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    Lanucara "Intestare vi e epiazza a donne vittime ndrangheta"

     

     

    Lanucara "Intestare vi e epiazza a donne vittime ndrangheta"

    05 mar 12 "Per l'8 marzo tutti i campanili della Calabria dovranno suonare a stormo, ricordando le donne di 'ndrangheta che si sono ribellate come Giuditta Levato, affrontando una morte orribile e dolorosa''. E' la proposta di Antonia Lanucara, del Pd, già presidente della Commissione regionale Pari opportunità e prima firmataria del comitato "Chi collabora non deve più morire ingoiando acido" che invita le autorità ad intestare alle donne suicidatesi con l'acido vie e piazze. "Il 28 novembre del 1946 Giuditta Levato di Calabricata, paesino della Calabria - prosegue Lanucara - fu sparata dal barone Pietro Mazza. Fu colpita nel suo ventre gravido, senza pietà. Il barone assassino le sparò per dimostrare alle donne che erano con lei che solo lui era il padrone e il dominatore di quelle terre e che la cooperativa, che era sorta per fare grano, pane e gioia di vivere si doveva stroncare. Fu uccisa Giuditta perché era 'nuova', era moderna ed era simbolo di coscienza e serenità di spirito. Lei si trovò di fronte al suo assassino perché riteneva di avere diritto al lavoro suo e quello delle altre donne della cooperativa di Calabricata. Come viene riportato, nelle sue ultime parole c'é ancora la speranza di un possibile avvenire migliore. 'Dite ai miei figli che sono partita per un viaggio lungo, lungo e tornero' quando suoneranno ancora le campane a stormo per tutto il villaggio, allora vedrete che tornò". Lanucara parla delle donne che si sono ribellate alla 'ndrangheta che ''sono state eliminate" e aggiunge che "viene lanciato a tutte le altre donne delle famiglie di 'ndrangheta un monito: voi siete schiave, le nostre schiave e non avete dunque dignita' umana. Nel mondo della 'ndrangheta le donne devono esistere soltanto attraverso i maschi delle loro famiglie. Le condannate a morte della 'ndrangheta che si sono ribellate, dunque devono ingoiare acido. La violenza dei loro intendimenti é basata sulla loro concezione patriarcale: noi le abbiamo fabbricate solo per noi stessi, sono di 'nostra proprieta'' e non hanno diritti umani. La sofferenza delle donne suicidatesi con l'acido è intrinseca alla loro indignazione e il loro agire ribelle è un messaggio per tutti noi, è un messaggio che punta alla ricostruzione della vita senza violenza. Possiamo dimenticarle? Possiamo non ricordarle ora e qui per sempre? Per questo propongo all'Italia libera di intestare strade piazze e quant'altro. Ma noi donne e uomini impegniamoci concretamente a realizzare luoghi con statue che ricordino chi muore per la libertà"

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