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    Commissario PD sospende Congresso: manca unità, Partito spaccato

     

     

    Commissario PD sospende Congresso: manca unità. Partito Spaccato

    09 giu 12 E' stato sospeso l'iter per la celebrazione del congresso regionale del Pd della Calabria, insieme a quelli provinciali. Lo ha comunicato, nel corso di una conferenza stampa, il commissario regionale del partito, Alfredo D'Attorre. "Nelle prossime settimane - ha detto D'Attorre - sarà valutato se e come tenere i congressi di circolo. Io e il livello nazionale abbiamo lavorato fino all'ultimo affinché si trovasse una soluzione unitaria. Fino a ieri abbiamo esperito un tentativo di opposizione alle varie candidature che non è andato a buon fine. Questo ci ha portato ad avere un congresso regionale molto aperto e competitivo che avrebbe richiesto una rimodulazione dei tempi, rispetto al tentativo unitario, con un rinvio a settembre ed ottobre per lo svolgimento dei congressi in un momento in cui ci saranno altre scadenze nazionali per il partito". Secondo D'Attorre, "tenere un periodo così lungo di tempo per le discussioni congressuali non era possibile. Non avere conseguito l'obiettivo dell'unitarietà ci ha portati a questa decisione. In questi mesi, comunque, sono stati fatti dei passi in avanti. Il Pd non è più quello di qualche mese fa ma noi non siamo riusciti a fare l'ultimo miglio che è quello delle candidature unitarie. Ecco perché, sentite le diverse aree del partito anche nazionale, ci è sembrato più opportuno dare un rilancio unitario alle cose da fare come partito. Naturalmente, ringrazio i candidati per le loro disponibilità e non vi è dubbio che si erano mossi per fare il congresso. Le loro posizioni, quindi, saranno quelle di una presa d'atto di questa decisione, che ho assunto anche in accordo col nazionale". "Da questo momento il partito sarà impegnato da subito nella ripresa dell'attività politica. I circoli diventeranno per me ancor più punto di riferimento della mia attività in Calabria, che proseguirà". Lo ha detto il commissario regionale del Pd, Alfredo D'Attorre, nel corso della conferenza stampa in cui ha annunciato la sospensione dell'iter del congresso. "Mi dovrò confrontare con i circoli - aggiunto - prima sul piano politico e lavoreremo affinché maturi una spinta unitaria dal basso. Il mio obiettivo era quello di chiudere con il congresso regionale e mi faccio carico del suo non svolgimento. Non mi nascondo dietro un dito, non nascondo la mia amarezza nel non aver conseguito l'obiettivo di un congresso unitario". "In questi mesi - ha detto ancora D'Attorre - ho scoperto un partito vivo, un partito che c'é. Ci sono le condizioni per riprendere un lavoro e fare della Calabria uno dei punti da cui riavviare un percorso. Non un partito che si chiude nell'apparato, ma che deve essere riconosciuto come l'unico strumento che c'é di rinnovamento. Noi nei prossimi mesi terremo aperte le porte del nostro partito anche agli elettori". "Le critiche sono giuste - ha detto poi D'Attorre rivolgendosi ai giornalisti - ma confrontiamoci con un tema: cosa è diventata la politica democratica oggi, tra un partito in cui ci sono difficoltà e divisioni e dove si fa fatica e partiti padronali, invece, dove le decisioni vengono prese nelle ville. Chiediamo alla stampa di criticarci, ma di farlo tenendo presente la democrazia che c'é all'interno del nostro partito".

    Primarie aperte: "Se non cambierà la legge elettorale, anche con la sola introduzione delle preferenze, per le cadndiature dovremo trovare, comunque, delle procedure democratiche aperte agli iscritti ed agli elettori". Lo ha detto il commissario regionale del Pd, Alfredo D'Attorre, nel corso della conferenza stampa fatta a Lamezia, facendo "una riflessione - ha detto - strettamente personale". "Questo significa - ha concluso - che non sarò né io, né Roma a decidere".

