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    Scopelliti "Creare a Reggio un centro studi dell'Onu sulle mafie"

     

     

    Scopelliti "Creare a Reggio un centro studi dell'Onu sulle mafie"

    11 ott 13 "Questo ciclo di conferenze che inizia oggi e si concluderà a dicembre prossimo è parte di un accordo più vasto con l'organizzazione delle Nazioni Unite e l'Agenzia contro il crimine organizzato e la droga (Unodc-Onu), per l'istituzione a Reggio Calabria di una 'Antenna sulle Economie Criminali', ossia una struttura di analisi e ricerca finalizzata a proporre ai Governi internazionali nuovi strumenti normativi di contrasto alla criminalità organizzata". Lo ha detto il presidente della Regione, Giuseppe Scopelliti, aprendo l'iniziativa nell'auditorium 'Calipari' del Consiglio regionale alla presenza del Vicepremier e ministro dell'Interno, Angelino Alfano. "Il concetto di economia criminale - ha proseguito Scopelliti - è ormai esteso ad una dimensione internazionale divenendo pertanto non più un'esclusiva delle regioni in cui storicamente si è registrato con maggiore intensità e virulenza il fenomeno della criminalità organizzata. Per lungo tempo, gli economisti italiani non hanno dedicato grande attenzione ai comportamenti criminali ed ai suoi sviluppi internazionali". Scopelliti ha ricordato, inoltre, che "un primo significativo tentativo di adozione di un approccio integrato al fenomeno dell'economia criminale internazionale si ebbe a Palermo nel dicembre del 2000 in occasione di una conferenza durante la quale venne sottoscritta da 121 Stati membri delle Nazioni Unite la Convenzione contro la criminalità organizzata transnazionale, ricadente sotto la giurisdizione dell'ONU. Lo scopo era di promuovere la cooperazione per prevenire e combattere il crimine organizzato in maniera più efficace, ma molte di quelle indicazioni non trovarono seguito. Il profilo di holding ormai assunto dalle organizzazioni criminali condiziona ed influenza gli equilibri del mercato internazionale, radicandosi all'interno dell'economia legale e promuovendo imprese a partecipazione mafiosa. Da qui la necessità di inaugurare una nuova stagione, contribuendo come Regione Calabria alla piena applicazione delle Convenzioni delle Nazioni Unite contro il crimine organizzato transnazionale e la corruzione''. ''L'obiettivo del ciclo di conferenze che abbiamo promosso - ha detto ancora Scopelliti - è trovare soluzioni per convertire il circolo vizioso dell'economia mafiosa in risorse positive per il territorio, con investimenti in lavoro, infrastrutture e sicurezza sociale, riutilizzando proficuamente i beni sequestrati e confiscati alla criminalità mafiosa. E' fuori di dubbio che la Calabria, anche in ragione della sua posizione geografica, diviene il centro di oscuri interessi di ben più ampia portata che la vede coinvolta non solo nelle ormai tradizionali forme di economia criminale, ma anche nelle nuove mutazioni che si registrano nel bacino del Mediterraneo legate, ad esempio, al traffico degli sbarchi clandestini, agevolato dal fatto che ad oggi il Sud Italia risulta la principale porta d'accesso dell'immigrazione clandestina proveniente dai Paesi dell'Africa e del Medio Oriente devastati dalle guerre interne o dal fallimento delle primavere arabe". Scopelliti ha fatto riferimento anche al fenomeno del caporalato "che utilizza - ha detto - un esercito illegale di uomini il cui sudore accresce l'economia mafiosa. Noi non possiamo più permetterci che le mafie traggano guadagno dalle tragedie umane, nè possiamo più permettere che avvengano altri terribili sbarchi come quello accaduto ultimamente a Lampedusa con il loro tragico carico di esseri umani". Il presidente della Regione, inoltre, ha sottolineato le numerose criticità che riguardano i beni sequestrati e confiscati, "che potrebbero rimettere in moto - ha detto - una parte importante dell'economia calabrese. Soltanto in provincia di Reggio Calabria si registra un patrimonio di beni di circa 2,5 miliardi di euro. È necessario che questo patrimonio ritorni in forma pulita sul territorio e diventi opportunità di lavoro per i nostri giovani, sempre più costretti a lasciare la nostra regione". "La nascita di un centro di eccellenza dell'ONU a Reggio Calabria - ha concluso Scopelliti - per lo studio dell'economia criminale, con particolare attenzione al sequestro e alla confisca dei beni, consentirebbe quindi di colmare una lacuna tramite l'elaborazione di strumenti per promuovere la cooperazione giudiziaria internazionale in materia di confisca e per rafforzare le capacità degli Stati membri nella gestione dei beni sequestrati e confiscati, contribuendo a spezzare lo stereotipo che vede le regioni del sud Italia come aree culturali, economiche, sociali e politiche totalmente sotto il controllo delle organizzazioni mafiose".

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