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    Task force di Maroni. Pirani parla di 5 squadre di A

     

     

    Partite truccate, Task force di Maroni. Pirani parla di 5 squadre di A . Sommese e Micolucci risponderanno

    06 giu 11 Una task force per "stanare" chi inquina il calcio: il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, ha già dato disposizioni in proposito al capo della Polizia, e lo annuncia in una intervista alla Gazzetta dello Sport. "D' intesa col mondo del calcio - ha affermato il ministro - voglio studiare iniziative per prevenire queste schifezze". E, tanto per cominciare, "ho dato disposizione al capo della Polizia di costituire una task force investigativa sul fenomeno - ha detto Maroni nell'intervista - per stanare chi tende ad alterare la regolarità delle gare sportive con mezzi fraudolenti. Manganelli è già partito - aggiunge il ministro - e ha chiesto ai servizi specializzati delle forze di polizia (Sco, Ros e Gico) una relazione sul coinvolgimento delle mafie nel settore del calcio truccato e del calcioscommesse. Vogliamo individuare - ha proseguito - le migliori forme di prevenzione e repressione delle scommesse clandestine sulle partite di calcio". "Provo grande sconforto, come tutti gli sportivi - ha osservato - Perché amo il calcio. Come si fa ad accettare una situazione del genere?". Fondamentale, secondo il ministro, la cooperazione tra magistratura sportiva e ordinaria, nel controllo e nella prevenzione. "L'appello della Figc non solo lo raccolgo, ma lo sollecito. Solo lavorando insieme - ha concluso - troveremo una soluzione"

    Pirani parla di 5 squadre di A. Il medico odontoiatra Marco Pirani, nel suo interrogatori davanti al Gip, ha parlato di cinque squadra di serie A che potrebbero essere coinvolte nella vicenda delle partite truccate. Si tratta di Roma, Fiorentina, Genoa, Lecce e Cagliari. Ha così trovato conferma l'anticipazione di Repubblica che ha fatto i nomi dei cinque club, anche se in ambiente giudiziario viene spiegato che Pierani ha fatto riferimento a queste squadre in relazione a notizie che non aveva di prima mano e senza, quindi, circostanziare le occasioni in cui sarebbero accadute le possibile combine. E' questo, quindi, un capitolo che necessiterà per inquirenti e investigatori cremonesi di ulteriori approfondimenti per capire quale sia la consistenza delle dichiarazioni del medico che domani sarà sentito dal procuratore Di Martino dopo che aveva reso il suo interrogatorio, nei giorni scorsi, davanti al gip Guido Salvini.

    Sommese e Micolucci risponderanno. Risponderanno alle domande del Gip Guido Salvini, Vittorio Micolucci e Vincenzo Sommese, i due calciatori dell'Ascoli ora ai domiciliari nell'ambito dell'inchiesta sulle partite truccate. Lo hanno spiegato i loro legali e l'interrogatori dei due è atteso nel pomeriggio. Entrambi sono accusati di aver truccato svariate partite cercando di coinvolgere anche qualche compagno di squadra.

    Napoli capitale delle scommesse. E' Napoli la provincia italiana dove si è scommesso di più sia a livello generale (oltre 411 milioni di euro puntati nel 2010) sia a livello pro capite (133 euro contro la media italiana di 55 euro). In generale, è il Sud a primeggiare in questa particolare graduatoria, visto che sul podio delle province con la più alta spesa pro capite troviamo Taranto (116 euro) e Salerno (101). Dati che non conteggiano le scommesse on line che, ricorda l'agenzia specializzata Agicos, non sono contestualizzabili sul territorio. Per quanto riguarda il gioco clandestino, secondo le stime degli esperti, il mercato delle scommesse illegali ha sviluppato nel 2010 una raccolta di circa 2,5 miliardi di euro, valore in crescita rispetto al 2009 quando le stime del mercato clandestino erano state di circa 1,6 miliardi di euro. Il mercato delle scommesse illegali rappresenterebbe dunque oltre la metà (il 56%) di quello legale, che nel 2010 in Italia ha fatto segnare una raccolta superiore ai 4,4 miliardi di euro. In generale, sulla Serie A convergono quasi un terzo delle giocate. I campionati italiani di calcio, infatti, attirano il 54% per cento delle scommesse: la Serie A raccoglie la fetta più cospicua, il 31,5%; la Serie B si attesta al 14%, la C all'8,5%. Seguono i campionati stranieri, con in testa la partite spagnole (6,7%), seguite da quelle inglesi (5,6%) e quelle francesi (5%).

    Beretta "Perdita credibilità". Dalle vicende legate alle scommesse, il calcio può solo perderci in credibilità. Di sicuro, anche quando tutto andasse per il verso di una assoluta regolarità, il calcio italiano, e in particolare la serie A, dalle scommesse non guadagna nulla. "Va fatta una riflessione ampia e di carattere generale - dice arrivando all'assemblea il presidente della Lega di A Maurizio Beretta -. Anche se per ora non ci sono vicende specifiche che riguardano la serie A, il mondo del calcio è danneggiato da rischi reputazionali di questo genere: si scommettono sul calcio cifre molto importanti su di noi senza che a noi venga un centesimo da queste attività". "Io credo - ha aggiunto Beretta - che si debba trovare risorse e motivazioni per rafforzare tutti i controlli e i meccanismi preventivi e a questo proposito ho sentito anche questa mattina il ministero dell'Interno che sta partendo con una iniziativa molto radicata e che ritengo molto efficace. Col presidente Abete e con la federazione invece condividiamo l'idea di un inasprimento di sanzioni dirette anche a colpire chi non denuncia vicende delle quali è venuto a conoscenza". Ma non c'é sensazione che ci sia poco da fare e che il calcio in fondo starebbe meglio senza le scommesse? che c'é la sensazione che il calcio sia vittima di un meccanismo che è troppo difficile controllare? "Proibire le scommesse sul calcio é al di fuori delle nostre competenze. La serie A - è la risposta di Beretta - assicura uno spettacolo straordinario e di grande trasparenza sportiva. In prospettiva stiamo lavorando per rafforZare delle attività di prevenzione e controllo nei confronti di piccolissime minoranze di comportamenti contrari ad ogni etica e deontologia, ma quello che è importante sapere è che quando si scommette sul calcio c'é un mondo che genera risorse molto importanti e non c'é, per il sistema sportivo del calcio italiano nessun tipo di rapporto, noi non incassiamo un centesimo da questo giro d'affari e il fatto che possano avvenire vicende di questo tipo rappresenta solo un rischio di danno potenziale. Dobbiamo pretendere da chi è direttamente coinvolto strumenti molto più efficaci di controllo e di prevenzione".

     

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