    Grazie a Ciconte. "Mi dispiace per Enzo Ciconte". Lo ha detto il commissario regionale del Pd, Alfredo D'Attorre, rispondendo in conferenza stampa ad una domanda sulle critiche rivolte al partito dal consigliere regionale Enzo Ciconte, che ieri aveva parlato di partito "privo di progettualità". "Lo ringrazio - ha aggiunto - del contributo che ha dato in campagna elettorale. Senza il suo apporto non avremmo sfiorato il ballottaggio a Catanzaro. Ho lavorato perché si potesse riaprire un consenso a Catanzaro che non si è determinato. Penso però che Ciconte abbia sbagliato a reagire in quel modo".

    Guccione: Sospensione favorisce centrodestra: "La decisione di non far svolgere il congresso regionale del Pd in Calabria dopo che la direzione nazionale ha deciso di tenere primarie aperte in autunno per la scelta del leader della coalizione, appare in netto contrasto con l'apertura di una fase nazionale nuova che in Calabria non arriva e si ferma ai piedi del Pollino". E' quanto afferma il consigliere regionale del Pd Carlo Guccione commentando la decisione del commissario regionale di sospendere l'iter congressuale. "Tale decisione - prosegue Guccione - di fatto impedisce che il Pd possa essere in Calabria il motore della costruzione di una coalizione e di un programma di vera e decisa alternativa alla destra. E' un dato oggettivo che un Pd commissariato da due anni e non messo nelle condizioni di poter celebrare il proprio congresso favorisce una destra calabrese che, a due anni dalla vittoria delle regionali, ha dimostrato di essere incapace di governare, aggravando una situazione già fortemente drammatica e compromessa. La nostra regione non può essere utilizzata per consumare tentativi di baratto finalizzati alle prossime candidature del 2013 alla Camera e al Senato. Quello delle candidature delle elezioni politiche del prossimo anno è il vero motivo per cui il commissario straordinario oggi impedisce di celebrare il congresso, palesando la considerazione di una Calabria terra di conquista, incapace di produrre una sia pur minima reazione. In queste ore è necessario riflettere per decidere come reagire a questo ennesimo tentativo di 'colonizzazione' senza escludere nessuna possibile decisione in merito".

    Maiolo: Non condividiamo rinvio congresso. "Raccogliendo la sollecitazione di tanti amici elettori, simpatizzanti, militanti ed eletti, a tutti i livelli istituzionali, del Partito Democratico ho offerto la disponibilità a mettermi al servizio, candidandomi alle primarie aperte per l'elezione del segretario regionale". Lo afferma, in una dichiarazione, Mario Maiolo, candidato alla segreteria regionale del Pd. "Nel rispetto delle regole fissate dal Commissario, prof. Alfredo D'Attorre - aggiunge - nei termini fissati ho depositato la mia candidatura, sottoscritta da un migliaio di sostenitori provenienti da tutte e cinque le province calabresi e che nei giorni successivi ha fatto registrare altre importanti adesioni e altrettanto numerose, e che, quindi, è diventata riferimento plurale, aperta alla prospettiva della condivisione unitaria. Riteniamo politicamente irrinunciabile la condizione che il Partito Democratico della Calabria possa ritornare, nello spirito federale, a una gestione politica autonoma e democraticamente autodeterminata, superando l'attuale fase commissariale". "Al Commissario D'Attorre, che ci ha anticipato le valutazioni politiche, espresse nella odierna conferenza stampa, che gli hanno fatto maturare la decisione di sospendere l'iter congressuale, cui ha fatto seguito il provvedimento formale - dice ancora Maiolo - abbiamo avuto modo di esprimere la non condivisione politica della drastica decisione di interrompere la fase congressuale, a nome della posizione rappresentata, condivisa da tutti gli amici sostenitori, che ho avuto modo di contattare con il limite dell'immediatezza della valutazione. Rimaniamo contrariati sulla decisione assunta, perché non condividiamo che a congresso avviato con una sola candidatura presentata nei termini iniziali previsti, si interrompa un processo democratico di riorganizzazione del partito calabrese, adducendo motivazioni che non condividiamo. Eravamo pronti a sostenere democraticamente un processo di confronto tra idee e visioni diverse, partendo dalla nostra proposta politico programmatica, per costruire un partito democratico plurale e inclusivo, che realizzi una sintesi delle migliori culture riformiste al servizio della Calabria che ha urgente bisogno di una alternativa credibile e forte al governo di centrodestra. Se questo confronto democratico all'interno del Partito non si è realizzato la responsabilita" non puo" essere a noi ascritta avendo percorso puntualmente tutte le tappe per la celebrazione democratica del congresso". "Ci riserviamo qualsiasi nostra ulteriore iniziativa sul piano politico regionale e nazionale - conclude Maiolo - per quanto da noi subito, che oltre ad umiliare le tante democratiche e democratici calabresi è un'ulteriore offesa all'autonomia e al rispetto della nostra regione. Continueremo nel nostro impegno per fare riprendere la vita democratica della nostra regione, convinti che solo così tutti assieme potremmo riconquistare la guida politica della nostra Calabria".

