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      Primarie PD, a Cassano non si vota per protesta: basta coi soliti noti

       

       

      Primarie PD, a Cassano non si vota per protesta: basta coi soliti noti

      03 mar 19 É stata motivata da una protesta politica la decisione di uno dei due scrutatori del seggio di Cassano allo Jonio per le Primarie del Pd di non presentarsi nel momento dell'inizio delle votazioni, provocandone la chiusura a causa dell'impossibilità di trovare dei sostituti. Uno dei due scrutatori che hanno disertato l'appuntamento, Elisa Fasanella, ex consigliere comunale di Cassano allo Jonio, ha pubblicato un post sul suo profilo facebook in cui afferma di non essersi presentata al seggio "perché stufa della situazione del Pd a Cassano. Basta con i compromessi - aggiunge - basta con i soliti protagonisti del Pd locale graziati dalla Regione e che addirittura si arrogavano il diritto di rappresentare due mozioni se non addirittura tutte e tre. Il Pd a Cassano deve essere rinnovato e io ero pronta per fare questo. Una rivoluzione! Basta con l'arrivo di nuove persone mai viste nella sezione del Pd ma che si presentano puntualmente nonostante il loro continuo parlare e sparlare solo nei momenti 'convenienti' per la loro persona". "Io voglio - scrive ancora Elisa Fasanella - un Partito libero e democratico, senza compromessi e sotterfugi, un partito 'disponibile' per i cittadini, che aiuti gli ultimi e no i 'soliti'. Bisogna avere il coraggio di credere nel giusto e di rischiare per amore di qualcosa". Per quanto riguarda l'altra scrutatrice che non si é presentata al seggio, Chiara Branca, si é appreso che la sua decisione sarebbe stata motivata da un improvviso lutto familiare.

      Zingaretti eletto segretario

      Nicola Zingaretti é incoronato nuovo segretario del Pd con un bagno di consensi nel voto popolare delle primarie: con un'affluenza oltre il milione e settecentomila votanti, il governatore del Lazio ha ottenuto circa il 70 per cento, oltre un milione di preferenze, largamente al di sopra della maggioranza necessaria del 50% più uno. "Un risultato straordinario, più votanti delle ultime primarie - esulta Zingaretti -. Viva la democrazia italiana!". Primarie per l'Italia, le aveva ribattezzate. "Non sarò un capo, ma il leader di una comunità - dice nel primo discorso in mezzo alla festa dei suoi a Roma -. Grazie all'Italia che non si piega e che vuole arginare un governo illiberale e pericoloso". Zingaretti dedica la vittoria a Greta, la ragazza svedese che lotta contro i cambiamenti climatici, ai poveri e ai giovani disoccupati. Promette un Pd inclusivo, "aperto a una nuova alleanza" di centrosinistra. "I delusi sono tornati e torneranno", assicura, "stavolta non possiamo deluderli". La sua leadership viene riconosciuta da tutti i big del partito, a iniziare dagli altri candidati. Roberto Giachetti, terzo con il 12% ufficioso, chiama Zingaretti e si complimenta. "Altro che macerie", dice sottolineando l'alta partecipazione. "Buon lavoro Segretario!- twitta Maurizio Martina, intorno al 18% -. Da oggi sempre più #fiancoafianco nel PD per l'Italia". "Quella di Nicola Zingaretti è una vittoria bella e netta. Adesso basta col fuoco amico - lo saluta Matteo Renzi, il convitato di pietra -: gli avversari politici non sono in casa ma al Governo". Dall'ex Rottamatore la promessa di evitare il "fuoco amico" del quale si é sentito a lungo vittima lui stesso. Nel pomeriggio, parlando già quasi da segretario in pectore, Zingaretti aveva detto: "Sono contento di queste lunghe file in tutti i Comuni italiani, avevo chiesto fiducia e passione come i grandi punti di ripartenza. Ora sta a noi non tradire questa fiducia, e se tocca a me giuro che non la tradiro mai". E a lui toccherà tentare di risollevare il Pd già in vista della difficile sfida delle Europee. Finora Zingaretti ha sempre vinto le elezioni alle quali si é presentato: dal consiglio comunale di Roma all'Europarlamento, dalla presidenza della Provincia di Roma a quella della Regione Lazio, dove é stato rieletto lo scorso marzo mentre il Pd si inabissava, fino alla segreteria. In via dei Cerchi, accanto al Circo Massimo, militanti e volontari si mischiano ai parlamentari che hanno sostenuto il candidato; tra loro la coordinatrice della mozione Paola De Micheli, Gianni Cuperlo, Francesco Boccia - ex candidato -, il 'grande elettore' Dario Franceschini, che con la sua AreaDem ha spostato parecchi voti. Zingaretti diventa segretario di un partito, il principale di opposizione nonostante tutto, che a un anno meno un giorno dal tracollo delle politiche del 4 marzo sembra dare un segno di vitalità e alle primarie porta al voto quasi un milione e ottocentomila persone. Fin dalla mattina si sono viste file in molti dei circa 7.500 seggi allestiti in circoli e gazebo, tanto che in molti casi si é dovuto tenere aperta la 'sezione' oltre le 20 per permettere a tutti di votare. L'ultima volta, per la rielezione di Renzi, avevano partecipato alle primarie circa 1,8 milioni di persone, ma era un altro Pd e l'affluenza di oggi non era scontata. I maggiorenti del partito hanno votato nelle rispettive città: tra i candidati, Zingaretti e Giachetti a Roma, Martina a Bergamo. Renzi, ultimo a essere eletto, ha votato a Firenze andando al seggio in vespa. A Roma ha votato Paolo Gentiloni, che con Zingaretti potrebbe diventare presidente del Pd e forse anche candidato premier. Molti gli uomini di spettacolo visti ai gazebo, tra cui Roberto Benigni, Paolo Virzì, Nanni Moretti, Francesco Guccini, Renzo Arbore e Stefania Sandrelli, tra gli altri. Tutti ora a guardare cosa porterà il nuovo leader.

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