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    Marco Negri a Cosenza presenta il suo libro

     

    Marco Negri a Cosenza presenta il suo libro

    13 dic 14 Più che un deja-vu è un vero e proprio tuffo nel passato. Un'emozione unica. Incontrare tanti amici,magari oggi con i capelli bianchi, che hanno raccontato le sue gesta e lo hanno incitato dagli spalti. Stiamo parlando di Marco Negri, attaccante del Cosenza meraviglie di un altro grande allenatore, Zaccheroni, che per due stagioni di serie B, prima nel 92-93 (fece 4 gol) e poi nel 94-95 quando esplose realizzando ben 19 gol, fece impazzire il San Vito. "Toranre qui è im'emozione unica" ci racconta spiegando i tanti retroscena di quelel stagioni che lo videro protagonista. Già ieri sera a cena con Marino, Marulla e De Rosa il primo impatto a cena con l'ennesimo scherzo, una telefonata di Napolitano, complice delle tante avventura che uno spogliatoio, fatto di uomini veri, unico nel suo genere, permise a Zaccheroni di compiere un miracolo, cioè quello di salvare una squadra con 9 punti di penalizzazione e una grande stagione di passione. Nella sala stampa del San Vito in tanti a bocca aperta seguono con attenzione ogni sua parola ogni sua battuta. Cosa ti manca di più? "Lo spogliatoio" la risposta secca. E si, lo spogliatoio, il gruppo fatto di persone, di uomini "che presi uno ad uno eravamo uno meglio dell'altro". E' vero campioni in assoluto. Quando risucivamo a concentrarci al meglio non ce n'era per nessuno.Ricordo di Giacomo (Zunico) che in una partita disse oggi non passa nessuno e così fu. Calò la saracinesca e prese palloni incredibili". Il gruppo, lo spirito di squadra. Questo è il trucco dei migliori campionati. Quasi a rimpiangere quei tempi. "E poi Cosenza era la piazza più ambita da tantissimi calciatori, Una curva sempre piena, il campo perfetto come un biliardo, il nome Cosenza che era sicuro trampolino di lancio. Pensa che -è sempre Marco Negri che parla- ho visto qualche giorno fa Mister Zaccheroni rientrato dalla sua avevntura in Giappone. Siamo stati insieme quasi quattro ore e per tre ore di filato abbiamo parlato di Cosenza e del Cosenza". Brividi. Emozioni uniche che non si cancellano. Poi un giocatore simbolo che preferiva i gol alleparole. Allora sempre restio alle interviste ed alle dichiarazioni e ne spiega il perchè. !Qualcuno travisò sulle mie parole e così ho preferito non parlare con nessuno". I colleghi di allora lo descrivevabo come un orso irascibile e invece Marco era quello nello spogliatoio faceva gli scherzi a tutti. "Ma tutti a turno facevano la loro parte. A volte mi sedevo sulla panca ed era come essere a Zelig. Bastava che, ad esempio, arrivasse Gigi De Rosa con i pantaloni rossi edera la fine. Giù a scherzare e a prenderlo in giro". Chi lo avrebbe mai detto. Tutti i suoi sogni, le illusioni il grande salto che gli permise l'avventura di Cosenza che lo portò in alto sono messi nero su bianco nel libro che racconta molto della sua vita. Marco Negri, uno che il rossoblu lo conserva nel cuore. Grazie.

    Elio Calderini

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