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La Protezione Civile ancora aspetta i piani di intervento delle Regioni per i terremoti
La Protezione Civile ancora aspetta i piani di intervento delle Regioni per i terremoti 19 gen 16 Da oltre un anno il Dipartimento della Protezione Civile attende che le Regioni inviino i piani di intervento in caso di terremoto - che dovrebbero tra l'altro contenere informazioni su catena di comando, impiego dei volontari, modalità d'intervento sanitario, logistica d'emergenza - previsti dalla direttiva pubblicata lo scorso luglio. Lo ha ricordato il capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio nell'incontro con i nuovi direttori della protezione civile di Toscana, Marche e Molise, territorio quest'ultimo interessato da diversi giorni da uno sciame sismico. "Dico questo non per puntare il dito - ha sottolineato Curcio - ma solamente per sollecitare tutti noi a interessarci di rischio sismico, e della sua prevenzione, quotidianamente, anche quando le cronache giornalistiche spostano, per necessità, l'attenzione su altri fronti". E' necessario, ha proseguito, "riportare al centro delle nostre attenzioni la tutela dei territori e fare, di conseguenza, delle scelte consapevoli, come singoli e come comunità". Nell'aprile del 2014, ha ricordato Curcio, è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale la direttiva del premier risalente al gennaio dello stesso anno relativa al "programma nazionale di soccorso per il rischio sismico": un documento nel quale venivano fornite tutte le indicazioni per la pianificazione d'emergenza in caso di terremoto e nel quale sono previste apposite sezioni che devono essere redatte da ogni singola Regione. Ognuna di queste sezioni dovrebbe contenere indicazioni relative alle modalità di attivazione dei sistemi territoriali di protezione civile e riportare le informazioni utili per consentire la "piena applicazione" del modello d'intervento nazionale. In sostanza, spiega una nota del Dipartimento, si tratta di veri e propri allegati al programma nazionale, "che dovrebbero contenere informazioni specifiche sulla catena del coordinamento operativo e sui relativi flussi di comunicazione all'interno della Regione, sul raccordo del livello regionale con le Prefetture e le province, sul modello d'intervento sanitario, sulla logistica di emergenza e sulle procedure di attivazione delle colonne mobili regionali, sull'impiego del volontariato regionale, sulle azioni di supporto ai Comuni e agli enti locali". Ma "ad oggi - sottolinea Curcio - il Dipartimento è ancora in attesa di ricevere questi documenti". Nel corso dell'incontro con Cesare Spuri (Marche), Riccardo Gaddi (Toscana) e Gino Cardarelli (Molise), Curcio ha poi ricordato che la devoluzione al territorio della materia di protezione civile "ha creato modelli regionali diversificati che non sempre fanno bene all'efficienza del sistema complessivo". Ecco perché è emersa, anche dalle stesse Regioni, la necessità di lavorare per omogeneizzare i diversi sistemi. Si è fatto poi il punto sullo sciame sismico che sta interessando il Molise, con il Dipartimento cha sta seguendo costantemente la situazione, ricordando che accanto alla fondamentale messa in sicurezza degli edifici, sono "centrali" anche altre azioni meno costose, come la sensibilizzazione dei cittadini e, appunto, l'aggiornamento delle pianificazioni di emergenza.
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© 2017 Nuova Cosenza. Quotidiano di informazione. Registrazione Tribunale Cosenza n.713
del 28/01/2004 - Direttore Responsabile: Pippo Gatto |