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    Consiglio regionale su sanità, reazioni e commenti

     

     

    Consiglio regionale su sanità, reazioni e commenti

    01 apr 16 "La discussione sulla sanità che si è svolta ieri sera in Consiglio regionale è stata matura e responsabile". E' quanto afferma il presidente della Regione Mario Oliverio a commento del dibattito svoltosi ieri sera nella massima assise regionale interamente dedicata ai problemi della sanità in Calabria. "Complessivamente - aggiunge Oliverio - c'è stato un apporto positivo da tutti i banchi del Consiglio. E' la conferma della piena consapevolezza da parte di tutti che il sistema sanitario calabrese vive una fase difficile e che la situazione non può più permanere in questo stato. Questo dato è la conseguenza di un lungo periodo di commissariamento che, negli ultimi sei anni, ha ulteriormente aggravato la situazione sanitaria nella nostra regione. Di fronte a questa stato di cose, che ho già ampiamente rappresentato il 24 marzo scorso nella Conferenza dei Presidenti di Regione alla presenza del ministro Lorenzin, si pone l'esigenza di rivedere l'istituto del commissariamento, soprattutto se consideriamo che il sistema sanitario del nostro Paese è tra i più avanzati del mondo e che, in questo quadro, è sempre più profondo il divario tra le regioni commissariate e sottoposte a regime di piano di rientro e la restante parte del Paese. Recuperare anche queste regioni in difficoltà a standard sanitari avanzati di qualità significa, a partire dall'esperienza maturata in questi anni, definire nuovi strumenti che consentano di uscire fuori da tale impasse. Se gli strumenti a disposizione della Lombardia rimangono gli stessi di quelli della Calabria, se le politiche relative al personale continuano a rimanere quelle che sono oggi, se per patologie importanti come oncologia, cardiologia, ecc., i calabresi continuano ad essere costretti ad andare fuori dalla nostra regione per curarsi, è chiaro che non si uscirà mai da una spirale che è destinata ad aggravarsi ulteriormente. Per invertire il trend occorre, allora, migliorare i servizi relativi a queste patologie investendo sul personale sanitario e su nuove tecnologie, in modo tale da assicurare prestazioni di qualità. Bisogna avere la capacità, di portare questa riflessione a livello nazionale, e noi lo abbiamo già fatto. E' necessario lavorare sapendo che il problema non può ridursi a scaramucce personali o ad una mancanza di dialogo, ma riguarda la natura stessa dell'istituto del commissario. Con il governo nazionale, con il premier Renzi e con il Pd nazionale abbiamo un rapporto di forte e strettissima collaborazione. La mia nomina nella Cabina di Regia è la conferma di ciò. Essa, infatti, non nasce sulla base della costruzione di maggioranze o minoranze all'interno della Conferenza dei Presidenti delle Regioni. La rete ospedaliera in Calabria, è stata definita dal commissario senza il preventivo coinvolgimento dei territori, delle forze sociali, degli operatori sociali e, men che meno, del Presidente della Regione che ha la rappresentanza democratica perché eletto direttamente dai cittadini, del Consiglio regionale e dei Direttori Generali delle Aziende Sanitarie ed Ospedaliere che sono preposti al governo della sanità sui territori. La seduta di ieri sera del Consiglio regionale ha rappresentato, rispetto a questa situazione, un'inversione di rotta, l'inizio di un nuovo percorso riguardo al governo della sanità in Calabria. Il documento approvato a larghissima maggioranza, con soli due voti contrari, rappresenta una pietra miliare da cui partire per costruire questo nuovo percorso e per rinegoziare con il governo centrale i contenuti del Piano di Rientro in termini di flessibilità e investimenti. E' un fatto importante a cui dovranno seguire altri momenti di confronto, di approfondimento e anche di coinvolgimento. Solo attraverso un coinvolgimento degli attori principali che agiscono sul territorio, dei protagonisti che sono soprattutto gli operatori sanitari, gli amministratori locali, le forze sociali e le comunità presenti sui territori riusciremo ad invertire la rotta. In questi anni è stato il fatto che si è proceduto a tagli lineari, magari realizzando qualche risultato in termini di risparmio di risorse, ma non si è affrontato quello che è il 'cuore' del problema e che riguarda la riorganizzazione dei servizi. Si può e si deve 'tagliare', se necessario, per dare un'offerta migliore, ma i tagli devono servire a recuperare efficienza e qualità nelle prestazioni sanitarie". "La discussione che si è svolta in Consiglio regionale rappresenta, quindi - conclude il Presidente della Giunta regionale - un fatto molto importante. Da questa bisogna partire per aprire un confronto serrato sia con il governo nazionale sia all'interno della nostra stessa regione. Da oggi in poi nulla sarà più come prima".

