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      Corbelli "Cimitero migranti commuove la Germania ma è ignorato da Gioverno italiano"

       

       

      Corbelli "Cimitero migranti commuove la Germania ma è ignorato da Gioverno italiano"

      02 ago 19 “Il Cimitero internazionale dei Migranti, sempre più al centro dell’attenzione mondiale, commuove la Germania e continua invece ad essere ignorato dal Governo italiano! Un noto regista tedesco ha preannunciato il suo arrivo a Tarsia, in questo mese di agosto, per la realizzazione di un documentario e per illustrare anche un progetto cinematografico (che presenterà ufficialmente a settembre ad una importante rete televisiva germanica) sul Cimitero internazionale dei Migranti, la più grande opera umanitaria legata alla tragedia epocale dell’immigrazione”. E’ quanto afferma, in una nota, il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, promotore della monumentale opera per la cui realizzazione lotta ininterrottamente da oramai 6 anni, dalla tragedia di Lampedusa del 3 ottobre 2013. “Non vedo l’ora di essere a Tarsia per vedere da vicino e filmare questo grande progetto umanitario che, qui in Germania, sta commuovendo tutti”, ha scritto, tra l’altro, il regista tedesco a Corbelli. “La Calabria, con questa grande opera umanitaria, mostra al mondo il suo vero volto, solidale e accogliente. Un’opera monumentale che stiamo realizzando grazie al sostegno e al coraggio del Governatore calabrese, Mario Oliverio, che con la Regione la sta finanziando”, aggiunge Corbelli. Nel mondo si continua a celebrare il grande valore del Cimitero dei Migranti, i cui lavori, a Tarsia, in Calabria, sono partiti alla vigilia di Natale, sabato 22 dicembre. Dopo gli speciali di Radio Vaticana e del giornale on line ufficiale del Vaticano, gli ultimi reportage di Famiglia Cristiana e del Tg La 7, e lo speciale (nel numero di maggio giugno scorsi) di 10 pagine su una prestigiosa Rivista internazionale tedesca, Mare, edita in Germania e diffusa anche in Austria, Svizzera, Spagna e Lussemburgo, che racconta la lunga storia e usa parole di elogio per il promotore della grande opera, Corbelli(definendolo il Gandhi italiano), è adesso preannunciato, l’arrivo a Tarsia, in questo mese di agosto, di un noto regista tedesco per la realizzazione di un documentario e di un film. Per l’inizio di settembre è inoltre prevista l’uscita di un libro in Francia. Mentre, prosegue la nota, iniziano ad interessarsi alla grande opera anche i primi ambasciatori dei Paesi africani, tramite alcuni emissari, degli operatori volontari francesi, che nel maggio scorso, sono stati a Tarsia per vedere da vicino i lavori e organizzare la visita dei diplomatici del Centro Africa. Nel giugno scorso sono ritornati a Tarsia, per uno studio sul Cimitero dei Migranti, che sarà, a breve, pubblicato in Australia(in inglese) e in Francia, due noti antropologi inglesi. Due anni fa è arrivata a Tarsia una delegazione di studenti europei del Progetto Erasmus Plus che ha realizzato un report presentato al Parlamento Europeo. Molti sono stati inoltre i grandi reportage realizzati dai vari inviati di storici media mondiali, dal Brasile ai Paesi Arabi, dalla Svizzera alla Germania, dalla Francia all’Inghilterra. Tutto il mondo apprezza la grande opera di Civiltà che sarà intitolata al bambino siriano Alan Kurdi e che, cancellando la disumanità di corpi, senza nome, seppelliti (con un numerino, e dimenticati così per sempre) in tanti piccoli, sperduti camposanti, darà dignità alle vittime dei tragici naufragi, dando a tutti loro una dignitosa sepoltura, in un cimitero monumentale, unico al mondo, nel rispetto delle diverse culture religiose. La grande opera, finanziata dalla Regione Calabria e realizzata, grazie alla disponibilità del sindaco Roberto Ameruso e della sua amministrazione, viene realizzata nel piccolo, accogliente comune di Tarsia, in un posto molto bello e fortemente simbolico, su una collina della Pace, un’area di oltre 28mila mq, immersa tra gli ulivi secolari, che resteranno, di fronte al Lago e al vecchio cimitero comunale, in parte ebraico, e a breve distanza dall’ex Campo di Concentramento fascista più grande d’Italia, quello di Ferramonti, luogo di prigionia ma anche di grande umanità, dove, durante la guerra, nessuno degli oltre tremila internati subì mai alcuna violenza”.

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