorrei ma non posso. Partita per fare meglio della scorsa stagione, la squadra rossoblu non ha fatto quello sforzo necessario, nel mercato di gennaio, a rinforzare l’organico e ora si mangia le mani. Eppure di match ball ne ha avuti ben tre. Ad Agrigento, con la Paganese in casa ed a Matera, la classifica offriva agganci di vetta. Match ball giocati malissimo con l’apice della sfortuna toccata in casa contro il Lecce. Vero, organico da categoria superiore, ma sul campo squadra controllata, raggiunta e poi, per strafare, lasciata andare via col bottino pieno. Errori che si pagano a caro prezzo. Inutile conteggiare i vari punticini lasciati in casa all’Akragas, o fuori con Juve Stabia e Paganese. Tutte gare in cui al Cosenza è mancato solo il gol. Il gol che quest’anno fa rima con La Mantia. Undici centri, migliore marcatore e trattato non proprio benissimo. Lui, professionista serio che ha tenuto sempre botta ed alle parole ha risposto con i gol. Un campione di bontà ed un professionista. Avrà pure sbottato qualche volta di troppo ma chi non lo avrebbe fatto, per le pressioni che ha subito? Tornando alla gara di Andria il Cosenza mostra pregi e difetti di tutta una stagione. Parte al rallentatore, lascia spazio e quasi un tempo all’avversario per poi reagire e raddrizzare la barca. Poi nel secondo tempo, a schemi saltati, gioca col cuore e non solo va in vantaggio, mette dentro anche il gol del tre a uno che avrebbe dovuto chiudere la partita. E invece no. Nel finale ancora una volta la paura di non farcela. Si abbassa il baricentro e puntuale arriva il pari. Sul filo del rasoio. Stesso film, o quasi, visto a Melfi. Sarebbero stati quattro punti in più. Inutile fare i coni col passato o peggio ancora piangere sul latte versato. Questa stagione è da incorniciare e questi 57 punti sono da mettere nel libro dei ricordi come un gran campionato. La piazza preme, vorrebbe bruciare le tappe. Avrebbe voluto arrivare li dove il Cosenza ha interrotto nel 2003. Tredici anni fatti di polvere di quarta categoria, una mini scalata terminata con un fallimento e il restart della gestione Guarascio. L'imprenditore lametino ha costruito una società sana. Basi solide su cui si deve costruire ancora meglio il futuro. Crotone deve essere da esempio. Programmare la prossima stagione con acume e competenza. C’è tanta esperienza da salvaguardare. Meluso questo lo sa. Andiamo all’ultima giornata con la consapevolezza di aver fatto il massimo con l’organico disponibile. Gli errori non ci riguardano. Guardiamo avanti. Adesso bisogna chiudere la stagione in bellezza. Il pallone è rotondo e nel calcio, nonostante tutto abbia una logica, ogni risultato è possibile. Anche l’imprevedibile. Forza Lupi.

    Andria-Cosenza 3-3
    Reti: 14' Onescu, 45' e 56' La Mantia, 46' Statella, 79' Capellini, 93' Cianci

    FIDELIS ANDRIA (3-5-2): Cilli; Aya, Stendardo, Fissore (54’ Capellini); Tartaglia, Strambelli, Bisoli, Onescu, Bangoura; Grandolfo (73’ De Vena), Bollino (62’ Cianci). A disp.: Castellano, Vittiglio, Matera, Paterni, Cianci, Garcia. All.: D’Angelo
    COSENZA (4-4-2): Perina; Corsi, Di Nunzio, Tedeschi, Blondett; Criaco (76’ Fiordilino), Arrigoni, Caccetta, Statella; La Mantia (69’ st Parigi), Arrighini. A disp.: Saracco, Di Somma, Ventre, Cavallaro. All.: Roselli
    ARBITRO: Baroni di Firenze
    Spettatori: circa 1600 con 50 ospiti.
    Espulsi: Allenatore dell’Andria D’Angelo per protesta.
    Ammoniti: Caccetta, Stendardo, Corsi, Onescu, Tartaglia
    Angoli: 6-2 (2-1)
    Recupero: 1’ pt – 3’ st

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