    Censore: rinvio congressoallontana alternativa. "La decisione del commissario del Pd D'Attorre di non svolgere il congresso regionale appare lontana dalla volontà di costruire un'alternativa vera al governo calabrese di centro-destra, che finora ha dimostrato solo fallimenti senza produrre nulla di buono per la crescita della nostra regione". Lo afferma, in una nota, il consigliere regionale del Pd Bruno Censore. "Spiace constatare - prosegue Censore - come la volontà di D'Attorre non solo appaia fortemente in contrasto con il pensiero dominante che in queste ore èargomento di discussione in tutte le sedi dei circoli calabresi, ma risulta in forte antitesi con le richieste delle migliaia di iscritti, militanti e simpatizzanti che reputano indispensabile ricorrere all'espressione democratica del congresso per decidere la linea e le sorti del Pd. Invito tutti, dunque, a riflettere su quale possa essere l'iniziativa politica più efficace per far pesare di più il Pd in Calabria".

    N. Oliverio: pià opportuno celebrare Congresso. "Pur prendendo atto della decisione del commissario del Pd calabrese, Alfredo D'Attorre, di sospendere le procedure del congresso regionale del partito già annunciate ed avviate, resto convinto, come peraltro ho avuto modo di ribadire più volte e in diverse sedi nel corso di questi giorni, che sarebbe stato più utile ed opportuno procedere allo svolgimento del congresso stesso al fine di mettere il Pd calabrese nelle condizioni di dotarsi di organismi democraticamente eletti e di un gruppo dirigente capace di affrontare la complessa e delicata fase che vivono il Paese e la Calabria". Lo afferma il deputato del Pd Nicodemo Oliverio, candidato alla segreteria regionale del partito. "Un ringraziamento particolare - aggiunge Oliverio - lo rivolgo ai sindaci, agli amministratori locali, agli uomini e alle donne e, soprattutto, ai tantissimi giovani, molti dei quali impegnati in esperienze significative in città e territori della nostra regione, che hanno condiviso e sostenuto con entusiasmo la mia candidatura. Tantissimi, infatti, sono stati i dirigenti di circolo e i rappresentanti di diverse organizzazioni sociali, le personalità impegnate nel mondo delle professioni, della scuola e della rete del volontariato che si sono raccolte, espresse e ritrovate sulla mia candidatura per dare un contributo alla costruzione di un soggetto plurale capace di rivitalizzare la vita democratica di questa regione e di porsi come punto di riferimento per la realizzazione di un progetto di cambiamento della Calabria che avesse la necessaria ed indispensabile forza alternativa rispetto ad una destra che, alla guida della Regione, sta solo contribuendo ad aggravare la già difficile situazione economica e sociale dei nostri territori e ad alimentare il degrado e la sfiducia in modo particolare nelle nuove generazioni". "Il mio impegno a realizzare questi obiettivi - sottolinea ancora Oliverio - rimane, comunque, pienamente in campo con spirito positivo ed unitario per contribuire alla costruzione di un Pd forte e radicato sul territorio e per dar vita al progetto che ieri, ancora una volta, Pierluigi Bersani, con intelligenza e forte determinazione, ha rilanciato nel corso della direzione nazionale del partito. Un progetto che apre il cantiere della costruzione di uno schieramento ampio di forze democratiche e progressiste e punta a realizzare, a partire dalle elezioni della prossima primavera, il governo della ricostruzione dell'Italia, dopo la lunga stagione del 'berlusconismo' che ha prodotto solo macerie delle quali il Paese ed il Mezzogiorno stanno ancora pagando un prezzo altissimo e drammatico. Ancor più in Calabria, dove è urgente la necessità di mettere in campo un progetto di contrasto alla crisi drammatica che sta soffocando la nostra gracile economia e aggravando le condizioni delle famiglie e, in particolare, dei giovani, privi di ogni prospettiva di lavoro. Una situazione che impone al Pd di porsi come punto di riferimento con un progetto credibile e capace di riaccendere la speranza per un futuro diverso". "Per questo al Pd è affidato, fin da ora - conclude Oliverio - il compito di alzare l'attenzione e l'iniziativa attraverso una opposizione a Scopelliti e al governo regionale intelligente, netta e, soprattutto, libera da vecchie culture consociative che tanti danni hanno prodotto alla Calabria e allo stesso centrosinistra calabrese".

