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    Lo Moro "Arresti fiancheggiatori confermano pericolosità donne"

     

     

    Lo Moro "Arresti fiancheggiatori confermano pericolosità donne"

    13 mar 12 ''Nell'operazione dei carabinieri di Reggio Calabria che ha portato stamattina all'esecuzione di 17 provvedimenti di fermo emessi dalla Dda nei confronti di fiancheggiatori del boss latitante Domenico Condello, ci sono sei donne, quasi tutte appartenenti alla famiglia del latitante". Lo afferma, in una nota, la parlamentare del Pd Doris Lo Moro. "Questo dato, correttamente evidenziato nelle agenzie che hanno dato notizia dell'operazione - aggiunge - conferma il ruolo fondamentale che svolgono il contesto familiare e le donne nella tenuta della 'ndrangheta. che poggia la sua impenetrabilita' sui vincoli omertosi e familistici. Sono state sottoposte a fermo la moglie del latitante Condello, le due sorelle, Caterina e Giuseppa, la suocera del fratello, una zia. E' stata sottoposta a fermo anche un'altra donna, proprietaria di un appartamento dal quale era stato realizzato l'allaccio elettrico ad un covo scoperto nel gennaio 2011 nel quale si era rifugiato il boss tuttora latitante. Nel covo sono anche state trovate medicine che erano state prescritte alla suocera del boss che non è indagata". "Le donne fermate - dice ancora Lo Moro - oltre ad avere favorito la latitanza di Condello, avrebbero svolto un ruolo di primo piano nell'intestazione fittizia di beni che erano, di fatto, nella disponibilità del boss. E' una notizia che non può passare inosservata per il numero di donne coinvolte ma anche perché molto si è parlato nei giorni scorsi di un altro tipo di donne, nate e cresciute nello stesso ambiente malavitoso, che hanno avuto il coraggio di rompere i vincoli familistici e di testimoniare in processi di 'ndrangheta, pagando a caro prezzo la loro scelta di vita. Giovani donne, come Lea Garofalo, Cetta Cacciolla e Giuseppina Pesce, che sono diventate il simbolo di un riscatto possibile dalla 'ndrangheta, o come Simona Napoli che nei giorni scorsi ha testimoniato contro il padre e il fratello per l'omicidio del giovane di cui si era innamorata. Un mese fa l'arresto della madre di Cetta Cacciolla, morta suicida nell'agosto del 2011, ha evidenziato la solitudine che accompagna la ribellione delle donne che abbandonano l'omertà familiare, spesso abbandonate se non addirittura vittime della loro stessa famiglia, madre compresa. Alla luce dell'odierna operazione di polizia, che coinvolge un numero significativo di donne, il fenomeno delle donne capaci di ribellarsi assume un'importanza anche maggiore perché dimostra che l'omertà non è un destino e che le donne possono diventare da punto di forza e di supporto punto di debolezza delle cosche e metterne in discussione le fondamenta". "Alle donne che si schierano contro la 'ndrangheta - conclude Doris Lo Moro - la societa' e lo Stato devono apprezzamento e sostegno. L'augurio ovviamente è che il loro coraggio diventi contagioso e che prevalga in un numero sempre crescente di donne, anche se inserite in famiglie di 'ndrangheta, l'amore per la vita che è negato dalla subcultura 'ndranghetista''.

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