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    Partite truccate, Viareggio "Paoloni un millantatore, agiremo legalmente"

     

     

    Partite truccate, Viareggio "Paoloni un millantatore, agiremo legalmente". Lente sulle gare di A

    04 giu 11 - "Pure millanterie" le "asserzioni telefonicamente effettuate dal sig. Paoloni con altri interlocutori", che emergerebbero dagli atti dell'indagine condotta dalla procura di Cremona sulle partite truccate. Lo ribadisce l'Esperia Viareggio che, si spiega in una nota, in relazione alle "informazioni diffuse da organi di stampa ed emittenti porrà in essere attraverso i propri legali Cristiano Baroni e Giovanni Paolo Giannecchini ogni azione a tutela dell'immagine propria, dei propri dirigenti e di ogni suo tesserato nelle opportune sedi giudiziarie, civili, penali e sportive". Per il Viareggio le asserzioni di Paoloni sono "pure millanterie caratterizzate da contenuti gravemente diffamatori e calunniosi nei confronti della Fc Esperia Viareggio, nei confronti dei quali la medesima non potrà che reagire con il massimo rigore".

    Iniziati interrogatori altri 3 arrestati. Sono cominciati, davanti al gip Guido Salvini, gli interrogatori degli ultimi tre arrestati in carcere nell'ambito dell'inchiesta sulle partite di calcio truccate. Il primo a essere interrogato è Gianfranco Parlato, accusato di aver fornito "indicazioni utili sulle illecite pianificazioni degli eventi per consentire di poter indirizzare senza rischio le scommesse sportive" agli altri indagati.

    Vertici Ravenna: siamo estranei. Gianni Fabbri, presidente del Ravenna, e Leonardo Rossi, allenatore della squadra romagnola, hanno affidato a una nota congiunta la loro difesa in merito all'inchiesta sul Calcioscommesse, sostenendo in sostanza di non avere avuto nessuna responsabilità nella vicenda. "Sono estremamente significative - si legge nel documento a firma degli avvocati Ermanno Cicognani e Giovanni Scudellari - tutte le conversazioni telefoniche nelle quali terze persone, e in particolare Giorgio Buffone (direttore sportivo del Ravenna, finito in carcere nell'ambito dell'indagine, ndr), prospettavano all'interlocutore di turno la reiterata indisponibilità del presidente a raggiungere accordi di sorta". "La circostanza - prosegue la nota - si accompagna alla evidenziata volontà del presidente e dell'allenatore di ottenere sempre il miglior risultato possibile per la squadra". Inoltre, "la lettura delle altre telefonate intercettate tra Giorgio Buffone e i nostri assistiti, e soprattutto quelle immediatamente successive ai colloqui riportati nell'ordinanza cautelare, potranno confermare la ferma e corretta volontà del presidente Fabbri e dell'allenatore Rossi". Secondo i legali dei due, entrambi indagati a piede libero, "particolare rilevante appare poi la circostanza dell'immediata segnalazione alla Procura Federale da parte di Fabbri sui sospetti inerenti la regolarità della partita Ravenna-La Spezia, comportamento certamente incompatibile con la volontà e/o la consapevolezza di raggiungere o trattare accordi illeciti". Infine viene evidenziato che "l'ipotizzato incasso di una fideiussione del Comune di cui si parla in un colloquio tra Erodiani e Pirani è insussistente e ha il chiaro significato di una scusa per giustificare i ripetuti dinieghi a qualsiasi accordo da parte del presidente". Anche il sindaco Fabrizio Matteucci - sempre attraverso una nota - ha precisato che "il caso sulla fideiussione del Ravenna Calcio estinta dal Comune non esiste assolutamente", ed ha rimarcato che l'inchiesta dalla Procura di Cremona "é di grande spessore e fa intravedere, per ora, scenari criminali gravissimi. Insomma questa inchiesta è il contrario di una bolla di sapone destinata a finire nel nulla", ha sottolineato il sindaco, facendo probabilmente riferimento alle parole che il senatore del Pd Vidmer Mercatali, presidente onorario del Ravenna Calcio, aveva usato sul Resto del Carlino subito dopo gli arresti. Le dichiarazioni sono giunte a poche ore dall'interrogatorio di garanzia di Buffone (difeso dall'avv. Alfonso Vaccari) previsto nel pomeriggio davanti al Gip cremonese. Assieme al direttore sportivo del Ravenna - originario di Canistro (L'Aquila) ma residente a Cattolica, Rimini, e destinatario di provvedimento di custodia cautelare in carcere - tra le persone legate alla squadra romagnola e coinvolte nella stessa inchiesta compare anche Ismet Mehmeti, scommettitore albanese residente a Ravenna e ora ai domiciliari. Indagati a piede libero, oltre a Fabbri (nato a Forlì ma di fatto ravennate) e a Rossi (nato ad Atina, Frosinone, ma residente a Ferrara), ci sono il vicepresidente, il napoletano Antonio Ciriello e l'allenatore dei portieri ed ex giocatore, il ravennate Nicola Santoni.

    Lente d'ingrandimento sulle gare di A. Dalla settimana prossima gli inquirenti cremonesi entreranno nel merito delle tre partite, che coinvolgono 5 squadre, alcune di serie A, che secondo le dichiarazioni del medico odontoiatra Mario Pirani potrebbero essere state truccate, oltre alle 18 già esaminate nell'ordinanza di custodia cautelare che l'ha portato in carcere. Pirani sarà interrogato dal procuratore di Cremona, Roberto Di Martino nella giornata di martedì mentre mercoledì a essere interrogato sarà Massimo Erodiani, agente di scommesse e venerdì, infine, toccherà all'ex portiere della Cremonese, poi del Benevento, Marco Paoloni che davanti al gip si è avvalso ieri della facoltà di non rispondere. In ambienti giudiziari si spiega che la vicenda delle tre nuove partite merita di essere approfondita in quanto Pirani ne ha parlato come di gare che, per quanto aveva sentito dire, potevano essere state truccate senza, però, entrare nelle modalità con cui ciò sarebbe avvenuto. Da qui anche la cautela degli inquirenti cremonesi.

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