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    Partite truccate: Pirani parla di 30 incontri

     

     

    Partite truccate: Pirani parla di 30 incontri

    07 giu 11 Ha parlato e tanto, Marco Pirani, il dentista arrestato nell'ambito dell'inchiesta cremonese sulle partite truccate. Nell'interrogatorio davanti al procuratore di Cremona, Roberto Di Martino, è andato ben oltre i 18 incontri 'addomesticati' che l'hanno portato in carcere e ha quantificato tutti quelli a sua conoscenza: una trentina. Tra questi, un vecchio incontro di serie A, oltre a quei tre che vedrebbero coinvolte Roma, Lecce, Genoa, Fiorentina e Cagliari di cui aveva già parlato nell'interrogatorio davanti al gip Guido Salvini, e due incontri di B. E la "sensazione" che il procuratore Di Martino ha tratto dall'interrogatorio di Pirani e dagli accertamenti complessivi è quella che "ci siano grossi problemi anche in serie A, incontri truccati". "E' una sensazione - dirà poi il magistrato - e una sensazione non è una prova, ma la sensazione e che le combine in serie A non riguardino i giocatori ma le società". Certo è che dalle carte dell'inchiesta emergono nuovi particolari, tutti ancora da verificare. Negli atti sono riportate infatti centinaia di intercettazioni e brogliacci di telefonate - che sarebbero allo stato ritenute non rilevanti dagli inquirenti - in cui compaiono decine di squadre di serie A e anche i riferimenti a giocatori famosi e i nomi di ex campioni. Il 21 marzo 2011, il giorno dopo Fiorentina-Roma finita 2-2, "Erodiani commenta con Pirani la partita dell'Inter - scrivono gli investigatori - e dice che l'attaccante del Lecce Daniele Corvia avrebbe pronosticato anche tanti gol in Fiorentina-Roma avendolo saputo dal Capitano della Giallorossa". Nel brogliaccio non si esplicita chi sia il "Capitano della Giallorossa" e dunque non si fa riferimento né al capitano della Roma Francesco Totti, né al capitano del Lecce, la squadra di Daniele Corvia. Si tratta infatti di due squadre che vestono entrambi i colori giallorossi. Nelle carte c'é anche un riferimento a Bobo Vieri. Lo fa il giorno dopo Inter-Lecce - la partita del 'biscotto' non riuscito - lo 'zingaro' Ivan Tisci, uno degli indagati dell'inchiesta. L'uomo dice a Antonio Bellavista che "ieri sera a Milano ha incontrato Bobo Vieri, i quale gli ha detto che non ha vinto molto e ha giocato da casa con il Pc". A quel punto lo 'zingaro' aggiunge di "averlo imbeccato. Vieri sapeva dell'over 3,5 dell'Inter". Di Inter-Lecce si parla anche in un'altra intercettazione, quella tra Antonio Bellavista, l'ex capitano del Bari, e lo scommettitore Fabio Daledo. In particolare, Bellavista osserva che "il Lecce oggi va a Milano e li massacrano". Daledo ribatte che "anche il Milan la settimana scorsa col Bari li dovevano massacrare ed han fatto 1-1", ma Bellavista "gli confida - scrivono gli investigatori - che ci sono sei giocatori dentro, così gli ha detto il suo amico, compreso il portiere". Nel corso dell'interrogatorio, Pirani avrebbe detto di aver avuto informazioni sulle combine principalmente da Massimo Erodiani, il titolare di agenzie di scommesse anch'egli arrestato, ma anche da altre persone, di cui ha fatto i nomi, principalmente rispetto agli incontri di serie A che sembrano un poco distanti dal giro arrestato nell'inchiesta cremonese, perché comperare una partita della massima serie era troppo oneroso per loro. Talvolta, Pirani aveva la sensazione di essere un poco "isolato", quando a gestire le grosse scommesse erano i gruppi di scommettitori chiamati "Bolognesi" o "zingari". Di Martino, da parte sua, ha lanciato poi un allarme, a fronte dei pochi strumenti a disposizione della Giustizia sportiva e ha avvertito che "se non cambia la legislazione questa è l'ultima inchiesta che si farà". Altra novità dell'inchiesta, la costituzione di parte civile della Lega B e Lega Pro. L'avvocato Salvatore Catalano, uno degli storici difensori di 'Mani pulite', rappresentante della Lega Pro ha spiegato che "nei limiti di quanto è previsto dal codice la Procura di Cremona é intenzionata a dare la massima collaborazione a Figc e Lega Calcio". Il legale ha anche spiegato che la Lega Pro ha intenzione di chiedere una "radiografia puntuale" di tutte le scommesse riguardanti le partite di Lega Pro. Questo per individuare eventuali altre irregolarità. Catalano ha anche detto che non é escluso che nei prossimi giorni possa venire a Cremona il procuratore federale della Figc, Stefano Palazzi. Il quale "ha ragione", secondo il procuratore Di Martino, quando si lamenta per i suoi pochi strumenti che "sono gli elementi che gli fornisce l'Autorità giudiziaria o poco piu". E Di Martino ricordato: "Se non cambia la legislazione questa èl'ultima inchiesta che si fara". Anche perché dovrà interessarsi anche di un dossier dei Monopoli con le 37 partite con scommesse anomale già segnalate, nel corso della stagione calcistica 2010-2011, alla Procura Federale della Federcalcio. Tra queste ci sarebbero cinque partite di serie A, dodici di serie B e venti di Lega Pro.