    "La situazione del sistema sanitario regionale dopo sei anni di commissariamento continua a peggiorare, e bene ha fatto il presidente Mario Oliverio ad avviare una nuova fase, in sinergia con Giunta, Consiglio e soggetti del settore, a partire dall'organizzazione degli Stati generali della Sanità". Lo sostiene, in una nota, il vice presidente del Consiglio regionale Francesco D'Agostino, che ha sottolineato la necessità urgente "di cambiare rotta su tema così importante per i cittadini calabresi". "L'evidenza - ha proseguito - è che la sanità versa in condizioni drammatiche. Basti pensare che nel periodo 2014 - 2016 sono stati emanati ben tre decreti commissariali sulla riorganizzazione della rete ospedaliera, e la sensazione è che si vada verso il quarto documento a riguardo. Altro segnale negativo è la carenza di posti letto, il cui numero è al di sotto della media nazionale, mentre le strutture ospedaliere, di per sé obsolete, sono carenti di nuove tecnologie e di figure professionali necessarie. Tutto questo dimostra come il piano di rientro, che muove su una logica esclusivamente numerica, sia inefficacie ed inefficiente. Il problema è diffuso, radicato, e comprende criticità su ogni fronte, come ad esempio la pressoché totale assenza di case della salute sul territorio. Cresce, in questo contesto, l'emigrazione sanitaria che la Regione sostiene economicamente, con spese di non poco conto. A questo punto è urgente avvicinare la risposta sanitaria ai reali bisogni, ridisegnando il volto del sistema sanitario regionale in funzione delle esigenze dei cittadini e dei territori, aprendo una stagione di investimenti veri e lungimiranti che prevedano, tra l'altro, l'impiego delle risorse ex articolo 20, e restituendo finalmente alla politica la funzione di indirizzo in materia sanitaria".

    "Al di là del documento approvato in Consiglio sulla sanità, ciò che è da sottolineare è il recupero di protagonismo da parte del Consiglio. Nel rispetto di ogni posizione, l'Assemblea recupera il proprio ruolo di luogo della discussione dei problemi dei cittadini". E' quanto afferma la consigliera regionale Flora Sculco (Calabria in rete). "Sulla sanità - prosegue - è decisivo superare le contrapposizioni e dare risposte ai calabresi, perciò non è sufficiente una sola seduta, anche per verificare quali mutamenti positivi si avranno nel breve periodo. Il Consiglio è chiamato ad esercitare, a partire dalla seduta di giovedì, le proprie prerogative di controllo e di vigilanza. Se si è data l'impressione di qualche sua timidezza, nell'agire in autonomia e con prontezza, dobbiamo fare in modo che non accada più. Se le fibrillazioni, le proteste, gli scontenti, persino la rabbia e l'insoddisfazione degli operatori e dei cittadini alla fine sono confluiti in Consiglio, è segno che l'Aula ha una funzione importante cui si deve assolvere per evitare che le polemiche degenerino in conflitti e che dai conflitti scaturisca la paralisi del sistema. Per lungo tempo la sanità è stata gestita per soddisfare gli interessi di pochi e di alcuni. La crisi della sanità, aldilà degli errori macroscopici compiuti dalle strutture Commissariali coincide con la crisi del regionalismo e quindi della stessa politica. In questa difficile partita del superamento della crisi del sistema sanitario è in gioco la stessa credibilità della politica. La sanità non può essere considerata terreno di scontro politico: non lo consente l'etica, non lo consentono i calabresi. Se questa è la situazione, è evidente che bisogna tornare alla normalità e ridare all'Istituzione regionale quello che le spetta: la funzione e la responsabilità di guida e di governo del settore. Questo va chiesto e va fatto. Ma non per tornare indietro, magari per ricreare altri vizi e riproporre vecchie impostazioni, ma per superare una condizione che appare insopportabile. Questo non significa né deve significare che il passaggio da una fase Commissariale che ormai non ha più senso rappresenti un ritorno al passato e magari a camuffate verticalizzazioni e a gestioni verticistiche che realizzerebbero una nuova concentrazione di potere che non farebbe funzionare le cose. Quello che serve è mettere ordine e mettere in filiera compiti, funzioni e responsabilità in modo chiaro ed inequivocabile".

