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    Partite Truccate, Palazzo in Procura a Napoli

     

     

    Partite Truccate, Palazzo in Procura a Napoli, Domiciliari rigidi per Paoloni

    16 giu 11 Un vertice sul calcio scommesse è in corso nella stanza del procuratore di Napoli, Giovandomenico Lepore. Vi partecipano, oltre allo stesso Lepore, il procuratore della Figc, Stefano Palazzi, ed i procuratori aggiunti di Napoli, Rosario Cantelmo e Giovanni Melillo che coordinano le due inchieste sui presunti illeciti nel mondo del calcio: quella che porta al clan D'Alessandro di Castellammare di Stabia e quella che ipotizza frode sportiva e per la quale sono stati acquisiti filmati di tre partite del Napoli. Presumibilmente è in corso uno scambio di informazioni utili all'adozione di eventuali provvedimenti disciplinari da parte della giustizia sportiva. Il vertice tra il procuratore della Figc, Stefano Palazzi, e i magistrati napoletani si è concluso dopo circa un'ora. A quanto si è appreso, gli inquirenti partenopei gli hanno chiesto se avesse notizie utili alle due indagini da loro seguite, una nell'ambito della criminalità organizzata, l'altra che prende invece in esame gli ambienti delle tifoserie. Non ci sarebbe stato però alcuno scambio di documenti. All'incontro erano presenti anche i sostituti Antonello Ardituro, Vincenzo Ranieri e Danilo De Simone, che fanno parte del pool 'reati da stadio'. Gli inquirenti hanno smentito che intendano sentire il calciatore della Juventus, Quagliarella, nell'ambito dell'inchiesta sulle frodi sportive.

    Paoloni farà il suo dovere. L'ex portiere della Cremonese, ora del Benevento, Marco Paoloni, in carcere per l'inchiesta cremonese sulle partite bloccate: "farà il suo dovere" nell'interrogatorio di oggi davanti al gip di Cremona. "Affronteremo il tutto con grande serenità e serietà", hanno detto i suoi legali, Emanuela Di Paolo e Luca Curatti. Il portiere è giunto in questi istanti in tribunale a bordo di un furgone della polizia penitenziaria. Il Gip Salvini intende interrogarlo per valutare l'istanza di scarcerazione presentata dai legali di Paoloni. All'interrogatorio del portiere della Cremonese, Marco Paoloni, davanti al gip Guido Salvini, partecipa anche il procuratore di Cremona, Roberto Di Martino. Davanti al magistrato, il calciatore aveva respinto le accuse di aver somministrato del tranquillante ai compagni di squadra, prima di Cremonese-Paganese del 14 novembre del 2010. Estraneo al Minias. L'ex portiere della Cremonese, Marco Paoloni, nel suo interrogatorio davanti al gip Guido Salvini, ha ribadito la sua estraneità riguardo la somministrazione di Minias, un tranquillante, ai suoi compagni di squadra prima di Cremonese-Paganese del 14 novembre del 2010. E' questo l'episodio che diede il via all'inchiesta sulle partite truccate. I suoi avvocati, al termine dell' interrogatorio durato poco più di un ora, hanno detto di essere "soddisfatti e fiduciosi" sugli sviluppi della vicenda. Paoloni è quindi tornato in carcere in attesa della decisione del gip sulla sua richiesta di libertà che è stata quella degli arresti domiciliari.

    Domiciliari rigidi per Paoloni. L'ex portiere della Cremonese, Marco Paoloni, è stato posto ai domiciliari nella casa che ha nella sua disponibilità a Cremona e la detenzione dovrà essere "applicata in modo molto rigido", "dovendosi escludere che Paoloni possa rientrare nella sua abitazione di Civitavecchia, in quanto in tale contesto, anche in assenza della polizia giudiziaria operante, sarebbe meno controllabile e più a rischio di inopportuni contatti". Il calciatore viene in sostanza scarcerato solo per "la considerazione che all'interno del sistema la detenzione in carcere, soprattutto di incensurati, e il suo prolungamento in questa fase devono essere considerate misure eccezionali". Per il resto, la versione che Paoloni ha dato riguardo la vicenda del Minias, che fu somministrato ai giocatori della Cremonese, prima della partita con la Paganase, "contrasta da un lato con dati di fatto e dall'altro accentua, anche nei riferimenti a un 'ricatto subito', le esigenze relative a una acquisizione genuina della prova, tenendo in ipotesi a rendere meno decifrabile quanto avvenuto nella prima fase della vicenda oggetto dell'indagine". Paoloni, infatti, ha spiegato che la vicenda della ricetta, intestata alla moglie, relativa al Minias era parte di un 'ricatto' a cui era stato sottoposto da Massimo Erodiani e Marco Pirani, anche loro arrestati nell'ambito dell' inchiesta "in relazione a debiti maturati nelle scommesse sportive". "Del resto - secondo la sua versione, annota il gip - egli e la sua famiglia sarebbero stati oggetto di minacce e, di conseguenza, la sua collocazione in località distante e invece più vicina alla diretta conoscenza dell'indagine garantisce non solo migliori controlli ma anche in ipotesi una tutela della sua persona". Per Salvini, "gli arresti domiciliari devono quindi essere applicati presso l'abitazione di cui Paoloni ancora dispone a Cremona, con l'assoluto divieto di comunicare in qualsiasi forma con persone diverse dalla moglie, dalla figlia e dai difensori, dovendosi valutare in seguito la possibilità di comunicare con altri congiunti".

    Paoloni: Voglio vedere mia moglie e mia figlia. "Sono stati 17 giorni duri, ora mi sento più sollevato. Voglio solo vedere mia moglie e mia figlia". Sono parole dell'ex portiere della Cremonese, Marco Paoloni, all'uscita del carcere di Cremona per andare ai domiciliari in un appartamento della città lombarda. Lei si sente innocente? Gli è stato chiesto. "Questo lo deciderà chi di dovere - ha risposto -. Ora voglio solo vedere moglie e figlia". Il calciatore, che indossava una t-shirt bianca e dei bermuda di jeans, è salito a bordo dell'auto dei suoi avvocati, Emanuela Di Paolo e Luca Curatti, e si è diretto verso l' abitazione dove rimarrà agli arresti domiciliari con la possibilità di vedere solo la moglie, la figlia e i suoi legali. (ANSA).

    Petrucci: Esigo rispetto delle regole. "Come capo dello sport io esigo il rispetto delle regole". Così ha risposto il presidente del Coni Gianni Petrucci a chi gli ha domandato se nella vicenda del calcio scommesse lui chiederà il massimo rigore. Petrucci, sempre rispondendo ai cronisti a margine di una conferenza stampa a Bologna, ha aggiunto di non sapere se lo scandalo scommesse si allargherà ancora o se rimarrà circoscritto. "Io so - ha detto - quello che leggo sui giornali. Non è che io parlo con Palazzi. Peraltro Palazzi è autonomo, non ci parla nemmeno il presidente Abete". Il presidente del Coni si é detto poi convinto che il capo della Procura federale "sta facendo un buon lavoro, non è facile. E' una persona esperta e io ho fiducia in lui e nella Federazione, che certamente farà il proprio dovere". A chi gli ha domandato ancora se è preoccupato dalla vicenda, Petrucci ha risposto: "Io quando capitano queste cose sono sempre preoccupato. Nasco preoccupato, ho sempre timori, paure e diffido di quelli che non hanno timori e paure". Nessun commento invece sulla radiazione di Moggi, Giraudo e Mazzini: "Non voglio commentare. Voglio rimanere nel mio ambito: io faccio il presidente del Coni e devo tacere in questi casi".

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