    Punta il nome di Bobo Vieri. Spunta il nome di Bobo Vieri nell'inchiesta sul calcioscommesse. A farlo è Ivan Tisci, uno degli indagati del gruppo degli 'zingari', in una telefonata a Antonio Bellavista (l'ex capitano del Bari attualmente in carcere) del 21 marzo 2011, il giorno dopo Inter-Lecce. Tisci, scrivono gli investigatori in un brogliaccio di un'intercettazione allegata agli atti dell'inchiesta, "si lamenta del comportamento di Bressan (ex giocatore agli arresti, ndr) e dice che dopo averlo tenuto in stand by fino a stamattina" aggiunge che "l'hanno fatta saltare perche 'il boss' non ha soldi da puntare". A questo punto, proseguono gli investigatori, "Tisci gli chiede se ha visto cosa gli ha scritto ieri sera e che a Milano ha incontrato Bobo Vieri, il quale gli ha detto che non ha vinto molto e ha giocato da casa con il Pc". Tisci, concludono i poliziotti, "dice di averlo imbeccato e Vieri sapeva dell'over 3,5 dell'Inter". La conversazione riprende successivamente quando Bellavista richiama Tisci. "Il quale - secondo gli investigatori - riprende il discorso raccontando la conversazione avuta con Bobo Vieri dalla quale ha capito che loro hanno fatto casini perché non hanno saputo fare niente...perché di là non hanno voluto fare..han voluto giocare...il primo tempo dice che...palo...cose...poi alla fine l'ultimo quarto d'ora si sono messi d'accordo perché non è venuto il gol. Quindi prima diciamo che è stata una mezza cosa che è venuta fuori, ma non perché l'hanno fatta...loro...". Gli investigatori annotano inoltre che Tisci sottolinea che "l'hanno tolta dalle scommesse quando è iniziata a scendere la quota a 2,80...2,40".

    Intercettazioni: "Lascia stare la C, noi siamo per le grandi cose". Dicevano così al telefono l'11 febbraio scorso l'ex capitano del Bari Antonio Bellavista e Gianfranco Parlato, due degli arrestati nell'ambito dell'inchiesta sul calcioscommesse. E le "grandi cose", almeno stando a quanto è riportato nelle intercettazioni, riguardano la serie A. La telefonata si trova negli atti dell'inchiesta e sembrerebbe riguarda l'incontro Cagliari-Chievo, in programma due giorni dopo in Sardegna. Al momento però non è stata ritenuta rilevante dagli inquirenti. E' Bellavista a chiamare Parlato:

    P: lascia stare la serie C che per me è una cosa imbarazzante

    B: no lascia stare, siamo per le grandi cose

    P: lascia state la C non voglio neanche farli parlare

    B: non è neanche da prendere in considerazione

    P: allora le cose grosse sono queste. e domani anzi dopo domani. va be ma intanto ti avrei chiamato. quelli su di Verona hanno chiesto. agli isolani di fare una cosa tranquilla ma non gli hanno ancora risposto..e presumo che gli rispondano di no

    B: l'ovetto?

