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    Partite truccate: Pirani vuota il sacco. Abete: campionati non slittano

     

     

    Partite truccate: Pirani vuota il sacco. Abete: campionati non slittano

    06 giu 11 Appartengono tutte al campionato appena concluso le partite di cui ha parlato nell'interrogatorio di garanzia il medico Marco Pirani, partite che sono state, a suo dire, truccate. Pirani ha citato tre partite e cinque squadre delle quali gli verrà chiesto conto domani (martedì) davanti al procuratore Roberto Di Martino. Le squadre citate da Pirani sono Roma, Fiorentina, Genoa, Lecce e Cagliari. Le partite di cui sarà chiesto conto Pirani, l'odontoiatra che ha parlato di gare di serie A presunte truccate, sono Fiorentina-Roma, Genoa-Lecce e Lecce-Cagliari. Pirani, nell'interrogatorio di venerdì scorso, aveva appunto fatto cenno a tre partite che vedevano coinvolte cinque squadre di serie A in termini non sufficientemente chiari, tanto da richiedere appunto un approfondimento che si svolgerà domani, alla presenza del procuratore di Cremona Roberto Di Martino, per verificare la consistenza delle sue dichiarazioni. Il legale Chiederò responsabilità oggettiva. Il difensore di Marco Pirani, l'avv. Alessandro Scaloni, domani chiederà gli arresti domiciliari per il suo assistito, il dentista di Ancona che con le sue rivelazioni ha impresso un'accelerazione all'inchiesta sul Calcioscommesse aperta dalla procura di Cremona. Pirani, che ai magistrati ha parlato anche di cinque squadre di serie A (Roma, Fiorentina, Genoa, Lecce e Cagliari), comparirà domani alle 12 davanti al pm Roberto Di Martino, per un nuovo interrogatorio. Ritenuto uno degli organizzatori della frode sportiva, è un elemento chiave dell'indagine. Nessuna disposizione è invece ancora giunta dalla procura cremonese alla Squadra mobile di Ancona per l'eventuale accesso alla cassetta di sicurezza di una banca di Camerano (Ancona), dove si sospetta che il professionista possa aver depositato denaro e assegni frutto degli accordi per truccare le partite. Terminati interrogatori Ascoli. Hanno risposto entrambi alle domande del gip di Cremona, Guido Salvini, i giocatori dell'Ascoli Vincenzo Sommese e Vittorio Micolucci, ai domiciliari nell'ambito dell'inchiesta sulle partite truccate. L'avvocato di Micolucci, Daniela Pigotti, ha ribadito che il suo assistito "é sempre sceso in campo per vincere le partite e che non frequenta il mondo del calcio se non in campo, quindi non sa nulla del mondo veline calciatori". Un modo, in sostanza, per dire che ha respinto gran parte delle accuse.

    Skysport365 10 gare anomale: Ci sono dieci partite del campionato di calcio di serie A della stagione appena conclusa su cui si sono registrate scommesse "anomale". E' quanto si apprende da fonti vicine al bookmaker austriaco 'Skysport365' che nei prossimi giorni dovrebbe consegnare la lista ai magistrati della procura di Cremona che indagano sul calcioscommesse. Sugli incontri, secondo quanto è stato possibile ricostruire, sarebbero state registrate puntate elevate, tanto da costringere il bookmaker a sospendere le giocate. Flusso di puntate che si sarebbe riversato successivamente sui siti asiatici costringendo anche questi ultimi a fermare gli scommettitori. Oltre a quelle di serie A, Skysport365 ha registrato puntate eccessive anche su una decina di partite di serie B. Tra queste ci sarebbero incontri dell'Atalanta e del Siena, le due squadre promosse in A finite nell'inchiesta di Cremona. L'intera lista degli incontri 'anomali' sarà consegnata ai magistrati, mentre sono già in possesso degli inquirenti italiani altre due segnalazioni fatte dal bookmaker austriaco: la denuncia riguardante l'incontro di coppa Italia Bari-Livorno, (finito 4-1 per i toscani) già inviata dagli inquirenti pugliesi ai colleghi cremonesi, e quella inviata al Gat della Guardia di Finanza riguardante tre partite: Benevento-Cosenza, Atalanta-Piacenza e Taranto-Benevento. Tutte gare, secondo l'inchiesta di Cremona, sulle quali la 'cricca' del pallone sarebbe intervenuta per combinare il risultato. Due incontri della Lazio e almeno uno del Napoli: sarebbero queste alcune delle partite del campionato scorso, secondo quanto si apprende, su cui il bookmaker austriaco 'Skysport365' avrebbe registrato delle puntate anomale, tanto da sospendere le giocate. Che vi siano state puntate non regolari sugli incontri di queste formazioni, viene comunque fatto notare, non significa che le squadre siano direttamente coinvolte. Tra le squadre di serie A che comparirebbero nella lista dell'agenzia di scommesse, ci sarebbero tra le altre anche la Roma, il Lecce, il Bologna e il Cagliari.

