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    Il Cosenza appesantito dalla preparazione passa il turno di Tim Cup

     

     

    Il Cosenza appesantito dalla preparazione passa il turno di Tim Cup ai rigori

    08 ago 10 Passa dai piedi di Stefano Fiore il passaggio del turno di Coppa Italia. Una gara vinta ai calci di rigore quasi fosse una punizione divina per quanto sprecato durante i 120 minuti giocati. Come lo scorso anno, un gol incredibile preso dalla difesa, ha fatto saltare tutti i piani che Mister Stringara aveva preparato per l’incontro. La Lucchese, squadra al top di condizione psicologica, viene da due stagioni vinte di fila, si presenta veloce e compatta manco fosse la prima di campionato. La cosa non è passata inosservata e il tecnico del Cosenza a fine gara ha sollevato i suoi giusti dubbi “Loro erano velocissimi ed arrivavano sempre prima di noi sulla palla. Di sicuro i miei appesantiti dai carichi di lavoro non hanno di certo brillato ma sono cosciente di questo e lo sapevo sin dall’inizio. D’altronde a me interessa il campionato e la preparazione è in funzione di questo perciò non mi meraviglio più di tanto. Mi meraviglia invece la loro condizione già al top. Ma sono fatti loro. Guardo solo in casa mia”. Incisivo, tagliente come un rasoio, Stringara non le manda a dire. Ma non c’è bisogno della zingara per indovinare il futuro. E’ evidente che mister Favarin, l’allenatore della Lucchese, avrà optato per una preparazione leggera che permette un’avvio sprint del campionato per sfruttare al meglio la prima parte della stagione. Scelte. Scelte che al San Vito si sono tradotte in una squadra sbarazzina che è durata per 60-70 minuti e poi si è seduta sulle gambe. Tornando alla gara, fa tutto il Cosenza. Il solito Cosenza. I soliti errori: Biancolino sbaglia il rigore a fine primo tempo, la difesa prende un gol da cortile all’ultimo minuto di gioco. Sembra di rivedere la scorsa stagione. Evidentemente gli uomini sono quelli. Alti e bassi per il reparto difensivo con Raimondi decisamente tra i migliori in campo che fin quando tiene è di categoria superiore. Musca la mette dentro all’inizio di ripresa ma dopo neanche un minuto sfiora l’autogol: Un palo benedetto la respinge in corner. Il solito Cosenza. Il solito Ceccarelli. È sempre lui. Corre, tanta voglia ma ancora ha la giustificazione dei carichi di lavoro. Biancolino, se non fosse stato per il rigore sbagliato, avrebbe meritato la palma di migliore in campo. Vede il gioco e i compagni. Ogni volta che va avanti fa male. Si tira tre o quattro difensori ed apre l’avversario come il burro. Petrocco si mantiene sulla sufficienza. Probabilmente l’aria dello Stretto gli farà bene. E si, sembra fatta per lo scambio con Marino della Reggina. Un panca in B non è male. E poi la pregiata ditta Fiore & Fiore. Palloni d’oro che meriterebbero miglior sorte. Ma tant’è. La preparazione pesa sulle gambe di tutti. Avvio dunque al fulmicotone per i toscani che nei primi 30 minuti hanno 5 occasioni 5, tutte nitide sprecate come un niente. Ci sono colpe della difesa rossoblù in diverse occasioni. Ma la Lucchese ha le polveri bagnate e la mira sballata. Il Cosenza è lento e compassato. Intanto gli ospiti nel primo tempo hanno il pallino del gioco per quasi tutto il periodo. Corrono come dannati, manco fosse la decima di campionato. Scelte, dicevamo. Intanto nei due finali di tempo c’è thrilling! Biancolino in area si lavora il pallone e la difesa. Lollini non trova di meglio da fare che ostacolarlo platealmente. Rosso