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    Dirty Soccer: la DDA attende altri atti, probabili sviluppi. La Vigor si dichiara estranea

     

    Dirty Soccer: la DDA attende altri atti, probabili sviluppi. La Vigor si dichiara estranea. Procura Figc chiede atti

    22 mag 15 Potrebbe ricevere nuovo impulso già dall'inizio della prossima settimana, l'inchiesta della Dda di Catanzaro sul calcioscommesse. I magistrati, infatti, sono in attesa di ricevere gli atti dai tribunali dei luoghi dove sono stati sottoposti a fermo gli indagati ed il materiale recuperato nel corso delle perquisizioni. Cosa che dovrebbe avvenire, appunto tra lunedì e martedì prossimi. L'attenzione degli inquirenti e degli investigatori della squadra mobile si concentrerà soprattutto sui verbali di quegli indagati che hanno risposto al gip in sede di interrogatorio di garanzia. Alcuni di loro, infatti, hanno già fatto le prime ammissioni di responsabilità in merito alle combine di partite e non è da escludere che ciò possa essere il preludio di una collaborazione con gli inquirenti. I magistrati catanzaresi contano poi di trovare riscontri e nuovi impulsi investigativi, anche dal materiale sequestrato nel corso delle perquisizioni: pizzini, documenti, ma, soprattutto, le memorie di tablet e smartphone. Gli investigatori, infatti, sono certi che in determinate fasi delle trattative per definire l'aggiustamento delle gare, gli indagati abbiano comunicato tramite la chat di whatsapp, più difficile da intercettare rispetto ad una normale comunicazione. In base a quello che emergerà dal lavoro di analisi di tutte le informazioni che perverranno alla Dda, non è da escludere che le posizioni di alcuni indagati possano anche aggravarsi.

    Procura Federcalcio ha chiesto atti. La procura della Federcalcio ha formalmente chiesto l'acquisizione degli atti dell'inchiesta della procura di Catanzaro 'Dirty soccer'' come aveva preannunciato subito dopo aver appreso la notizia dell'indagine. Confermando lo spirito di collaborazione che il pm calabrese aveva dimostrato sin dall'inizio, gli atti saranno messi a disposizione della procura Figc in tempi molto brevi.

    La Vigor si dichiara estranea. La Società Vigor Lamezia Calcio, in una nota, "in merito alle notizie riportate nell'ambito dell'operazione "Dirty Soccer", evidenzia la sua assoluta estraneità a qualsiasi eventuale ipotesi illecita che possa direttamente o indirettamente coinvolgerla". La società "precisa che il presidente Claudio Arpaia ha richiesto il rilascio di copia degli atti relativi al procedimento penale e formalizzerá immediata richiesta di essere sottoposto ad interrogatorio per chiarire in tempi rapidissimi la sua assoluta estraneità all'ipotesi di reato contestata". La Vigor Lamezia, poi, afferma che Felice Bellini "non riveste alcuna carica all'interno della società, né riveste quella indicata di responsabile marketing. Gli sviluppi della vicenda dimostreranno senza ombra di dubbio l'estraneità e la Vigor Lamezia difenderà in ogni sede e in ogni ambito la linearità dei suoi comportamenti, da sempre unanimemente riconosciuta".

    Resta in carcere presidente Neapolis. Resta in carcere ma viene esclusa l'aggravante di aver agevolato un clan mafioso per Mario Moxedano, presidente della squadra di calcio Neapolis (serie D) coinvolto nell'inchiesta della procura di Catanzaro sul calcioscommesse. Il gip del Tribunale di Napoli non ha convalidato oggi il fermo, non ravvisando il pericolo di fuga, ma ha emesso una ordinanza di custodia in carcere. Accogliendo una richiesta dei suoi legali, avvocati Luigi Senese e Saverio Senese, il gip non ha ravvisato gli elementi che hanno portato gli inquirenti calabresi a contestare l'art. 7, ovvero l'aggravante relativa ai presunti legami con una cosca della 'ndrangheta, il clan Iannuzzo. Ieri il gip aveva disposto la scarcerazione del figlio, Raffaele Moxedano, calciatore e capitano del Neapolis, ritenendo non sussistenti i gravi indizi di colpevolezza. I familiari di Moxedano, in un comunicato diffuso in serata, ''segnalano preoccupati che appare davvero eccessivo il ricorso alla carcerazione cautelare in un Paese nel quale la carcerazione preventiva dovrebbe, per legge, essere adottata solo nei casi estremi''. ''C'è da chiedersi perché - si legge nella nota - Mario Moxedano, imprenditore incensurato, sia stato privato della libertà personale per difendersi dalle accuse che gli sono state mosse nel decreto di fermo, invece di essere convocato, da libero, dai magistrati inquirenti, per fornire tutti i chiarimenti che è stato, viceversa, costretto a fornire in sede di convalida''.