    Abete: Campionati non slittano. Va bene la task force, le pene più severe, le sanzioni per gli omertosi, i processi 'brevi', ma lo scandalo del Calcioscommesse si allarga e i nervi sono sempre più tesi. Il nuovo filone in arrivo da Napoli - che si aggiunge al polverone di Cremona, che ha già portato ad arresti eccellenti e a 28 indagati - per ora fa invocare prudenza ai vertici dello sport italiano, ma aggiunge qualche ansia in più. "Sono attento e vigile, ma al momento le partite oggetto di indagine sono 18 e sono quelle evidenziate dalla Procura di Cremona. Non facciamo confusione", avverte il presidente della Figc, Giancarlo Abete, che alla Giunta nazionale del Coni ha illustrato la 'ricetta' per arginare la deriva e soprattutto avere più tutele in futuro. E difendere anche l'operato della procura federale, sempre nel mirino per eccessiva lentezza. Domani dovrebbero arrivare gli atti dei magistrati lombardi e Stefano Palazzi potrà cominciare l'inchiesta sportiva, ma la pressione non si allenta a via Allegri e la Federazione si sente accerchiata. "Per ora non c'é rischio di slittamento dei campionati", tiene a dire Abete. Certo la procura federale sapeva già dal 25 maggio della denuncia fatta da Massimo Erodiani, gestore di alcune ricevitorie in Abruzzo, sulla figura dell'ex portiere della Cremonese Marco Paoloni, uomo chiave dell'inchiesta cremonese. Palazzi aveva già in agenda l'audizione, dicono da via Allegri, ma intanto il bubbone stava scoppiando. "Io non sapevo che in quella data ci fosse questa comunicazione - afferma Abete - ma sono cose che attengono agli organi di giustizia, dove peraltro ogni giorno arrivano centinaia di richieste che vanno valutate". "Palazzi ha sempre lavorato tanto", la difesa del presidente del Coni, Gianni Petrucci, che però sulla nuova bufera usa parole pesanti. "Troppi soldi, il sistema calcio produce e per questo è preso di mira - il grido d'allarme lanciato dal capo dello sport - Ma qui c'entrano la malavita e le organizzazioni criminose. Dobbiamo richiamare i dirigenti a non parlare solo di soldi, serve più etica sportiva. Ma lo sport da solo non può fare tutto, è necessario l'aiuto delle istituzioni: per questo abbiamo scritto una lettera a tre ministeri (Economia, Giustizia e Interno, ndr): è una nostra richiesta, del resto il Cio ha chiesto l'intervento dell' Interpol e la Fifa dell'Fbi. Noi abbiamo debolezze che vanno supportate da leggi. Il fenomeno scommesse va combattuto come facciamo contro il doping, per questo abbiamo chiesto anche di introdurre sanzioni pecuniarie". Ma la preoccupazione c'é, perché la credibilità del pallone ancora una volta, a cinque anni dallo tsunami Calciopoli, è di nuovo in discussione. "Certo che sono preoccupato - ammette Petrucci - ma bisogna vedere gli atti: quante denunce non hanno avuto seguito. Adesso siamo di fronte a un tiro al bersaglio, ma bisogna credere anche a chi dice 'io non c'entrò". Le contromisure da adottare in ambito sportivo riguardano l'abbreviazione dei 'processi' e l'inasprimento del quadro sanzionatorio con due obiettivi. "Punire chi commette atti che violano le norme federali - ha spiegato Abete - ma anche chi omette di denunciare quanto alla norma che vieta di scommettere". Insomma stop anche all'omertà (contro cui si scaglia anche il ct azzurro Cesare Prandelli) e via libera a una nuova configurazione dell'illecito sportivo sulle scommesse. Anche Abete parla di "attività criminosa che utilizza l'illecito sportivo per portare a casa altri obiettivi". Ma adesso c'é l'emergenza: presto ai pesci piccoli potrebbero aggiungersi anche quelli più grandi e il mondo del calcio supportato dal Coni deve serrare le file per estirpare le mele marce e riconquistare quella credibilità già ampiamente minata nel 2006 da Calciopoli. "Chiediamo aiuto agli organi dello Stato, mettiamo in campo una task force di contrasto", l'appello di Abete. L'inchiesta giudiziaria rischia di allargarsi a macchia d'olio e il mondo del calcio trema davvero.

