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    La Camusso a Reggio Calabria

     

     

    La Camusso a Reggio Calabria

    13 mar 12 "E' tempo di tornare ad usare la parola legalità , non come una parola delle grandi occasioni, ma come la quotidianità del nostro comportamento". Queste le parole con le quali, nel corso del suo intervento di chiusura al convegno della CGIL di Calabria, Sicilia, Veneto e Lombardia, sul tema "Unita e fondata sul lavoro", Susanna Camusso, segretario generale del maggiore sindacato italiano ha espresso la sua solidarietà ai tanti sindaci minacciati dalla criminalità organizzata". La Camusso si è soffermata molto sul tema della legalità, "in nome della quale - ha detto - è necessario ripristinare comportamenti collettivi, ragionando anche su come l'Amministrazione pubblica si ridota degli anticorpi necessari per contrastare tutte le forme di illegalità". Affrontando il tema della crisi, la Camusso ha affermato che rappresenta un'occasione per il nostro Paese, e non un "motivo per sommergere ancora di più una parte del Paese, che non va intesa in senso geografico, ma che attraversa tutta l'asse nazionale da Nord a Sud". Nel ricordare come fin dal 2006 la Cgil avessa lanciato l'allarme sul sistema del credito", che in mancanza di una risposta legale sarebbe finito, come è accaduto nelle mani del sistema illegale", la Camusso ha trattato il tema degli investimenti, "sui quali - ha detto - è in atto un corto circuito terribile: quello di pensare che non si debbano fare per impedire le infiltrazioni della mafia. Bisogna presupporre, invece che lo Stato possa tornare a controllare non solo il territorio, che è una parte del problema, ma controllare la legalità dei flussi economici e degli investimenti. Questa è la vera sfida che abbiamo davanti. Queste cose - ha proseguito la Camusso - significano lavoro, vogliono dire ripartenza, significano costruire le condizioni per cui gli investimenti avranno una condizione di effettiva legalità nelle condizioni di lavoro dei lavoratori e delle lavoratrici. Preoccupa quando si ragiona sul contrario. Si scopre così che una delle ragioni per le quali in questi anni grandi investitori si sono ritirati dal Paese non era perché non esistevano le condizioni di legalità, ma si sono ritirati perché esiste l'art. 18". Per la Camusso "nella crisi bisogna investire, perché una delle tante ragioni per cui poi la criminalità può infiltrarsi è anche come è stato redistribuito negativamente il reddito di questo paese. E quando non c'é la prospettiva di lavoro si si é portati ad accettare qualunque cosa. Dentro l'idea del lavoro a qualunque condizione c'é già un pezzo di illegalità" ha chiosato la leader nazionale della Cgil rammentando la tragedia di Barletta. Da qui la richiesta girata al Presidente del Consiglio Sen. Mario Monti: "la legalità è la prima delle riorganizzazioni che bisogna fare, attraverso una legge inattaccabile sugli appalti ed introducendo elementi di chiarezza tra privati". Ed ancora "una legge sulla corruzione", che rappresenta, non lo dice il primo chi passa per strada, ma la Corte dei Conti - la prima ragione del debito di questo Paese". Molti gli interventi del lungo dibattito che ha caratterizzato l'appuntamento di Reggio Calabria, dal quale è partita la richiesta della Cgil di quattro regioni, Veneto, Lombardia, Calabria e Sicilia di un cambio di passo del governo Monti per dare una risposta alla crisi ed alle esigenze di rinnovamento di questo Paese. Per il segretario regionale del Veneto Emilio Viafora "una crisi che si trascina da più anni che merita una risposta completamente opposta a quella di Marchionne che pensa che si possa uscire dalla crisi abbassando i diritti. La Cgil - ha aggiunto Viafora - non sottovaluta affatto i risultati raggiunti da questo Governo che ora ha il dovere di comprendere che bisogna cambiare l'agenda politica, cominciando dal lavoro e dalla redistribuzione equa della ricchezza prodotta". Nel sottolineare l'importanza dell'Osservatorio sociale contro la mafia e la criminalità organizzata, presentato ieri a Lamezia, Claudio Giardullo della Siulp-Cgil, ha affermato che sarà determinante per i prossimi anni il modo con il quale il Governo Monti affronta la crisi, che è crisi del debito e crisi di legalità". Il Sottosegretario all'interno Carlo De Stefano nel portare i saluti del Ministro Anna Maria Cancellieri ha elencato le iniziative messe in campo a livello nazionale nel contrasto al fenomeno mafioso, "segnato da una novità di questi ultimi anni: il percorso migratorio delle organizzazioni criminali verso altre parti del Paese, caratterizzato da una scarsa individuabilità, bassa visibilità, per essere più funzionale agli affari illeciti". Tra gli altri interventi, anche Michele Prestipino vice procuratore distrettuale antimafia a Reggio Calabria. Nel rilevare la novità delle risultanze investigative "che hanno permesso di colpire non solo gli 'ndranghetisti, ma anche quelli che proteggono la 'ndrangheta, la favoriscono. A dimostrazione che non esistono più sacche di impunità, e che c'é anche un sistema investigativo di tipo nuovo che ha consentito risultati estremamente positivi". Prestipino ha ribadito che il problema 'ndrangheta ''é una grande questione nazionale e come tale deve essere affrontata, con uno Stato che deve fare squadra in tutte le sue componenti", ma ha evidenziato anche le cose "nelle quali siamo rimasti indietro: nella costruzione, in positivo, di un blocco sociale nuovo e di un conseguente modello d'azione. Perché il prezzo più alto quando le imprese vengono taglieggiate, quando imprenditori e società di rilevanza nazionale sono colluse, lo pagano i cittadini". Riprendendo le parole di una intercettazione Prestipino ha detto che il lavoro è il potere, invocando un cambio di passo anche in Calabria. "Si può fare di più - ha concluso - ma bisogna fare presto. Il tempo è scaduto, anche a Reggio ognuno deve scegliere da che parte stare".

