Comune Catanzaro "Irrealizzabile progetto SafeCity, no fondi Regione"

15 lug 13 "La Regione ha ufficialmente comunicato a Palazzo De Nobili che la cifra destinata ai Contratti Locali di Sicurezza per tutta la Provincia di Catanzaro è di soli 6 milioni di euro. Alla luce di questa ridotta disponibilità, la Giunta, presieduta dal sindaco Sergio Abramo, ha preso atto dell'impossibilità di procedere alla realizzazione del progetto 'Safe City' per mancanza della necessaria disponibilità finanziaria". E' quanto si afferma in una nota del Comune di Catanzaro. "L'esecutivo ha incaricato il dirigente del settore - prosegue la nota - di valutare 'la possibilità di procedere all'articolazione di stralci funzionali del progetto, realizzabili in tempi scadenzati, compatibilmente con le disponibilità dei finanziamenti, ovvero di procedere alla redazione di un progetto unico sulla base delle risorse che saranno rese disponibilì. Considerato, altresì, che ad oggi non si è a conoscenza dell'ammontare effettivo del finanziamento disponibile per la Città di Catanzaro e che una nuova richiesta, per come comunicato dalla Regione, sarà ripresentata al Tavolo di Partenariato Provinciale competente, la Giunta comunale ha preso atto della notevole differenza finanziaria tra il quadro economico presentato per la realizzazione dell'idea progettuale, ammontante a 23 milioni di euro e la disponibilità invece comunicata dalla Regione, 6 milioni di euro, a valere per tutta la provincia di Catanzaro, che rende, pertanto, irrealizzabile il progetto così come concepito".

Associazione: vinta battaglia legale. "Il Comune di Catanzaro ha finalmente deciso di fare marcia indietro sull'illogico sistema di videosorveglianza israeliana con cui intendeva porre sotto controllo la città e la comunità". E' quanto afferma l'avv. Francesco Pitaro che contro l'iniziativa ha patrocinato un ricorso amministrativo per conto di un cartello di sindacati, associazioni e di 50 privati cittadini di Catanzaro. "Dopo un'istanza di ritiro, ai sensi della L. 241/90, un ricorso al Tar, un appello al Consiglio di Stato e un esposto alla Procura della Repubblica - prosegue Pitaro - il Comune ha capito che non era il caso di andare avanti in un procedimento amministrativo caratterizzato da un illegittimo affidamento diretto per oltre 23 milioni di euro ed eseguito peraltro dalla Giunta comunale che, come è noto, ha compiti politico / amministrativi e non certamente gestionali. A ciò si aggiunga che quel sistema di videosorveglianza avrebbe determinato una continua ed indebita intrusione nella vita privata dei cittadini e della comunità con la permanente lesione del diritto alla privacy e alla riservatezza e alla protezione dei dati e delle informazioni personali". "Da tempo andiamo predicando - prosegue Pitaro - che quel sistema militare di sorveglianza della città con Catanzaro non c'entrava nulla e che nell'intera vicenda vi erano profili diversi di evidente illegittimità al punto che abbiamo anche posto la vicenda, per gli eventuali profili di illiceità, all'attenzione della Procura della Repubblica. Se il Comune ha finalmente fatto retromarcia deve essere detto grazie a chi, tra associazioni e privati cittadini, ha, sin dall'inizio, con coraggio e tenacia, e senza mai arretrare, combattuto una battaglia di civiltà e di legalità e soprattutto una battaglia contro lo spreco di una montagna di denaro che sarebbe stata destinata ad un servizio inutile e che, ora, potrà essere indirizzata alla realizzazione di fini ed interessi collettivi e pubblici".