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    Partite truccate, Parlato chiarisce sua posizione. 23 mln giocati su gara Padova

     

     

    Partite truccate, Parlato chiarisce sua posizione. 23 mln giocati su gara Padova, Atalanta e Doni a rischio. Decisioni FIGC da subito

    04 giu 11 Ha chiarito la sua posizione, rispondendo a tutte le domande del gip Guido Salvini, Gianfranco Parlato, uno degli arrestati nell'ambito dell'operazione degli agenti della Squadra Mobile di Cremona sulle partite truccate. Parlato, che secondo gli investigatori era solito fornire indicazioni utili per indirizzare senza rischio le scommesse sportive degli indagati, ha risposto "solo sugli elementi che gli vengono contestati nell'ordinanza di custodia cautelare" in carcere, "spiegando come sono andate le cose dal suo punto di vista". I suoi avvocati presenteranno istanza di scarcerazione, o perlomeno per una attenuazione della misura cautelare la prossima settimana. Proseguono nel frattempo gli interrogatori delle ultime due persone per le quali è stato disposto il carcere.

    400mila euro in assegni a Bologna. Nello studio di Bologna in cui si tenevano le riunioni per pianificare le partite di interesse del gruppo degli scommettitori "Bolognesi", a cui è accusato di appartenere l'ex azzurro Beppe Signori, gli investigatori della Squadra Mobile hanno trovato circa 400 mila euro in assegni e altri titoli che comproverebbero lo scambio di denaro tra i partecipanti al gruppo. Signori, che si trova ai domiciliari, potrebbe essere sentito mercoledì dal gip Guido Salvini.

    Lunedì interrogatori per Sommese e Micolucci. I giocatori dell'Ascoli Vittorio Micolucci e Vincenzo Sommese saranno interrogati dal gip di Cremona lunedì alle 15.30. I due, che sono agli arresti domiciliari nell'ambito dell'inchiesta sul Calcioscommesse, saranno accompagnati dalla polizia penitenziaria.

    Doni e Atalanta a rischio. L'inchiesta della procura di Cremona sulle partite truccate continua a riservare sorprese. Dagli interrogatori di oggi davanti al Gip Guido Salvini di due degli arrestati sono venute conferme a quelle che erano solo finora ipotesi accusatorie dei fatti che riguardano il capitano dell'Atalanta, Cristiano Doni, e rischiano di inguaiare la società. Ipotesi già contenute nell'ordinanza con cui sono stati disposti gli arresti per sedici persone. Gianfranco Parlato, collaboratore esterno del Viareggio, e Giorgio Buffone, direttore generale del Ravenna, hanno sostanzialmente confermato i fatti a loro addebitati, compresi gli episodi che vedrebbero protagonisti Doni e in un caso, l'ipotesi di combine tra "due società", come recita il capo di imputazione, l'Atalanta e il Padova. L'avvocato di Buffone, Alfonso Vaccari, si è limitato a spiegare che, durante l'interrogatorio, il suo assistito ha dato "una conferma della prospettazione accusatoria, riguardo la quale ha fornito le proprie spiegazioni". Avrebbe partecipato al giro di scommettitori "per amore della sua squadra", per salvarla dai debiti. "Pensate che si tratta di combine che non sono mai riuscite", ha sottolineato il legale. Buffone, per l'accusa, "manteneva contatti con Santoni Nicola (preparatore dei portieri del Ravenna, ndr) perché contattasse Cristiano Doni, capitano dell'Atalanta, ai fini della manipolazione di Ascoli-Atalanta. Parlato, invece, è accusato, tra le altre cose, di "avere dato disposizioni al calciatore Gervasoni, perché intrattenesse rapporti con Cristiano Doni, capitano dell'Atalanta, con riferimento ad Atalanta-Piacenza dell'11 Marzo 2011. Vi è poi il capitolo riguardante Padova-Atalanta relativo ad entrambi. In questo caso, il medico odontoiatra Marco Pirani, "dopo essersi informato presso il Buffone circa l'eventuale manipolazione dell'incontro, comunicava a Massimo Erodiani (uno dei promotori dell'associazione a delinquere) l'esistenza di un accordo tra le due società". "Erodiani - recita il capo di imputazione - confermava a Parlato l'accordo tra le due società, circostanza appresa da un 'uomo di Doni' che avrebbe scommesso 10 mila euro per conto di quest'ultimo". Testimonianze, queste, che pur limitate al contenuto dell'ordinanza di custodia cautelare, fanno dire in ambienti investigativi cremonesi che si è creata una "situazione molto critica per l'Atalanta", almeno sul versante sportivo. Problemi sarebbero arrivati anche per Beppe Signori dalla testimonianza del commercialista Francesco Giannone (sentito per ultimo quest'oggi) nella stanza dello studio in cui si tenevano, secondo le accuse, le riunioni per preparare le combine delle partite del cosiddetto gruppo dei 'Bolognesi', sono stati trovati assegni per circa 400 mila euro a dimostrazione dello scambio di denaro all'interno del gruppo. Signori, che si trova agli arresti domiciliari, potrebbe essere sentito mercoledì prossimo dal gip, mentre la prossima settimana sarà fitta di interrogatori e si concluderà venerdì con uno dei principali protagonisti della vicenda, il portiere del Benevento, già della Cremonese, Marco Paoloni. Molti degli indagati che in questi due giorni di fuoco hanno risposto alle domande del giudice, hanno già preannunciato istanza di scarcerazione oppure di attenuazione della custodia cautelare: dal carcere ai domiciliari.

