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    Corbelli "Sia fatta giustizia del piccolo Cocò"

     

     

    Corbelli "Sia fatta giustizia del piccolo Cocò"

    14 gen 15 Franco Corbelli, del Movimento Diritti Civili, ricorda il piccolo Cocò, il bambino di Cassano ucciso e bruciato il 16 gennaio del 2014 insieme al nonno e ad una giovane donna marocchina, e chiede "che, dopo un anno, venga finalmente fatta giustizia per la sua morte". "Oltre due anni fa, i primi giorni di dicembre del 2012 - prosegue - iniziavo la mia battaglia per il piccolo Cocò, allora rinchiuso insieme alla giovanissima mamma nel carcere di Castrovillari. Nicola Campolongo, per tutti semplicemente Cocò, il 23 agosto scorso, avrebbe compiuto 4 anni. E questa ricorrenza è stata ricordata, il 23 agosto, con una commovente cerimonia, 'Il Primo Memorial Cocò Campolongo', che si è svolto allo stadio di Cassano. In quell'occasione ho ricevuto, direttamente dalle due sorelline di Cocò, una targa per me di grande valore e particolare significato, che mi ha commosso. Ho fatto di tutto in questo ultimo anno perché la tragedia del piccolo Cocò non venisse dimenticata e archiviata. Pochi giorni prima del Natale 2012, ero riuscito a fare uscire Cocò dal carcere insieme alla sua giovane mamma. Il giorno prima (il 21 dicembre) quello sfortunato bambino aveva patito un'altra grande sofferenza e ingiustizia. Era rimasto, al freddo, per 8 ore, dalle 9 alle 17, in una gabbia dell'aula bunker del Tribunale di Castrovillari insieme alla mamma imputata in un processo. Denunciai con sdegno questo fatto gravissimo e il giorno dopo Cocò lasciò il carcere insieme alla mamma, che ottenne gli arresti domiciliari. Quel bambino sarebbe ancora vivo se avessero accolto i miei appelli di concedere di nuovo i domiciliari alla mamma quando hanno poi, all'inizio dell'estate del 2013, riarrestato la donna perché aveva portato, mentre era ai domiciliari, Cocò e le due sorelline a vedere il papà, allora detenuto a Catanzaro". "Aiuto ininterrottamente la famiglia di Cocò da oltre due anni - conclude Corbelli -. Sento al telefono la mamma (come ho fatto anche ieri), la zia di Cocò. Entrambe sono ospitate in una casa famiglia. Quando hanno necessità mi chiamano e io, insieme al loro bravo avvocato Liborio Bellusci, mi attivo e intervengo subito".

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