    Procura Napoli al lavoro, ma non e' calciopoli bis. Due inchieste in corso, di cui una avviata di recente in gran segreto. E' intensa in questi giorni l'attività della procura di Napoli che sta indagando sul fenomeno del calcioscommesse. Entrambi i fascicoli potrebbero essere arricchiti con nuovi elementi: vi è infatti un rincorrersi di voci su imminenti sviluppi che potrebbero definire in maniera ancor più articolata lo scenario degli illeciti emerso dopo gli arresti disposti dalla magistratura di Cremona. La procura ha appena aperto una nuova indagine per l'ipotesi di reato di frode sportiva, titolari il procuratore aggiunto Giovanni Melillo e i pm Antonello Ardituro, della Dda, Danilo De Simone, Vincenzo Ranieri e Paolo Sirleo. Si tratta del pool di magistrati istituito da oltre un anno che si occupa dei cosiddetti "reati da stadio", ovvero le azioni violente degli ultrà. Sul contenuto dell'inchiesta viene mantenuto uno stretto riserbo. Le uniche indiscrezioni trapelate riguardano contatti telefonici tra gli inquirenti partenopei e i colleghi di Cremona che sarebbero relativi alla posizione di uno o più soggetti destinatari delle perquisizioni svoltesi nei giorni scorsi a Napoli nell'ambito dell'inchiesta condotta dalla procura lombarda. L'attenzione dei magistrati sarebbe concentrata su flussi anomali di scommesse registrati su determinate partite, ma non emergerebbero al momento interessi o collusioni con ambienti camorristici. Il coinvolgimento della camorra è invece al centro dell'inchiesta condotta dal procuratore aggiunto Rosario Cantelmo e dai pm della Dda Pierpaolo Filippelli e Claudio Siragusa. La gestione illecita delle scommesse sulle partite di calcio - Lega Pro, ma anche qualcuna delle serie superiori - è emersa nel corso di accertamenti svolti dai carabinieri sulle attività di riciclaggio del clan D'Alessandro, di Castellammare di Stabia. Una indagine che nell'ottobre scorso, oltre a una serie di arresti, potrò alla scoperta di alcune partite truccate per le quali furono indagati due calciatori del Sorrento. L'organizzazione si sarebbe ramificata anche all'estero (con tentativi di condizionare risultati di campionati europei e sudamericani) tanto che vi sono fondati sospetti sul taroccamento di un incontro del torneo tedesco (Bochum-Energie Cottbus). Secondo alcune voci, sarebbero imminenti ulteriori sviluppi di tale indagine. Un terzo fascicolo, riguardante il ruolo dei clan Lo Russo e degli Scissionisti nella gestione delle scommesse, è già da considerare archiviato limitatamente all'aspetto "calcistico". Nella vicenda vennero fuori le telefonate che destarono sospetti di combine su Napoli-Parma dello scorso campionato tanto che il pm Luigi Cannavale trasmise gli atti alla procura federale della Figc (fascicolo poi archiviato). Nell'ambito dello stesso procedimento fu depositata l'informativa dei carabinieri sul calciatore Mario Balotelli che fu accompagnato nel quartiere Scampia da due boss della camorra. Siamo dunque di fronte a un nuovo scandalo dello stesso livello di calciopoli? Non è di questo avviso il procuratore di Napoli Giovandomenico Lepore. "Non ho mai usato l'espressione Calciopoli 2", ha precisato Lepore. "Le vicende che stiamo seguendo - ha spiegato - sono molto diverse da quelle emerse nel corso dell'inchiesta nota come Calciopoli. Non sono coinvolti arbitri, per esempio, e anche i nomi dei calciatori che potrebbero avere avuto un ruolo negli illeciti non sono ancora certi". Ed è a uno stadio ancora iniziale - ha sottolineato il procuratore - l'indagine per frode sportiva avviata dal pool di pm che si occupano di reati da stadio.

