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    Primo maggio, dichiarazioni e commenti

     

     

    Primo maggio, dichiarazioni e commenti

    30 apr 14 «Anche nella giornata del Primo Maggio ci saranno, in Calabria come nel resto del Paese, centinaia di persone impiegate nella grande distribuzione che trascorreranno la giornata sul posto di lavoro". Lo afferma, in una nota, il consigliere regionale Salvatore Magarò, presidente della Commissione contro la 'ndrangheta. Magarò, a tale proposito, ha depositato una proposta di provvedimento amministrativo per sostenere un referendum abrogativo delle norme nazionali contenute nel cosiddetto decreto "Salva Italia" che hanno sancito la liberalizzazione dei giorni e degli orari di apertura delle attività commerciali. "C'è chi sostiene - aggiunge Magarò - che i centri commerciali siano la nuova piazza dove le persone si incontrano nel tempo libero. Io dico che sarebbe meglio trascorrere le domeniche e le giornate festive in compagnia della famiglia, degli amici, in Sila, sull'Aspromonte, sulle nostre coste, nei nostri centri storici. Sulla materia diversi altri Consigli regionali hanno già deliberato o stanno per deliberare, a norma dell'art. 75 della Costituzione, che prevede l'indizione di una consultazione popolare per ottenere l'abrogazione totale o parziale di una legge, quando a richiederlo siano almeno cinque Consigli regionali. Mi risulta che una procedura analoga sia stata avviata tra l'altro dalle Regioni Abruzzo, Veneto, Emilia Romagna e Toscana. Penso che nella giornata del Primo Maggio, in cui si riflette, tra l'altro, anche sulle condizioni di molti lavoratori, in alcuni casi sottopagati, precari o a nero, non si debba restare indifferenti di fronte agli effetti che scaturiscono da una liberalizzazione selvaggia che, di fatto, sui territori, si traduce in deregulation. Già i Vescovi italiani si erano criticamente espressi nelle scorse settimane, in merito ai rischi sociali delle aperture indiscriminate degli esercizi commerciali, critiche che ho sostenuto con convinzione ed anche con alcune iniziative pubbliche. Ritengo, peraltro, che la liberalizzazione non incentiva né rilancia i consumi, depressi non per mancanza di tempo per gli acquisti, ma per il generale impoverimento dei consumatori. Il rischio quindi, è che la mercificazione dei giorni festivi finisca col disgregare il nostro tessuto sociale, perché in discussione non ci sono solo gli equilibri economici ma anche quelli delle famiglie e degli individui. In questa ottica io sto al fianco dei lavoratori che avrebbero il desiderio di condividere le festività con i propri cari, in particolare i figli, e che sono costretti dalla necessità a sacrificare la domenica. E' inaccettabile che il lavoro da strumento di dignità si trasformi in strumento di ricatto". "Il valore del rispetto della persona umana - conclude Magarò - è un dovere civico prima ancora che etico o religioso. Ritengo quindi sia indispensabile tutelare gli spazi e i tempi in cui più agevolmente si svolgono le relazioni parentali e i legami affettivi, anche al fine di interrompere la disgregazione sociale a cui stiamo assistendo".