    "Ieri in Consiglio regionale è stata scritta una pagina altamente qualificante di questa legislatura". Lo afferma il consigliere regionale del Pd Antonio Scalzo. "Abbiamo restituito centralità, ruolo e dignità all'Assemblea - prosegue - su una questione fondamentale come il diritto alla salute, costituzionalmente garantito, che è supremo e di fronte al quale tutto il resto diventa secondario. Abbiamo il dovere di difenderlo e perciò nelle scorse settimane siamo stati parte attiva di alcuni dei momenti che hanno dato vita a una grande mobilitazione popolare. Lo abbiamo fatto nell'area centrale della regione e a Lamezia, dove esiste un ospedale che non può essere considerato un semplice spoke, ma che ha tuttora un ruolo fondamentale e che deve continuare ad ambire alla funzione di centro traumatologico dell'intera regione. E' stato un errore politico gravissimo di cui paghiamo ancora le conseguenze quello commesso sei anni fa, quando nella passata legislatura si accettò il commissariamento del Piano di rientro. Chi governava abdicò alla responsabilità di compiere le scelte politiche sul comparto più delicato e rilevante. Il risultato è che oggi la situazione è insostenibile e i Lea sono ai minimi. Serve una riqualificazione della rete territoriale, fatta di moderni servizi a misura di paziente; un'assistenza specialistica costante; investire sulla dotazione tecnologica mediante l'utilizzo dei fondi ex articolo 20. Serve, soprattutto, un nuovo patto tra Regione e Governo per far ripartire il comparto e realizzare ciò che i cittadini ci hanno chiesto nel momento in cui ci hanno eletti: una sanità efficiente".

    "Con la seduta consiliare di ieri, finalmente abbiamo posto al centro del dibattito le sorti della sanità". Così il consigliere regionale del Pd Mimmo Bevacqua. "Il documento finale, approvato a maggioranza - prosegue - contiene le linee essenziali di un percorso che dovrà condurre al superamento della fase commissariale, attraverso una interlocuzione serrata con il Governo. Ora, però, per essere davvero credibili, è necessaria la costruzione di una proposta complessiva che affronti in maniera puntuale tutte le criticità di un sistema giunto ben oltre i limiti della sostenibilità. La convocazione degli stati generali della sanità rappresenta il primo step di un ascolto necessario e di una interazione stretta con i soggetti professionali e istituzionali: una riforma seria non può prescindere dall'apporto di chi quotidianamente vive la prossimità dei problemi ed ha la capacità di proporre soluzioni sorgenti dall'esperienza sul campo. In questa fase bisognerà evitare di fare da megafono a spinte localistiche che bloccherebbero sul nascere ogni fattiva ipotesi progettuale. Non si tratta soltanto di mettere mano, attraverso un intervento legislativo unitario, alla ristrutturazione della rete ospedaliera: come ho già ribadito anche ieri, la potestà in materia di programmazione spetta al Consiglio, ma ci sono azioni che già la normativa vigente consente. A cominciare dal recupero e impiego dei fondi per l'edilizia sanitaria, sia per ciò che concerne i nuovi ospedali di Sibaritide, Vibo e Palmi, sia per addivenire ad una soluzione condivisa ed efficace per Cosenza. Ma ciò che assolutamente non bisogna dimenticare è che la rete ospedaliera è soltanto una parte del problema: al centro di una nuova e coerente visione della sanità deve essere posta con forza la questione di quell'assistenza territoriale che è la chiave di volta per evitare il sovraccarico della rete ospedaliera e garantire quella vicinanza ottimale alle esigenze dei cittadini che è l'unica finalità che abbiamo il dovere di perseguire".

