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    Sindacati: Nuovo ricorso rischia stop Centrale Mercure

     

     

    Sindacati: Nuovo ricorso rischia stop Centrale Mercure

    08 gen 14 "Per l'ennesima volta nel corso degli ultimi anni un ricorso giudiziario potrebbe fermare l'attività della Centrale del Mercure". E' quanto si afferma in una nota congiunta diramata a conclusione di una riunione tenutasi a Castrovillari sulla questione Mercure dai responsabili territoriali di Cgil, Cisl e Uil e di categoria Filctem, Flaei e Uiltec. Il prossimo 21 gennaio è fissata l'udienza del Consiglio di Stato che dovrà esprimersi sulla bontà dell'iter autorizzativo che ha portato nel dicembre del 2012 la Regione Calabria ad autorizzare l'esercizio della centrale e che é stato, recentemente, ritenuto illegittimo dal Tar Calabria. "Ancora una volta - sostengono i sindacati - un impianto industriale ecocompatibile e incentivato dalla Comunità europea potrebbe essere fermato perché chi doveva essere garante della procedura autorizzativa non avrebbe rispettato i termini della stessa e non perché la centrale viene giudicata dannosa per la salute pubblica o incompatibile con l'ambiente". "La lentezza della burocrazia e gli eventuali errori commessi in fase autorizzativa, vista la compatibilità ambientale della centrale certificata da questi mesi di funzionamento - riporta la nota dei sindacati - non possono aver la meglio sul lavoro, sullo sviluppo e sulla crescita. Non può condannarsi alla fame un intero territorio e centinaia di famiglie per un sistema che non funziona come dovrebbe e accumula autorizzazioni a cancellazioni delle stesse per vizi di forma o procedurali e che perciò produce disoccupazione e licenziamenti". I sindacati fanno poi riferimento all'incontro, previsto per il 14 gennaio, al Ministero dello Sviluppo Economico "dove, dopo un percorso lungo mesi, e a seguito di un già sottoscritto documento d'intenti - affermano - le Regioni Calabria e Basilicata, il Parco del Pollino, il sindacato, le istituzioni locali e l'Enel dovranno sottoscrivere l'accordo utile alla definitiva ripartenza della centrale". "Chiederemo alla presidenza del Consiglio dei Ministri - annunciano i responsabili sindacali - di intervenire direttamente garantendo l'operatività dell'impianto nelle more della risoluzione dei problemi burocratici senza escludere, però, momenti di lotta e manifestazione, attraverso cui affermare il diritto al lavoro e allo sviluppo e perché in un momento di drammatica crisi economica e sociale la Calabria non puo permettersi di rinunciare a centinaia di posti di lavoro a causa di inadempienze e inefficienze burocratiche contro cui i lavoratori e il sindacato combatteranno in ogni sede e con ogni mezzo".

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