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    Miraglia “Collaborazione con sanita’ privata non comporta costi aggiuntivi”

     

     

    Miraglia (Aiop) “Collaborazione con sanita’ privata non comporta costi aggiuntivi”

    01 feb 11 “Bisogna avere molto senso di responsabilità nel valutare la proposta formulata dal sen. Antonio Gentile, avendo a cuore la salute dei cittadini e il loro diritto ad essere curati, possibilmente lasciando da parte pregiudizi ideologici e pulsioni di tornaconto politico”. Lo afferma in una nota il presidente di Aiop Calabria, Massimo Miraglia. “Da tempo diciamo che un servizio sanitario moderno, efficace ed efficiente –spiega Miraglia- deve poter contare su una reale ed effettiva integrazione tra strutture a gestione pubblica e strutture a gestione privata che possa contribuire a ridurre liste d’attesa e costi di mobilità fuori regione, garantendo la libera scelta del paziente. La collaborazione fra pubblico e privato, espressione di un unico servizio sanitario, è da auspicare già in condizioni di normalità, quando cioè il servizio si svolge a regime, ma lo è ancor di più quando si presentano condizioni straordinarie di crisi ed il servizio pubblico deve poter assicurare le prestazioni richieste dai cittadini.- C’è subito da chiarire che l’eventuale ricorso alla collaborazione di strutture private non comporta costi aggiuntivi né lievitazione della spesa sanitaria. Tutt’altro. Chi sostiene o lascia intravedere un aggravio di costi non dice la verità o non ha le conoscenze necessarie sotto il profilo tecnico-amministrativo. E’ vero, semmai, il contrario se si tiene conto che tutti gli indicatori statistici, anche quelli recentemente pubblicati da Censis, Ermeneia e Ministero della Salute attestano come la medesima prestazione resa in ospedale pubblico costa – a parità di standard qualitativi – due terzi in meno se resa in ospedale privato.- Ecco perché l’intervento responsabile e razionale del sen. Gentile va inteso come finalizzato a migliorare lo svolgimento del servizio sanitario pubblico in maniera intelligente e scevra da pregiudizi o anacronistici steccati ideologici.- Al riguardo non si comprendono talune osservazioni circa la praticabilità della proposta del sen. Gentile in quanto favorirebbe le strutture private che già lavorano a tempo pieno. Qui si confonde l’esaurimento del budget di prestazioni contrattualizzato con l’ASP con la capacità effettiva delle strutture private ad erogare prestazioni oltre quelle “acquistate” dall’ASP di riferimento. Non si tiene conto, cioè, della capacità produttiva delle strutture private per cui, di conseguenza, si saturano le liste di attesa nelle strutture pubbliche e i cittadini si vedono costretti a rivolgersi a strutture fuori regione, con notevole aggravio di costi per le casse regionali.- Un tavolo tecnico risolverebbe in poche battute la convenienza, in termini di costi e di servizio ai cittadini, a ricorrere alle strutture private per fronteggiare temporaneamente la crisi del reparto di ortopedia dell’Ospedale di Cosenza.- Chi si oppone pregiudizialmente alla proposta del sen. Gentile provi a spiegare perché un cittadino di Cosenza, bisognoso di cure, non avendo risposta dall’ospedale se non la collocazione in fondo ad una lunghissima lista d’attesa, non può rivolgersi ad una struttura privata accreditata, che è in grado di fornire la prestazione richiesta a tariffa predeterminata dall’ASP, ma deve rivolgersi fuori regione spostando “quote” della spesa sanitaria in favore di strutture esterne alla Calabria.- Dovrebbe bastare il buon senso per cogliere la praticabilità della proposta del sen. Gentile ma, evidentemente, scattano meccanismi che nulla hanno a che fare col diritto dei cittadini ad essere curati, possibilmente, non lontano da casa e dalla famiglia. E qui sta il problema, che non può essere eluso con supposti e infondati vantaggi che verrebbero alla sanità privata. La verità, amara e drammatica, con la quale la politica degli sprechi e delle clientele non vuol fare i conti, è che un intervento eseguito in ospedale, che alle casse regionali viene a costare 100, in una struttura privata accreditata, a parità di condizioni e di standard qualitativi, viene a costare 35. E non perché si è più bravi, semplicemente perché si seguono criteri imprenditoriali di efficienza, qualità, costi reali, personale qualificato e, soprattutto, niente concorsi e graduatorie per pagare debiti elettorali.- Per concludere, se il reparto di ortopedia dell’ospedale di Cosenza vuole avvalersi della collaborazione delle strutture private accreditate, non deve fare altro che avviare le procedure necessarie nella totale trasparenza delle reciproche nonché legittime convenienze.-

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