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      Manca numero legale, salta Consiglio regionale che in odg aveva preferenza di genere

       

       

      Manca numero legale, salta Consiglio regionale che in odg aveva preferenza di genere

      15 apr 19 Ha concluso i lavori per la mancanza del numero legale, il Consiglio regionale. E' cosi rimasto incompleto il nutrito ordine dei lavori. Un finale in qualche modo annunciato per una seduta che si è impantanata, fin dalle prime battute della discussione, sull'introduzione della doppia preferenza di genere e sulle votazioni dell'articolato. Dopo i quattro articoli votati, con un voto contrario e l'astensione della minoranza, senza, quindi, che fosse raggiunta la maggioranza assoluta necessaria, il centrosinistra ha deciso di abbandonare l'aula ed ha immediatamente convocato una Conferenza stampa nell'Aula Commissioni. Il tutto mentre era ancora in corso il dibattito sulla proposta Sculco, ormai bocciata, con il centrodestra che cercava in tutti i modi di respingere l'accusa di aver affossato la legge. Al presidente Irto non è rimasto altro, quindi, constatata la mancanza del numero legale, che chiudere i lavori. Mentre l'Aula di palazzo Campanella si svuotava per l'abbandono dei lavori da parte del centrosinistra, il centrodestra ha proseguito nel dibattito. In tutti gli interventi la minoranza ha respinto l'accusa di aver impedito l'approvazione della legge. Gianluca Gallo (Cdl) ha accusato il presidente Oliverio di aver cercato di dividere il Consiglio "tra buoni e cattivi", a fronte di una legge "che è stata è stata concepita e modificata - ha detto - tutta in seno alla maggioranza". Fausto Orsomarso (Misto) nel ricordare il suo voto favorevole al provvedimento ha accusato Oliverio di aver voluto garantire ad un piccolo gruppo l'approvazione della legge. "Non esiste - ha ribadito - una posizione contraria alla partecipazione femminile. E non accettiamo lezioni da chicchessia su come valorizzare le donne, l'abolizione della preferenza e la previsione di liste con garanzia di alternanza uomo/donna potrebbe rappresentare la vera rivoluzione". Orlandino Greco, (Oliverio Presidente), che nel ribadire il voto contrario al provvedimento ha affermato che "la mia è una posizione chiara a tutti, non di maggioranza o di minoranza, perché penso - ha sottolineato - che la garanzia di uguaglianza debba partire dalla compilazione delle liste, dalla partecipazione alle cariche istituzionali ed amministrative. Non si tratta di discriminazione. Le scelte politiche non possono essere strumentalizzate. Io andrò avanti privilegiando la politica". Ha chiuso, prima che fosse accertata la mancanza di numero legale, Domenico Tallini (Forza Italia) che si è chiesto se fosse credibile una maggioranza che parla di parità di genere, ma si oppone al ricorso di Wanda Ferro in fase di rivendicazione, ad inizio legislatura, del suo ingresso in seno al Consiglio. "In realtà la maggioranza - ha detto Tallini - sa di non avere i numeri, ma continua ad amministrare con atteggiamento muscolare. Il tentativo di trovare un accordo c'è stato, ma sono mancati i numeri alla maggioranza. Ha ragione il consigliere Guccione quando chiede un fine legislatura all'insegna di una programmazione condivisa. Condividere o meno la preferenza di genere non può essere indicativo di essere giusti o meno ed il consigliere Romeo è pienamente consapevole dell'onestà mentale che caratterizza l'azione della minoranza. La richiesta avanzata dalla minoranza di riportare in commissione la proposta - ha concluso - non ha sortito alcun effetto. Si è assistito ad un vero e proprio ricatto politico"

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