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    Franco Napoli ascoltato come Confapi in Commissioni Camera e Senato

     

     

    Franco Napoli ascoltato come Confapi in Commissioni Camera e Senato

    04 nov 15 Full immersion delle Commissioni Bilancio di Camera e Senato che, in seduta congiunta, hanno audizionato i rappresentanti delle associazioni rappresentative del tessuto produttivo nazionale per raccogliere riflessioni, ma anche eventuali proposte integrative, sulla Legge di Stabilità 2016. Confapi è stata rappresentata, su delega del vertice nazionale Maurizio Casasco, dal suo vicepresidente Francesco Napoli, accompagnato dal Direttore Generale Massimo Maria Amorosini. Una disamina dettagliata quella proposta da Confapi che, pur apprezzando lo sforzo del governo nazionale di alleviare la sofferenza della piccola e media impresa italiana “che - ha ribadito Napoli in apertura – costituisce l’ossatura del sistema industriale italiano contribuendo per più del 70% al PIL nazionale e garantendo più del 50% dell’occupazione”, non si risparmia nel sottolineare la debolezza di alcun interventi contenuti nel documento programmatico. Le osservazioni dell'associazione datoriale rappresentativa delle PMI vertono su alcuni aspetti che penalizzano particolarmente le imprese del Sud Italia. La decontribuzione in primo piano, “alla soppressione della legge 407/1990 che prevedeva lo sgravio totale dei contributi per le assunzioni di disoccupati da almeno 24 mesi, - afferma Napoli - devono far seguito misure di sostegno alternative. Che Confapi individua nell’esonero totale dei contributi previdenziali, assistenziali ed assicurativi dovuti a vario titolo a quei datori di lavoro che effettuano le assunzioni di soggetti svantaggiati e molto svantaggiati nelle regioni del Mezzogiorno. E al Sud è dedicato anche il significativo passaggio sui beni confiscati alla microcriminalità organizzata. “A fronte della notevole entità del patrimonio immobiliare oggetto di provvedimento di natura definitiva da parte dell’Autorità Giudiziaria, Confapi propone la costituzione di un Fondo di natura immobiliare, nel quale far confluire questi beni, ed utilizzarlo attraverso i Confidi per garantire finanziamenti alle piccole e medie imprese, favorendo quello sviluppo che, proprio nelle aree ad alta densità criminale, si presenta più problematico”. E' innegabile che il tallone d'Achille dell'intera sistema produttivo nazionale risieda poi nell'eccessivo carico fiscale che grava carico fiscale sulle pmi, rispetto al quale Confapi chiede con forza uno sforzo maggiore, riaffermando la necessità “di una legislazione dimensionale e proporzionale coerente anche con la Costituzione, Nell’ideare e implementare le politiche fiscali – afferma Napoli - i Governi dovrebbero tenere inconsiderazione che alcune misure possono avere un impatto sproporzionato sulle PMI, le quali devono peraltro sobbarcarsi ulteriori oneri anche in materia previdenziale, ambientale e di sicurezza sul lavoro”. Sempre in tema di fiscalità, Confapi punta il dito sull'IRES, centrale nella fiscalità d'impresa, evidenziando come la sua riduzione, prevista per il 2017, possa partire già dal 2016 e che non sia condizionata al riconoscimento della 'clausola migranti'. “Continua invece ad essere disatteso – è la denuncia di Confapi – il confronto istituzionale sull'IRAP, che resta priva di interventi di rilievo” Canone RAI in bolletta? Anche questa non è cosa di poco conto per le piccole e medie imprese. Quella che da molti viene definita l'unica certezza della Legge di Stabilità 2016, registra la decisa opposizione di Confapi che ritiene l'idea “di difficile applicazione pratica in quanto determinerebbe una commistione eccessivamente ibrida tra il corrispettivo dovuto all’ente erogatore di energia elettrica e il tributo dovuto per l’utenza radio televisiva”. La proposta va anche in direzione dell'abolizione del canone speciale pagato dalle imprese in ragione della mera presunzione di possesso di apparecchi atti e/o adattabili alla ricezione dei programmi radiofonici/televisivi.

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