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    La Calabria ricorda Franco Fortugno

     

     

    La Calabria ricorda Franco Fortugno

    16 ott 11 Una corona di fiori è stata deposta stamane sul luogo dove sei anni fa avvenne l'omicidio di Francesco Fortugno, il vicepresidente del consiglio regionale della Calabria ucciso a Locri all'uscita dal seggio dove si votava per le primarie dell'Unione. Il vice presidente del Senato, Vannino Chiti, insieme alla vedova di Fortugno, l'on. Maria Grazia Laganà, ed ai suoi due figli ha deposto la corona di fiori. Durante la cerimonia ci sono stati attimi di commozione ed i familiari di Francesco Fortugno si sono stretti in un lungo abbraccio. A Locri sono intervenuti anche il Prefetto di Reggio Calabria, Luigi Varratta, alcuni parlamentari, ed il sindaco, Giuseppe Lombardo. Per l'omicidio Fortugno il 24 marzo scorso la Corte d'assise d'appello di Reggio Calabria ha confermato la condanna all' ergastolo per Alessandro Marcianò e suo figlio Giuseppe, ritenuti i mandanti del delitto, e Salvatore Ritorto e Domenico Audino, accusati di essere stati gli esecutori materiali.

    A distanza di sei anni è ancora forte la richiesta di fare piena luce sull'omicidio di Francesco Fortugno, il vice presidente del consiglio regionale della Calabria ucciso a Locri mentre usciva dal seggio per le primarie dell'Unione. Oggi, in occasione del sesto anniversario dal delitto, nel corso della celebrazioni, ancora una volta è stato lanciato un appello affinché le indagini facciano chiarezza su tutte gli aspetti dell'omicidio. Il primo a sollevare qualche dubbio è stato il vice presidente del Senato, Vannino Chiti, il quale è difficile credere che "ad organizzare tutto questo sia stato un semplice caposala". Il riferimento di Chiti è ad Alessandro Mancianò nei confronti del quale, insieme al figlio Giuseppe, la Corte d'assise d'appello di Reggio Calabria ha confermato la condanna all'ergastolo perché ritenuti i mandanti dell'omicidio. Il 24 marzo scorso i giudici di secondo grado alla confermato la condanna all'ergastolo anche per Salvatore Ritorto e Domenico Audino ritenuti gli autori materiali dell'omicidio. Alle perplessità di Chiti si aggiungono quelle della vedova di Fortugno, l'On. Maria Grazia Laganà, la quale nonostante i due processi ci sono ancora "troppe stranezze e fatti da chiarire". Ed è proprio in questo quadro che si innesca la decisione della commissione parlamentare antimafia di approfondire la vicenda sull'omicidio Fortugno. Nel giugno scorso il Procuratore di Reggio Calabria, Giuseppe Pignatone, ha inviato una lettera alla commissione antimafia, così come riportato dal blog di Roberto Galullo 'Guardie o Ladri', nel quale si afferma che sono state disposti nuovi accertamenti su una intercettazione, fatta il 13 ottobre del 2005, nei confronti del boss Mico Libri nel quale ci sarebbe una sorta di riferimento a quanto sarebbe avvenuto nella locride a distanza di pochi giorni. Dopo la morte di Fortugno quella intercettazione non fu utilizzata perché ritenuta "incomprensibile" ed il perito nominato dalla Procura non era riuscito ad effettuare la trascrizione. Nella lettera di Pignatone all'antimafia del giugno scorso si afferma che "è stato richiesto alla Squadra mobile di Reggio Calabria un'ulteriore attività investigativa su tutte le persone e i fatti che emergono o emergeranno dalla conversazione in esame". Successivamente alla risposta di Pignatone i componenti dell'antimafia, i parlamentari Luigi De Sena e Luigi Li Gotti, hanno ottenuto dal Presidente, Beppe Pisanu, che ci fosse una risposta definitiva e più precisa che, secondo il procuratore nazionale antimafia, Piero Grasso, arriverà nei prossimi giorni. "Ci sono state - afferma Grasso - delle indagini che abbiamo concluso. Ora bisogna avere pazienza e tra alcuni giorni si saprà se quella telefonata è legata al caso Fortugno". Nel corso della manifestazione svoltasi oggi a Locri il presidente del consiglio regionale della Calabria, Francesco Talarico, è giunto, infine, ha affermato che il modo migliore per onorare la memoria di Fortugno consiste "nell'impegno quotidiano di istituzioni e cittadini della Calabria civile e onesta nel combattere e sconfiggere la criminalità organizzata".