    Gigliotti: Sospensione impone scelte. "Avremmo voluto conoscere il nome, il cognome, il volto, l'età, il mestiere e i sogni del Pd calabrese. Avremmo saputo guardarlo negli occhi e sostenerne lo sguardo senza abbassarlo mai, neanche in cambio di una poltrona di vicesegretario regionale o un posto tra i nominati del Parlamento 2013". Lo afferma, in una nota, Fernanda Gigliotti, del gruppo Calabria 25 Aprile del Pd. "Avremmo sperato di confrontarci e lavorare - prosegue Gigliotti - per una vera alternativa di governo, per una nuova classe dirigente calabrese. E avremmo anche avuto il coraggio di prendere le distanze e andarcene a casa se il congresso avesse partorito un Pd senza nome e senza cognome, o fosse stato di uno senza volto e senza mestiere. Ma il rinvio sine die per impraticabilità di campo o per inopportunità di un confronto congressuale, da troppo tempo annunciato e già due volte rinviato, vorrebbe costringerci ad una convivenza forzata in un partito che ci ha già detto troppi 'no', che non ci vuole e in cui non c'é posto per persone che non hanno inteso schierarsi con nessuno della nomenklatura ex Ds e ex Margherita, ma che hanno sempre lavorato per la diffusione e la condivisione di un progetto democratico di superamento delle faide e dei rancori ancora in atto. E sono ormai anni che viviamo in questo limbo in un partito in cui la prima cosa che ti viene chiesta non è che mestiere fai e perché vuoi fare politica, ma se stai con l'uno o con l'altro". "E per noi che siamo laici e democratici e che volevamo stare con il Pd che non c'é, si impone il momento delle scelte coraggiose perché questa casa, malgrado il nome, di fatto dimostra di non volerci e di non appartenerci, e forse non ci è mai appartenuta né mai ci apparterrà. Il nome potrebbe anche essere stato, sciaguratamente, solo una cartina di tornasole per ridare 'la patente su scala nazionale' ad una classe dirigente ex Ds e ex Margherita già decotta negli anni novanta e che altrimenti non avrebbe più avuto alcuna linfa vitale. Che fare? Andiamo via e restituiamo le tessere? Continuiamo la battaglia all'interno di questo corpo dilaniato e contrapposto? A tutti coloro che in queste ore mi stanno chiedendo cosa fare, dove andare, come fare, io non so più cosa rispondere, perché una spiegazione politica, logica, coerente e condivisibile di questo stato di cose non c'é. L'unica cosa che so e che vi dico è che non dobbiamo stare in silenzio, ma dobbiamo ragionare insieme per non disperdere il lavoro fino ad ora compiuto. Scegliamo insieme, quindi, ed eviteremo di essere travolti da quelle che io penso saranno le numerose schegge impazzite di un pachiderma travestito da partito democratico".

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