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      Cantiere Calabria chiude con Minniti, polemiche. Prc: Rettore chieda scusa

       

       

      Cantiere Calabria chiude con Minniti, polemiche. Prc: Rettore chieda scusa

      16 set 17 Con l'intervento del ministro degli interni Marco Minniti si è chiusa la tre giorni politica voluta dalla Regione e dal Presidente Mario Oliverio dentro l'Università della Calabria per evidenziare quanto fatto fino ad oggi dall'esecutivo regionale. Una sorta di bilancio in itinere paragonato ad un cantiere aperto. Da qui il titolo dell'iniziativa. L'intervento del ministro è stato poi seguito dalla relazione finale del presidente Oliverio. Ma tante polemiche sull'opportunità di tenere una manifestazione che parli di futuro quando gli interpreti sono stato coloro che questo futuro -dice Rifondazione Comunista- non sia mai stato creato. Proprio Prc chiede le scuse del Rettore agli studenti. "Abbiamo osservato con attenzione come - dichiara Pino Scarpelli, segretario regionale del Prc Calabria - l'Università della Calabria si sia trasformata negli ultimi tre giorni nella sede del 'Cantiere Calabria', la kermesse organizzata dalla Regione per discutere dei problemi e delle prospettive del nostro territorio. In effetti quale migliore luogo, parlando di prospettive, poteva far da sfondo a questo articolato dibattito, se non appunto quello in cui si formano le menti del domani? Tutto perfetto, dunque, se non fosse che il rettore Gino Mirocle Crisci, e con lui i rettori delle altre università calabresi che hanno aderito all'iniziativa, ha in realtà aperto le porte di 'casa' sua e dei tanti studenti che qui vengono per crearsi un futuro, a quelle stesse persone che negli ultimi anni si sono affaccendate proprio per impedire la realizzazione di questo futuro, in parte non costruendo nulla di buono, in parte demolendo quanto di buono era stato precedentemente conquistato in termini di diritti e garanzie". Poi prosegue: "Basta qui rievocare il già tanto evocato Jobs act, perfetta sintesi di quanto in basso siano cadute le politiche del lavoro nelle loro mani e rivendicato con orgoglio da questi stessi signori della politica e delle istituzioni che hanno sfilato all'Unical. Questi signori, peraltro, sono gli stessi che non ritengono i nostri giovani formatisi all'Università della Calabria competenti abbastanza per dirigere i nostri Comuni, tant'è che nei nostri enti locali è ormai prassi, anziché dare lavoro alle nuove leve, utilizzare a scavalco personale di altri enti o, peggio ancora, pensionati della pubblica amministrazione. Pratiche ben note ma sulle quali nessuno si premura di intervenire, in barba non solo alle normative ma anche al tanto osannato ricambio generazionale. Proprio stamattina il ministro Marco Minniti, nel chiudere il ciclo di incontri della kermesse, parlando di Calabria ha detto: 'Il nostro obiettivo è creare lavoro'. Di più, il ministro ha specificato: 'Deve essere la nostra ossessione'. 'Dobbiamo dare una prospettiva alle nuove generazioni - ha proseguito - perché nessun tessuto sociale può reggere a lungo se a un giovane su due viene negata una prospettiva. Una società che nega la prospettiva è una società ingiusta'. Queste le parole, sulle quali non possiamo che dirci d'accordo, ma i fatti ci inducono a pensare che solo di parole si tratti. Chiediamo quindi al rettore Crisci come intenda spiegare ai suoi studenti, quei 'migliori' che qui vengono formati e che sono poi costretti ad andare via lontano per mancanza, appunto, di prospettive, il suo essersi prestato a fare da padrone di casa a quegli stessi che nei fatti hanno dimostrato di non aver alcuna considerazione dei loro talenti e delle loro legittime aspirazioni e se non sia il caso di chiedere scusa per aver accolto da ospiti d'onore, nel luogo dove si costruisce il futuro, chi il loro futuro lo ha fatto a pezzi".