    Domani si parla di serie A: Due uomini "indebitati fino al collo", si lascia scappare un investigatore definendo i primi due giocatori in attività che hanno risposto alle domande dei giudici dopo il loro arresto nell'inchiesta della Procura di Cremona sulle partite truccate: l'ex capitano dell'Ascoli, Vincenzo Sommese, e il difensore della squadra marchigiana, Vittorio Micolucci. Un'inchiesta che domani, durante l'interrogatorio davanti al procuratore Roberto di Martino, il medico odontoiatra Marco Pirani, ritenuto tra le 'menti' dell'organizzazione, affronterà anche il problema delle presunte combine in serie A, visto che il medico, pur senza essere preciso, ha tirato in ballo Roma, Fiorentina, Genoa, Lecce e Cagliari. E altre novità potrebbero giungere da una lista di incontri 'anomali' che l'agenzia Skysport365 intende depositare in procura a Cremona e tra queste ci sarebbero gare dell'Atalanta e del Siena, le due squadre promosse in A finite nell'inchiesta. Micolucci, difensore dell'Ascoli, tramite il suo legale, Daniela Pigotti, ha spiegato di sentirsi "tirato in mezzo". "E' una persona seria, con una compagna che ama ed è fuori dal giro veline-calciatori - ha detto il legale -.In quell'ambiente spesso ci sono dei millantatori". Resta il fatto che Micolucci, in almeno un'occasione, la promessa di soldi per truccare le partite l'ha accettata, pur con una 'riserva mentale': Ascoli-Atalanta del 21 marzo 2011 che doveva concludersi con la sconfitta della squadra marchigiana. Il difensore accettò la proposta di Pirani di 15mila euro, in caso di buon fine della scommessa ma, in campo, giocò normalmente. Micolucci lo ha spiegato quando gli è stata fatta ascoltare un'intercettazione tra lui e Pirani in cui il giocatore si scusava per il fatto che la partita era finita in pareggio e non con la sconfitta dell'Ascoli, come stabilito. Ma, se fosse andata bene, avrebbe preso i 15mila euro? gli è stato chiesto: "Sì, li avrei presi", ha detto dando dimostrazione di una certa doppiezza. Da parte di Sommesse, gravemente indebitato con Pirani, "ci sono state alcune ammissioni in ordine ai fatti che gli vengono addebitati", secondo il suo avvocato, Enrico Calabrese. Sommese, accusato di avere truccato una lunga lista di partite e messo fuori rosa, ufficialmente per scarso rendimento, in realtà per i sospetti dei compagni, ha tenuto a precisare che "l'Ascoli non c'entra", ma che si è trattato di vicende personali, così come una vicenda personale è stata quella del debito che il calciatore aveva nei confronti sempre di di Marco Pirani che cercava faticosamente di ripianare.