    "Quest'anno la festa del Primo maggio ci impone, ancora di più rispetto al passato, una serie di delicate riflessioni. Non si può, oggi, parlare di lavoro senza considerare la disperazione nella quale molta gente è costretta a vivere a causa di una crisi economica divenuta ormai, a tutti gli effetti, un grave problema sociale". Lo afferma, in una nota, il sindaco di Catanzaro Sergio Abramo. "Il presente e il futuro, in molti casi - prosegue - sono divenuti ragioni di tormento e di sofferenza perché avvolti nella più totale incertezza. Evitando la retorica, ma retto da convinzione e caparbietà, ritengo che le istituzioni debbano porre al centro del loro interesse temi come la salvaguardia del lavoro, dell'occupazione e della crescita economica, essendo tali fattori indispensabili per la tutela della dignità di ogni uomo. Non senza ricordare le tanti morti bianche che, non solo nella Festa dei lavoratori, devono trovare spazio nelle nostre menti. Un pensiero altrettanto importante e commosso lo rivolgo ai tanti uomini che hanno trovato in un tragico epilogo il solo modo per sfuggire ad una precarietà così insopportabile da essere considerata senza rimedio. Bisogna combattere affinché il lavoro non sia un privilegio ma ci sia per tutti ed è, altresì, necessario tutelare la speranza di un posto di lavoro per coloro che non ce l'hanno. Mi auguro che questa giornata funga da stimolo affinché le istituzioni, magari in modo sinergico, promuovano azioni capaci di rivitalizzare la nostra economia. La cosa, seppur piccola, che mi sento di garantire ai miei concittadini è un sostegno senza esitazione che l'Amministrazione comunale da me guidata non farà mai mancare. La nostra parte l'abbiamo fatta mobilitando risorse per opere pubbliche per decine di milioni di euro che rappresentano comunque un elemento di rivitalizzazione per l'economia cittadina".

    "Sono passati tanti anni da quando la data del primo maggio è stata individuata ed istituzionalizzata quale festa dedicata ai lavoratori. Tanto è cambiato rispetto al significato originario di questa festa, l'orario di lavoro ed i diritti essenziali ed irrinunciabili dei lavoratori hanno avuto pieno riconoscimento ma, ed è questo il punto, negli ultimi anni questo percorso ha subito prima una brusca frenata ed oggi con la precarietà ad essere messo in discussione è lo stesso concetto di lavoro cosi come per decenni lo abbiamo inteso". Lo afferma Dionisio Gallo, coordinatore regionale del Cdu. "Gli aspetti con i quali ci dobbiamo confrontare oggi - prosegue - sono il segno dei tempi, la conseguenza di mutate condizioni e nuove esigenze; ma sono anche il risultato di un sistema economico che ha perso la direzione incamminandosi colpevolmente lungo il facile, ma pieno di insidie, percorso della finanza e tutto a discapito della produzione e dunque del lavoro. Le domande che dobbiamo dunque porci sono semplici, le risposte purtroppo non altrettanto. Ha senso oggi una festa del lavoro? Qual è il modo migliore per rendere questo giorno non una ricorrenza formale ma un momento a partire dal quale ciascuno di noi, nell'ambito dei propri ruoli e delle proprie responsabilità, concretamente opera per ridurre la precarietà, estendere i diritti, promuovere lo sviluppo ed il lavoro? I dati sull'occupazione in Calabria sono tragici, quelli riferiti ai giovani sono invece un'autentica ed indegna vergogna. Forse è il momento giusto per rendere possibili quei cambiamenti senza i quali presto l'Italia perderà definitivamente il ruolo che le spetta nel contesto economico internazionale; in uno scenario simile e con un paese ripiegato su se stesso la disastrata Calabria non può che pagare il prezzo più alto e drammatico. Ecco perché tenuto conto del fatto che tra qualche settimana inizierà la lunga corsa verso le elezioni regionali oggi è forse il giorno giusto per appellarsi a tutte le forze politiche; la prossima consiliatura regionale dovrà avere quello del lavoro come obiettivo prioritario. L'emergenza lavorativa in Calabria è così drammatica ed intensa che nessuno può realisticamente pensare di affrontarla senza il conforto di un sistema politico che si assuma e definitivamente le proprie responsabilità. Da questo punto di vista, ed è questa l'opinione che come Cdu abbiamo, il primo atto della nuova Giunta, dopo una discussione con tutte le forze politiche, dovrà essere quel Piano per il Lavoro e l'occupazione in Calabria richiesto in questi anni a gran voce da alcune organizzazioni sindacali".