      Il Ministro Minniti ha fatto il punto su terrorismo:
      "Come sistema paese siamo riusciti a tenere insieme il principio della vivibilità e delle bellezza con il principio della sicurezza". Lo ha detto il ministro dell'Interno Marco Minniti a Rende, , intervenendo, a Rende, alla giornata conclusiva di "Cantiere Calabria", evento organizzato dalla Regione per rendere note le attività poste in essere dalla giunta regionale e tracciare le linee future. "L'attacco di ieri a Londra - ha aggiunto - dimostra che siamo sotto minaccia, una minaccia terroristica forte e potente. Negli anni abbiamo messo in campo due elementi fondamentali: che la sicurezza è un bene comune e vive se condiviso. Il luogo più sicuro è il luogo più vissuto, facile a dirsi, complicato a farsi, soprattutto quando ci confrontiamo con un terrorismo a prevedibilità zero. Tuttavia, abbiamo lavorato con pazienza e grazie al lavoro delle nostre forze di polizia, oggi non abbiamo luoghi belli e blindati, ma un paese bello che può essere guardato. Il compito della sicurezza è quello di consentire a chiunque di guardare le bellezze dell'Italia sentendosi sicuro".
      poi ha evidenziato come la crescita della Calabria sia necessaria per lo sviluppo dell'Italia
      "Mai come adesso il destino dell'Italia è profondamente intrecciato con quello della Calabria. Noi calabresi siamo, come tutte le minoranze etniche, molto corsi fuori dalla Calabria, meno quando siamo in Calabria. Questo è tipico delle minoranze etniche, ma adesso dobbiamo fare uno sforzo e passare dalle identità di minoranza alla volontà di rappresentanza un pezzo grande dell'Italia. La Calabria è l'Italia e l'Italia è la Calabria". Ha affermato Minniti. "Per tre giorni la Calabria è stata al centro della discussione - ha aggiunto - e la cosa importante è che l'Italia in questi giorni ha guardato alla Calabria. Il punto cruciale è puntare sugli elementi positivi. Siamo votati al pessimismo, ma in questo momento l'Italia e la Calabria non hanno bisogno di pessimismo. Siamo un Paese che può migliorare e che oggi ha ritrovato un punto di riferimento anche nella dinamica internazionale".
      La Calabria come ponte per l'Africa è una risorsa da sfruttare per lo sviluppo:
      "La Calabria è una delle regioni più belle, in alcuni casi folgorante. Il nostro compito è conservarla e valorizzarla. Il Mezzogiorno ha bisogno dell'Italia e della Calabria. Come si può pensare ad una politica del Mediterraneo se la Calabria è fuori?". Così il ministro dell'Interno Marco Minniti. "Un'Italia forte - ha proseguito - deve misurarsi con l'idea di presentarsi come un Paese unito. La Calabria ha una collocazione geopolitica fondamentale, quindi è fondamentale parlare anche di una piccola politica estera della Calabria, utilizzando le università calabresi come risorse straordinarie di formazione e cultura. Nei prossimi quindici anni il punto cruciale sarà il rapporto tra l'Europa e L'Africa, e la Calabria è nel mezzo, il ponte naturale. Se l'Africa starà bene anche l'Europa starà bene, e la Calabria non può non considerare la propria posizione come una risorsa da sfruttare"
      Il ministro di Reggio Calabria ha evidenziato come la legalità ed il lavoro debbono esssere la nostra ossessione:
      "Lavoro e legalità sono le parole chiave di ogni progetto. Devono essere la nostra ossessione". Ha detto Marco Minniti. "Creare lavoro è l'obiettivo primario che dobbiamo avere - ha continuato -. Su questo si vince o si perde la sfida. Dare una prospettiva alle nuove generazioni, perché se uno su due dei nostri figli non c'è la fa non possiamo parlare di società giusta. L'altra questione è la legalità, che non è il freno dello sviluppo, è una precondizione dello sviluppo. La 'ndrangheta costituisce oggi il principale nemico allo sviluppo della Calabria. Se vogliamo affrontare il tema dello sviluppo e della crescita dobbiamo affrontare il tema della 'ndrangheta, non per contenerla, non per tenerla a freno ma per sconfiggerla"
      Infine il punto sulla politica sottolineando come la Calabria deve uscire dall'emergenza
      "Vengo interrogato su cosa oggi è di sinistra, ecco penso che un progetto progressista sia quello che cancella l'emergenza e mette in campo una visione. Il progresso il cambiamento reale è sempre stato dentro una visione. La politica che è una visione vince la partita del consenso, una politica che non è una visione non vince". A dirlo il ministro dell'Interno Marco Minniti. "Queste iniziative - ha aggiunto - sono importanti, ma non basta che sia solo una iniziativa di successo, ma dovete e dobbiamo pensarla come una sfida democratica. Dobbiamo partire dal progetto forte presentato oggi, che si realizza solo se cresce la fiducia del popolo calabrese. Questa sfida deve vivere all'interno della comunità calabrese, ma non con le chiacchiere, con i progetti. Siamo in un mondo dove c'è un gigantesco logoramento delle parole. La politica deve comprende che le parole si sono logorate e deve dare maggiore rilievo ai fatti, piuttosto che alle parole. Solo così vinceremo questa partita, conquistando cuore e cervello dei calabresi, che deve partire dal palazzo, ma non si vince nel palazzo, bensì per strada. Si vince nel rapporto con la gente, si vince nella capacità di prospettare un percorso comune. Compito della politica è non parlare soltanto a singoli pezzi della società, perché rischia alla fine di rimanere imbrigliata dentro le divisioni della società. La forza della politica deve essere quella di partire dal concreto, ma far passare i messaggi ovunque". "Noi - ha concluso Minniti - dobbiamo sforzarci sempre di più per separare il destino della Calabria da una parola: emergenza. L'emergenza non aiuta a risolvere i problemi. Questo progetto per la Calabria ha l'obiettivo di cancellare la parola emergenza".