    Beretta attuale la responsabilità oggettiva. Il calcio, scosso da qualche arresto e da tanti sospetti, scopre, anzi riscopre, il suo nemico più subdolo: le scommesse. Non portano una lira alle società, soprattutto a quelle della serie A impegnate a vendere tutto il vendibile del loro 'spettacolo meraviglioso'; e anzi, sono una perdita secca in termini di reputazione, moltiplicando le voci e i sospetti. Le società prendono le distanze "da tutto questo" e la Lega annuncia che si costituirà parte civile, alla fine di un'assemblea riunita a Milano per deliberare di contratto collettivo e di diritti tv. La Lega è indignata e si riserva ogni azione a tutela del valore e della reputazione del calcio. Le società temono di essere impotenti e invocano misure nuove, dall'inasprimento delle pene per i responsabili e per chi sa e non denuncia, alla messa in campo di una task force mirata, iniziativa annunciata dal ministro dell'Interno Maroni. Il presidente della Lega di A Maurizio Beretta ha confermato che la responsabilità oggettiva "é un tema che torna d'attualità. Il problema lo avevamo posto altre volte circa la necessità di ridiscutere le norme per molti aspetti". Le scommesse sono un flagello per la verità già apparso in passato, prima col terremoto del totonero, poi con la legalizzazione delle puntate sulle partite di pallone. Ma, se quello degli albori era un fenomeno che appariva controllabile, ora, nell'epoca di Internet, le tecnologie hanno mutato il virus in qualcosa che non può più essere combattuto con le armi tradizionali. Ecco che allora mostra la corda soprattutto il principio - vetusto ma finora sacrosanto - della responsabilità oggettiva, determinato da un omesso controllo sugli atti dei propri tesserati. L'allarme lo conferma da Roma il presidente federale Giancarlo Abete: "Il problema delle scommesse - dice il massimo esponente del calcio italiano - è il vero grande problema del mondo del calcio, perché l'elastico delle scommesse totali si é molto allungato e questo determina grandi difficoltà a gestire situazioni che fino a qualche anno or sono non esistevano". E una via sembra indicarla subito con chiarezza il presidente uscente della Roma Rosella Sensi, che è anche tuttora il vice presidente della Lega di A. "Non è giusto penalizzare i club quando ci sono responsabilità personali", dice la Sensi ai microfoni di Sky lasciando la riunione, mentre dalla Procura di Cremona, dove sono in corso gli interrogatori dei personaggi finora coinvolti nell'inchiesta penale, filtrano notizie che indicano la 'sua' Roma come una delle cinque squadre di serie A chiamate in causa. "Le società si sono interrogate e continueranno a farlo sulla responsabilità oggettiva - ha aggiunto la Sensi - i club devono controllare il comportamento dei propri tesserati, ma c'é un limite oltre il quale non si può andare". Appunto, come impedire, per esempio, a un calciatore di scommettere su un sito asiatico sulla sua espulsione o ammonizione in una partita nella quale è in campo? Risponde seccato Tommaso Ghirardi a chi gli chiede commenti sulla notizia di un boss della camorra in tribuna durante Napoli-Parma. "Noi a Parma abbiamo i boss dei prosciutti, dei salami e null'altro". Il presidente del Cagliari Massimo Cellino, che non ha mai giocato neanche una schedina, chiede "pene esemplari per chi ha sbagliato". Infine il presidente Beretta ricorda che dalle scommesse il calcio non prende un centesimo e riceva colpi gravissimi in termini di reputazione. "Va fatta una riflessione ampia e di carattere generale - annuncia il presidente della Lega di A - risorse e motivazioni per rafforzare i controlli, ma proibire le scommesse sul calcio non rientra nelle nostre competenze".

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