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    Abramo "Calabria ha sottovalutato funerali Lea Garofalo"

     

     

    Abramo "Calabria ha sottovalutato funerali Lea Garofalo"

    21 ott 13 ''Probabilmente, in Calabria, abbiamo sottovalutato la forza dirompente di questo evento. Me ne faccio una colpa io, per primo. Avrei potuto, avrei dovuto esserci''. Lo scrive il sindaco di Catanzaro, Sergio Abramo, in una lettera aperta al primo cittadino di Milano, Giuliano Pisapia, a proposito dei funerali, sabato scorso, nel capoluogo lombardo, di Lea Garofalo, la testimone di giustizia calabrese fatta uccidere dall'ex marito. ''Ti ringrazio di cuore - scrive Abramo a Pisapia - per avere ospitato nella tua bella e civile Milano, culla della cultura e dell'economia italiane, autentica capitale europea, i solenni funerali di Lea Garofalo, vittima della più brutale e inaccettabile violenza mafiosa, fortemente voluti dalla figlia Denise. Come sindaco della città capoluogo della Calabria, la terra 'grande e amara', così la definiva lo scrittore Leonida Repaci in cui si è consumato il dramma di Lea, ti esprimo riconoscenza per un atto che ha unito il nord e il sud del Paese nello sdegno e nel dolore. Oggi ci sentiamo tutti più italiani, così come i milanesi, ascoltando le commoventi parole di don Ciotti, si sono sentiti tutti calabresi. Da oggi siamo tutti più forti nella difficile battaglia contro le mafie. Da oggi la criminalità organizzata è più fragile perché è sempre più isolata nella coscienza popolare degli italiani e dei calabresi''. ''Ti ringrazio - afferma ancora Abramo nella missiva a Pisapia - per avere promosso la costituzione di parte civile del tuo Comune nel processo contro i carnefici di Lea, ma ti ringrazio soprattutto di avere portato a spalla la bara con i resti di questa donna divenuta, con la sua scelta, un simbolo della lotta alla mafia. 'Possono bruciare i nostri corpi, non possono distruggere le nostre idee. Esse rimangono per i giovani del futuro, per i giovani come te': così Nicola Sacco, l'anarchico italiano condannato ingiustamente alla sedia elettrica nell'America degli anni Venti, scriveva al figlio. Una frase che vale anche per Lea: hanno bruciato il suo corpo, ma non hanno potuto distruggere la speranza dei giovani calabresi''. ''Penso che la Città di Catanzaro, in un ideale ponte con la tua Milano - conclude Abramo - dedicherà a Lea Garofalo uno spazio pubblico, vedremo se un giardino, una scuola o una piazza, perché tutti non dimentichino questa piccola grande donna calabrese''.

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