    Procuratore Grasso "Presto verità su intercettazioni". "Bisogna avere pazienza e tra qualche giorno si saprà se quella intercettazione è legata al caso Fortugno". E' quanto ha detto il Procuratore nazionale antimafia, Piero Grasso, stamane a Locri facendo riferimento ai contenuti di un rapporto della squadra mobile di Reggio Calabria chiesto dalla commissione parlamentare antimafia che intende approfondire la vicenda dell' omicidio di Francesco Fortugno. Nell'informativa, scritta nel dicembre del 2005, si ipotizza che l'omicidio di Francesco Fortugno avesse avuto il via libera delle famiglie reggine Libri e De Stefano. Il 13 ottobre del 2005, tre giorni prima dell'omicidio Fortugno, venne infatti intercettato il boss Mico Libri, che si trovava ai domiciliari a Prato, il quale parlando con due affiliati alla cosca avrebbe fatto, secondo l'informativa, implicitamente riferimento a quanto sarebbe accaduto nei giorni successivi. Nei mesi scorsi il Presidente della commissione parlamentare antimafia, Beppe Pisanu, ha chiesto alla Procura di Reggio Calabria di avere un rapporto dettagliato su quella informativa ed una perizia sull'intercettazione. Grasso, che oggi a Locri ha partecipato al convegno organizzato nell'ambito delle iniziative per il sesto anniversario dell'omicidio Fortugno, ha detto che "ci sono state delle indagini che abbiamo concluso. Ora bisogna avere pazienza e tra alcuni giorni si saprà se quella telefonata è legata al caso Fortugno. Al momento non si può aggiungere altro".

    Chiti "Impossibile che tutto organizzato da un caposala". Chiarire tutti gli aspetti legali all'omicidio di Francesco Fortugno, il vicepresidente del consiglio regionale della Calabria ucciso a Locri il 16 ottobre del 2005. E' questo il messaggio emerso nel corso di un convegno svoltosi stamane in occasione delle iniziative per il sesto anniversario del delitto. Al convegno ha partecipato il vice presidente del Senato, Vannino Chiti, il quale, nel corso del suo intervento, ha evidenziato che "é importante l'arresto e la condanna degli esecutori materiali e dei mandati del delitto Fortugno. E' difficile, però, credere che ad organizzare tutto questo sia stato solo un semplice caposala. Questo mi sembra strano e tutt'altro che credibile". Nel corso dell'iniziativa, alla quale ha partecipato anche il Procuratore nazionale antimafia Piero Grasso, la vedova di Francesco Fortugno, l'On. Maria Grazia Laganà, ha affermato che "sull'omicidio di mio marito non è stata fatta piena giustizia. Nonostante i due processi ci sono ancora troppe stranezze e fatti non chiariti. L'omicidio di Franco è stato un delitto politico - affaristico - mafioso, un quadro questo che é stato solo in piccola parte messo in evidenzia nei due processi giudiziari e che non è stato chiarito del tutto". Per il consigliere del Csm, sen. Guido Calvi, bisogna "lodare il lavoro della magistratura calabrese che è riuscita a chiudere due processi sulla vicenda Fortugno"
    "In Calabria, come nelle altre regioni dove c'é la criminalità organizzata, Soceità civile affianchi istituzioni. serve uno sforzo della società civile che deve affiancare le istituzioni e le forze dell'ordine per contribuire al contrasto". Lo ha detto il vice presidente del Senato, Vannino Chiti, stamane a Locri. "E' molto importante - ha aggiunto - la presenza a Locri delle istituzioni. Bisogna contrastare in modo duro la criminalità organizzata anche se sono molto preoccupato per i tagli alle forze dell'ordine che non aiutano chi opera sul territorio"
    150 Unità Italia. "L'Unità d'Italia è fondamentale per il futuro della nazione". Lo ha detto il vice presidente del Senato, Vannino Chiti, stamane a Locri. "E' intollerabile - ha aggiunto - che ci siano ministri che giurano sulla costituzione e poi parlano di divisioni territoriali e di Padania".
    Blackblock. "In Italia c'é un movimento pacifista di giovani che pone temi e situazioni giuste per il futuro. Altra cosa sono i black bloc che sono dei criminali e basta". Lo ha detto il vice presidente del senato, Vannino Chiti, stamane a Locri a margine della cerimonia per il sesto anniversario dell'omicidio di Francesco Fortugno. "I movimenti legali - ha aggiunto - devono espellere questi soggetti, questi criminali che si inseriscono illegalmente nelle manifestazioni per fomentare e creare disagi".
    Intercettazioni: - "Secondo me è utile nominare un responsabile delle intercettazioni e che ne rispondano gli stessi sostituti procuratori affinché non vadano in giro". Lo ha detto il vice presidente del Senato, Vannino Chiti, stamane a Locri. "E' invece pericolosissimo - ha aggiunto - prevedere il carcere per i giornalisti perché c'é il diritto all'informazione. Bisogna uscire da questa ipocrisia: in tutto il mondo il privato di chi fa politica diventa pubblico. Se una persona ha responsabilità nelle istituzioni, la conoscenza di ciò che fa nel privato è un elemento di valutazione per capire se può ricoprire incarichi o meno".

