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    Acque agitate in Lega Pro: 31 dei 60 club si autoconvocano

     

    Acque agitate in Lega Pro: 31 dei 60 club si autoconvocano

    11 mag 15 Acque sempre più agitate dentro la Lega Pro: 31 dei 60 club si sono autoconvocati per cercare una soluzione per risolvere quella che il presidente del Prato Paolo Toccafondo definisce "una situazione sempre più critica sotto il profilo politico, sportivo e soprattutto economico". Nella stessa sede fiorentina della ex Serie C, si sono riuniti i vicepresidenti Archimede Pitrolo e Antonio Rizzo e il consiglio direttivo per presentare la gestione della fase finale degli attuali campionati e la programmazione sportivo-organizzativa della prossima stagione, che prevede fra le altre cose la modifica dei requisiti richiesti per le iscrizioni (sarà abbassata la fidejussione da 600.000 a 400.000 euro) e della composizione degli organici che dovranno essere composti da 24 professionisti di cui 8 Under 21. La Lega Pro è alle prese con un bilancio non ancora approvato, un presidente, Mario Macalli, squalificato per 6 mesi per la vicenda Pergocrema e un direttore generale, Francesco Ghirelli, prima licenziato e ora reintegrato dal Tribunale del Lavoro di Firenze. "Se non interveniamo rischiamo di scomparire", è l'allarme lanciato da Toccafondi e dal patron del Messina Pietro Lo Monaco, che aggiungono: "Serve una presa di coscienza seria". Nella riunione di stamani (cui hanno partecipato 31 club, come ha specificato Toccafondi, 17 invece secondo la lista diffusa durante la conferenza stampa di Pitrolo e Rizzo) è stato stilato un documento con un'analisi dello stato economico e sportivo della Lega Pro e una serie di idee, non escludendo un futuro coinvolgimento del Coni e l'ipotesi di costituirsi parte in causa contro l'attuale 'governance' della Lega Pro. Immediata la replica di Pitrolo e Rizzo: "La contestazione è sempre da ascoltare se riguarda questioni di politica sportiva vera - ha detto il primo - se invece come successo ultimamente è strumentale allora può dare fastidio. Io sono stato bersaglio di attacchi, ho dato massima disponibilità a parlare di cose reali. Se ci limitiamo alle maldicenze non va bene". "Una governance non si sfiducia per una mancata approvazione del bilancio - ha aggiunto il secondo - c'è un iter e va seguito. Il Consiglio direttivo è convinto di aver agito correttamente". Quanto al presidente inibito Macalli "pensa di ricorrere - ha detto Pitrolo - Dimissioni? I regolamenti dicono che lui può restare in carica"

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