    "Festeggiare il primo maggio, non è solo un nostro diritto, ma un dovere per ridare al lavoro centralita politica e sociale". Lo afferma Giuseppe Valentino, segretario generale della Cgil Catanzaro - Lamezia. "Chi afferma sciattamente - prosegue - che non c'è nulla da festeggiare perché la crisi ha cancellato il lavoro, sbaglia e paradossalmente favorisce quei processi che alimentano la crisi. Non è colpa solo della crisi se il lavoro ed i lavoratori non rappresentano nei fatti, da anni, il centro delle politiche economiche e sociali del nostro Paese. La disoccupazione in Italia, in particolare quella giovanile, è il risultato delle scelte dei Governi che hanno assunto il liberismo e l'egemonia del 'mercato' come strumenti per regolare le politiche economiche. L'abbassamento delle tutele, dei diritti, la precarieta come elementi per favorire la produttivita sono le logiche che hanno disgregato e reso debole il mondo del lavoro ed i lavoratori. Nel Paese che fonda la propria società sul lavoro, i suoi abitanti non riescono a vivere dignitosamente neanche quando svolgono il proprio dovere; questo è il paradosso dentro il quale viviamo, questa la grande questione sociale della quale tutti siamo chiamati ad occuparci. Si pensi ad azioni di boicottaggio nei confronti di quelle aziende, spesso grandi centri commerciali, che rimarranno aperte anche il primo maggio. Se lasciamo che dei lavoratori vengano sfruttati continueremo ad alimentare un sistema che travolgerà prima o poi anche noi, i nostri padri e i nostri figli".

    "Un primo Maggio in Calabria che cade in un momento di eccezionale disagio e difficoltà". Ad affermarlo Paolo Tramonti secondo il quale la Festa del Lavoro dovrà essere l'occasione per riproporre ancora una volta i temi dell'occupazione, della crescita e dello sviluppo dei nostri territori. "Una Regione - prosegue - che continua a presentare dinamiche sociali drammatiche con un tasso di disoccupazione del 22,2% (2013) ci pone al livello più alto d'Italia, contro una media Ue del 10,8% e nazionale del 12,2%, con l'aggravante della disoccupazione giovanile che si attesta al 56%, a fronte di una media europea del 23,4% e del 40% italiana. Uno scenario veramente critico a cui si aggiunge l'enorme platea di lavoratori collocati negli ammortizzatori sociali, tradizionali e in deroga per i quali, nonostante gli impegni assunti, il Governo continua a non dare risposte causando così una vera e propria emergenza sociale. La particolare situazione impone di adottare scelte e provvedimenti urgenti a livello nazionale e regionale. In questo senso è prioritario impegnare con urgenza tutte le risorse, comunitarie e ordinarie, per la definizione di un Piano straordinario per l'Occupazione e il Lavoro in Calabria che punti alla creazione di nuovi posti di lavoro, alla trasformazione dei rapporti di lavoro precari in stabili, all'emersione e regolarizzazione delle migliaia di lavoratori in nero, alla ricollocazione produttiva dei lavoratori percettori di ammortizzatori sociali in deroga attraverso vere politiche attive. Allo stesso tempo è necessario definire un organico piano di infrastrutturazione sociale finalizzato a tutelare le fasce più deboli tenendo conto che in Calabria l'area del disagio si presenta con numeri sempre più elevati. Per questi motivi va concertato al più presto un piano di interventi con l'obiettivo di garantire adeguati e dignitosi livelli di welfare per le nostre popolazioni. Per la Cisl è arrivato il momento di avviare una nuova stagione di impegno e responsabilità in direzione del cambiamento e dello sviluppo della nostra terra nel segno di una rinnovata e auspicabile unità di tutte quelle forze sane che quotidianamente si battono per costruire un futuro migliore e diverso per le nostre comunità. La manifestazione della Cisl a Porto Salvo (Vibo Valentia), insieme a quelle che si svolgeranno in altri Comuni della Calabria, si prefigge l'obiettivo di tenere accesi i riflettori sui temi della crescita e dello sviluppo dei nostri territori".

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