    Accordi separati?. Alla domanda se si profili il rischio di accordi separati tra Governo e sindacati Susanna Camusso ha così risposto, oggi a Reggio Calabria: "Non mi pare questo il tema. Il tema non è gli accordi separati, ma la qualità di questa riforma e che risposte si danno ai lavoratori". Sui tempi indicati dalla Fornero la segretaria nazionale della Cgil ha specificato che "come sempre dipende dal merito. Non è che siccome c'é una data quel giorno lì qualunque cosa ci sia va bene. Ieri abbiamo detto esplicitamente - ha ricordato Camusso - che è stato fatto un passo indietro perché rispetto all'annuncio di una scelta corretta che è appunto quella dell'universalità se non ci sono le risorse l'universalità non c'é". "Se non ci saranno le risposte e le risorse - ha concluso Camusso - decideremo cosa fare".

    Lo dice Istat: servono investimenti. "La denuncia che l'Istat produce è espressa in numeri formali ma è una denuncia che da tempo si sta facendo perché la riduzione dei consumi nel nostro Paese è un dato oggettivo". Lo ha detto intervenendo a margine di un convegno a Reggio Calabria la leader nazionale della Cgil, Susanna Camusso. "D'altra parte è noto a tutti che è aumentata consistentemente la disoccupazione, che ci sono centinaia di migliaia di persone che sono passate da uno stipendio normale ad una indennità di cassa integrazione o di mobilità o di disoccupazione. Quindi una riduzione del reddito - ha aggiunto - che rappresenta invece il paradigma di un altro tema: come si può immaginare una crescita se non si mette mano alla riforma fiscale, non che si aumentino ulteriormente i prezzi sull'Iva e le accise, ma che invece riduca la tassazione sul lavoro e sulle pensioni. Bisogna far ripartire l'economia, l'economia riparte se ripartono gli investimenti e l'utilizzo dei fondi strutturali assieme alle opere che già sono state previste".

    Lavoro: passo indietro. "Ho parlato di un passo indietro perché mentre noi confermiamo che è necessario avere una riforma universalistica degli ammortizzatori sociali e quindi che è giusta l'idea che ci sia il sussidio della disoccupazione per tutti i lavoratori, la proposta che ci è stata fatta ieri è una proposta che non allarga, che non prevede l'indennità per tutte quelle figure che oggi non ne hanno diritto e riduce invece la copertura di quelli che ce l'hanno già". Questa la precisazione del segretario nazionale della Cgil, Susanna Camusso, a margine di un convegno organizzato a Reggio Calabria dalla Cgil del Veneto, della Lombardia, della Sicilia e della Calabria. "Siamo di nuovo invece - ha proseguito Camusso - di fronte ad una riforma che non rappresenta una tutela per tutti ma anzi una riduzione della tutela esistente".(

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