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    Partite truccate, Erodaini conferma tutto, Bellavista non risponde

     

     

    Partite truccate, Erodaini conferma tutto, Bellavista non risponde. Accertamenti su 3 gare e 5 squadre. Abete: fate presto

    03 giu 11 - Avrebbe confermato la ricostruzione dei fatti contenuta nell'ordinanza di custodia cautelare Massimo Erodiani, uno dei principali protagonisti dell'inchiesta sulle partite truccate della Procura di Cremona. L'interrogatorio di garanzia di Erodiani si è concluso da poco e il gip Guido Salvini si è limitato a dire che c'é "una conferma del quadro accusatorio" da parte dei due indagati sentiti oggi tra i sette per cui è stato disposto il carcere. I due, ha detto il gip, hanno fornito "ampie dichiarazioni sui fatti". Il legale: cerca recupero crediti. Massimo Erodiani, il titolare di agenzie di scommesse arrestato nell'ambito dell'inchiesta cremonese sulle partite truccate, ha spiegato di essere entrato nella vicenda per "recuperare un credito da un giocatore scommettitore". Uno dei suoi avvocati, Giancarlo De Marco, non ha fatto il nome dell'ex portiere della Cremonese, Marco Paoloni, ma del debito parla la stessa ordinanza di custodia cautelare che ha portato in carcere entrambi. Un debito che si sarebbe aggirato intorno ai 110 mila euro. Dall'interrogatorio di Erodiani è emersa la conferma che il medico odontoiatra Marco Pirani abbia parlato, nel precedente suo interrogatorio, di altre quattro o cinque partite, anche di serie A, rispetto alle 18 contestate nell'ordinanza di custodia cautelare. Erodiani avrebbe però risposto di non sapere nulla di queste partite. L'indagato sarà sentito probabilmente la settimana prossima dal procuratore Roberto Di Martino

    Bellavista non risponde. Anche Antonio Bellavista, detto Makelele, ex calciatore, arrestato nell'ambito dell'inchiesta cremonese sulle partite truccate, si è avvalso della facoltà di non rispondere davanti al gip. Scelta processuale già decisa dall'ex portiere della Cremonese, Marco Paoloni. Lo ha spiegato il suo legale, Massimo Chiusolo, il quale ha spiegato che "non c'é stata la possibilità di acquisire nuove dichiarazioni che potrebbero essere state rivolte al mio assistito, e, in assenza di contestazioni a norma di legge abbiamo ritenuto di non rispondere". Bellavista risponderà una volta che la difesa avrà acquisito i verbali dell'interrogatorio di oggi di Marco Pirani e Massimo Erodiani, interrogati in precedenza e che, evidentemente, hanno fatto riferimento a Makelele.

    Legale Micolucci: estraneo ad accuse. "Vittorio Micolucci è estraneo ad ogni accusa e lo dimostreremo in occasione dell'interrogatorio di garanzia". Così l'avvocato anconetano Daniela Pigotti in merito alla posizione del giocatore dell'Ascoli finito agli arresti domiciliari nell'ambito dell'inchiesta sul calcio scommesse. "La sua posizione è assolutamente marginale, non aveva motivo di sporcarsi le mani con una storia del genere, visto che é giovane ed ha ancora una carriera davanti - insiste il legale -. Micolucci è molto provato, addolorato per una vicenda nella quale è stato tirato in ballo da altri, ma alla quale è estraneo". L'interrogatorio di garanzia per Micolucci dovrebbe essere fissato all'inizio della prossima settimana, come pure quello di Vincenzo Sommese, l'altro giocatore dell'Ascoli che si trova anche lui agli arresti domiciliari.