    Non competenza, Gip non convalida fermi Bellini e La Ferla. Non convalida del fermo e dichiarazione di incompetenza territoriale sui singoli episodi, con trasmissione degli atti ad altro ufficio giudiziario. E' la decisione del gip di Catanzaro che oggi si è espresso sulle posizioni di Felice Bellini, ex direttore sportivo del Gudja United Malta e attuale dirigente responsabile marketing della Vigor Lamezia, e del suo uomo di fiducia Sebastiano La Ferla, sottoposti a fermo martedì scorso nell'ambito dell'inchiesta della Dda catanzarese sul calcioscommesse. Il gip, accogliendo per Bellini le richieste dei suoi legali, gli avvocati Arturo Bova e Antonio Lomonaco - decisione poi estesa anche a La Ferla - ha ritenuto che per gli episodi contestati ai due indagati (la combine di tre partite) non essendo stato contestato il reato associativo, è competente il Tribunale di Lamezia. I due indagati sono stati quindi scarcerati.

    Domiciliari a ex DS L'Aquila, Di Nicolae no ad associazione a delinquere. Il Gip del tribunale di Venezia ha concesso la misura degli arresti domiciliari all'ex capo dell'area tecnica dell'Aquila Calcio, Ercole Di Nicola, fermato due giorni fa a Venezia nell'ambito dell'inchiesta della Procura di Catanzaro sul calcioscommesse. Di Nicola tornerà nella sua casa in provincia di Teramo accompagnato dal suo avvocato, Libera D'Amelio; il viaggio sarà come ha sottolineato lo stesso avvocato "senza scorta". "Eravamo fiduciosi e questo è un piccolo passo verso l'accertamento della verità", ha spiegato il legale del foro di Teramo.
    Il gip del tribunale di Venezia Barbara Lancieri non ha solo concesso i domiciliari all'ex capo area dell'Aquila calcio, Ercole Di Nicola, rinchiuso per due giorni nel carcere della città lagunare nell'ambito dell' inchiesta della procura di Catanzaro sul calcioscommesse, ma alleggerito molto la posizione dell'ex tesserato della società rossoblù: il giudice ha ritenuto insussistente l'accusa più grave, quella dell'associazione a delinquere, non ha ritenuto che ci fossero elementi per la convalida del fermo ed inoltre ha stabilito che si ridetermini la competenza territoriale alla luce del venir meno dell'associazione che secondo il pm si sarebbe consumata a Catanzaro. È lo stesso legale di Di Nicola, Libera d'Amelio del foro di Teramo, a renderlo noto con toni molto soddisfatti appena letta l'ordinanza del gip del tribunale di Venezia emessa oggi dopo l' udienza di convalida di ieri. Ora si dovrà vedere se la procura ricorrerà in Cassazione. "Quella nostra è una vittoria importante visto che è decaduta l'accusa più grave - spiega l'avvocato che è in viaggio con lo stesso Di Nicola verso la casa di Morro d'Oro (Teramo) dove sconterà i domiciliari - è una grande gioia essere riuscita a riportare Ercole a casa". L'ex capo dell'area tecnica ritenuto nelle carte dell'inchiesta uno dei cardini dell'organizzazione, si era avvalso dalla facoltà di non rispondere sia nell' interrogatorio di garanzia sia nell'udienza di convalida dell' arresto, questo per esigenze difensive visto che Di Nicola aveva detto con forza al suo legale che si trattava di "un colossale fraintendimento". L'avvocato d'Amelio invece nel corso dell' udienza aveva sottolineato "le numerose incongruenze a partire dall'inesistenza dell'associazione a delinquere visto che non c'è struttura organizzativa, presenza gerarchica, conoscenza di un luogo principale per decisioni e riunioni". "C'è un passaggio dell'ordinanza di custodia cautelare in cui si dice che 'Di Nicola non sembra sapere quali siano i giocatori contattati per truccare le partite', abbiamo sottolineato che non ci sono prove che il mio assistito abbia pagato giocatori o dirigenti o che abbia fatto scommesse sulle partite incriminate, a maggior ragione essendo stato controllato dal dicembre dello scorso anno".
    Di Nicola: Mai venduto partite. "Ora voglio tornare libero e mi voglio riabilitare come uomo e come professionista, non ho mai venduto le partite, c'è stato un grosso fraintendimento". Con queste parole pronunciate con emozione e commozione l'ex capo dell'area tecnica dell'Aquila Calcio, Ercole Di Nicola, ha riabbracciato i propri cari nella sua casa di Morro D'Oro (Teramo) dopo due giorni di carcere a Venezia dove è stato fermato in seguito all'inchiesta sul calcioscommesse della procura di Catanzaro. A Di Nicola, considerato uno dei capi dell'organizzazione, il gip del tribunale di Venezia ha concesso i domiciliari, oltre ad aver emesso una ordinanza nella quale decade l'accusa più grave, quella di associazione a delinquere, e si dispone una diversa competenza territoriale rispetto a quella di Catanzaro. "Si sta iniziando ad avere chiarezza - spiega l'avvocato libera D'Amelio del foro di Teramo, tornata in Abruzzo con Di Nicola, -. Sono contenta dell'epilogo e del fatto che il mio assistito è stato il primo ad ottenere i domiciliari e la cancellazione dell'associazione a delinquere, da questo hanno capito e valutato anche gli altri tribunali. Ora dobbiamo lavorare per farlo tornare libero". In riferimento alle responsabilità Di Nicola, il legale sottolinea che "il mio assistito è stato sicuramente incauto e questo comportamento ha innescato equivoci". "Evitato il carcere e decaduta l'accusa più grande è stato grande perché Di Nicola non ha organizzato combine. Posso dire che da questa esperienza esce fuori un ercole uomo - conclude il legale - che vuole recuperare immagine e credibilità".