    Presidente Talarico "Combattere criminalità tutti assieme". "Il modo migliore per onorare la memoria di Francesco Fortugno, consiste nell'impegno quotidiano, tutti insieme, istituzioni e cittadini della Calabria civile e onesta, a combattere e sconfiggere, definitivamente, ogni forma di violenza e la criminalità organizzata". Così il presidente del Consiglio regionale della Calabria Francesco Talarico, intervenendo alle manifestazioni a Locri, nel sesto anniversario dell'omicidio di Francesco Fortugno. "La cultura - ha aggiunto - della giustizia e, al tempo stesso, la messa in campo, a tutti i livelli, di provvedimenti e strumentazione in grado di educare le giovani generazioni alla legalità, rappresentano il presupposto principale per il riscatto sociale, civile ed economico di questa regione. In questa legislatura regionale abbiamo avviato diverse esperienze, molte ancora da sviluppare, che segneranno il cammino dei prossimi anni, nell'azione di contrasto alla ndrangheta , che rappresenta il male più intollerabile che colpisce il nostro territorio e il freno più forte ad ogni forma di sviluppo civile della Calabria". Talarico ha poi ricordato che il Consiglio regionale della Calabria, ha approvato, all'unanimità, la partecipazione alla costituzione della Fondazione Francesco Fortugno, "nella convinzione - ha detto - che abbiamo il dovere di ricordare, anche alle future generazioni, il sacrificio di Francesco Fortugno, mettendo in campo tutte le iniziative e le risorse necessarie per creare una forte tensione nell'affermazione dei principi di giustizia e di legittimità. Il nostro obiettivo, è che il Consiglio regionale, in questa legislatura diventi il luogo nel quale le forze politiche, sociali e culturali di questa regione, pur nella distinzione dei ruoli e delle funzioni, possano dialogare e costruire, soprattutto con l'apporto delle nuove generazioni, una nuova Calabria capace di battere la violenza mafiosa, ogni prepotenza e ogni forma di illegalità. Ô questo il momento di mettere in campo un sano protagonismo, corale, di tutti, mobilitando le nostre energie migliori". "La legalità, deve essere - ha concluso - al primo punto di questo impegno. Serve far crescere lo spazio di chi rappresenta, in questa nostra Calabria, i convincimenti che occorre lavorare per il bene comune, per voltare pagina e disegnare un futuro di democrazia, di legalità, di sviluppo. In questo modo, onoreremo la memoria di uomini che come Francesco Fortugno, hanno pagato con la vita la loro opposizione alle forze del male che infangano la nostra terra".

    Lumia "Fare piena luce", "Sul caso Fortugno bisogna ancora fare piena chiarezza. Sono stati individuati gli esecutori, ma se vogliamo colpire la 'Ndrangheta nel suo sistema di collusioni politico-economiche dobbiamo risalire ai mandanti, come ha giustamente detto Maria Grazia Lagana'. Ho chiesto, pertanto, alla Commissione antimafia di ritornare ad occuparsene". Lo ha detto il senatore del Pd Giuseppe Lumia, componente della Commissione antimafia, che sta partecipando alle celebrazioni dell'anniversario dell'omicidio di Francesco Fortugno. "Dalla Dda di Reggio Calabria - aggiunge Lumia - la 'Ndrangheta finalmente in questi anni e' stata colpita in modo più sistematico, con risultati positivi. Per fare il salto di qualità è necessario fare chiarezza sull'assassinio di Fortugno, uno spartiacque che segna la strategia della mafia calabrese di diventare potenza non solo militare ed economica, ma anche politica".

