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    Pacenza “Un advisor su realizzazione 3 nuovi ospedali a Cosenza, Crotone e Reggio”

     

     

    Pacenza (Pdl) “Un advisor sulla realizzazione dei 3 nuovi ospedali a Cosenza, Crotone e Reggio”

    30 mar 11 “Sarà un advisor a valutare la possibilità di realizzare tre nuovi ospedali nelle province di Crotone, Cosenza e Reggio”. A comunicarlo, è stato il presidente della Regione Giuseppe Scopelliti nel corso della seduta consiliare svoltasi nella giornata di ieri a palazzo Campanella. Nel corso del suo intervento, il governatore, ha anche sottolineato che tutto questo potrà avvenire solo dopo che, le prescrizioni contenute nel Piano di rientro, avranno terminato la loro efficacia. Ma a quanto pare, al contempo, c’è già l’impegno formale della giunta a procedere in questo senso. L’idea del governatore (che è anche commissario ad acta del settore Sanità) è quella di procedere per i nuovi nosocomi di Crotone, Cosenza e Reggio sulla scorta di quanto già deciso ieri per la realizzazione dei quattro ospedali calabresi previsti dall’Accordo di programma sottoscritto dalla Regione nel 2007. In pratica, l’Ente, una volta certificata la possibilità di realizzare un ospedale in queste tre province da parte di una società di consulenza esterna (advisor), provvederà ad accendere un mutuo che, nel giro di soli tre anni, consentirà di avere “chiavi in mano” una nuova struttura ospedaliera nei territori indicati. Il presidente del Comitato regionale per la qualità e la fattibilità delle leggi, Salvatore Pacenza, si è detto in piena sintonia con l’iter indicato dal commissario ad acta Scopelliti. “È questa la via più rapida e veloce – dichiara l’onorevole Salvatore Pacenza – per ottenere, nel giro di questa Legislatura regionale, un nuovo ospedale per le tre province rimaste escluse dall’accordo di programma sottoscritto dall’Ente nel 2007. Commissionare, invece, uno studio di fattibilità per realizzare una struttura ospedaliera in un avvenire non meglio identificato - come per altro anche sottolineato dal commissario - comporterebbe solo un inutile spreco di risorse per la progettazione. Le notorie prescrizioni indotte dal debito sanitario, infatti, farebbero sì che, la progettazione, rimarrebbe solo sulla carta, per poi magari registrare una possibile realizzazione in un tempo troppo lontano dalla sua ideazione, pena l’inadeguatezza del progetto stesso. Allora, l’idea di far certificare ad un soggetto terzo questa eventualità e dargli quindi ‘corpo e gambe’ nel giro di tre anni, è ciò che meglio soddisferebbe le esigenze e le aspettative dei calabresi che rivendicano, nel frattempo, il loro diritto alla salute”.

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