    Atalanta incarica legali. Dopo le notizie giunte oggi da Cremona, nell'ambito dell'inchiesta sulle Calcioscommesse, secondo le quali la posizione dell'Atalanta si sarebbe ulteriormente aggravata, questa sera la società ha diramato un breve comunicato in cui informa di aver già provveduto ad affidare ai suoi legali l'incarico ad assistere e tutelare le proprie ragioni. "Nel ribadire integralmente quanto già comunicato - si legge nella nota - l'Atalanta BC informa di aver affidato agli avvocati Jean-Louis Dupont, Luigi Chiappero dello Studio Chiusano e Gian Pietro Bianchi dello Studio Morelli l'incarico di assistere e tutelare le proprie ragioni, i propri interessi e la propria immagine in ogni più opportuna sede".

    Buffone: agito solo per amore del Ravenna. Giorgio Buffone, direttore sportivo del Ravenna Calcio, ha spiegato di avere fatto tutto ciò che gli è contestato nell'ordinanza di custodia cautelare che lo ha portato in carcere nell'ambito dell'inchiesta sulle partite truccate "solo per amore" della squadra di cui è direttore sportivo, il Ravenna Calcio. Lo ha spiegato uno dei suoi legali, Alfonso Vaccari, al termine dell'interrogatorio di garanzia davanti al gip di Cremona Guido Salvini. Il dirigente lo avrebbe fatto per salvare il Ravenna dai debiti. "Pensate - ha spiegato il legale - che si tratta di 'combine' che non sono mai riuscite". Nell'interrogatorio Buffone avrebbe dato una "conferma della prospettazione accusatoria riguardo la quale ha fornito le proprie spiegazioni". I suoi legali presenteranno istanza di scarcerazione al gip la prossima settimana.