    Abete: fate presto. L'amarezza e lo sgomento del presidente della Federcalcio Giancarlo Abete per il nuovo scandalo che si è abbattuto sul mondo del calcio legato alle scommesse su cui indaga la procura di Cremona. Nel giorno dei primi interrogatori di garanzia, il numero uno della Figc ribadisce la necessità di fare al più presto luce sui fatti per garantire la partenza regolare della stagione 2011-2012: "La giustizia sportiva deve fare in modo veloce e fare bene", ha sottolineato. Chi non è coinvolto nella vicenda è il giocatore Daniele De Rossi per il quale è lo stesso pm di Cremona Roberto Di Martino a dissipare ogni dubbio: "Quella di De Rossi è una sciocchezza - ha detto il magistrato - ho chiesto informazioni ai miei ufficiali di polizia giudiziaria e mi è stato detto che il nome di De Rossi non c'é". Lo stesso centrocampista della Roma si é detto "indignato e del tutto estraneo ai fatti", mentre il club giallorosso lo "supporterà in ogni modo nelle sedi competenti", agendo, di conseguenza, "anche a tutela della società stessa e dei propri azionisti". De Rossi incassa anche la fiducia e la solidarietà di Abete che lo definisce "una colonna della Nazionale, e lo resterà a lungo". Resta il timore che al di là delle 18 partite - tra serie B e Lega Pro - individuate dall'inchiesta di Cremona ci sia un coinvolgimento più ampio, anche della serie A: anche se, al momento, non ci sono riscontri. Il pm di Cremona in tempi brevi, trasmetterà gli atti, o parte degli atti dell'inchiesta, al procuratore della Federcalcio Stefano Palazzi. Quindi scenderà in campo la giustizia sportiva che dovrà tirare le sue conclusioni in tempi rapidi, come chiesto da Abete. Il presidente federale sottolinea che il mondo del calcio non ha difese e assicura intransigenza con chi ha sbagliato. "Sono amareggiato e consapevole che il problema ci sarà anche nei prossimi anni - dice - Il calcio ha bisogno di aiuto, non possiamo accettare che questo mondo venga infangato". Abete ribadisce i limiti strutturali della giustizia sportiva: "Ricordo ancora che su Calciopoli dopo cinque anni la giustizia ordinaria è ancora al primo grado. Il nostro è un ruolo diverso, la giustizia sportiva deve fare presto ma ha strumenti diversi. Non può far uso delle intercettazioni, non può fare le perquisizioni, non può fare controlli bancari per capire se un assegno è stato o non è stato staccato". Abete sottolinea la necessità di rafforzare la "logica della responsabilità e far venir meno l'omertà che è presente nella società italiana, e anche alle volte nel mondo del calcio"; plaude all'operato di forze dell'ordine e magistratura e sottolinea che "il sistema delle scommesse non porta alcun beneficio, al calcio, noi siamo solo soggetti a rischio. Se si può scommettere anche sul numero dei gol fino all'ultimo minuto, fino all'ultimo secondo, non c'é possibilità di premunirsi nei confronti di comportamenti non corretti". A tal proposito, fonti della Federcalcio fanno notare che le segnalazioni di flussi di giocate anomale da parte dei Monopoli di Stato sono organiche - ovvero alla Procura federale ma anche alla Figc e alla Lega interessata - solo dal 13 gennaio scorso, a seguito di un incontro tra Aams e Federazione, e da quel giorno le partite 'segnalate' sono state 14. La precisazione è in risposta alla notizia secondo cui sarebbero state 37 in questa stagione le partite da giocate anomale comunicate a via Allegri. Di tali 14 partite, otto dei risultati più scommessi non si sono verificati, mentre per sei il risultato finale è stato lo stesso delle giocate anomale. Di queste sei, due fanno parte dell'inchiesta avviata dalla procura di Cremona, peraltro già prima del 2011 e della riunione tra Monopoli e Figc; mentre un altro dei match sotto inchiesta giudiziaria fa parte degli otto segnalati alla Federcalcio, senza però che vi fosse corrispondenza tra giocate e risultato. Intanto, l'Ascoli Calcio, attraverso il proprio legale, l'avv. Mauro Gionni, si è formalmente costituito come parte lesa nel procedimento penale sul Calcioscommesse (nel quale sono coinvolti tre suoi tesserati, Vittorio Micolucci, Vincenzo Sommese e Alex Pederzoli). La società si riserva di costituirsi parte civile laddove si accertassero danni patrimoniali e sportivi cagionati al club dalle condotte degli indagati, oggetto di accertamento da parte dell'autorità giudiziaria.

    Accertamenti su 5 squadre e 3 partite. Sono tre le partite all'esame del pm di Cremona e coinvolgono complessivamente cinque squadre, alcune delle quali di serie A. Questo almeno secondo quanto emerso dall' interrogatorio di Marco Pirani, il medico odontoiatra arrestato, interrogato oggi dal gip di Cremona Guido Salvini. A quanto si è appreso Pirani e l'altro indagato che oggi ha deciso di rispondere alle domande del giudice, Massimo Erodiani, avrebbero parlato, in particolare, del ruolo di Cristiano Doni e Beppe Signori, dando "indicazioni significative".