      Il Presidente Oliverio ha chiuso la manifestazione affermando che cu sono: segni positivi e cammino verso una direzione giusta.
      "Cantiere Calabria è stato organizzato per costruire le condizioni affinché quello che abbiamo programmato possa diventare realtà. Non presentiamo impegni, ma fatti. La Calabria quest'anno ha raggiunto il record di presenze turistiche, questi sono i segni positivi, indice che qualcosa si sta muovendo nella direzione giusta". A dirlo il presidente della Regione Calabria Mario Oliverio, alla chiusura di Cantiere Calabria, tre giorni di incontri organizzati con l'obiettivo di rendere nota l'azione politico-amministrativa della giunta regionale nella prima fase di legislatura e dibattere su alcuni temi che riguardano lo sviluppo della regione. "Un grande progetto - ha aggiunto Oliverio - che richiede impegno quotidiano, concorso di energie. In questa prima fase, abbiamo lavorato per smontare la vecchia Regione, un lavoro immane, del quale nessuno, forse per un deficit di comunicazione, si è accorto. Abbiamo liberato risorse per costruire la nuova Calabria. Abbiamo sostituito i pezzi che non servivano con la macchina in corsa, un obiettivo difficile, ma necessario, un tentativo per ridare credibilità alla Calabria. La Calabria è un cantiere in corso e ora abbiamo bisogno che nel cantiere entrino i sindaci, gli amministratori e le forze sociali, per continuare l'opera che abbiamo avviato, perché nulla sarà come prima. Una sfida di cambiamento gigantesca, che ha bisogno di forze nuove, fresche. La Regione cresce perché stiamo utilizzando le risorse bene e controllate all'euro. Questo è il metodo da seguire per mettere in atto il cambiamento".

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