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    Anaste-Uneba "Commissario e regioni risolvano problemi strutture sanitarie"

     

     

    Anaste-Uneba "Commissario e regioni risolvano problemi strutture sanitarie"

    05 gen 16 "Concluso con le note difficoltà il 2015, un nuovo anno critico sembra purtroppo profilarsi per le strutture territoriali sanitarie e sociosanitarie calabresi per quanto riguarda la loro organizzazione ed economia, in considerazione dei problemi ancora irrisolti con la Regione Calabria e la struttura Commissariale, con la prima che rischia ora di dover pagare decine di milioni di euro a titolo di differenze sulle rette da corrispondere". Lo affermano in una nota congiunta il Presidente di Uneba Calabria Ferdinando Scorza ed il Presidente di Anaste Calabria Michele Garo. "A dire il vero, le strutture, a seguito di un lungo contenzioso - aggiungono - durato oltre 6 anni, avevano da poco e finalmente visto riconosciuto il loro diritto ad un equo "Tariffario" da far valere per rimborsi del periodo 2010-2015 (mentre, finora, il Tariffario era stato rapportato a valori assolutamente inadeguati rispetto ai criteri imposti dalla Regione, e di conseguenza ai costi sopportati e alle prestazioni rese). Questa nuova e più corretta valutazione tariffaria, però, è destinata a comportare per la Regione un notevole aggravio economico: circa 20 milioni di euro in più, buona parte dei quali a titolo di interessi moratori fin qui maturati. Un surplus fiscale rilevante, causa dell'evidente sottovalutazione ed approssimazione con la quale è stata affrontata e gestita la pratica nel corso degli anni". "Il comportamento dei Commissari - proseguono Uneba e Anaste - è inaccettabile e tanto più incomprensibile considerato il fatto che nel mese di giugno 2015, dunque prima della pubblicazione del Tariffario da parte del Commissario ad acta nominato dai giudici amministrativi, dinanzi al prefetto di Catanzaro gli stessi Commissari avevano presentato proposta di 'chiusura bonaria'. Proposta, va ribadito, accettata da tutte le strutture, ma poi incredibilmente e immotivatamente ritirata appena qualche giorno dopo. Nei mesi successivi, il Tar di Catanzaro produceva dunque l'agognato Tariffario pubblicato sul Burc, la cui applicazione, come detto, comporterà per la Regione una spesa assai maggiore, quantificabile in circa 20 milioni in più rispetto a quanto concordato prima: spesa che graverà sui fondi sociale e sanitario regionali. Non si comprende la logica utilizzata e quale sia l'obiettivo di quest'inutile dilazione, del continuo rimando che non fa altro che determinare sempre nuovi e più gravi danni alla Regione, agli operatori, alle strutture, all'organizzazione e all'economia del settore sanitario e a quella dell'intera regione Calabria, penalizzando l'erogazione di servizi territoriali indispensabili. Di fatto, la struttura Commissariale, con il ricorso, non contestando l'ammontare delle somme dovute "in toto" alle strutture, non sembra avere intenzione di procedere neppure alla liquidazione delle somme "incontestate", provocando di fatto la maturazione di nuovi interessi legali e quindi di ulteriore danno erariale, con spreco di danaro pubblico". "Si è giunti a questo stato - spiegano le Associazioni - per gli atteggiamenti incomprensibili di vari Commissari che nel corso degli anni non hanno voluto attestare vigenza ed efficacia ad Tariffario riconosciuto, validato ed acclarato da sentenze passate in giudicato, quindi approvato e pubblicato dal Commissario ad acta nominato dal Tar. A tutt'oggi, in più, la struttura Commissariale non ha risolto i problemi precedenti, e creando ulteriore confusione"

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