Rapporto Legautonomie: Piccoli comuni sempre più emarginati - Nuova Cosenza Quotidiano d'informazione della Calabria

Rapporto Legautonomie: Piccoli comuni sempre più emarginati

31 ott 11 Isolamento, desolazione, mancanza cronica di infrastrutture e popolazione in progressivo calo: sono i mali storici, acuiti dalla crisi economica, che stringono in una vera e propria morsa i piccoli comuni calabresi. A confermarlo sono i risultati di un report di Legautonomie Calabria che restituisce una mappa dei venti centri calabresi a più elevata marginalità socioeconomica. Hanno tutti popolazione al di sotto dei mille abitanti (fatta eccezione per Calanna, nel reggino) e si trovano in zone classificate di collina e montagna, i venti comuni calabresi che presentano elementi di debolezza tali da minarne e limitarne lo sviluppo. La ricerca, realizzata da Claudio Cavaliere, segretario regionale dell'associazione delle autonomie locali, é stata presentata a Catanzaro dall'autore, dal presidente di Legautonomie Mario Maiolo e da Pino Pitaro, della direzione dell'associazione e responsabile piccoli comuni. Si tratta - è stato spiegato nel corso dell'incontro - di una sorta di banca dati in progress che prende in considerazione ed elabora una serie di indicatori relativi a demografia, reddito, finanza locale, dotazioni con un nuovo parametro originale, quello della connettività, che è la distanza cholometrica dal primo svincolo utile dell'autostrada A3. La Calabria dei "piccoli", fa sapere l'associazione autonomista, rappresenta ancora una parte "minore" in relazione alla popolazione che vi risiede (circa un terzo del totale) ma è chiamata a gestire circa i due terzi (67%) del territorio regionale. "Dei 325 comuni calabresi il 56,30% dei municipi - è scritto nello studio - ha valori negativi ovvero ricade in una situazione di svantaggio. In modo aggregato si tratta di una condizione che colpisce in modo particolare i comuni della provincia di Crotone, dove 14 centri su 18, pari al 77,8%, sono interessati da marginalità. L'altra provincia in cui si rilevano percentuali elevate è quello di Reggio con 47 comuni su 71, pari al 66,2%. Le situazioni di marginalità elevata, nello specifico, sono 24 in provincia di Cosenza; 20 a Reggio, 8 a Catanzaro, 6 a Vibo e 3 a Crotone". Al vertice, in base ai risultati ottenuti grazie all'indice di marginalità, si collocano i comuni di Castroregio, Alessandria del Carretto e Carpanzano, tutti e tre del cosentino, che presentano il dato negativo più elevato. "Questo lavoro - ha detto Pitaro - testimonia la desolazione dei piccoli comuni e i disagi che, con l'avanzare della crisi economica, si avvertono in modo maggiore nelle zone dell'entroterra dove si scontano anche deficit infrastrutturali e di ordine pubblico". Per Cavaliere "proporre misure in grado di rivitalizzare i piccoli comuni costituisce non solo una scelta politica ed economica ma anche una opportunità in termini di uso razionale delle risorse per il fine ultimo della crescita del reddito e dell'occupazione, anche in un contesto di intervento pubblico orientato dal mercato. In questo lavoro, comunque, si fa riferimento a dati il più possibile oggettivi". "Non c'é dubbio - ha sostenuto Maiolo - che per arginare e contenere questa situazione un contributo determinante è dato dall'iniziativa regionale che può e deve prevedere misure di sostegno per i piccoli comuni. Il lavoro che presentiamo, più che uno studio, rappresenta un metodo in grado di aggiornare i dati a disposizione in materia di spopolamento per restituire una fotografia aggiornata al momento e utilizzabile per orientare le politiche di intervento".