    G: è.gli hanno chiesto di fare tranquilli. ma non gli hannoancora risposto. e secondo me non so se rispondono di si.

    Sempre lo stesso giorno, Bellavista scambia una serie di messaggi con Pietro Bassi. "A Cagliari - scrive - ma non si ha ancora risposta e forse la risposta sarà no ma in ogni caso siamo pronti x ogni cosa che prepariamo ad Ascoli a Pescara a Chievo".

    "Ci sonos sei giocatori dentro": è questa la frase che Antonio Bellavista, l'ex capitano del Bari coinvolto nell'inchiesta sul calcioscommesse, confida allo scommettitore Fabio Daledo, parlando della partita Inter-Lecce. La conversazione - che figura negli ultimi atti - è delle 12.17, quindi prima del match, finito 1-0 per i nerazzurri, mentre secondo gli scommettitori si sarebbe dovuto concludere con un vantaggio ben più ampio. In particolare, Daledo riferisce a Bellavista le quote della partita: "se fanno tre gol fai pari, se fanno due gol perdi e se fanno quattro gol vinci ed è a 1.77 giusto come ti ha detto lui". Bellavista, secondo quanto si legge negli atti processuali, risponde "va bene così, almeno si sono parati il culo, visto che se fanno tre gol magari loro vorrebbero i soldi (inteso per i giocatori interessati alla combine - nota degli investigatori) invece non beccano niente e ci siam parati il culo". Daledo osserva che "bisogna vedere come si sono messi d'accordo i giocatori" e poi chiede a Bellavista dove si trova il Lecce in classifica. La risposta è che il Lecce si trova ad un punto dal Cesena, che è quartultimo, "il Cesena ieri ha perso ed il Lecce oggi va a Milano e li massacrano". Daledo ribatte che "anche il Milan la settimana scorsa col Bari li dovevano massacrare ed han fatto 1-1", ma Bellavista "gli confida - scrivono gli investigatori - che ci sono sei giocatori dentro, così gli ha detto il suo amico, compreso il portiere". Daledo però dice "che lui prima stava parando del Bologna" e Bellavista "risponde di no, che lui stava parlando del Lecce, Inter-Lecce, in quanto ha sentito il tipo e che la partita è Inter Lecce".

    Bettarini: Scommetto per sfida con me stesso. "Le scommesse nel calcio ci sono sempre state e finché si fanno fuori dall'ambito calcistico non c'é niente di male. Mi vogliono far passare come uno scommettitore accanito, ma la mia è pura goliardia per mettere a frutto la mia competenza calcistica. Sono uno che vive a pane e calcio, studio le squadre, le tattiche, le formazioni, dalla mattina alla sera, ma scommetto per pura competizione con me stesso e comunque potrei anche non farlo. E poi non ci prendo quasi mai: ogni tanto ho vinto ma il più delle volte ho perso. In un anno avrò perso massimo 5000 euro però, non di più. Comunque non scommetterò più". Così Stefano Bettarini, il cui nome è tra quelli coinvolti nel Calcioscommesse, nell'intervista esclusiva con Alessio Vinci, in onda stasera a Matrix, alle 23,30 su Canale 5. "Mi sorprende essere coinvolto - ribadisce Bettarini, che ha saputo dai media di essere indagato ma non ha ancora ricevuto alcuna notifica ufficiale -, perché sono estraneo a tutta la vicenda. Mi ferisce il fatto che mediaticamente sia stata già fatta una sentenza. Dagli organi di informazione, la carriera che ti costruisci in una vita, può essere distrutta in un giorno e mezzo". E aggiunge: "Credevo nella presunzione d'innocenza ma vedo che dagli organi d'informazione c'é solo quella di colpevolezza. Spero che la procura e i pubblici ministeri possano accertare la verità liberamente, senza condizionamenti". In merito alle intercettazioni dove lo si cita come il "Bello" ha dichiarato di "non essere mai stato definito nel mondo dello spettacolo in tal modo, ma di essere invece conosciuto come il "Bettà'". Inoltre esclude di aver mai parlato al telefono con Erodiani (che lo cita come il "Bello" in una telefonata con Bellavista), in quanto "non l'ho mai visto ne conosciuto, né tantomeno avuto con lui nessun tipo di conversazione". Per quanto riguarda l'intercettazione circa la partita Inter-Lecce, in cui Bellavista parlerebbe con un toscano, Bettarini dice: "Potrei essere io, anche se non ricordo quella telefonata perché ne faccio miriadi di quel tipo, e certo su quella partita ho scommesso perché mi piaceva quella partita e credevo in un over (la partita avrebbe dovuto chiudere con minimo 3 gol, ndr). Ci ho giocato. E ho perso". E a proposito di Parlato, protagonista con Erodiani di altra intercettazione, Stefano Bettarini ha detto: "L'avrò visto mezza volta a Viareggio, ma di certo non ci ho mai parlato né tantomeno gli ho telefonato".

