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    Ponte sullo stretto, si riaccendono le polemiche e il dibattito

     

     

    Ponte sullo stretto si riaccendono le polemiche e il dibattito

    29 ott 14 Dopo una denuncia del WWF sulla presenza nel DEF di rendiconti sul ponte arriva la smentita del ministero e scoppia la polemica.

    Codacons minaccia esposto a Corte Conti. Il Governo deve fornire chiarimenti urgenti sullo stanziamento di quasi 1,3 miliardi di euro per il Ponte sullo stretto, o la Corte dei Conti sarà chiamata ad indagare sull'ennesimo caso di utilizzo "fantasioso" di soldi pubblici. Lo afferma il Codacons, intervenendo in merito alla nota collegata al Def nella quale spunta un finanziamento di 1.287.324.000 euro per l'opera bloccata dal Governo Monti. "Da una parte il Premier Renzi pensa di trovare risorse ricorrendo all'aumento dell'Iva e delle accise sulla benzina inserendo clausole di salvaguardia che danneggiano pesantemente le famiglie, dall'altro sembra voler stanziare una cifra abnorme per un'opera dalla controversa utilità, che non migliorerà certo le condizioni economiche dei cittadini del sud Italia - afferma il Presidente Carlo Rienzi - Ci aspettiamo una smentita urgente del Governo su tale finanziamento; in caso contrario sarà inevitabile un ricorso alla Corte dei Conti per fare luce sul corretto utilizzo dei soldi pubblici". "Con questi 1,3 miliardi di euro il Governo avrebbe potuto aiutare le famiglie calabresi e siciliane in difficoltà, considerando che proprio in queste due regioni si registra il più elevato tasso di povertà d'Italia" - conclude Carlo Rienzi.

    "In un allegato del Def del governo Renzi si parla di un rifinanziamento di 1.287.324.000 euro alla Società Stretto di Messina Spa". Lo denunciano i deputati di Sinistra Ecologia Liberta' che sulla vicenda hanno presentato un'interrogazione parlamentare. "E' di una eccezionale gravità - si legge nell'interrogazione - considerato che l'Allegato Infrastrutture rappresenta il documento programmatico del governo per eccellenza in materia infrastrutturale e il sospetto che questa riassegnazione possa essere varata anche successivamente alla discussione della legge di stabilità 2015". "Questo finanziamento - afferma il capogruppo dei deputati di Sel, Arturo Scotto - è il segno di una continuità tra gli anni di Berlusconi e la nouvelle vague di Renzi. Questo atto si iscrive dentro una scelta ben chiara che il governo ha fatto negli ultimi mesi di sostenere grandi opere e non la più grande opera di cui ha bisogno il nostro Paese: il riassetto idrogeologico e la messa in sicurezza".

    Ministero: Nessun rifinanziamento. "Un'errata lettura di una tabella dell'Allegato Infrastrutture del Def ha indotto a ipotizzare un rifinanziamento del Ponte sullo Stretto di Messina". Così il Ministero delle infrastrutture e trasporti smentisce che ci sia un rifinanziamento dell'opera. La precisazione arriva dopo l'interrogazione presentata da Sel. "Si tratta - spiega il Ministero - della tabella Revoche e reimpieghi, pubblicata sul sito del Cipe per obbligo di legge sin dal gennaio scorso e riportata all'inizio dell'Allegato Infrastrutture. Il Decreto legge 23 dicembre 2013, n. 145 (convertito dalla legge n. 9 del 21 febbraio 2014) stabilisce, all'art. 13, comma 1/bis, che venga pubblicata un'anagrafe dei provvedimenti aventi forza di legge con i quali siano state revocate le assegnazioni disposte con delibere Cipe per la realizzazione di interventi infrastrutturali". "Il termine reimpieghi indica non lo stanziamento di risorse a un'opera, ma l'indicazione storica di risorse revocate e non utilizzate né utilizzabili", prosegue la nota, che aggiunge: "A riprova che per il Ponte sullo Stretto di Messina non sono state assegnate risorse basta consultare la Tabella 2 dell'Allegato Infrastrutture 'Stato dell'arte e degli avanzamenti del programma infrastrutture strategiche" dove alla voce 'Ponte Stretto Messina' (pagina 70) non risultano stanziamenti".

    "Il governo sostiene che le polemiche sul rifinanziamento del Ponte sullo Stretto di Messina sono frutto di una lettura erronea dell'allegato al Def. Sarebbe il momento che l'Esecutivo prendesse una posizione decidendo di superare la vergogna delle vergogne di questo Paese e scegliendo di far ripartire quest'opera strategica che comunque costerà allo Stato, sia che si voglia fare sia che non si voglia fare". Lo affermano, in una nota congiunta, i senatore siciliani Antonio Scavone, vicepresidente del gruppo Grandi Autonomie e Libertà, e Giuseppe Compagnone. "La situazione è paradossale - aggiungono - come abbiamo più volte ricordato, infatti, l'investimento pubblico sarebbe di circa 1,5 miliardi per un'opera che ne vale altrettanti in penali da pagare. E' proprio qui il nodo della questione e l'inutilità di scegliere di non fare l'opera: questa somma uscirebbe lo stesso dalle casse dello Stato". "Questa polemica, tra l'altro - sottolineano i due senatori del Gal - arriva all'indomani della presentazione dei dati drammatici sulla situazione economica del Mezzogiorno diffusi dallo Svimez e della successiva rassicurazione del sottosegretario Delrio in merito alla volontà del governo di mettere in campo una strategia per il rilancio del Paese che riparta proprio dal Mezzogiorno attraverso un piano logistico di infrastrutture e collegamenti. E quella del Pont - osservano Scavone e Compagnone - sarebbe una scelta strategica per completare il corridoio 1 Berlino-Palermo e quindi la modernizzazione delle ferrovie per collegare oltre 5 milioni di abitanti al resto dell'Europa con influenze positive enormi sullo sviluppo del Sud dell'Italia e per dare lavoro a circa 40 mila persone tra dipendenti diretti e l'indotto. Cosa c'è da pensare? La situazione è lapalissiana".

    WWF: Governo chiarisca definitivamente. "La risposta del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, rispetto a tabelle confuse e contraddittorie, non è pienamente soddisfacente". Così il responsabile ufficio relazioni istituzionali Wwf Italia, Stefano Lenzi aggiungendo che "il ministero deve spiegare perché nell'Allegato Infrastrutture al Def compaia ancora il Ponte sullo Stretto di Messina tra le infrastrutture strategiche. Ci auguriamo che il Governo Renzi voglia fare definitivamente chiarezza, cancellando quest'opera da tutti i documenti ufficiali di programmazione e soprattutto procedendo con celerità alla chiusura definitiva di questa vicenda".

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