diretto e calcio di rigore. Il “Pitone” va sul dischetto e ci mette un po. E’ nervoso. Non si direbbe dal suo modo di giocare. Qualche fantasma dello scorso campionato lo rincorre. E lo raggiunge. La palla esce fuori. Vabbè. E’ andata così. Te caldo e ritorno in campo. Adriano Fiore rimane negli spogliatoi, turn over con Olivieri. Neanche un minuto e un secondo rigore, ancora più macroscopico del primo non viene fischiato al Cosenza. Evidentemente il signor Intagliata, sbagliando, non se la sente. Ma ci pensa Musca da li a un minuto. Corner per il Cosenza. Pallone d’oro di Fiore con su scritto “SPINGIMI IN PORTA” e Musca la mette dentro di testa. Poi la gara degli orrori. Bernardi mette tre volte in area preziosi palloni ma il Cosenza non riesce a trasformare. La Lucchese comincia a spegnersi ma il Cosenza, nonostante l’uomo in più, non riesce a trasformare le occasioni. Il carico di lavoro della preparazione offusca le idee. Il tecnico non si scompone. In sala stampa aggiunge “Tutto calcolato, stiamo ad un certo livello di preparazione e va bene così, Ma devo fare i complimenti ai miei perché la Lucchese era messa meglio di noi, ma i miei hanno vinto”. Intanto vede quasi tutti all’opera, nel bene e nel male. “Non chiedetemi degli uomini, per quello c’è il DG Castagnini” aggiunge quando gli viene chiesto chi vorrebbe cambiare. Intanto, quasi pago del risultato ,il tecnico sostituisce a metà secondo tempo Ceccarelli con Roselli. La partita scivola via senza problemi. A quattro minuti dalla fine c’è pure il tempo per far entrare Maggiolini, ancora non al top. Ma da li ad un minuto arriva la doccia fredda. Tutti già sono con la testa a Torino. La Lucchese prova senza impegni una ripartenza. Arriva davanti la porta di Petrocco e come d’incanto diagonali, blocchi e marcature vengono cancellate dalla memoria dei difensori. Carloto riesce a far gol come in un azione da cortile, Palla dal palo al centro e gol con i difensori ancora al tavolino a bersi una birra. Supplementari. Tutto come negli ultimi minuti del primo tempo.Un palo di de Rose gela ancora gli astanti nella prima meta'. Il Cosenza inizia con un’occasione d’oro con Maggiolini, ha tre palle gol e due mischie in area ma riesce soltanto a far casino. Addirittura Marasco ha la palla per far sua la partita a due minuti del termine. Un messaggio di Pandora. Sarà proprio lui a sbagliare il rigore decisivo per i suoi. Finisce ancora in parità e si va ai rigori. Comincia il Cosenza. Maggiloni rete, Chadi, rete. Secondo giro: Olivieri rete, Carloto rete. Terzo giro: Bernardi rete, Biggi parato da Petrocco. Quarto giro lo sbagliano entrambi: De Rose viene parato e Marasco, che prova un cucchiaio rozzo, la manda fuori. Quinto e decisivo rigore. Sul dischetto c’è Stefano Fiore. Freddo. Implacabile. Guarda negli occhi Pennesi. Lui ha più voglia di Torino di tutti. Ha qualche conticino da mettere a posto. Gli brucia ancora l’esperienza terminata anzitempo con i granata. “Non mi hanno capito, non mi hanno voluto capire”. Palla sul dischetto e con un missile fredda il portiere toscano e corre sotto i pochi della curva. Una gioia intensa. Fuori dal campo per tutta la gara gli ultra inneggiano e protestano contro la tessere del tifoso. In campo il Cosenza, nonostante tutto, incassa una vittoria valida per un viaggio ad Ivrea e dintorni per un’altra gara da raccontare. Arrivederci in Piemonte. Occhio, che alla guida della truppa c’è il capitano, un certo Stefano Fiore.

     

     

     

     

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