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Inammissibile ricorso DC, accolto solo in parte, Oliverio resta in piedi
Inammissibile ricorso DC, accolto solo in parte, Oliverio resta in piedi 19 ott 16 La Corte costituzionale ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato dalla Democrazia cristiana con cui si sollevava la questione d'incostituzionale della Legge elettorale regionale approvata dal Consiglio regionale a conclusione della scorsa legislatura. Lo rende noto, con una dichiarazione, il senatore Paolo Naccarato. "Pochi minuti fa, malgrado gufi, rosiconi e vampiri, per decisione della Corte Costituzionale - afferma Naccarato - é calato il sipario su tutte le voci di scioglimento del Consiglio regionale della Calabria. Infatti la richiesta della DC, con apposita ordinanza, è stata ritenuta tecnicamente 'inammissibile' come avevo ripetutamente sostenuto e come avrebbe appreso chiunque si fosse soffermato a leggere le carte. Resta da approfondire il comportamento di chi ha alimentato per mesi tale illusoria aspettativa e soprattutto per quali 'nobili' motivi lo ha fatto". "Per quel che capisco, nella peggiore delle ipotesi - aggiunge il senatore - la sentenza della Corte Costituzionale che sarà resa nota più o meno fra 40 giorni potrà dichiarare una 'incostituzionalità limitata' della legge elettorale approvata in regime di prorogatio del Consiglio regionale, limitatamente all'attribuzione del seggio al candidato presidente miglior perdente". "Termina così la macabra danza - conclude Naccarato - sul futuro del Consiglio regionale ed ancor più su quello di Mario Oliverio, al quale rivolgo il più risoluto incitamento ad andare avanti senza avere riguardi per nessuno per conseguire un più deciso riscatto e rilancio della nostra regione". Nel corso dell'udienza che si è svolta in Corte costituzionale per esaminare il ricorso relativo alle norme sulle elezioni regionali in Calabria, la Consulta ha dichiarato inammissibile il ricorso della DC perchè non presente alle elezioni, ma la costituzione di una parte del ricorso della Ferro che aveva chiesto di intervenire in giudizio. E' quanto precisano fonti della Consulta. La Corte quindi deciderà tra trenta gioni sul merito del ricorso della Ferro. In ballo il seggio occupato da Morrone che la Ferro rivendica. "La Consulta respinge il ricorso presentato contro la Regione. Ora avanti,uniti con @Oliverio_MarioG ,per il rilancio della #Calabria". Così, su Twitter, il Segretario del Pd Calabria, Ernesto Magorno, commenta la decisione della Consulta di respingere il ricorso contro la Regione. "Forse il Pd e tutti gli altri alleati del governatore Oliverio farebbero bene a ripassare un po' di diritto costituzionale. Almeno eviterebbero figuracce colossali che hanno anche l'effetto di disinformare l'opinione pubblica calabrese". Lo sostengono, in una dichiarazione, i parlamentari del Movimento 5 Stelle Federica Dieni, Dalila Nesci, Paolo Parentela e Nicola Morra in merito all'udienza pubblica della Corte costituzionale relativa ai ricorsi contro la legge elettorale calabrese presentati dalla Democrazia cristiana e dall'ex candidata presidente Wanda Ferro. "La Consulta - continuano - al di là di quanto vogliono far credere i corifei di regime, per il momento ha semplicemente dichiarato inammissibile l'istanza presentata dalla Dc. Per il resto, continuerà l'esame di quella proposta dal Tar, che ha investito del caso la Corte costituzionale dopo il ricorso avanzato da Wanda Ferro, esclusa dal Consiglio regionale nonostante sia stata la candidata presidente più votata dopo Oliverio. È del tutto evidente che la Consulta, dopo aver vagliato il ricorso del Tar, potrebbe anche decidere di annullare la legge elettorale calabrese, approvata quando il Consiglio si trovava in regime di prorogatio, e dichiararla incostituzionale, con tutti gli effetti che ne seguirebbero. Male fanno, dunque, tutti coloro che si ostinano a praticare una narrazione che non ha alcuna aderenza con la realtà e che non trova nessuna giustificazione dal punto di vista giuridico". "Quanto a noi - concludono i parlamentari M5S - non possiamo che augurarci la fine anticipata di una legislatura fallimentare, che in soli due anni ha fatto sprofondare ancora di più una regione già martoriata come la Calabria"
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