    Milan e Napoli. "Il Milan...Massimo...sta giocando...te dico solo che il Napoli è andato a Milano per far lo zero a zero". Dalle carte dell'inchiesta sul calcioscommesse cominciano a spuntare i nomi di squadre della serie A, anche se, ribadiscono gli inquirenti, al momento non c'é alcuna prova di un loro coinvolgimento nel giro che ha portato all'arresto di 16 persone tra cui Beppe Signori. L'ultima novità è contenta in uno degli atti depositati oggi in procura a Cremona, un'informativa da cui poi è scaturita l'ordinanza del Gip Salvini. Si tratta di due intercettazioni tra Massimo Erodiani e quel Mario Pirani che proprio nel corso dell'interrogatorio di garanzia ha parlato di altre 3 partite truccate e cinque squadre coinvolte, anche di serie A. Le telefonate sono del 28 febbraio 2011, il giorno di Milan-Napoli a San Siro (all'epoca le due squadre sono prima e seconda in classifica), una nel pomeriggio, alle 14.42 e una in serata, alle 21:12 a incontro in corso. Nella prima i due parlano di cosa giocare e ad un certo punto Erodiani dice: "io penso...1 X Milan...vai...io penso 1 X Milan...siamo più al coperto". Più avanti Pirani aggiunge: "Io dico per me Milan-Napoli questa sera è una partita da stare lontano...perché è da tripla...al Napoli manca Lavezzi, va bé, però...sulla carta c'é l' 1 x, il Milan non può perdere ne ha perse già due con la Roma e con la Juve!". I due discutono cosa giocare. Erodiani: "per me è 1...cioé, manco l'1 x". E Pirani: "per me 1 non è, per me è più x". Erodiani ancora: "Per me è 1...e ti dico che segna pure Ibrahimovic...". I due continuano a discutere e cominciano a parlare di cifre. "Se non lo becchiamo il milan 1 x cosa succede?" chiede Pirani. "Marco...- risponde Erodiani - che hai buttato 10 mila euro al vento". La seconda telefonata avviene durante l'incontro, quasi al termine del primo tempo quando le due squadre sono ancora sullo 0-0. Pirani chiama Erodiani e all'inizio i due parlano della partita Benevento-Cosenza (una di quelle finite nell'inchiesta perché "aggiustate") sempre del 28 febbraio, con Erodiani che dice "sì sì già sta a posto". Poi il discorso va sul Milan. Erodiani: "ma il Milan come sta a giocà?". Pirani: "Il Milan...Massimo...sta giocando...te dico solo che il Napoli è andato a Milano per far lo zero a zero" Erodiani: "addirittura" Pirani: "Se gliene fa uno...il Milan gliene fa quattro...il Napoli si difende il Milan attacca ma non...non attacca veramente". Il primo tempo si chiude zero a zero ma nel secondo tempo il Milan segna tre gol e vince la partita. La prima rete la segna proprio Ibrahimovic, al 4/o minuto. Poi arrivano i gol di Boateng e Pato.

    Moggi "Con intercettazioni andrei cauto": "Sono cosciente del fatto che si tratta di intercettazioni, ci andrei cauto dal momento che le intercettazioni sono come si leggono e non come sono...". Lo ha detto Luciano Moggi in collegamento diretto telefonico al convegno 'Calciopoli: storia di un inganno' che si è svolto all'Aquila, in riferimento alle vicende degli ultimi giorni. "A mio avviso è un processo fatto prima del processo, così si uccidono le persone. Non vorrei - ha concluso - che si finisse come ha fatto il Procuratore federale Palazzi, che ha preso come vangelo le 20 telefonate dimenticando le altre 170 mila...".

    Ombra della camorra. "Vogliono così riciclare soldi sporchi". Così Filippo Beatrice, sostituto della Direzione nazionale antimafia che da pm a Napoli condusse, col collega Giuseppe Narducci, l'inchiesta di calciopoli, commenta gli sviluppi delle indagini sul nuovo scandalo del calcioscomesse. Secondo il magistrato, che ha parlato ai microfoni di Radio 24 per la trasmissione "Storiacce", "sembra tutto un deja vu. E il fatto che periodicamente il mondo del calcio sia attraversato da forte opacità, non può non far riflettere sul fatto che gli strumenti di controllo dell'ordinamento sportivo sono insufficienti". Beatrice ricorda come con "Calciopoli si tentò una Mani Pulite del Calcio, ma ci fu subito la Restaurazione: siamo ancora in piena Prima Repubblica. Gli interessi economici e sociali intorno al calcio sono così complessi - riflette - che non c'é il coraggio di fare un vero repulisti. Nel 2006, i processi sportivi - commenta - furono chiusi troppo in fretta e il calcio non riuscì a digerire l'ampiezza di quella rete". Quanto all'ombra della camorra su questo settore, "sviluppi investigativi futuri dimostreranno che, oltre ai clan tradizionali, quelli di Secondigliano e della Sanità, anche quelli della provincia si stanno occupando di questo settore, casalesi e non solo".

     

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