    Magarò "Ricordare sempre vittime della mafia". "Oggi non è una giornata come le altre. Occorre che ciascuno di noi dedichi un po' del suo tempo al ricordo di chi ha perso la vita per contrastare la mafia". E' quanto ha affermato il presidente della Commissione regionale contro la 'ndrangheta Salvatore Magarò. ''In coincidenza - ha aggiunto - con l'assassinio del vicepresidente del Consiglio regionale Franco Fortugno avvenuto a Locri il 16 ottobre del 2005, ricorre oggi la Giornata della Memoria di tutte le vittime della criminalità organizzata, istituita con la legge regionale n. 34 il 2008. Le vittime di mafia sono tante, ma nessuna va dimenticata. Noi le abbiamo volute commemorare attraverso un provvedimento legislativo puntuale, approvato venerdì sera in Consiglio regionale. Approvando all'unanimità, maggioranza ed opposizione nella Commissione contro la 'ndrangheta che presiedo, la proposta di legge recante 'Interventi a favore delle vittime del terrorismo e della criminalità organizzata, nonché a favore dei testimoni di giustizia, un corollario della legge 31 del 2008 che amplia l'area di intervento includendo nei provvedimenti a favore delle vittime di terrorismo e criminalità organizzata anche i testimoni di giustizià. La Regione Calabria ha voluto dimostrare solidarietà concreta nei confronti di persone che si sono sacrificate in difesa della democrazia e della nostra libertà ed il cui ruolo è talvolta determinante nei processi per assicurare i responsabili dei reati alla giustizia". "Per tutti noi, è doveroso - ha proseguito Magarò - oggi riandare con il pensiero all'impegno dispiegato da tutti coloro che non hanno ceduto ai ricatti mafiosi e si sono scontrati con una violenza impietosa, rinnovando l'impegno a non dimenticare e a fare, ciascuno secondo le proprie responsabilità, la propria parte per sconfiggere questo cancro della civiltà democratica che ipoteca la speranza ed il futuro dei giovani e blocca l'economia e lo sviluppo di questa parte del Mezzogiorno. Io, nella qualità di presidente di una Commissione che tenta di fare il meglio di quanto è nelle sue possibilità, mi permetto di rammentare, specie ai giovani ed agli educatori della nostra regione il cui compito è delicatissimo, che tuttavia non siamo all'annoi zero. Che se spesso la realtà ci offre uno spettacolo sconfortante, possiamo farcela. Non finiremo mai di ringraziare i magistrati e le forze dell'ordine che quotidianamente ottengono, a costo di sacrifici, risultati tangibili. Se insieme percepiamo la gravità e il male di cui la mafia è espressione, possiamo vincerla. Certo, occorrono aiuti". Magarò ha poi evidenziato che "contro la mafia una regione come la Calabria, se lasciata sola, non ce la può fare. E mai come in queste giornate si comprende il nesso che vi è tra crisi economica e recrudescenza mafiosa, posto che, come ha di recente segnalato il Governatore della Banca d'Italia Draghi, a causa della crisi economica, molte imprese sono diventate vulnerabili e perciò esposte all'aggressione della criminalità organizzata che dispone di forti liquidità. Dinanzi ad una mafia che ha messo radici in tutto il territorio occorrono risposte complessive e convergenti. I nostri amministratori locali non possono essere lasciati da soli in questa battaglia difficile". "Nei prossimi giorni, la Commissione - ha concluso - avvierà interlocuzioni puntuali con i Prefetti della Calabria e i Procuratori della Repubblica. Vogliamo essere utili concretamente, e adoperarci per creare sinergie efficienti con tutti gli organismi titolati a fronteggiare la criminalità. Giornata come questa, dedicate al ricordo, servono anche per sconfiggere il silenzio e l'omertà che sono gli elementi prediletti dalle organizzazioni criminali, perché mentre si isolano coloro che le combattono si fa il gioco di chi vorrebbe derubricare la questione mafiosa a problema marginale. Invece contro al mafia dobbiamo tutti alzare la voce, farci sentire, affinché sia possibile dappertutto una riscossa civile".

    N. Oliverio "Ricordo sempre vivo". "Sei anni dopo il ricordo di Franco Fortugno è sempre presente, intenso. Lo ricordiamo con rimpianto ed anche con l'impegno, quotidiano, per cercare di costruire una società migliore, a cominciare dalle opportunità per i tantissimi giovani che sperano in un futuro occupazionale nella loro terra". Lo ha detto il parlamentare del Partito Democratico Nicodemo Oliverio, capogruppo in Commissione Agricoltura alla Camera, oggi a Locri per le iniziative in memoria del vice presidente del Consiglio regionale della Calabria ucciso il 16 ottobre del 2005. "Il vice presidente del Senato Vannino Chiti - ha detto ancora Oliverio - che sei anni fa, quel terribile giorno, ricopriva l'incarico di responsabile delle primarie per Romano Prodi, ha ricordato quel momento in cui abbiamo appreso la notizia, che resterà per sempre nella nostra memoria, che ha lasciato tutti nello sconforto più assoluto". Oliverio ha poi sottolineato che "l'iniziativa è opportunamente legata al 150/mo anniversario dell'Unità d'Italia, con il titolo Franco Fortugno cittadino d'Italia. Noi lo ricordiamo anche come uomo, marito e padre, medico e politico, calabrese con un grande amore per la Calabria ed una grande voglia di riscatto. Un obiettivo - ha concluso il deputato del Pd - che continuiamo caparbiamente ad inseguire".

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