    Decisioni FIGC già da prossima settimana. Gli atti dell'inchiesta non tarderanno ad arrivare, e dalla prossima settimana potrebbe partire la macchina della giustizia sportiva. Con la Procura di Cremona al lavoro con i primi interrogatori degli accusati, lo scandalo targato 2011 del Calcioscommesse si appresta a entrare nel vivo: arrivano alcune ammissioni, si fa luce sui coinvolgimenti dei club e tra quelli tirati in ballo in 'codice rosso' ci sarebbe l'Atalanta, neopromossa in serie A. La Figc vuole essere tempestiva sul fronte delle indagini e non appena arriveranno le carte alla procura guidata da Stefano Palazzi verrà stilato un calendario di audizioni. I tempi saranno brevi, così come 'ordinato' dal presidente Giancarlo Abete, perché entro i primi di agosto i calendari verranno varati e la bufera avrà già partorito - qualora vengano riscontrati illeciti - le sue sentenze. Intanto, dopo i no annunciati, arrivano quelli annunciati e formali alle richieste dei club che chiedevano la sospensione dei playoff-playout in pieno svolgimento: Abete, ma anche il presidente della Lega di B Abodi, avevano già detto di voler far proseguire come da programma le gare. E così sarà. Certo in attesa che già nei prossimi giorni prendano il via gli interrogatori sul fronte sportivo, lo scandalo scoppiato dopo la denuncia della Cremonese e che ha portato a 16 arresti (tra cui quello eccellente di Beppe Signori) sarà un banco di prova anche per risanare una situazione in cui la Figc si sente senza troppe tutele. Dopo aver stoppato chi insinuava un certo lassismo dei vertici sportivi di fronte alle segnalazioni di flusso anomalo di giocate su alcune gare, si pensa comunque di adottare strumenti per evitare che il fenomeno ciclicamente si ripeta. La Federazione vede il calcio come un soggetto a rischio, troppo esposto a truffe, e vorrebbe quindi che si intervenisse mettendo dei paletti a tutela. Argomenti su cui si soffermerà il presidente Abete lunedì in giunta Coni, primo appuntamento che apre una settimana infuocata. La Federcalcio vorrebbe avere un coordinamento efficace con i Monopoli e con le aziende di scommesse come Snai: si potrebbe ipotizzare un organo di controllo terzo che faccia il monitoraggio costante del gioco in modo da potersi muovere tempestivamente anche nella prevenzione. Insomma, il problema va risolto in prospettiva, anche se adesso c'é da fare i conti con le classifiche e il rischio di doverle riscrivere da qui alla fine di luglio. La responsabilità diretta dei club, al momento, potrebbe essere ipotizzata per il Ravenna (a scommettere era il dirigente Buffone), ma ci sarebbe quella oggettiva per l'Atalanta, con l'attaccante Cristiano Doni indagato e la gara con il Piacenza finita sotto la lente degli inquirenti. Un match che, se 'taroccato', potrebbe costare ai bergamaschi carissimo anche sul fronte sportivo: le pene, se arriveranno, saranno 'afflittive'.

    23 milioni giocati su Padova Atalanta. Tre partite "combinate", 23 milioni di euro giocati su una sola di queste, il nome del capitano Cristiano Doni sulla bocca di molti degli arrestati: le carte dell'inchiesta sul calcioscommesse sono piene di riferimenti all'Atalanta e le conferme che arriverebbero dagli interrogatori di garanzia sembrerebbero aggravare la posizione della squadra bergamasca appena promossa in A.
    ASCOLI-ATALANTA, 12.3.2011: E' la prima delle tre partite incriminate e vede protagonista il ds del Ravenna, Giorgio Buffone. "Sfruttava le sue conoscenze - scrive il gip Salvini nell'ordinanza - con altre società sportive o con alcuni giocatori impegnati nelle partite da manipolare. In particolare manteneva contatti con Nicola Santoni perché contattasse Cristiano Doni, capitano dell'Atalanta, ai fini della manipolazione della partita". Per quell'incontro ha un ruolo importante anche il giocatore dell'Ascoli Vittorio Micolucci (ai domiciliari): è una "pedina stabile - secondo il Gip - del sodalizio, manifestando la sua disponibilità ad influenzare il risultato delle partite dell'Ascoli", in particolare Livorno-Ascoli e, appunto, Ascoli-Atalanta. Micolicci viene intercettato il giorno prima della partita, mentre parla con Marco Pirani (altro degli arrestati) chiedendo quanto gli spetta per l'accordo. Pirani: "Allora tutto come gli accordi...i secondi che abbiamo preso ieri...te me capisci al volo". Micolucci: "sì sì, ok"... Micolucci: ..."certo certo...senti eh quanto verrebbe all'incirca" Pirani: "ventuno, ventidue" Micolucci: "ah per me?" Pirani: "per te quello che mi hai detto ieri...una quindicina" Micolucci: "Ah ok...perfetto va bene".
    ATALANTA-PIACENZA, 19.3.2011: La partita finisce 3-0 per i bergamaschi e il risultato coincide perfettamente con le scommesse della "cricca" (che aveva giocato l'over). Ecco cosa scrive il gip: "Gianfranco Parlato prendeva contatti con il capitano dell'Atalanta Doni" mentre "Marco Paoloni prendeva contatti con Carlo Gervasoni, giocatore del Piacenza, informando Erodiani che riferiva al Parlato della disponibilità di questi e di altri giocatori". Nella vicenda entrano anche l'ex capitano del Bari Antonio Bellavista e Beppe Signori. Tanto che, é scritto nell'ordinanza, "Bellavista, Erodiani e Signori si incontravano a Bologna il 15 marzo" per concordare le cifre. Alla fine Signori "metteva a disposizione 60 mila euro". A quel punto, "Parlato dava disposizioni a Gervasoni affinché, in occasione della partita, andasse incontro a Cristiano Doni a stringergli la mano a suggello dell'accordo".
    PADOVA-ATALANTA, 26.3.2011: Anche in questo caso il gruppo scommette sul risultato che poi alla fine si verificherà (1-1). Ed Erodiani "conferma a Parlato - scrive Salvini - l'accordo tra le due società, circostanza appresa da un "uomo di Doni", che avrebbe scommesso 10 mila euro per conto di quest'ultimo". Su questa partita si concentrano però scommesse per ben 23 milioni di euro, giocati sui siti asiatici: la circostanza emerge da una telefonata tra Bellavista ed Erodiani. Bellavista: "su Padova-Atalanta sono stati giocati in Asia 23 milioni di euro" Erodiani: "veramente?" Bellavista: "si..in Asia...allora se lo senti questo qua...appena lo senti gli devi dire che la quota è bassa quindi non so quanto poi riescono a dare gli 'zingari' eh".
    IL PERSONAGGIO 'IMPORTANTE' E LA SERIE A: L'11 marzo 2011 in una telefonata, Mauro Bressan e Bellavista, scrive Salvini, "conversano su altri eventi sportivi di serie A in cui i cosiddetti Zingari offrivano inizialmente 400 mila euro, poi da loro abbassati a 300 mila. Nel corso della conversazione i due facevano riferimento ad un personaggio importante che con loro aveva già lavorato per alcune partite di serie A combinate". Un'altro riferimento è in un'informativa della squadra mobile sull'ex capitano del Bari Bellavista. "Emerge - è scritto - quale appartenente ad una non identificata organizzazione" dedita alla manipolazione degli incontro e lui è "solo l'intermediario di una terza persona, allo stato non identificata, appartenente al gruppo di finanziatori che dispongono di interessanti capitali da investire". La Mobile riporta anche una conversazione con un personaggio non identificato in cui quest'ultimo "viene informato che la possibilità della manipolazione del risultato è strettamente collegata alla consegna del denaro". E sempre Bellavista, in una telefonata con il solito Erodiani del 20 marzo, dice: "io faccio una cosa per esempio...con uno del Bari...". Mentre al suo amico Daledo "chiedeva le quote ufficiali sulle vincite della partita Inter-Lecce e nella circostanza - annotano gli investigatori - gli comunicava che questi ultimi erano soliti vendere le partite, in quanto già con il Brescia avevano raggiunto l'accordo".