    Scarcerato l'allenatore del Barletta: Corda. E' stato scarcerato su decisione del gip Francesco Meloni, Ninni Corda, l'allenatore del Barletta, coinvolto nell'inchiesta "Dirty Soccer" della procura di Catanzaro. Tre le partite del Barletta in cui, secondo l'accusa Corda avrebbe facilitato la combine: Barletta-Catanzaro, Aversa-Barletta, Barletta Vigor Lamezia. Ieri davanti al giudice, Corda aveva risposto a tutte le domande e respinto le accuse di frode sportiva. Subito dopo l'interrogatorio i suoi legali, gli avvocati Paolo Lavagnino e Alain Barbera, avevano presentato istanza di scarcerazione. Respinta, invece, l'istanza di arresti domiciliari per un altro personaggio finito nell'inchiesta, l'albanese Edmond Nerjaku, accusato oltre che di frode sportiva anche di estorsione.

    Pansa:Una brutta pagina. "E' una brutta pagina" per il mondo del calcio. Così il capo della polizia, Alessandro Pansa, ha commentato l'ennesimo scandalo calcioscommesse. "E' evidente che il sistema dell'imbroglio continua ad emergere - aggiunge - e dunque il tema vero è quello di introdurre meccanismi di legalità all'interno del calcio". Su questo fronte, ha aggiunto, la polizia sta lavorando da anni sia attraverso l'Osservatorio sulle manifestazioni sportive sia con i nuclei giochi e scommesse nelle squadre mobili.

    Ex 007: trovai le prove 4 anni fa. Panfilo Albertini è stato il primo, nel 2011, a capire che i campionati italiani erano, in gran parte, nelle mani degli scommettitori. Il primo ad avere le prove su quel portiere della Cremonese, Marco Paoloni, che distribuiva papere e scommesse sicure in giro per l'italia. Lo racconta lui stesso in un'intervista a Repubblica in cui spiega: "Palazzi delegò due vice procuratori che però per una decina di giorni non fecero praticamente nulla. Mi dissero che per impegni di uno di loro, non erano riusciti ad ascoltare Erodiani". "Dieci giorni dopo - prosegue - il caso esplose perché i pm di Cremona ordinarono una raffica di arresti. Il risultato è che mi hanno messo sott'accusa per aver indagato senza autorizzazione. E sono stato destituito. Io sono a casa, il che alla mia età ci può anche stare. Ma che quei giocatori sui quali indagavamo, che per la procura vendevano partite sono ancora lì: Gillet, Masiello. Mi sembrano messaggi molto chiari. L'unico a essere stato allontanato definitivamente sono stato io, come se fossi stato io a far crollare il castello della credibilità del sistema sportivo. Insomma, il problema del calcio in Italia sono stato io che ho investigato per due settimane da solo e poi denunciato". Sullo scandalo di Catanzaro, l'ex 007 spiega: "Casi come quello si verificano perché le condanne sono state troppo blande. Anzi, in alcuni casi,non ci sono proprio state. Se non punisci, è chiaro che poi tutto si ripresenta uguale e identico. E questo vale ancora di più nelle serie minori, dove i calciatori sono più facilmente aggredibili da certa gente, dove guadagnano poco, quando riescono a prendere lo stipendio".

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