    Le carte non arrivano. I tempi dovevano essere stretti, ma il fischio d'inizio tarda ancora ad arrivare. Stavolta però la 'pigrizia' di cui pure è stata accusata da più parti la procura federale della Figc c'entra poco: Stefano Palazzi le carte ai magistrati di Cremona le ha sollecitate di nuovo, perché senza quelle il processo sportivo sul nuovo scandalo del calcioscommesse non può proprio partire. "Mandateci gli atti per consentirci di accelerare sul versante sportivo dell'inchiesta" il contenuto della telefonata che il capo della superprocura federale ha fatto al 'collega' della procura lombarda, Roberto Di Martino. Una richiesta bis, dopo i contatti avvenuti tra Roma e Cremona quando la bufera era appena scoppiata: i magistrati hanno però garantito collaborazione e se non sarà nelle prossime ore, entro la fine della settimana i primi stralci degli atti arriveranno sul tavolo di Palazzi. E poi ci sarà da correre contro il tempo per evitare che i calendari arrivino con le incognite e soprattutto che il via dei campionati possa slittare: di tempo se ne sarebbe perso pure troppo stando a chi sostiene che le segnalazioni su un giro sospetto erano già state fatte e che in ferdercalcio già dal 25 maggio si sapeva. "Non posso e non voglio credere all'insabbiamento" le parole del presidente del Coni, Gianni Petrucci che aveva già difeso dagli attacchi il lavoro di Palazzi. La pressione sale, anche perché dagli interrogatori in corso davanti ai magistrati ordinari si comincia a delineare un quadro esteso, con tante partite finite sotto i riflettori: uno degli arrestati, il dentista Marco Pirani, ha parlato di 30 gare truccate, mentre il commercialista di Beppe Signori (l'ex campione è ai domiciliari) parla di combine in Inter-Lecce. I monopoli hanno mandato una lista di 37 partite sospette ai pm, con scommesse anomale già segnalate, nel corso della stagione conclusa da poco, anche alla procura della Figc. Insomma si attende un superlavoro per gli 007 federali che sono chiamati a dipanare la matassa per capire, quando finalmente cominceranno le audizioni dei tesserati coinvolti, quale è la responsabilità dei club. Le società temono di perdere quanto conquistato sul campo, anche se gli esperti di diritto prevedono, sulla base della giurisprudenza acquisita in merito, sono abbastanza prudenti sul fatto che arrivi la mano pesante. Ipotizzano al massimo penalizzazioni in punti (qualcuno parla solo di sanzioni pecuniarie), ma i club tirati in ballo non dormono affatto sogni tranquilli. E mentre c'é chi trema è già pronta la fila dei terzi interessati che sperano di ricavare un qualche beneficio dai guai delle avversarie sia in serie B che in lega Pro. E cadetti ed ex serie C si sono costituite parte offese nel procedimento ordinario: la Lega Pro lo ha fatto con l'avvocato Salvatore Catalano, uno degli storici difensori di 'Mani pulite'. Fare tutto entro fine luglio comunque non sarà facilissimo, anche se la federazione non vuole sforare: dopo i deferimenti, che saranno quasi obbligati visto che comunque nell'inchiesta diversi tesserati (tra giocatori in attività ed ex) sono inequivocabilmente coinvolti, il processo avrà tre gradi di giudizio per completarsi, dalla Disciplinare, alla Corte di Giustizia federale fino al Tribunale nazionale del Coni. E proprio guardando alla mole di informazioni e persone coinvolte adesso si chiede di affrettare i tempi: servono gli atti e poi anche gli organi di giustizia sportiva potranno cominciare a dire la loro.

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