    Siena, legale "Siamo tranquilli e vigili". Il Siena si è affidato all'avvocato Paolo Rodella per seguire gli sviluppi della vicenda del Calcioscommesse e per tutelare la propria immagine. Il legale ha tenuto a rasserenare il popolo bianconero: "Siamo assolutamente tranquilli - ha detto l'avvocato in un'intervista rilasciata al Corriere di Siena - perché nelle 611 pagine che compongono il provvedimento non ci sono elementi che possono portare a procedimenti nei confronti del Siena. Nessun tesserato è coinvolto e non emerge alcuna responsabilità. Il Siena può stare tranquillo, chi parla di promozione a rischio commette un clamoroso errore". "Restiamo assolutamente vigili, pronti a tutelare il Siena in qualsiasi sede - ha aggiunto l'avvocato Rodella - anche se ora, finalmente, la pressione mediatica si sta affievolendo". L'agitazione dei tifosi era proprio legata al rischio, paventato da alcuni organi di informazione, di una promozione in A in bilico per via di questo caso scommesse. Su internet, sui vari forum del mondo bianconero subito si è sollevata l'indignazione per il 'coinvolgimento mediatico' di una squadra che non ha alcun tesserato iscritto nel registro degli indagati. Altri sostenitori hanno scritto mail di protesta alle redazioni di alcuni quotidiani nazionali per reclamare l'estraneità della Robur nella vicenda e per chiedere che non si parli di "promozione a rischio". Il Siena dal canto suo aveva subito affermato la propria estraneità, prima con un comunicato ufficiale diffuso nella giornata di mercoledì, poi con le parole pronunciate sul sito internet da parte del presidente Mezzaroma. Ieri anche il neo eletto sindaco Franco Ceccuzzi ha fatto sentire la sua vicinanza al Siena affermando che "non c'é nessuna ombra sul successo della Robur" e che la squadra e la promozione in A "sono un patrimonio di Siena che non può essere messo in ombra".

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