    "Il documento della maggioranza sulla sanità approvato in Consiglio porta acqua al mare, perciò l'opposizione non avrebbe mai potuto approvarlo. In sostanza - sostiene il consigliere della Cdl Giusepe Mangialavori - si è persa l'occasione di chiedere al Governo 'amico' di rimuovere, salvo attivarsi in caso contrario anche con una mobilitazione, una struttura commissariale accusata d'inefficienza, incompetenza ed invadenza nelle prerogative costituzionali della Regione. Dal documento si evince il timore della maggioranza di parlar chiaro per non entrare in conflitto col Governo Renzi che continua a non prestare attenzione non solo al diritto alla salute, ma a tutte le emergenze sociali delle aree più svantaggiate del Mezzogiorno. Il Commissario per il Piano di rientro con cui ogni giorno il Presidente della Regione è in forte polemica, è stato nominato dal Governo, ma se il Governo 'amico' non recepisce nessuna delle proteste della Giunta Oliverio rinviando nel tempo una possibile soluzione, è evidente che c'è, insieme ad una sottovalutazione dei guasti che la struttura commissaria sta compiendo, una totale sfiducia del Governo verso la Giunta. É un documento-manifesto privo di concretezza, quando tutti sappiano che, soprattutto in questo frangente, nella sanità c'è bisogno di scelte chiare per riorganizzare il sistema recependo le istanze di ogni territorio. Altro che il richiamo a sedicenti Stati generali che, dopo il flop di quelli sui giovani, non promettono niente di buono".

    "Il dibattito di ieri non ha prodotto un'azione finalizzata a interpretare i bisogni della popolazione e degli operatori". Lo afferma il consigliere regionale Fausto Orsomarso. "Avevamo offerto - prosegue - tutta la nostra collaborazione alla maggioranza per produrre un documento che andasse oltre le polemiche con i commissari ministeriali. Purtroppo è prevalsa la volontà di continuare uno scontro che nasconde beghe interne al Pd. La Calabria ha dovuto affrontare un lungo periodo di sacrifici per l'inopinata gestione del decennio precedente, che aveva portato il deficit a 1,8 mld di euro. Non bisogna dimenticarlo, ne' dimenticare che in quel decennio il centrosinistra commise un errore esiziale, arrivando addirittura ad abolire il ticket in virtù di una contabilità 'orale' che nascondeva la reale situazione finanziaria. Non vi è stata traccia di questi fatti nelle analisi della maggioranza, nemmeno un riferimento alle condizioni dei nosocomi. I grandi hub sono depotenziati, con il 42% dei fondi destinati agli investimenti non spesi. Gli ospedali di frontiera rimangono abbandonati, nonostante sentenze esecutive del Consiglio di Stato. Tutte cose tangibili, cui Oliverio risponde con il candore di chi non amministra. Come forze di opposizione abbiamo una cultura di Governo su temi così delicati, ma non siamo disposti a mettere in secondo piano le esigenze di salute dei cittadini in favore di beghe che sono solo il riverbero di tensioni tra esponenti del Pd. Non possiamo, infine, far passare in secondo piano la vicenda del dott. Mario Campanella che è arrivato a minacciare lo sciopero della fame per rivendicare un diritto sancito da sentenze civili e altri atti. Non è pensabile che la politica si disimpegni rispetto a diritti inalienabili".

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